Padre Giovanni Taneburgo

Per questa nostra riflessione, chiediamo subito allo Spirito Santo di illuminarci perché i messaggi che la Parola di Dio ci presenta oggi sono molto provocanti e devono essere capiti bene perché, se capiti male, possono diventare fuorvianti. Essi riguardano la radicalità evangelica. Usando parole forti, Gesù presenta alla folla che lo segue le condizioni per diventare suoi discepoli. Parla di una sequela senza mezze misure: chiede tutto  perché Lui  dona tutto. Ermes Ronchi ha scritto: “ Le parole di Gesù oggi sono come le parole della crocifissione. Entrano nella carne viva, ti fissano con dolore alla sua proposta; Gesù non vuole tanto, vuole tutto”.

Il linguaggio di Gesù è paradossale ed estremo soprattutto quando fa riferimento alla famiglia e agli affetti più cari. Egli però non chiede a nessuno di escludere  le persone care dalla propria vita, eventualmente dimenticandole; no, i legami con esse sono sacri e profondi, e non possono essere rinnegati. Ciò che Gesù chiede è di vivere quei legami in modo diverso e nuovo, ricordando che nella nostra vita Dio deve avere sempre il primo posto. La famiglia e tutti gli affetti, anche i più cari, dopo Dio e in dipendenza da Lui.

Pensiamo un po’ ai distacchi fisici. Essi sono presenti nella vita di tutti per diversi motivi: professionali, di studio, per matrimonio, per trovare un nuovo lavoro ecc. Ci si allontana dalle presone care, ma bisogna ricordare di rimane in comunione con loro considerando Dio come il legame solido tra le persone anche quando tra di esse c’è distanza fisica! -*- Cosa dire di quelle persone, uomini o donne, che sono chiamate da Dio alla vita consacrata (religiosa) e a una missione particolare che implica un ‘partire’ e un lasciare’ che abbraccia tutta la loro vita? Queste persone  devono ricordare che la loro lontananza dalle persone care, la loro rinuncia a tutti i beni, sono realtà che hanno valore, sono possibili, vere e durature, soltanto se sono motivate dall’aver trovato in Dio il Bene più grande.

Un altro punto: La Parola di Dio che abbiamo ascoltato, ci spinge a  chiedere la sapienza del cuore come dono dall’alto, perché illuminati e guidati da questo dono, abbiamo a spendere bene le nostre energie per la gloria di Dio, a servizio della società civile, per la trasmissione del Vangelo,  e per il bene nostro, dei nostri cari e di tutti. Tutto ciò richiede il sacrificio della dedizione e quindi un amore totale.  Capiamo allora che l’unica via che ci porta alla pienezza è la via della croce, “l’unica via che dalla terra conduce al cielo è la croce (Santa Edith Stein). La via della croce che è la via dell’impegno sulla quale eventualmente incontriamo sofferenze, umiliazioni e l’opposizione di chi non ha lo spirito di Cristo, ma non incontriamo mai quell’abbattimento che deprime e porta alla morte.

Per concludere: consapevoli che la salvezza donata da Cristo Gesù a noi e al mondo intero è costata a Lui la vita, chiediamo che lo Spirito ci dia libertà di cuore e di mente, per vivere sempre nell’amore ricevuto e donato.

Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano