LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO

1 – 15 novembre 2022

 

Il 28 ottobre suor Raquel, per motivi di salute, ha lasciato la nostra comunità missionaria di Modica. Ha dato in questi anni il miglio di sé con cuore missionario aperta a tutte le realtà difficili presenti nel nostro territorio. Ha vissuto il motto del beato Giuseppe Allamano fondatore della famiglia dei missionari della Consolata: “Il bene dobbiamo farlo bene”. Grazie suor Raquel.

Al momento siamo rimasti solamente in due: suor Dorina e il sottoscritto. Stiamo proponendo alla CIMI, la Conferenza degli Istituti Missionari presenti in Italia, di studiare la possibilità dell’inserimento di laici in questa nostra comunità. Che ne dite? Pensateci anche voi e preghiamoci insieme.

Prima di aprirci al mese di novembre condividiamo con voi la nostra gioia di una settimana di riflessione sulla missione dal titolo IL MONDO VISTO DA UN ALTROVE. Hanno condiviso con noi persone di Modica che hanno vissuto come missionari in Congo nella regione del Kivu.

Continuiamo il nostro impegno con la scuola di italiano per persone provenienti dal Nord Africa e per i loro figli che spesso fanno difficoltà a seguire i programmi scolastici proprio a causa della poca conoscenza dell’italiano.

Anche questa attività è possibile grazie a volontari che si impegnano con un impegno di ogni giorno. Siamo alla ricerca di nuovi volontari. Il nostro obiettivo è di avere un volontario per ogni persona che desidera imparare l’italiano, Solo così raggiungeremo all’obiettivo dell’apprendimento anche quello dell’amicizia e della fiducia.

Ecco il testo dell’invito:
“Abbiamo alla Badia una scuola di italiano per immigrati. Sono iscritte circa 20 donne del quartiere. Per loro la lingua è uno strumento indispensabile per l’integrazione e per poter aiutare i loro bambini che vanno a scuola. Avremmo bisogno di volontarie. I giorni della scuola sono martedì, mercoledì, venerdì  dalle 9 alle 10 per un gruppo e dalle 10 alle 11 per un secondo gruppo. Noi diamo i testi e possiamo accompagnare chi inizia. Chiediamo la vostra disponibilità e siamo certi che alla fine sarà una bellissima esperienza per tutti!”.

Iniziamo il mese di novembre con la festa dei santi; donne e uomini discepoli di Gesù che hanno vissuto le beatitudini.

Il 2 novembre parteciperemo ricordando i defunti che riposano nel cimitero di Modica. Stiamo motivando le persone a portare fiori sulle tombe dei migranti ivi sepolti.
Alle ore 11 del giorno 2 novembre celebreremo una santa Messa sul piazzale antistante il Cimitero.

Il 4 sera partirà da Foggia la volontaria Damiana Troiano che condividerà per un certo tempo la sua vita nella nostra comunità. Damiana ha iniziato la sua collaborazione con i missionari nell’anno santo del 2000. Per quattro mesi, ospite dei Comboniani di via Luigi Lilio a Roma ha gestito lo stand dell’EMI alle Tre Fontane nella zona EUR. Già fin d’ora lodiamo e benediciamo il Signore per la sua disponibilità.

Ci stiamo preparando alla grande manifestazione nazionale per la pace che avrà luogo a Roma il 5 novembre. Vi suggeriamo di leggere i due allegati che riportiamo nelle Appendici,

Il 5 novembre dovevo iniziare un corso di Esercizi Spirituali, settimana di preghiera e di ascolto. Il corso è stato sospeso per mancanza di partecipanti. Dedicherò questa settimana a contatti con le parrocchie di Modica e dintorni e cercherò di diffondere la Agenda Biblica Missionaria 2023: FRATELLI TUTTI,

Segnaliamo il corso IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE. Il corso si svolgerà a Ragusa il 12 e 13 novembre nella parrocchia Maria SS. Nunziata. Il corso è per donne e uomini, giovani  e adulti, operatori pastorali, sacerdoti e consacrati.. La finalità del corso è di conoscere l’attrezzatura che l’evangelizzatore deve indossare per svolgere efficacemente la sua missione. Il corso non è residenziale e si svolge il sabato 12 novembre dalle 15,00 alle 20,00 e la domenica 13 dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 18,00. Per ulteriori informazioni: www.nuovaevangelizzazione.it/progettokairos

 

Questa volta siamo obbligati a chiedere la vostra collaborazione anche sostenendoci con un contributo economico. La richiesta dell’aiuto economico è rivolta solo a chi non sta sostenendo altre attività e gruppi. Non vogliamo in alcun modo sottrarre nulla a nessuno!

