LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO

Ho letto in “Avvenire” di domenica 24 gennaio un articolo di Luigino Bruni. Mi ha colpito questa affermazione:

“Ci sarebbe bisogno di comunione per cercare di risolvere i gravi problemi delle miserie e dell’esclusione. La comunione chiede molto a tutti, a chi dà e a chi riceve, perché è una forma di reciprocità dove tutti danno e tutti ricevono. E dove tutti perdonano – senza perdono continuo e istituzionalizzato la comunione non dura”.

Tra le varie letture mi ha colpito anche una riflessione su san Daniele Comboni fatta da don Marcello Stanzione che non ho la gioia di conoscere. Questa riflessione la riporto in APPENDICI.

E infine, grazie ancora alle letture, ho scoperto quando la vendetta giunge ad avere un bel colore, il colore della vita. Ringrazio Albert Bruce Sabin lo scopritore del vaccino contro la poliomielite. Sabin aveva sofferto lo sterminio dei suoi familiari. A chi gli chiedeva se non sentiva il bisogno di vendicarsi, rispose: “ ma certamente che mi sono vendicato. Loro mi hanno tolto i familiari e due splendide nipotine, e io scoprendo il vaccino contro la poliomielite ho salvato i bambini di tutta l’Europa. Non vi sembra questa una grande vendetta?”.
Se la tua vendetta ha questo colore è davvero bella notizia, è VANGELO.

Ma nella seconda quindicina di gennaio sono successe anche altri eventi che non possiamo dimenticare e che ci preparano a vivere la prima quindicina di febbraio.

In gennaio, quasi ogni giorno, ci ha accompagnato la notizia di qualche comboniano nato alla vita eterna.

Devo ringraziare molti di voi che mi hanno scritto condividendo impegni e sogni. Cito solo Giuseppe Soccia che ha procurato ben 10 abbonamenti a Nigrizia.

La stampa missionaria è per davvero importante. Ogni giorno penso che se a casa della famiglia Raimondo non fosse arrivata una rivista missionaria forse il sottoscritto sarebbe rimasto a coltivare qualche fazzoletto di terra sulle  colline della Liguria. Vediamo fdi fare entrare nelle liste dei regalini per le più svariate circostanze, il regalo di un abbonamento annuo a Nigrizia, a Piemme o a Combonifem. Oltre a essere regalini c he costano poco anche un altro vantaggio: bussano, ogni mese, alla porta di chi li riceve.

Dal 25 al 28 gennaio ci ha riempito il cuore l’assemblea svoltasi a Pesaro sul nostro impegno di animazione missionaria in Italia. Eravamo 12 presenti di persona. Gli altri comboniani si sono collegati in video conferenza.

 

Che cosa ci aspetta nella prima quindicina di febbraio?

Inizieremo con  un incontro a Lucera il pomeriggio del I febbraio come preparazione alla giornata della vita consacrata. La vita consacrata, che chiamiamo normalmente vita religiosa, è una meravigliosa scelta di vita. Vi invito a conoscerla la vita consacrata. Alla vigilia degli 80 anni, vi posso dire che la vita consacrata maschile e femminile è il TRIONFO DEL SI.

Poi ci dedicheremo all’organizzazione delle attività estive e in particolare al campo over 35. Pensiamo di realizzare due iniziative: un fine settimana per quanti hanno partecipato al campo 2020 e un campo della turata di una settimana per nuovi partecipanti. Il 15 febbraio presenteremo i programmi con le date e le località.E cominceremo con le iscrizioni!

Riprenderemo anche i contatti con le istituzioni, in particolare le parrocchie della zona.

 

  1. PRENDIAMO PARTE ad alcuni incontri in video conferenza, incontri webinar. Vi suggerisco gli incontri organizzati dai comboniani https://cantierecasacomune.it/webinar/ e altri ancora

Non dimentichiamo: I vangeli di ogni giorno https://www.comboniani.org/?page_id=26565

E neppure gli incontri su Laudato si’: https://www.comboniani.org/?page_id=24261

 

  1. ABBONIAMOCI alle riviste NIGRIZIA – PIEMME E COMBONIFEM. Sottoscrivi un abbonamento per te e uno da regalare. Inviaci gli indirizzi postali. Cosa succederebbe se ognuno di noi regalasse un abbonamento per un anno a PIEMME a un ragazzo? Seminerebbe per un futuro di mondialità! Ecco i riferimenti: 

Per Nigrizia l’abbonamento annuo cartaceo e digitale è di euro 35,00 e quello solo in versione digitale di euro 20,00. 

Per Combonifem il cartaceo per un anno è di euro 28,00 e il digitale di euro 14,00. 

Per PIEMME (per ragazzi dagli 8 ai 15 anni) abbonamento  annuo cartaceo con Mondiario euro 25,00; online 10,00.

