La devozione al Sacro cuore non è un luogo dove rifugiarsi “nei momenti” oscuri del nostro vivere. E il Sacro Cuore non è la semplice immagine sulla quale possiamo proiettare i nostri sentimenti di pietismo passivo o solamente di ricerca di consolazione. La contemplazione vera e sincera del Cuore di Gesù, non ci porterà mai ad un’esperienza intimista, lontana dalla realtà della nostra umanità; anzi, ci porterà ad una maggiore vicinanza con quelli che sono destinatari del nostro amore cristiano. La contemplazione del Cuore di Gesù non sarà altro che darci l’opportunità d’imparare ad amare come Dio ama.

Croce e Cuore: L’amore di Dio si può capire soltanto quando ci mettiamo ai piedi della croce, quando entriamo nella logica dell’assurdo, e contemplando ci domandiamo che significa un cuore trafitto e un Uomo-Dio appeso ad una croce. Quella croce e quel Cuore ci fanno vedere che l’amore è sacrificio e donazione, e che implica un allontanarsi da dagli egoismi personali per entrare nel mondo della sofferenza e delle difficoltà degli altri. L’amore che sgorga dal Cuore di Gesù è un amore missionario che va alla ricerca dei più lontani, dei più abbandonati, di quelli che non contano agli occhi del mondo. Oggi, in un mondo sovrastato dalle ombre della violenza, dell’odio, della guerra, di tante ingiustizie di cui siamo testimoni di prima mano; oggi, nella nostra società che attraversa un periodo di paura, d’incertezza, di apprensione di fronte al futuro, mentre aumenta la sfiducia e gli altri sono considerati una minaccia; in un’umanità che, nella crisi, sviluppa strategie per rinchiudersi in se stessa, la missione del Cristiano sembra diventare un’azione urgente, in quanto annuncio dell’amore di Dio per questa umanità che continua ad essere al centro del suo cuore.

“Contempla il Cuore e abbi cuore”: San Giovanni Apostolo ci ricorda che “Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio perché noi avessimo la vita per lui” (1 Gv 4, 9-10). Vediamo qui la sintesi di tutti i misteri nascosti nel Cuore del Figlio di Dio: l’amore vivificante, l’amore che dà vita. Questo Cuore pulsa con il sangue umano e divino, che è stato versato sulla Croce. Questo Cuore pulsa con tutto l’inesauribile amore che è in Dio. Con questo amore il Cuore di Cristo è sempre aperto verso di noi. E “Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”. L’Amore fa nascere l’amore, sprigiona l’amore e fa crescere l’amore. Seguire Cristo, scrive Papa Giovanni Paolo II, significa guardare al suo “cuore, che ha tanto amato. Questo vuol dire amare tutti con cuore: saper intravedere la sofferenza, il bisogno altrui, la necessità di una parola, di una preghiera, della disponibilità del nostro tempo. Amare con cuore, e come il Cuore di Cristo, vuol dire amare senza mezze misure, fino al sacrificio del proprio io; significa mettere l’altro al centro, dimenticare sé stessi. Amare con cuore vuol dire, allora, amare con l’Amore che vive nel Cuore di Cristo”. Fissiamo pertanto lo sguardo sul Cuore di Cristo… per avere cuore e amore!

Sacro Cuore e Comboni

Comboni ha capito molto bene il mistero che è contenuto nella spiritualità del Cuore di Gesù. Sappiamo che per lui l’interesse per il Cuore di Gesù andava al di là del semplice fissare il suo sguardo sulla dimensione riparatrice, sottolineata nella devozione del suo tempo.

San Daniele ha scoperto che in quel cuore aperto c’era qualcosa di più profondo, c’era il mistero dell’amore di Dio, che vuole far vedere che il suo amore è fonte di vita e possibilità di un’umanità nuova. È attraverso il cuore e l’amore di Cristo che Comboni impara a vedere la realtà e capisce che soltanto quell’amore può far nascere un’umanità, dove tutte le persone possano godere della libertà, della giustizia e della riconoscenza di figli e figlie di Dio, che ci fa tutti uguali e tutti fratelli e sorelle.

Questo Cuore divino che tollerò d’essere squarciato da una lancia nemica per poter effondere da quella sacra apertura i Sacramenti onde s’è formata la Chiesa, non ha altrimenti finito di amare gli uomini, ma continua a vivere sui nostri altari prigioniero di amore e vittima di propiziazione per tutto il mondo” (Scritti 3324). È questo Cuore di Gesù, che spinge San Daniele Comboni ad andare lontano, e a consacrare tutta la sua vita, i suoi lavori e i suoi sforzi, i suoi sacrifici e le sue fatiche, le sue incomprensioni e le sue gioie, tutto, per amore.

È l’amore che fa nascere la missione e la sostiene anche nei momenti più oscuri e difficili, perché l’amore ha la sua logica e il suo modo di fare che aprono alla fede e alla speranza.

Nel cuore della missione, Comboni diventa testimone di questa passione del Cuore di Cristo per ogni essere umano; e con quell’amore del cuore di Cristo lui rimane accanto ai più abbandonati, a quelli che non possono darci niente in cambio della nostra generosità, a quelli che non sono conosciuti né riconosciuti da nessuno.

P. Teresino Serra