Lasciamo anche gli estremi bancari: UniCredit. Iban: IT 39 G 02008 84485  0001051 18804. Intestato a Conferenza degli Istituti Esclusivamente Missionari

Con la gioia di vivere comunione, partecipazione e missione, a tutte e a tutti un abbraccio fraterno.

P. Ottavio

oraimondo.41@gmail.com                 –        3482991393

Via s, Margherita 66 – 07015 MODICA   RG

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APPENDICE 1

CESSATE IL FUOCO SUBITO – NEGOZIATO PER LA PACE

METTIAMO AL BANDO TUTTE LE ARMI NUCLEARI

SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO UCRAINO E CON LE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE

Manifestazione Nazionale

Roma – Sabato 5 Novembre 2022 concentramento ore 12.00

L’ombra della guerra atomica si stende sul mondo

La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.

Questa guerra va fermata subito

Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza.

L’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato nel cuore dell’Europa la guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture.

Questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta. Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.

L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra.

Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso.

Occorre garantire la sicurezza condivisa.

Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli.

L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. Insieme esigiamo che le nostre istituzioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione.

CESSATE IL FUOCO SUBITO, NEGOZIATO PER LA PACE!

ONU convochi una Conferenza internazionale di pace

Mettiamo al bando tutte le armi nucleari

 

L’eremita francese fu ucciso il 1° dicembre 1916 a Tamanrasset, in Algeria
Charles De Foucauld Santo
Il missionario, pioniere del dialogo cristiano-musulmano nel Sahara algerino, canonizzato il 15 maggio da papa Francesco in Vaticano

13 Maggio 2022   Articolo di Giuseppe Cavallini

Il beato Charles De Foucauld, missionario francese nato a Strasburgo nel 1858, pioniere del dialogo interreligioso cristiano-musulmano, verrà canonizzato domenica 15 maggio da papa Francesco nella basilica di san Pietro. Carlo di Gesù, come si faceva chiamare, era di famiglia aristocratica e i suoi scritti e il suo carisma portarono alla fondazione della Congregazione dei Piccoli Fratelli del Sacro Cuore di Gesù.

Prima di abbracciare la vita religiosa e il sacerdozio, Charles aveva condotto una vita piuttosto avventurosa come ufficiale di cavalleria nell’esercito francese e in seguito come esploratore e geografo. Dopo essersi convertito, seguì la vocazione all’eremitaggio e si stabilì tra i tuareg nel deserto del Sahara, a Beni-Abbès, nell’Algeria occidentale, dove costruì un centro di ospitalità per i poveri.

Conducendo una vita di assoluta povertà, di preghiera, meditazione e adorazione dell’Eucaristia sviluppò, vivendo da eremita, una profonda spiritualità, facendosi ‘fratello universale’ sulle orme di Gesù Cristo. La morte violenta che subì da parte di predoni del deserto il 1 dicembre 1916 a Tamanrasset, dove aveva fondato un eremitaggio, rende ancor più significativa la sua testimonianza di radicalità evangelica.

Le comunità cristiane sparse per l’Algeria, guidate dai loro vescovi e in dialogo con i rappresentanti di ogni altra presenza religiosa nel paese, si sono riuniti per organizzare iniziative miranti a rinnovare la memoria di fratel Carlo di Gesù, come amava definirsi, chiedendone l’intercessione affinché non solo in Algeria ma tutti i paesi che soffrono di instabilità, possano ritrovare pace e sicurezza.

