P. Lorenzo Tomasoni

Mairano, (Brescia) 04.06.1942 – 01.12.2022 Brescia

 

Omelia di p. Girolamo Miante, al funerale di P. Lorenzo Tomasoni il 3 dicembre 2022, nella chiesa parrocchiale di BRANDICO (BS).

P. Enzo è tornato alla casa del Padre giovedì 1° dicembre: memoria di due martiri dell’Africa: San Charles de Foucauld, ucciso il 1° dicembre 1916 in Algeria e la Beata Clementina Anawarite uccisa nel 1964 in Congo a Isiro. (sempre nel nord del Congo, nello stesso giorno, venivano uccisi altri due comboniani: P. Evaristo Migotti e P. Lorenzo Piazza). Oggi, 3 dicembre, celebriamo le esequie di P. Enzo nella festa di San Francesco Saverio, patrono delle Missioni. Pur nella tristezza, la nostra Eucarestia, la nostra preghiera sono un canto di lode e di ringraziamento al Signore per la vita missionaria di P. Enzo, missionario comboniano, sacerdote-medico chirurgo. I santi e i martiri che abbiamo ricordato insieme a San Daniele Comboni, nostro fondatore, accompagnano P. Enzo all’incontro con il Padre della misericordia.

Ci affidiamo alla Parola che abbiamo appena ascoltato per rileggere, insieme, il cammino di una vita, quella di P. Enzo, vissuta per gli altri, per i più poveri nell’Africa che ha amato e per cui ha donato tutto sé stesso.

Il profeta Isaia offre speranza ad un popolo oppresso: Israele, Gerusalemme, attendono l’aiuto del Signore e il profeta annuncia la sua risposta: il Signore farà grazia, si potrà vedere il maestro, si potrà udire la sua voce: “questa è la strada, percorretela, caso mai andiate a destra o a sinistra”.

E P. Enzo, ha udito la voce di quel Maestro che gli ha indicato la strada, la strada della missione. Raccontava che era stata sua sorella, missionaria comboniana, ad indicare al promotore vocazionale dei comboniani di passare in paese e proporre ad Enzo di pensare alla vocazione missionaria. Il Signore si serve di tanti modi per chiamare. Una chiamata, diventata realtà, proprio per realizzare quella Parola che ha trasformato la vita di tante persone: nel corpo e nell’anima.

Come Gesù e i suoi discepoli, anche P. Enzo ha percorso città e villaggi annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e infermità. È l’incontro con Gesù che ci fa discepoli missionari del Vangelo: vivendo i suoi stessi sentimenti: la sua compassione, il suo amore, il dono di sé fino alla croce. Gesù invita a pregare perché la messe è abbondante e gli operai sono pochi, perché il Padre mandi operai nella sua messe. Enzo ha colto questo invito ad essere operaio nel Regno nella famiglia comboniana. Comboni voleva che i suoi missionari, guardando il Crocifisso, imparassero ad offrirsi, a donarsi: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Lo ha fatto, rendendo concreta quella parola di Gesù: “guarite i malati, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni”.

80 anni vita: nato il 4 giugno 1942 a Mairano (BS), dopo il lungo cammino formativo è stato ordinato sacerdote il 18 marzo 1968, a 26 anni. 54 anni di prete: 35 in Africa tra Uganda, Etiopia e Sudan e 19 in Italia tra la preparazione medica a Padova (insieme a P. Egidio Tocalli) e, poi, il servizio a Milano e Brescia in questi ultimi anni.

Sacerdote, medico, chirurgo, con specializzazione in malattie tropicali e leprologia. Un servizio all’Africa, traducendo il Vangelo in amore e carità verso tutti. Ha iniziato la sua missione all’ospedale di Kalongo in Uganda alla scuola del Beato P. Giuseppe Ambrosoli, beatificato il 20 novembre scorso e proprio, oggi, celebrato a Ronago (Como) nel suo paese natale. Il 30 luglio 2003, P. Enzo riceve dal Presidente della Repubblica Italiana il titolo di Commendatore per il servizio di solidarietà tra i poveri.

Lascio la parola a P. Enzo stesso, attraverso la sua riflessione in un diario trovato nella sua stanza (1° settembre 2015). È la rilettura della sua vita:

So di aver ricevuto moltissime grazie da Dio: famiglia magnifica (decimo di undici figli), parrocchia a Brandico: ottima; educazione: due anni dai Gesuiti all’Arici di Brescia, educatori tiranni ma forse ci volevano. Poi, vocazione sacerdotale e missionaria, tran-tran di anni di studi faticosi ma sereni, e poi: filosofia, teologia a Roma (anni felici del Concilio Vaticano II). Dopo l’ordinazione sacerdotale, inutile chiedere per iscritto di essere mandato subito in Africa: ordine scritto e firmato dal vicario generale, P. Battelli: abbi pazienza, ti aspettano altri anni sui libri per gli studi di medicina a Padova. Altri sudori per sei anni. Poi, pratica dai Fatebenefratelli a Brescia, poi Inghilterra, Uganda, Etiopia e Sudan. Imparo bene la chirurgia generale ostetrica e ginecologica, le malattie tropicali, leprologia e mal della pelle. Scopro di avere capacità mediche discrete, meglio la chirurgia. Carattere discretamente paziente coi pazienti e aperto al servizio di tutti. “I poveri mi entrano per le maniche”.

A volte mi ripiego su me stesso ma dura trenta minuti. Non sopporto che qualcuno soffra per causa mia, riconosco di amare tutti e anche di essere generalmente ben voluto. Amare purissimamente come Gesù, nessuno lo può, Siamo più carne noi di Lui e cuore debole. Se lui non aveva bisogno di mortificarsi, io ne ho extra bisogno ma ahimè, tranne qualche piccola mortificazione, altro non so fare.

La mia preghiera, che dire, è parecchio infantile, preghiera continua sì, ma non digerisco lunghe preghiere. Di mistica preghiera non se ne parla. Ora, di fatto, vivo, prego, lavoro, predico, servo gli altri chiedendo continuamente che Gesù mi indichi come farebbe lui, è tutta grazia insomma! Anche se non m’importa che sia solo Lui di fatto a fare del bene in me.

Confesso chiaramente che non chiederò mai grandi croci a meno che Cristo le voglia portare lui al 100%. Non sono un santo da croci e quindi neppure posso sognare di essere santo. Certo che un martirio rapido per lui lo accetterei subito, ma desiderare di morire in due minuti per Cristo perché mi pare che potrei sopportarlo, ho l’impressione che sia una cosa che lo fa ridere.

Ringrazio Dio cento volte che si fida di uno incapace di farsi santo e di perdonarmi tutto, anzi spesso di portarmi in braccio. Tutto per Lui ma con Lui. Perdona Signore, ti ringrazio Signore.”

Grazie, P. Enzo, per il dono della tua vita missionaria. La tua mamma e il tuo papà, i tuoi fratelli e sorelle che ti hanno preceduto ti accompagnano all’incontro con il Padre e con loro tutti quelle e quelli che hai curato e amato: tutti quelli che sono entrati nelle tue maniche!