Acque agitate nella Chiesa

Non è un momento facile per la chiesa, che si ritrova stanca, frantumata e divisa; in essa “troppi si combattono a vicenda”, trasformando ogni diversità, anche legittima, in conflitto pericoloso. Stancano queste guerre tra fazioni ecclesiali combattute per mezzo di giornalisti compiacenti; stancano le facili accuse che mostrano come non si voglia né ascoltare né conoscere la verità, ma soltanto far tacere l’altro. E ci chiediamo con molti altri Cristiani: dove va la chiesa? Come aiutare questa nostra chiesa che abbiamo amato e vogliamo ancora amare. Nel sinodo possiamo e dobbiamo trovare una risposta insieme.

UN NUOVO CONCILIO?
La chiesa tedesca forse pensa a un concilio Vaticano III e, col suo sinodo, sta arrivando a conclusioni con richieste di cambiamenti radicali . Il presidente battagliero della conferenza episcopale, mons. Georg Bätzing, già ha fatto capire i desiderata del suo Sinodo: si vuole una Chiesa nella quale il potere sia condiviso e non rimanga più nelle mani di uno solo. Si vuole «una chiesa nella quale siano applicati l’uguaglianza dei diritti, l’uguaglianza della dignità di uomini e donne». A chi legge sembra che il presidente dei vescovi tedeschi chieda una democrazia con toni dispotici. Per spiegarci, ricordiamo alcune parole della omelia pronunciata da Joseph Ratzinger il 10 luglio 1977 in difesa di Papa Paolo VI, attaccato dalla Chiesa Tedesca, Americana, Inglese e Francese. Ratzinger, da pochi mesi arcivescovo di Monaco, parlò del «sentimento antiromano» che in Germania «ha alle spalle una tradizione lunga e profondamente radicata», tanto che «anche fra i cattolici la parola “romano” in larga parte si è trasformata in un insulto». Ma il quadro è chiaro: dalla Germania arriveranno a Roma proposte e richieste radicali.
L’idea di un nuovo Concilio era già stata sognata e annunciata in Italia dieci anni fa. Il Cardinal Martini, infatti, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962), aveva accennato sulla necessità di un nuovo concilio, per avvicinarsi e scoprire le ricchezze e i tesori sconosciuti nascosti del Vaticano II. Sostenne anche che la chiesa era rimasta indietro di 200 anni. Ma non desiderava un Concilio per discutere idee, difendere dogmi e far trionfare la chiesa di Roma. Martini parlava di una chiesa attenta ai segni dei tempi e dei luoghi, una chiesa vicina alla gente e presente nella geografia della sofferenza. E sognava le chiesa dei diversi continenti e nazioni non come colonie di Roma, ma come fonte di ricchezza per l’evangelizzazione e per il popolo di Dio.

CHIESA CON PORTE SPALANCATE
Card. Martini si chiede: come vedo e desidero la Chiesa? Quale immagine di Chiesa lo Spirito mi mette dentro al cuore? Non può essere altro evidentemente che la Chiesa di Gesù Cristo e degli apostoli, che dia una risposta all’uomo di oggi. Ma come vuole Cristo la sua Chiesa? Cristo desidera una Chiesa pienamente guidata, nutrita e liberata dalla parola di Dio. Una Chiesa che desidera parlare al mondo di oggi, alla cultura, alle diverse civiltà, con la parola semplice del Vangelo. Una Chiesa che parla più con i fatti che con le parole. La gente è tanto stanca di parole e le parole sono stanche di essere usate male e falsamente! Una Chiesa che porta la parola liberatrice e incoraggiante del Vangelo a coloro che sono gravati da croci e fardelli pesanti (Lc 11, 46). Una Chiesa capace di scoprire i nuovi poveri, e che non privilegia nessuna categoria, né antica, né nuova; che accoglie ugualmente uomini e donne, giovani e anziani, che educa alla fede e alla carità con la testimonianza autentica di vita. Una Chiesa umile di cuore, unita e compatta che creda nella parola di Pietro: “E’ meglio ubbidire a Dio che agli uomini” (At 4,19).

I NOSTRI PASTORI
E’ chiaro che in un Sinodo guardiamo e seguiamo i nostri Pastori, le nostre guide. A questo punto ricordiamo la parola di Gesù ai suoi discepoli: “Può un cieco guidare un altro cieco”? ( Lc. 6:39-45) Nella parabola di Luca, Gesù ironizza su chi pretende essere guida e si considera padrone della verità, superiore agli altri. Le guide devono esserci e vanno seguite; ma guide con occhi buoni e cuore intelligente; guide preparate, capaci, umane, umili; guide, soprattutto, in continuo ascolto. Gesù parla di maestri che camminano col popolo in ogni situazione. Scrive Don Domenico Repice: “Il maestro Gesù, spesso non è accattivante e neanche simpatico; e non cerca consensi, ma vive la vita con le sue gioie e le sue durezze e spigoli. Il maestro insegna le sue dottrine camminando con i suoi discepoli e offrendo la testimonianza di vita. Il maestro diventa allora guida da seguire, e su cui porre la nostra totale fiducia.”

 P. Teresino Serra