EGITTO
Nome ufficiale: Al-Jumhuriyat Misr al-`Arab-iya
Superficie: 1.001.450 kmq
Popolazione: 67.890.000 (2001)
Capitale: Il Cairo (Al-Qairah), 10.345.000 (1999)
Moneta: Lira sterlina egiziana
Lingua: arabo
Indice di Sviluppo Umano: 0,635 – 105° posto
Speranza di vita: 67 anni; m. 65, f. 69 (1998)
Consumo giornaliero di calorie pro capite: 3.282 (1998)
Religione: musulmana (89%), in maggioranza sunnita. Copti e altri cristiani:
10,5%.
Festa nazionale: 23 luglio, Rivoluzione (1952)
Paese e società
Gli egiziani sono un popolo di origine hamitica, con influenze orientali
nel Nord e al Centro, africane nel Sud. Il 99% della popolazione vive
nella valle e nel delta del Nilo, che costituisce il 30% della superficie totale.
Il resto del territorio è desertico, con alcune oasi isolate. Le piene del
Nilo sono da millenni la fonte della vita economica del paese.
Seimila anni fa iniziò nella valle del Nilo una civiltà che, nello sforzo
di dominare le inondazioni causate dal fiume, sviluppò uno stato centralizzato.
L’impero egizio costruì le piramidi, elaborò una cultura che fu all’origine
della civiltà chiamata “occidentale”, e fu un centro molto attivo
di relazioni economiche, diplomatiche e culturali. Nell’ultimo millennio
prima di Cristo, la decadenza di questa brillante civiltà fece sì che il paese
avesse faraoni stranieri (dinastie libiche e sudanesi) e poi fosse direttamente
integrato ad altri imperi (assiri, persiani, greci e romani). Nel 640
l’invasione araba cambia il corso della storia del paese, che nel 1500 diventa
parte dell’impero ottomano. Dopo un periodo di controllo da parte
dell’Inghilterra, l’Egitto diventa finalmente indipendente il 28 febbraio del
1922. Dal 1952 è una repubblica presidenziale. La sua collocazione geografica
fa dell’Egitto un centro strategico di comunicazione tra l’Europa,
l’Africa e l’Asia. Politicamente, svolge da anni un difficile ruolo di me-
diazione nello scacchiere medio-orientale. Paese in via di sviluppo, registra
un forte aumento demografico annuale di circa 1.200.000 abitanti.
L’università islamica di Al-Azhar esercita un importante influsso culturale
sul mondo arabo.
La Chiesa
La tradizione vuole che il cristianesimo sia entrato in Egitto fin dal 61
d.C., con l’evangelista San Marco. La Chiesa egiziana, con le sue famose
scuole teologiche, ha un grandissimo ruolo nei primi cinque secoli. Nel
suo seno nasce il monachesimo, che si diffonde poi nel mondo. Il Concilio
di Calcedonia (451) è occasione della prima di una serie di divisioni e
conflitti interni che segnano la storia del cristianesimo nel paese. Tale eredità
storica spiega anche l’attuale panorama che vede i cristiani in Egitto
divisi in tante Chiese e denominazioni, ciascuna con il proprio rito. La
stragrande maggioranza del circa 10,5% di cristiani appartiene alla Chiesa
copto-ortodossa. I circa 240.000 cattolici rappresentano solo lo 0,36%
della popolazione e sono divisi in ben 7 Chiese e riti diversi, fra cui quello
latino. Ci sono circa 1.200 religiose e 200 religiosi. Fra le minoranze,
particolarmente attivi gli evangelici.
PRESENZA COMBONIANA
Per Comboni, l’Egitto è “la porta dell’Africa”. La varca per la prima
volta nel 1857, con i compagni della spedizione missionaria di Don Mazza.
Ci ripassa poi più volte, ma è solo nel 1867, come capo del nuovo istituto
missionario da lui fondato, che stabilisce in Cairo Vecchio, presso il
convento dei Maroniti, due istituti per africani, uno maschile e l’altro femminile.
