Uomo di fede e preghiera: padre Pietro Bracelli

Così lo abbiamo percepito, padre Pietro Bracelli, in questi anni condivisi con lui. Molto legato alla missione in Brasile, era sensibile alla “condizione dei più poveri” di cui parlava volentieri. Ora ci lascia per Milano

Padre Pietro, 87 anni, destinato alla comunità di Milano, ci ha salutati nel corso di una solenne celebrazione eucaristica. Padre Pietro è diventato sacerdote nella cattedrale di Como nel lontano 1960. Con lui diventavano preti: il comboniano padre Giuseppe Pietro Archetti (morto a 80 anni nel 2014), sette sacerdoti diocesani e una decina di Guanelliani.
Padre Pietro ha vissuto ben quarant’anni della sua vita missionaria in Brasile. Ha lavorato in altre comunità in Italia, ma è indubbio che qui a Rebbio ha lasciato un po’ il suo cuore.
«Sento, in questo momento, la stessa sensazione come se stessi per ripartire per la missione in Brasile – ha detto durante l’omelia –. E se ora la distanza è minore, si tratta comunque di una partenza che ha la sua importanza.
Ringrazio il Signore di poter condividere con voi, questo momento. Che bello!…
Più avanzano gli anni e più sento che la parola di Dio deve abitare saldamente in noi. E noi dovremmo riflettere di più, quando parliamo di Cristo.
Nell’accingerci a proclamare il vangelo, anch’io traccio, con il pollice, tre segni di croce, chiedo cioè a Dio, che la sua Parola, sia “nella mia mente, sulle mie labbra e nel mio cuore”.
Sì, la “mia mente” dovrebbe essere sempre piena della Parola di Dio.
Perché questo mi porta a cambiare di mentalità. Cioè assumere una mentalità evangelica. “Sulle mie labbra”, affinché abbia la capacità di parlare di Dio. E che i discorsi che lungo la giornata, comunemente escono dalle “mie labbra” non siano scadenti o banali, ma edificanti, capaci cioè di “costruire relazioni di fraternità”.
E “nel mio cuore”, perché proprio quella deve essere la sede permanente della parola di Dio! Sì, adesso, davvero posso e devo capire e accogliere meglio la parola di Dio nel mio cuore! Io voglio morire sapendo che il mio cuore è stato sostenuto dalla parola di Dio che è entrata in me!».
Padre Pietro ha concluso con un appello alla vera fraternità e alla necessità di convertirsi sempre più alla fraternità. «Talvolta – ha detto – non è così evidente, ma la misericordia di
Dio è ampia e compassionevole. Ed è una grazia il sapere che Dio ci vuole bene e che il suo amore ci accompagna sempre. Offriamo a Dio il nostro cuore. Lui riconosce ed apprezza quello che siamo!»
A padre Pietro va il nostro cordiale saluto e l’augurio di tanta serenità. Gli siamo grati per la sua gentilezza e disponibilità manifestate tra noi. È vero: la salute che si fa più fragile fa pensare all’inizio di una nuova tappa. Ma non sarà meno proficua: i limiti dell’età lasciano più spazio a Dio. Si cerca di rispondere “sì” a ogni tappa accompagnati dal Signore che mai fa mancare il suo aiuto.
Il Signore ci chiama ad avere nel cuore sempre lo stesso primo amore degli inizi. Siamo sempre in missione. Noi benediciamo il Signore per la testimonianza di padre Pietro. Lo accompagniamo con la nostra preghiera.

padre Flavio Mazzata e tutta la comunità comboniana di Rebbio