Padre Tonino Falaguasta Nyabenda

Nel primo giorno dell’anno celebriamo la Madre di Gesù, che invochiamo come Madre di Dio. Papa Paolo VI così ha scritto: “Nel ricomposto ordinamento del periodo natalizio ci sembra che la comune attenzione debba essere rivolta alla ripristinata Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Essa, collocata secondo l’antico suggerimento della Liturgia dell’Urbe (= Roma) al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre santa, … per mezzo della quale abbiamo ricevuto… Gesù, Verbo di Dio fatto uomo (Giovanni 1, 14)” (‘Marialis cultus’ del 2 febbraio1974).

La Madre di Gesù è stata proclamata Theotokos (= Madre di Dio) l’11 ottobre 431 dal Concilio di Efeso (Turchia). La festa liturgica di Maria Madre di Dio è stata istituita dal Papa Pio XI nel 1931, per ricordare il dogma (= verità di fede) proclamato 15 secoli prima, come già detto, a Efeso. Papa Giovanni XXIII poi ha voluto dare inizio al Concilio Vaticano II, proprio l’11 ottobre del 1962.

Nestorio (381-451), che era Patriarca di Costantinopoli, non accettava questa verità teologica. “Dio ha dunque una madre? – aveva dichiarato. – Allora non possiamo condannare la mitologia greca che attribuisce una madre agli dei”. San Cirillo di Alessandria gli ha risposto così: “La Vergine è madre della divinità? No… Il Verbo di Dio è stato generato dalla sostanza medesima del Padre, ed esiste da tutta l’eternità…. Ma nel tempo Egli si è fatto carne, perciò si può dire che è nato da donna”. Lo diceva anche san Paolo (Galati 4, 4). E noi adoriamo Gesù, Figlio di Dio e figlio di Maria di Nazareth, che è appunto Madre di Dio. La Festa di oggi ha quindi tutto il suo valore.

Ma meditiamo il Vangelo di oggi (Luca 2, 16-21) che ci insegna cose straordinarie. I pastori, considerati dalla religione tradizionale come persone immonde e quindi escluse dalla salvezza (= il Messia avrebbe dovuto condannarli, al suo primo apparire!), ricevono un annuncio di salvezza dagli Angeli (= messaggeri di Dio). Sono avvolti dalla luce, cioè sono circondati dall’amore di Dio, il quale preferisce sempre gli ultimi, i poveri, gli umili, gli “scarti”, come dice Papa Francesco. E vanno in fretta per verificare l’annuncio avuto. Trovano infatti “Maria e Giuseppe e il Bambino adagiato nella mangiatoia” (Luca 2, 16). Nell’azione dei pastori possiamo vedere la dinamica missionaria della Chiesa. L’annuncio, cioè, porta all’ascolto e l’ascolto alla visione (= contemplare il Bambino Gesù tra Maria e san Giuseppe). E poi, a sua volta, chi ha visto si mette in moto e va verso altri, a cui dona l’annuncio, perché, avendo sentito il kerygma (= annuncio del Vangelo di Gesù), arrivino all’accettazione della fede cristiana. E poi si continua con questa dinamica, “fino agli estremi confini della Terra” (Atti 1, 8). Si parla poi della Madonna “che conservava tutte queste parole, meditandole nel suo cuore” (Luca 2, 19). Maria aveva bisogno di conoscere veramente chi era suo Figlio. Lei è l’immagine del vero credente, che deve progredire nella comprensione della fede cristiana. Anche l’episodio della circoncisione (Luca 2, 21), rito necessario per far evidenziare l’appartenenza di Gesù al popolo di Israele che accetta l’alleanza con il vero Dio (Genesi 17, 10-14), serve per far capire che ormai il “vero Israele” (= Gesù) è presente. Il vecchio Simeone ce lo dimostra, perché prende il Bambino, prima dell’esecuzione di questa cerimonia ed esclama: “Nunc dimittis = sciogli il tuo servo, perché hanno veduto i miei occhi la tua salvezza, o Signore” (Luca 2, 29).

E’ l’esperienza fondamentale di ogni uomo. Infatti noi viviamo sempre con il pensiero della morte che è ineluttabile. Ora questa paura si dissolve come nebbia al sole, perché, ricevendo Gesù, divenendo suoi discepoli con il Battesimo, entriamo nel banchetto della vita divina, una vita che dura per sempre. Nella progressione della sua fede nel Cristo, troveremo la Madonna ai piedi della Croce, come la prima credente, la prima discepola di suo Figlio Gesù, dichiarata da Lui Madre di Giovanni e perciò “Madre della Chiesa” (Giovanni 19, 26-27).

Il 1° gennaio è anche la Giornata mondiale della Pace, una giornata istituita da Papa Paolo VI il 1° gennaio del 1968. Papa Francesco ci ha mandato un messaggio per questa occasione, il 16 dicembre 2022. Ci invita a riflettere sull’esperienza della pandemia Covid-19 che ci ha fatto soffrire in questi ultimi anni. Ma abbiamo trovato un vaccino, che ci ha aiutato a uscire da questa esperienza negativa. Lo abbiamo fatto “insieme”. Ora c’è la guerra in Ucraina ( e tante altre in diverse regioni del Mondo). Bisogna trovare il vaccino e cioè cambiare il cuore dell’uomo, corrotto dal peccato (Marco 7, 17-23) e convertirlo, con la grazia di Dio. Solo Dio infatti può intervenire, se lo preghiamo con fede. Bisogna arrivare ad avere un “noi” aperto alla fraternità universale. In questo modo le guerre, le ingiustizie, le violenze, gli sfruttamenti, la povertà possono scomparire.

San Daniele Comboni (1831-1881) invocava la Madre di Gesù come Regina della Nigrizia e come Colei che, con la sua potente intercessione, può far regnare la pace nel Vicariato dell’Africa Centrale e nel Mondo intero. Il 26 luglio del 1868, nel santuario mariano di La Salette (Francia) ha consacrato la sua Missione alla Madonna e così la invocava: “O Maria, rifugio dei poveri peccatori, mostrati anche Regina e Madre dei poveri Neri”.

 P. Tonino Falaguasta Nyabenda