Sempre al Cairo, nel 1869 apre una terza casa, la “Sacra Famiglia”,
la prima scuola con maestre nere. Il fatto è che nel Piano per la rigenerazione
dell’Africa l’Egitto gioca un ruolo essenziale, come prima
tappa e centro di acclimatazione per i missionari e missionarie destinati
all’Africa Centrale, come pure per la formazione umana e cristiana degli
africani che dovranno poi a loro volta addentrarsi nel continente ed essere
gli evangelizzatori della propria gente. Per questo, nel 1879, quando
giunge in Africa il secondo gruppo delle sue missionarie, Comboni costituisce
in Cairo la prima comunità delle Pie Madri della Nigrizia. Oltre che
per l’acclimatazione, il tempo passato in Egitto deve servire per l’appren-
la benedizione
della prima pietra dell’attuale Santuario Cordi Jesu, il primo dedicato
al Cuore di Gesù in tutta l’Africa. E sempre in Egitto, nella chiesa
di Assuan, verranno conservate per circa 60 anni le poche ossa ritrovate
nella tomba di Comboni dopo la bufera mahdista. È quindi dai tempi del
fondatore che Comboniani e Comboniane prestano ininterrottamente il loro
servizio missionario in Egitto. Molte case ed istituzioni sono state chiuse,
come la famosa Colonia antischiavista Leone XIII di Ghesirah (Zamalek),
fondata nel 1888 dal successore di Comboni, mons. Sogaro, per i
profughi sudanesi. Attualmente, la presenza comboniana nel paese consta
di 6 comunità maschili e di ben 15 femminili, che cercano di rispondere
in vari modi alle diverse esigenze locali.
I Comboniani sono ancora presenti in tre parrocchie del Cairo. “Cordi
Jesu”, iniziata da Comboni, è anche centro di incontri e preghiera per vari
movimenti ecclesiali. Intorno alla chiesa di Sakakini si radunano e vengono
seguiti invece migliaia di profughi africani, specialmente sudanesi. I
profughi etiopici hanno come punto di riferimento la parrocchia di Zamalek,
una delle più attive di tutto il Cairo, frequentata da persone di 52 nazioni.
La scuola della parrocchia di Hélouan, coi suoi 1.700 allievi in maggioranza
musulmani, è da oltre 100 anni un luogo d’incontro e di dialogo
con musulmani e copto-ortodossi. Ad Assuan, la cattedrale fondata da
mons. Roveggio nel 1895 è ora parrocchia copta e latina, punto di riferimento
anche ai numerosi turisti poiché è l’unica chiesa cattolica in città.
Di particolare importanza a Zamalek, in Cairo, il Centro di Studi Arabi,
chiamato opportunamente Dar Comboni. Diretto dai Comboniani e
aperto ad una sessantina di sacerdoti e religiosi/e di tutto il mondo, il centro
collabora con il PISAI di Roma. È un’iniziativa in linea con le necessità
intuite già da Comboni quando, scrivendo al fondatore dei Verbiti Arnold
Janssen (canonizzato con lui il 5 ottobre 2003!), diceva che i suoi
missionari “studieranno l’arabo in Egitto, che è per noi necessario come
la teologia”. Dopo alterne vicende, dal 1° gennaio 1996 il gruppo comboniano
è tornato ad avere lo statuto giuridico di Delegazione.
Le Comboniane, assai più numerose dei Comboniani in Egitto, svolgono
una vasta gamma di servizi missionari, che vanno dal servizio e pastorale
sanitaria (ospedale italiano del Cairo, dispensari di Alessandria,
Garagos, Nagaa el Syhag, Nazlet Kahater, il centro Caritas di Omraneya
e il lebbrosario di Heliopolis) alla pastorale scolastica ai vari livelli (dalle
scuole materne di Bacos-Alessandria, Dokki, Nagaa el Syhag, Nazlet
Kahater ed Embaba, alla primaria di Garagos e alla scuola mista in lingua
araba di Assouan, fino alla grande scuola del Cairo diretta dalle suore stesse,
che abbraccia tutto l’arco dalla materna alla secondaria). Una Comboniana
collabora nel centro di Dar Comboni, ed un’altra nell’Istituto di
Scienze Religiose a Sakakini. Alcune comunità si dedicano in modo specifico
alla pastorale parrocchiale, collaborando con sacerdoti e laici nella
catechesi ed in altre iniziative. Tutte prestano particolare attenzione alla
formazione e promozione integrale della donna. A Meadi l’aiuto alla Chiesa
locale assume la forma del servizio domestico ed infermieristico nel Seminario
copto-cattolico. La “Casa Comboni” a Mokattan è un centro di
spiritualità ed accoglienza per le sorelle della Provincia, aperto anche a
gruppi ed iniziative di altre denominazioni cristiane, in un prezioso servizio
di dialogo ecumenico. Anche le numerose sorelle anziane e ammalate
hanno nella comunità “Sr. Giuseppa Scandola” un loro luogo di accoglienza
e preghiera. Le attività di animazione missionaria della Chiesa locale
e di orientamento vocazionale sono svolte in modo particolare dalle
comunità di Nagaa el Syhag e di Hélouan, dove si trova anche il postulato,
mentre il noviziato ha sede a Dokki.
Comboniani: 19 (16 padri, 3 fratelli)
Comunità: 6
Comboniane: 140
Comunità: 15