Padre Giovanni Taneburgo

MISSIONE: PRESENTARE GESU’ SORGENTE D’ACQUA VIVA PER LA VITA ETERNA

Nel secondo capitolo del libro del Profeta Geremia, troviamo alcune lamentele di Dio espresse con un linguaggio forte, e molto espressivo. Parlando del popolo d’Israele, Dio dice: “Il mio popolo ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua”. Poi, parlando dei tanti guai seri in cui Israele si era messo, Dio continua: “Non ti accade forse tutto questo perché hai abbandonato il Signore, tuo Dio al tempo in cui era tua guida nel cammino? (…) La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio”. Tutto il secondo capitolo di Geremia parla dell’infedeltà d’Israele e della sofferenza che essa causava a Dio. Sofferenza grande, perché nel suo Amore Misericordioso, Egli voleva vedere il suo popolo in movimento sulla via della conversione. Voleva per tutti una vita fecondata dall’acqua che placa ogni arsura e ogni bisogno del cuore umano, grazie alla verità, all’amore e alla misericordia di Dio.

Potremmo considerare le lamentele e la sofferenza di Dio causate dall’infedeltà del popolo d’Israele fatta di tanti tradimenti, come realtà attuali. Infatti anche il nostro mondo d’oggi che ha sete di Dio, beve acqua che non estingue la sete del cuore umano, e che spesso è torbida e avvelena l’anima. E’ l’acqua che viene ricercata in modo sempre più irresponsabile, nei piaceri senza morale, nei beni accumulati a spese e a danno degli altri, nella fama generata da una facciata fatta di falsità. E’ l’acqua ricercata in cose non durature che non potrà scorrere se non per un tempo limitato. Ecco allora il messaggio stupendo che ci viene dall’incontro di Gesù con la Samaritana vicino al pozzo di Giacobbe:

  • Gesù ha sete. Come dice il passo evangelico, Egli, affaticato per il viaggio e per il forte caldo, dice alla donna samaritana giunta al pozzo per attingere acqua, “Donna, dammi da bere”. Dopo di che, comincia un dialogo vivace e creativo e comincia la rivelazione. Gesù le parla di un’altra sete e di un’altra acqua che sola può estinguere tale sete: “Chiunque beve di quest’acqua (l’acqua del pozzo) avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete, anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente che zampilla per la vita eterna”. Gesù fa capire alla Samaritana e fa capire a noi che Egli ha sete della nostra apertura a Lui, ha bisogno dei nostri cuori per trasformarli, per renderli cuori palpitanti d’amore e di desiderio per la vita eterna.

  • Una seconda cosa importantissima: Gesù ci fa capire che noi dobbiamo avere sete di Lui perché è un bisogno innato che abbiamo, di cui però spesso non siamo consapevoli. Di questo bisogno Sant’Agostino divenne consapevole, e scrisse quella frase stupenda che ha ispirato tante persone. Agostino scrisse che il cuore umano è inquieto finché non riposa in Dio. Potremmo aggiungere: finché non c’è obbedienza ai Suoi Comandamenti, alla Sua Volontà, al Suo Piano di Salvezza.

Continuiamo il nostro cammino quaresimale, consapevoli della Bontà infinita di Dio, ma allo stesso tempo, consapevoli della responsabilità che abbiamo di avere un comportamento dignitoso a tutti i livelli. E per intercessione della Madonna, chiediamo la grazia di lasciarci dissetare da Cristo Gesù e di avere questa Missione come nostra Passione: presentare Cristo come sorgente d’acqua viva per tutti. Eventualmente pensiamo a qualche gesto che possiamo fare a vantaggio di chi è in difficoltà perché grazie anche al nostro gesto, tutti possano vivere ed essere felici.

P. Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano