Padre Tonino Falaguasta Nyabenda

E’ arrivata la Quaresima 2023. E’ un tempo forte, un tempo speciale. La Quaresima rappresenta gli Esercizi Spirituali della comunità cristiana. E’ quindi un tempo di riflessione, di preghiera, di condivisione, di penitenza, e cioè essenzialmente di digiuno dal peccato, da cui possiamo separarci definitivamente con il sacramento della Penitenza. La Quaresima inizia con il Mercoledì delle Ceneri. La cerimonia delle Ceneri è un richiamo evidente alla creazione di Adam, il primo uomo. Dice la Bibbia: “Allora il Signore plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2, 7). La tradizione giudaica afferma che Dio inviò l’arcangelo Gabriele a raccogliere un pugno di polvere ai quattro angoli della Terra, polvere che utilizzò per la creazione del primo uomo. Ciò ha un duplice significato. Prima di tutto l’universalità e in secondo luogo la fragilità. L’uomo (e la donna sua compagna, di uguale dignità, perché tratta dalla costola, cioè dal petto dell’uomo. Da lui si differenzia , ma è uguale a lui. Insieme formano la coppia, che è la vera immagine di Dio, come si legge in Genesi 1, 27). L’uomo pertanto, pur avendo in sé il soffio divino, è pur sempre un nulla rispetto a Dio. Un soffio di vento basta per far scomparire la polvere, che è la parte più superficiale della terra. Di qui l’atteggiamento che dobbiamo sempre avere: l’umiltà e la sottomissione al Creatore. Ma il Signore ci chiama a vivere in comunione con Lui, se restiamo fedeli alla sua alleanza. Nella nostra vita però, pur sapendo che il Cristo ci ha resi suoi fratelli e sorelle, siamo capaci di prendere altre strade. Siamo liberi di fare il bene o di fare il male (Siracide 15, 21). Publio Ovidio Nasone (43 avanti Xto-17 dopo Xto), un poeta latino, addirittura diceva: “Video meliora, proboque, deteriora sequor” (= vedo ciò che è meglio, lo approvo e … faccio ciò che è male). Ma l’apostolo Paolo al discepolo di Gesù dice: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Romani 12, 21).

Nella storia della Chiesa, il tempo quaresimale è stato istituito dopo il Concilio di Nicea (325 dopo Cristo). Soprattutto a Roma, si organizzava questo tempo per coloro che dovevano essere assolti dai loro peccati (essenzialmente: apostasia, omicidio e adulterio).

Per coloro che si preparavano al Battesimo poi (= i Catecumeni), la Quaresima era il tempo forte, durante il quale si meditava soprattutto il Vangelo di Giovanni.

La parola Quaresima viene dal latino e significa: quarantesimo giorno. Il numero quaranta ha un fondamento biblico. Indica, in primo luogo, gli anni di una generazione e poi un periodo la cui durata non si conosce esattamente. Per esempio: 40 giorni e 40 notti per il diluvio (Genesi 7, 4); il soggiorno di Mosè sul monte Sinai (Esodo 24, 18); il viaggio del profeta Elia nel deserto (1 Re 19, 8); il digiuno di Gesù all’inizio del suo ministero (Marco1, 12). La cifra 40 indica sempre un tempo di preparazione e di attesa, di purificazione e di penitenz, aspettando la salvezza che ci viene evidentemente solo da Gesù il Cristo.

Nel Vangelo del Mercoledì delle Ceneri (Matteo 6, 1-18) siamo invitati a vivere nella verità. Fuggiamo pertanto l’ipocrisia e facciamo le pratiche ordinarie, come la preghiera, il digiuno e l’elemosina, per manifestare il nostro desiderio di avvicinarci al Cristo. Allora “il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Matteo 6, 18).

Il Vangelo della 1° Domenica di Quaresima (Matteo 4, 1-11) ci parla di Gesù che resta nel deserto 40 giorni e 40 notti, digiunando. E dopo aver digiunato, ebbe fame (Matteo 4, 2). Allora arriva Satana (il tentatore) per metterlo alla prova con le 3 tentazioni. Tre sono le “fami” (= plurale di fame) espresse nelle tre tentazioni: la fame riguardo alle cose; la fame riguardo alle persone; e la fame riguardo a Dio. Queste tre tentazioni corrispondono alle tre concupiscenze di cui parla l’apostolo Giovanni (1 Giovanni 2, 16) e anche ai tre aspetti seducenti del frutto proibito (Genesi 3, 6). Gesù supera tutte e tre le tentazioni. Egli ha compiuto la scelta del figlio, manifestando totale fiducia in Dio, suo Padre. Noi pure, anche dopo il Battesimo, siamo posti di fronte a queste stesse tentazioni. Dobbiamo manifestare allora la nostra fedeltà al Cristo. Il pane (= la fame di esso per vivere e per essere riconosciuti dagli altri e dominarli), lo spettacolo messianico, il potere dominatore sul Mondo: ecco il riassunto delle 3 tentazioni. “Vattene, Satana!” grida Gesù (Matteo 4, 10). Per fortuna! Perché noi saremmo del parere di Satana. Sarebbe più piacevole, più glorioso, più facile. Più “umano”. Ma c’è la Croce. Come dice Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), pastore protestante e martire nazista: “La croce è la distanza infinita che Dio ha posto tra Se stesso e ogni nostra immagine di Lui”. Ed è sulla Croce, il trono della gloria del Figlio, che Gesù è vittorioso. La stessa Chiesa ( = noi tutti) vincerà il potere di Satana, imitando Gesù sulla Croce, condividendo cioè la sua stessa sorte. E’ il trionfo della “debolezza” di Dio, che è come il sassolino che spazza via l’idolo tremendo, di cui parla il profeta Daniele (Daniele 2, 31-35).

San Daniele Comboni (1831-1881), partito per l’Africa Centrale, sapeva di essere debole e fragile. Ma aveva nel cuore una certezza: il Vangelo di Gesù avrebbe trasformato quelle terre desolate, in terreni fiorenti. In essi, cioè, la fede cristiana avrebbe trasformato le popolazioni, spingendole a mettere in pratica le Beatitudini, traducendole nelle opere di carità (Matteo 25, 31-46).