Inviateci l’indirizzo completo e fate il versamento su uno di questi due conti: Ecco i riferimenti: IT52G0306909606100000105858 INTESA SANPAOLO;    CCP 12031712 intestato a: Missionari Comboniani – Troia  FG

 

  1. SIAMO SOLIDALI con i poveri. Aiutaci ad aiutare. Abbiamo bisogno, e non ce ne vergogniamo, del tuo aiuto. Non dare ai poveri solo ciò che già non ti serve ma qualcosa che ti costa e che ti porta a fare delle rinunce. Contribuisci con la tua offerta che puoi versare sui conti indicati sopra. Il tuo amico p. Ottavio

 

 

APPENDICI

San Daniele Comboni: il “banchiere” di tutte le mie opere è San Giuseppe di don Marcello Stanzione – pubblicato il 21/01/21

Episodi della vita del missionario in cui comparivano soldi nei momenti di grandi necessità, per opera di misteriosi finanziatori. San Daniele Comboni, il grande evangelizzatore dell’Africa, aveva eletto san Giuseppe come economo di tutte le sue Opere. E poneva in lui tutta la sua fiducia.

Chi era Daniele Comboni

Comboni nasce a Limone sul Garda il 15 marzo 1831, e appartiene in pieno alla storia del movimento missionario. Grazie alla sua opera, incarna quel risveglio apostolico che, iniziato nel secolo XIX, è giunto sino a noi.

Stratega della nuova missionarietà in Africa, Comboni è l’apostolo della “nigrizia”; considera la fede come l’unica arma con cui è possibile restituire agli africani la propria dignità. Non solo è uno dei primi a inoltrarsi nell’interno del continente africano nell’epoca contemporanea, nel 1857, ma anche il primo a proporre un “Piano Globale di Evangelizzazione dell’Africa”, nel quale vede gli africani protagonisti attivi della propria storia.

“Rigenerare l’Africa con l’Africa

“Rigenerare l’Africa con l’Africa” è il suo messaggio. Dal 1864 al 1872 fonda vari istituti missionari tra i quali l’Opera del Buon Pastore, i Comboniani e le Comboniane, le prime donne chiamate a operare sul territorio africano. Profeta instancabile in favore del continente nero anche in Vaticano, Comboni è inoltre il primo vescovo effettivo dell’Africa centrale.

La morte in un momento tragico

In questo ruolo lotta per opporsi sia alla tratta degli schiavi perpetrata dalle popolazioni arabe, sia alla ottusa politica di sfruttamento coloniale, sancita dalla Conferenza di Berlino, nel 1885. Muore il 10 ottobre 1881, a cinquant’anni, a Khartoum, in Sudan, in un momento di tragiche circostanze per il Sudan e per la missione, colpita da carestie e dalla ribellione islamica.

Comboni è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 17 marzo 1996 poi canonizzato il 5 ottobre 2003 dallo stesso pontefice, e il suo messaggio è ancora oggi presente e vivo nelle terre del Sud del mondo.

La statua di San Giuseppe sempre sul tavolo

Ecco come San Daniele Comboni, si rivolgeva a San Giuseppe. “Il Vescovo Monsignor Comboni – si legge negli scritti dei Padri Comboniani – intraprese molte opere di bene; la principale fu quella delle Missioni. Riconoscendo che gli sarebbe occorso molto denaro, ebbe l’idea di costituire san Giuseppe economo generale delle sue opere. Nelle necessità si rivolgeva a lui. Per essere più animato alla fiducia, teneva sul tavolo la statua del Santo”.

Il denaro per il pane

Un giorno un fornaio gli disse: “Eccellenza, sono venuto per avere il denaro del pane fornito ai suoi Missionari”. E lui: “Abbia un po’ di pazienza! Oggi sono al verde”. Il fornaio incalzava: “Non posso più attendere!”. Il vescovo si congeda con un impegno: “Ritorni domani e l’avrà”.

L’offerta inaspettata

Il Vescovo non voleva mancare di parola. Non sapendo a chi rivolgersi per aiuto, pregò san Giuseppe: «”Se non mi mandate il denaro necessario, vi metto con la faccia al muro!”, e voltò la statua del patriarca. Non fu questo un gesto di disprezzo, ma di grande fiducia.

Da lì a poco ricevette la visita di un signore. “Eccellenza non mi chieda chi io sia e chi mi mandi qui. Ho soltanto da consegnarle questa busta”. Il Vescovo l’aprì e trovò il denaro necessario per pagare il pane. Subito mandò a chiamare il fornaio. “Eccellenza, esclamò questi, come ha fatto a trovare subito questo denaro?”. “Ci ha pensato san Giuseppe”. “Sono meravigliato! Per esserle grato che mi salda tutto il debito, le lascio una offerta per le sue Missioni”. “Meglio così”, soggiunse il Vescovo. “Sono doppiamente grato a san Giuseppe, il quale è un banchiere che non fallisce mai“.

“Il vero papà della Nigrizia”

Evidentemente, sotto questo aspetto temporale era presente nell’animo del nostro Apostolo tutto il suo ardore missionario per la salvezza delle anime, nel quale San Daniele Comboni coinvolgeva san Giuseppe, da lui considerato “il vero papà della Nigrizia”.