Mons. Nicolas Lhernould, vescovo di Constantine, aveva dichiarato quando venne annunciata la futura canonizzazione: «Ѐ un evento che si inserisce in una serie di anniversari che toccano il presente e la memoria ecclesiale dell’Algeria. Sono 25 anni dalla scomparsa dell’arcivescovo di Algeri Léon-Étienne Duval, pastore della capitale dal 1954 al 1988, negli anni del processo della decolonizzazione e dell’indipendenza».

«Inoltre – proseguiva il vescovo – il recente riconoscimento delle virtù eroiche di Maddalena di Gesù, che nel 1939 fondò a Touggourt, nel Sahara algerino, le Piccole Suore di Gesù, seguendo l’ispirazione di Charles De Foucauld». «Oltre a questo – concludeva mons. Lhernoud – abbiamo la testimonianza dei santi e martiri di questa terra: da sant’Agostino a Pierre Claverie, il vescovo di Orano assassinato nel 1996, e i suoi 18 compagni, inclusi i sette monaci uccisi a Tibhirine e beatificati nel 2018».

L’evento della canonizzazione è un’occasione preziosa per esprimere anche il desiderio di una sempre maggiore accoglienza reciproca tra cristiani e musulmani, come afferma ancora il vescovo Lhernoud: «Gli eventi famigliari e sociali, le celebrazioni e le feste religiose, e ogni altra circostanza di incontro e scambio di vita, sono altrettante opportunità offerte per poterci conoscere meglio, collaborare insieme e incontrarci fraternamente».

«Negli ultimi anni – scrive il vescovo –  l’esercizio di una carità attiva a servizio della gente, mano nella mano con fratelli e sorelle musulmani, in un’esperienza di vera fraternità, viene sperimentato in modo sempre più forte. Ѐ questa la testimonianza che vogliamo e possiamo offrire. Una compartecipazione che ha radici profonde».

Come scrisse Charles De Foucauld otto mesi soltanto prima di morire, quasi come un testamento finale: «Nel vangelo, per quanto mi riguarda, non c’è espressione più intensa della seguente: ‘Ogni cosa che hai fatto a questi piccoli l’hai fatta a me’. Questo ha trasformato la mia esistenza portandomi alla conversione».

E scrivendo, anni prima, alla cugina Marie de Bondy da BèniAbbès, Carlo di Gesù si chiedeva: «Gli abitanti qui ci hanno accolto bene… quando saranno capaci di distinguere tra i militari e i sacerdoti vedendo in noi dei servitori di Dio, ministri di pace e amore, e fratelli universali? Non lo so, continuo a fare il mio dovere, so che Gesù farà scendere grazie abbondanti ed essi capiranno».

info@decrescitafelice.it    4 giugno Giornata mondiale della decrescita

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APPENDICE 2

Cinquanta milioni di persone vivono in schiavitù

Secondo un rapporto pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), alla fine del 2021 quasi 50 milioni di persone vivevano in condizioni di schiavitù moderna, di cui 27,6 milioni erano costrette a lavorare e 22 milioni erano prigioniere in matrimoni forzati.

Il Direttore generale dell’OIL, Guy Ryder, ha dichiarato: “È scandaloso che la situazione della schiavitù moderna non stia migliorando”, riferendosi all’aumento del numero di persone in questa situazione. Nulla può giustificare la persistenza di questo abuso dei fondamentali diritti umani.

Negli ultimi cinque anni il numero di persone in schiavitù moderna è aumentato di 10 milioni, il problema è trasversale a tutte le etnie, culture e religioni e le donne, i bambini e i migranti rimangono particolarmente vulnerabili.

Il problema esiste in quasi tutti i Paesi del mondo e più della metà (52%) di tutto il lavoro forzato e un quarto di tutti i matrimoni forzati avvengono in Paesi a reddito medio-alto o alto, secondo il rapporto dell’ILO Estimacionesmundialessobre la esclavitud moderna – Trabajo forzoso y matrimonio forzoso.

