Il messaggio del tempo di Avvento ci invita a guardare al futuro con speranza: Dio è vicino; preparate la via al Signore, spianate la strada per il  Dio che viene a noi. E la sacra scrittura ripete:il nostro è un Dio vicino; non è nei cieli perché tu possa dire: non posso raggiungerlo; non è negli abissi del mare, perché tu sia tentato a dire: mi è impossibile arrivare a Lui.”Egli è vicino, è nel tuo cuore. E’ nella tua vita. Sei importante per Lui, sei prezioso ai suoi occhi”. (cf. Dt 30,11-14).E i profeti esortano: preparate le strade,preparate il vostro cuore.«Nel deserto preparate la via al Signore,nella steppa spianate la strada per il nostro Dio. Il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. » (Is 40).Il tempo di avvento,quindi, ci chiede di  aprire e percorrere  tre strade verso Betlemme, verso Dio, l’Emmanuele:

 

1. La strada della fede: un consiglio frequente, in avvento, è non temere, non aver paura, non scoraggiarsi. Spesso siamo assaliti da paure. Oltre alle paure personali, c’è la paura per il futuro del mondo, la paura delle guerre, della criminalità organizzata, delle migrazioni di massa, dell’invecchiamento della  società, della crescente distruzione dell’ambiente. Anche quando le paure ci paralizzano, alla fine, abbiamo bisogno di credere che il bene è più forte del male, che  il futuro è nelle mani di Dio. Leggiamo in Isaia 30 :”Tu non dovrai più piangere; anche se mangi il pane della afflizione e bevi l’acqua della tribolazione, Dio ti accompagnerà nel tuo camminare. Allora egli concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno; il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato”. 

 

  1. La strada della Speranza: Abbiamo bisogno di speranza, perché siamo bombardati da brutte notizie e circondati da pessimismo. Eduardo Galeano, scrittore e giornalista, anni fa scrisse : “Quando verrà il giorno in cui riusciamo ad apprezzare le vere ricchezze che abbiamo, come il sole, la luna, le stelle, il cielo, l’acqua, le foreste, l’affetto di un amico e l’amore dei genitori? Purtroppo viviamo in un mondo dove il funerale é più importante del morto, il matrimonio più dell’amore, il corpo più dell’intelletto. Viviamo la cultura del contenitore che disprezza il contenuto. Quando verrà il giorno in cui i giornali avranno solo belle notizie?”.  Tempo fa, un articolo di Aldo M. Valli, nel Messaggero di San Antonio, diceva: “Proibito Lamentarsi.  Lo sport più praticato non è il calcio, ma il lamento. C’è addirittura chi si laurea in lamentologia e ottiene anche voti alti perché si lamenta di tutto. Se c’è il sole ci lamentiamo perché sudiamo, se  c’è la pioggia ci lamentiamo perché ci bagniamo. Chi è abituato a lamentarsi, ormai lo fa automaticamente. Se perdiamo tempo a lamentarci, quel tempo lo sottraiamo alla ricerca delle soluzioni per migliorare la nostra vita. Quindi dobbiamo cambiare sport: dallo sport del lamento a quello della speranza per vivere meglio”. Ancora il profeta Isaia guarda al futuro con speranza: “La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più della luce delle stelle. Il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà  tutte le sue ferite”. (IS. 30)

 

  1. La strada dell’Amore fraterno: Amare oggi è lottare contro la globalizzazione della indifferenza. Basta poco per far felice una persona. Papa Francesco,parlando dell’amore, insegna: L’amore cristiano ha sempre la caratteristica di essere concreto. Quindi, è un amore che è più nelle opere che nelle parole, è più nel dare che nel ricevere. Rimanere nell’amore di Dio,  non è tanto un’estasi poetica del cuore,ma uno stile di vita  da vivere e far vivere. L’amore cristiano non è l’amore delle telenovelle! L’amore cristiano ha sempre una qualità: la concretezza”. L’amore cristiano è concreto. Lo stesso Gesù, quando parla dell’amore, ci parla di cose concrete: dare da mangiare agli affamati, visitare gli ammalati, dare la vista ai ciechi, difendere i deboli. L’amore é concreto e ci porta a ringraziare chi ci sta accanto,   chi ci ama sempre; ringraziare tutti gli amici e le persone reali o virtuali che sono sempre presenti. L’amore è concreto e se non c’è questa concretezza, si può vivere un cristianesimo di illusioni e delusioni.  Anche San Paolo,scrivendo alla comunità dei Romani, raccomanda l’amore concreto: “La carità non abbia finzioni: fuggite il male, attaccatevi al bene;  amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.  Non siate pigri nello zelo; siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,  solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite.  Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto” (Rom.12).

 P. Teresino Serra