Il passato è sempre una scuola
per l’avvenire

( S. Daniele Comboni, S. 1709)

Voi non avete solo una gloriosa storia
da ricordare e da raccontare,
ma una grande storia da costruire!
Guardate al futuro nel quale lo Spirito vi proietta,
per fare con voi ancora cose grandi”
(Vita consacrata 110)

I monumenti parlano, e non parlano solo del passato, ma anche del presente e del futuro. Oggi ai piedi di questo monumento, celebriamo il futuro, ricordando il passato. Il nostro non è un monumento a una persona, a San Daniele Comboni, ma è un monumento alla missione e a tutte le donne e uomini che lo hanno seguito nel suo ideale, nella vocazione e nel suo amore all’Africa. Mentre contempliamo questo monumento a San Daniele Comboni, torniamo al giorno della inaugurazione, il 17 Ottobre 1957.
Il monumento è opera di una amante della missione comboniana: Carmela Adani, sorella di Fratel Mario Adani, artista ed eccellente missionario Comboniano. Il monumento venne sognato, desiderato e ideato dai due Istituti di Comboni, per il centenario della prima spedizioni di Don Mazza. Il 10 settembre 1857, infatti, da Verona partirono i primi missionari tra i quali Don Daniele Comboni, il più giovane. Venti anni dopo partivano le prime 5 Pie Madri della Nigrizia ( Missionarie Comboniane).

L’inaugurazione fu una festa missionaria del popolo di Verona, accompagnato dalle autorità religiose e governative. La Verona missionaria era presente con tutto l’affetto verso le loro missionarie e missionari. In quella occasione, dall’Africa rientrarono a Verona le poche ossa di Comboni. Erano presenti i frutti del sacrificio di Comboni: Mons Ireneo Dud, primo vescovo Sudanese insieme a Mons Gebre Jesus, a Mons. Masòn, vescovo in Sudan ;a Mons. Urbani, vescovo di Verona e a Mons. Pietro Sigismondi, segretario di propaganda fide. Presenti anche alcune Comboniane Eritree.
Quello stesso giorno, Mons. Sigismondi consegnò il crocifisso a 111 missionarie e missionari della famiglia Comboniana, che partivano per la missione. Erano 46 suore delle quali 5 Eritree, 20 fratelli coadiutori e 45 Sacerdoti. Partivano verso il Sudan, Mozambico, Giordania, Brasile, Messico ed Eritrea.
Mons. Sigismondi lodò e ringraziò le missionarie e missionari partenti ed espresse un concetto caro a Daniele Comboni:” Andando in missione, forse, avete bisogni di qualche soldo in più, di vestiti, di cibo e medicine. La chiesa, invece, vi consegna solamente un crocifisso. Il Cristo crocifisso è la vostra forza e ricchezza”.
Il sindaco Zanotto, accompagnato dal ministro Gonella, e un parente dei partenti sottolinearono l’aspetto di una città che non abbandona i suoi missionari e missionarie: “Saremo sempre con voi. Non vi lasceremo soli”.

 

PONTI MISSIONARI TRA VERONA E I CONTINENTI.

Sul giornale l’Arena, del 10/04/2013, si parla di Veronetta, come culla di Santi, di fondatori e di missionari e missionarie. Si parla anche della strada dei Santi, una strada che inizia esattamente in piazza Isolo. Percorriamo la Strada dei Santi, partendo dal monumento a Comboni, e subito incontriamo le Comboniane. Si sale verso San Giovanni in Valle e incontriamo i Missionari Comboniani di Vicolo pozzo. A sinistra, verso fontana del ferro, troviamo le Sorelle della Sacra Famiglia, poi le Le figlie di Gesù; da sopra le colline possiamo contemplare l’opera di Don Mazza, dove iniziò l’avventura Comboniana. Procedendo, arriviamo all’Istituto Don Calabria e le suore di Don Calabria. Scendendo verso via Santa Maria in Organo, possiamo visitare le Orsoline, in via Muro Padri, le Suore Campostrini e, nuovamente, le Comboniane.

Se Veronetta è culla di Santi e di Missionarie e Missionari, Piazza Isolo non è esattamente un isolotto, ma un punto da dove partono ponti verso i cinque Continenti : un ponte verde verso l’Africa, un ponte rosso verso le Americhe, un ponte giallo verso l’Asia, un ponte bianco verso le nazioni europee e un ponte azzurro verso l’Oceania. Comboni ci dice che il mondo è casa di Dio e nella casa di Dio non esistono frontiere o filo spinato o passaporti. E’ casa che accoglie tutti e basta. Contemplando la statua di San Daniele Comboni, ringraziamo Dio per i 150 anni di vita e servizio missionario delle Comboniane; e ricordiamo il Comboni che ci voleva missionari insieme. Comboni insisteva sull’insieme: risplendere insieme dando visibilità al Vangelo, riscaldare insieme col fuoco della carità e rivelare insieme la parola e l’amore di Dio.

Dio e San Daniele Comboni sono felici e orgogliosi per questi 150 di grazia missionaria e benedicono il futuro della famiglia delle missionarie Comboniane.

P. Teresino Serra
6 gennaio 2022