La regione Asia-Pacifico rappresenta più della metà del totale (15,1 milioni di persone), seguita da Europa e Asia centrale (4,1 milioni), Africa (3,8 milioni), Americhe (3,6 milioni) e Stati arabi (0,9 milioni).

Le donne e le ragazze rappresentano 11,8 milioni del totale delle persone sottoposte a lavoro forzato. Più di 3,3 milioni di bambini costretti al lavoro forzato non vanno a scuola.

La maggior parte dei casi di lavoro forzato (86%) riguarda il settore privato, mentre i settori diversi dallo sfruttamento sessuale commerciale rappresentano il 63% del totale.

Nel frattempo, lo sfruttamento sessuale commerciale forzato rappresenta il 23% di tutto il lavoro forzato e quasi quattro persone su cinque sottoposte a sfruttamento sessuale commerciale forzato sono donne o ragazze. Il 14% dei lavoratori forzati lo è da parte dello Stato.

I cinque settori che rappresentano la quota maggiore di lavoro forzato degli adulti (87%) sono i servizi (escluso il lavoro domestico), l’industria manifatturiera, l’edilizia, l’agricoltura (esclusa la pesca).

Le donne costrette al lavoro forzato hanno una probabilità molto maggiore rispetto ai loro colleghi maschi di essere impegnate nel lavoro domestico, mentre gli uomini costretti al lavoro forzato hanno una probabilità molto maggiore di lavorare nel settore delle costruzioni.

Le donne hanno maggiori probabilità di essere costrette attraverso la trattenuta del salario e l’abuso di vulnerabilità, mentre gli uomini attraverso minacce di violenza e sanzioni.

Lo studio stima anche che, nel 2021, 22 milioni di persone vivranno in un matrimonio forzato, con un aumento di 6,6 milioni rispetto ai dati del 2016.

L’incidenza reale dei matrimoni forzati, in particolare di quelli che coinvolgono bambini di età non superiore ai 16 anni, è probabilmente molto più alta di quella che possono cogliere le stime attuali, che si basano su una definizione ristretta che non include tutti i matrimoni di minori. I matrimoni infantili sono considerati forzati perché il minore non può acconsentire legalmente al matrimonio. La stragrande maggioranza dei matrimoni forzati (oltre l’85%) sarebbe determinata da pressioni familiari.

Il matrimonio forzato è strettamente legato ad atteggiamenti e pratiche patriarcali profondamente radicati ed è altamente dipendente del contesto. Sebbene due terzi (65%) dei matrimoni forzati si verifichino in Asia e nel Pacifico, se si tiene conto delle dimensioni della popolazione regionale, la prevalenza è più alta negli Stati arabi, con 4,8 persone su 1.000 in questa situazione.

I lavoratori migranti hanno il triplo delle probabilità di essere sottoposti a lavoro forzato rispetto ai lavoratori adulti non migranti e sono particolarmente vulnerabili al lavoro forzato e alla tratta di esseri umani, sia attraverso la migrazione irregolare che attraverso pratiche di reclutamento scorrette e non etiche.

António Vitorino, direttore generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), ha dichiarato che il rapporto “sottolinea l’urgenza di garantire che tutte le migrazioni siano sicure, ordinate e regolari”.

“Ridurre la vulnerabilità dei migranti al lavoro forzato e alla tratta di esseri umani dipende innanzitutto da politiche nazionali e quadri giuridici che rispettino, proteggano e realizzino i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti i migranti”, ha dichiarato Vitorino.

Tra le raccomandazioni del rapporto vi sono il miglioramento e l’applicazione delle leggi e delle ispezioni sul lavoro, la fine del lavoro forzato imposto dallo Stato, il rafforzamento delle misure per combattere il lavoro forzato e la tratta nelle imprese e nelle catene di approvvigionamento, e l’espansione della protezione sociale. E aggiunge, l’innalzamento dell’età legale del matrimonio a 18 anni senza eccezioni, la lotta all’aumento del rischio di traffico e lavoro forzato per i migranti, la promozione di assunzioni eque ed etiche e un maggiore sostegno a donne, ragazze e persone vulnerabili.

Vedi: Cincuentamillones de personasviven en esclavitud