LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO
I primi 15 giorni di giugno sono stati segnati dalla presenza del Cuore di Gesù e dall’inizio del cammino di un anno in compagnia con la Laudato si’.
Il Cuore di Gesù ci ha chiamati a fermarci sulla soglia della coscienza di ogni persona: la nostra missione è proporre annunciando con la vita e la parola, mai imporre. Chi ama non dice: devi. Dice: se vuoi. Chi ama propone orizzonti di vita non li impone.
La Laudato si’ che sta facendo nascere in noi sentimenti e atteggiamenti di rispetto verso il creato e di solidarietà verso ogni popolo e ogni persona a cominciare dall’ultimo, mai dai “nostri”.
Siamo stati pure allietati da un evento a cui non avevamo pensato.
Nel mese di luglio da Troia, dove è nata, suor Loreta, missionaria comboniana, ripartirà per l’Ecuador. Dopo averci accompagnato nella preparazione della festa della Mediatrice, sabato 13 e domenica 14 giugno la stessa suor Loreta e suor Patrizia ci hanno animati regalandoci la loro testimonianza in tutte le Messe. Le prossime domeniche animeranno le altre comunità parrocchiali di Troia e anche dei dintorni.
Suor Loreta è giovane e nei suoi 34 anni è un messaggio forte per tutti noi a cominciare dai giovani: la vita è vita nella misura in cui la doniamo.
Nella quindicina che stiamo iniziando continueremo a preparare le riflessioni sul vangelo di ogni domenica augurandoci che vengano valorizzate soprattutto in piccoli gruppi. Animiamoci. Riuniamo le famiglie che vivono attorno alla nostra casa oppure anche qualche altra famiglia di conoscenti. Le modalità dell’incontro sono indicate nella traccia che trovate in facebook ottavio.raimondo. Oppure possiamo inviarle sul vostro WhatsApp o e-mail. Fatecene richiesta a mezzo telefono 3482991393 o anche a mezzoemail oraimondo.41@gmail.com
Continuiamo anche con la riflessione sulla Laudato si’ che trovate anche in www.comboniani.org cliccando su “comunità” Troia. La riflessione è disponibile su file scritto e su file parlato.
E infine continuiamo la presentazione delle letture di ogni giorno inserite in facebook e anche sul sito www.comboniani.org sotto l’immagine di p. Ottavio.
Riprendiamo pure gli impegni di organizzare:
- i campi estivi qui in Italia,
- la presentazione alle scuole elementari e medie del Mondiario 2019/20,
- la visita alle Parrocchie della Capitanata e dintorni
- la diffusione delle riviste Nigrizia, Piemme e Combofem
- la preparazione del mese missionario
Vi preghiamo di leggere e diffondere Nigrizia e Piemme www.nigrizia.it
Mi permetto di indicare ancora i nostri numeri di IBAN e di CCP per chi volesse collaborare con noi missionari comboniani sia per affrontare le necessità delle nostre comunità come anche per condividere con i popoli impoveriti dove i nostri confratelli e consorelle lavorano. A chi lo desidera possiamo girare lettere di missionarie e missionari presenti in diversi Paesi dell’Africa e dell’America Latina. Con san Daniele Comboni non ci stanchiamo di chiedere. Inoltre con le vostre offerte possiamo aiutare gli impoveriti anche qui a Troia.
Nessun cristiano ha il diritto di passare oltre facendo finta di non vedere.
Siamo discepoli di Gesù il “buon samaritano” che si ferma, si avvicina, fascia le ferite, mette il malcapitato sulla propria cavalcatura, lo affida a un albergatore e si assume i costi…
Forse Ottavio sta invecchiando a forte velocità e si domanda ogni giorno: i soldi per un nuovo capo di abbigliamento, per una vacanza, per una macchina di grido, per un nuovo televisore o telefonino o altro ancora, si trovano. Per i poveri NO. Ma che succede? Riflettiamoci e chiediamo la luce dello Spirito.
Se l’altro non vive io non posso vivere, se l’altro non mangia io non posso dormire!
Eccoli i riferimenti: IT52G0306909606100000105858 INTESA SANPAOLO filiale di Troia;
CCP 12031712 Missionari Comboniani – Troia FG
Il vostro saluto e abbraccio mi dona gioia. E il mio cosa vi dona? P. Ottavio
Appendici
Appendice 1
AMORE LIQUIDO
Così scrive Zygmunt Bauman
“L’amore non è un oggetto preconfezionato e pronto per l’uso. È affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato e resuscitato ogni giorno. […]. Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l’opportunità di enormi profitti. E ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L’amore richiede tempo ed energia.
Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l’altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l’amore. Non troveremo l’amore in un negozio. L’amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana”.
Appendice 2
di Sr. Maria Rosa Venturelli da 12 anni missionaria in Congo dove si stanno moltiplicando i massacri nelle zone più ricche di minerali.
Un fascio di luce sul Vangelo. Il “teatro scope”
Con i giovani abbiamo iniziato un giorno a recitare, come se fosse “un teatro scope”.
Un missionario componeva con tanta forza e simpatia dei copioni scritti in lingua lingala, di eventi biblici, particolarmente del Nuovo Testamento. La storia di Maria di Nazareth, la Passione di Gesù, la sua morte, il giudizio degli uomini africani su questa morte e altro ancora. Abbiamo realizzato anche la vita della Beata Anwarite Nengapeta e di San Daniele Comboni.
Erano “teatri realizzati come il cinemascope”, perché si proiettava un fascio di luce potente su una scena biblica rappresentata, nel buio più completo, intercalata da canti e danze. Veniva benissimo!
Avevamo bisogno di 3-4 mesi per realizzare uno spettacolo teatrale dal vivo. C’erano prove su prove, più volte alla settimana nei pomeriggi caldi e soleggiati. Ogni attore o attrice doveva imparare bene a memoria la sua parte, realizzandola in modo naturale, come se fosse dal vivo. E poi la preparazione degli abiti e altre cose necessarie per le diverse scene della rappresentazione.
Il teatro biblico deve essere recitato con il cuore, deve uscire proprio dal cuore dell’attore/attrice, che si immedesima nella situazione che rappresenta, come se la vivesse in prima persona.
La vigilia di Natale, si fece tutta la rappresentazione della vita di Maria, partendo dall’evento dell’Annunciazione dell’angelo Gabriele, alla visita alla cugina Elisabetta, al rientro di Maria a casa nella sua Nazareth, i dubbi del suo sposo Giuseppe, il viaggio verso Betlemme, le difficoltà nell’essere non accolti per la notte… E si arrivava a mezzanotte quando davvero nasceva Gesù, rappresentato dall’ultimo neonato, nato nel giorno stesso o nei giorni precedenti.
Lo spettacolo teatrale si svolgeva in chiesa, che era grande, spaziosa, luminosa. Quando si spegnevano le luci scendeva un grande silenzio tra la gente presente. Con un grosso faro veniva illuminata la scena da rappresentare, momento per momento. Il faro di luce si proiettava su un muro di assi, dove scorrevano i vari attori che venivano illuminati dal flusso della luce. Davvero sembrava un cinemascope, come nei tempi passati. Oppure un’opera di Caravaggio.
Ci volevano molte prove prima di riuscire ad essere perfetti nella recitazione sotto una luce potente, che ti accecava gli occhi. La rappresentazione dal vivo della storia di Maria fu un successo strepitoso, durò circa tre ore, a cui seguì la Messa della notte del Natale, con tanti battesimi di persone adulte.
Il successo ottenuto, ci diede coraggio per rappresentare altri eventi evangelici. Era davvero un lavoraccio, tanta fatica e tanta gioia nello stesso tempo. I ragazzi e le ragazze sono attori nati. Alcuni sono favolosi.
Il Venerdì Santo si rappresentava “la matanga”, cioè il giudizio sulla morte di Gesù, secondo lo stile tradizionale dei Mayogo, l’etnia che viveva nei dintorni della nostra missione. Dottori, sapienti, saggi, anziani, discutevano sulle cause della morte di Gesù, come si faceva nel loro mondo ancestrale, ma poi qui si alternavano canti, danze, preghiere, letture bibliche, poiché era una veglia di lutto su Gesù morto, da un punto di vista cristiano. La matanga durava ore nella notte di venerdì, a volte fino al mattino del sabato santo. Era una vera notte di veglia accanto a Gesù morto, veglia che si svolgeva insieme a Maria sua Madre.
Quante cose ho imparato da questi eventi sulla tradizione ancestrale dei Mayogo e degli Azande.
I giovani africani sono molto dotati per le arti. Hanno una memoria formidabile, sanno impostare una mimica eccezionale. Ma per noi e per i nostri Giovani della Luce, era evangelizzazione allo stato puro. L’annuncio del Kerigma su Gesù. Uno stuolo di ragazzi e ragazze si sono formati in modo solido alla vita cristiana, attraverso il teatro del Vangelo. Evangelizzavamo gli adulti e gli anziani, oltre che per la gioia di tanti bambini che non avrebbero mai più dimenticato le scene del Vangelo viste dal vivo.