16 – 31 maggio 2020

LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO

 

Abbiamo terminato la prima quindicina di maggio con la giornata mondiale interreligiosa di Preghiera, Digiuno e Carità chiamata IFTAR DI LUCE condivisa da musulmani, cristiani e ebrei. Papa Francesco e il grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb all’inizio di febbraio 2019 hanno firmato la dichiarazione sulla fratellanza umana. La giornata del 14 maggio è uno dei frutti di tale incontro.

Mi limito a ricordare pochi momenti dei primi 15 giorni del mese. Nelle Filippine è stato ucciso Jory Porquiria l’architetto che ha progettato tutti i mulini da cui nasce il nostro zucchero Mascohado e altri prodotti commercializzati in Italia dal Commercio Equo e Solidale. Grazie all’iniziativa di Jory e di altri, molti contadini sono stati sottratti dalla dipendenza dai latifondisti. Anche in questo caso riconosciamo che il nuovo si paga e, spesso, anche con la propria vita.

Ci ha rallegrato la liberazione di Silvia Romano che afferma di chiamarsi Aisha. Vedi la nota sulla pagina facebook.

Soffriamo per quanto sta accadendo sia in Amazzonia come anche in diversi paesi africani che non hanno alcuna difesa di fronte alla minaccia del Covid 19. Da queste località ci giungono notizie che fanno piangere il cuore a noi, discepoli di Gesù, chiamati a mettere il più debole al primo posto.

Condividiamo ancora una bella notizia, che riguarda il famoso vescovo Helder Camara, vescovo di Recife, in Brasile, dal 1964 al 1985, durante gli anni difficili della dittatura militare. È terminato il processo in vista della sua beatificazione. Quella di Helder Camara è una santità tuttora scomoda: la santità dell’apertura al nuovo mettendo al centro il povero. Una poesia del vescovo Camara recita: «Quando la tua nave, ancorata da molto tempo nel porto, ti dà l’impressione ingannevole di essere una casa, quando la tua nave comincia a mettere radici nelle acque stagnanti del molo, prendi il largo. È necessario salvare a qualunque prezzo l’animo viaggiante della tua barca e il tuo animo di pellegrino».

Infine ricordiamo la festa della mamma, celebrata il 10 maggio. È stata un momento forte che ci ha permesso di inviare messaggi a numerose mamme e anche sentirle a mezzo telefono. Il messaggio inviato alle mamme terminava con queste parole: “Mamma chiedi che anche nella tua famiglia lì dove tu vivi nascano nuovi missionari. Grazie mamma amata”.

E oraci apriamo alla seconda metà del mese di maggio.

Nelle riflessioni quotidiane sulle letture del giorno che trovi in Facebook: ottavio.raimondo oppure su www.comboniani.org condivideremo un pensiero al giorno a partire dal fatto che da mesi nelle chiese non ci sono state celebrazioni con la partecipazione del popolo. La nostra riflessione la faremo anche con l’aiuto di uno scritto di TOMÁŠ HALÍK dal titolo IL SEGNO DELLE CHIESE VUOTE PER UNA RIPARTENZA DEL CRISTIANESIMO.

In questi giorni cercheremo di ascoltare un breve intervento di p. Alex Zanotelli sugli investimenti di morte. https://www.spreaker.com/episode/26872534

Noi missionari, discepoli di Gesù, vogliamo essere lievito di vita, luce che illumina e sale che dà sapore. Vi suggeriamo di valorizzare il numero di maggio di Nigrizia. L’inserto ha come titolo: “Dio, dove sei? Io sono…”. Se non sei abbonato a Nigrizia chiedici almeno l’inserto. Fai la richiesta o per telefono o a mezzo email. Te lo spediremo subito gratuitamente. Mandaci il tuo indirizzo. Tel. 3482991393 oppure email: oraimondo.41@gmail.com

Qui a Troia continuiamo a rimanere in casa. Da mesi non riusciamo visitare parrocchie e gruppi e forse continueremo così fino all’estate tempo in cui speriamo di portare avanti iniziative di animazione missionarie particolarmente con i giovani partecipando e realizzando campi estivi.

Il 27 maggio nella nostra chiesa qui a Troia celebriamo le 40 ore che si concluderanno con la festa della Mediatrice che, quest’anno coincide con la domenica di Pentecoste in cui lo Spirito ci rende testimoni fino agli ultimi confini della terra di Gesù il risorto che vive. Ci aiuterà nella riflessione suor Loreta nata di Troia e missionaria in Ecuador.

Il 30 maggio, vigilia di Pentecoste, parteciperemo alle ore 9,00 a Lucera in cattedrale alla Messa crismale.

Crediamo all’importanza di essere la chiesa dei campanelli più che dei campanili. Diciamo a tutti il sogno di Dio, sogno di vita e di vita piena per tutti.

Vi confessiamo che la nostra comunità è in un clima di vera difficoltà economica. Siamo in 6 e tutti anziani. Finora facevamo fronte alle nostre necessità grazie alle entrate dovute alla diffusione della stampa missionaria e ad alcune giornate missionarie. Se qualche nostro amico o lettore ha la possibilità di condividere con noi qualche aiuto, già fin d’ora diciamo: grazie.

Anche questo mese riportiamo qui di seguito il numero iban e il numero di ccp. Eccoli:

IT52 G030 6909 6061 0000 0105 858 INTESA SANPAOLO filiale di Troia;

CCP 12031712 Missionari Comboniani – Troia  FG

Un saluto e la gioia di impegnarci insieme. SIAMO MISSIONE.   P. Ottavio

 

 

Appendici

Riportiamo una lettera scritta il 10 maggio del nostro confratello Enrico Gonzales che ci scrive dal Ciad.

Queste settimane di confinamento forzato a N’djamena tra coprifuoco (dalle 20 alle 6 del mattino), e inizio del mese di Ramadan (di suo già portatore di cambiamenti d’orari ecc…) le nostre vite hanno subito un cambiamento.  Ufficialmente i casi di covid19 sono 322 (262 M e 59F) , si lamentano 31 decessi, 53 persone guarite: ma bisogna prenderli con precauzione perché i dati non sono verificabili autonomamente.

Quello che realmente preoccupa é la caduta libera dell’economia, sia quella ufficiale che informale, vero motore economico e di sopravvivenza per tantissimi ciadiani ; In effetti, andando cautemente in giro per N’djmena si notano i mercati pressocché deserti, i negozi chiusi, le donne rivenditrici di un po di tutto quasi scomparse, chiese chiuse (Che pena la domenica. Sono andato con un confratello nella nostra parrocchia, eravamo di nuovo a distanza sociale-letteralmente 4 gatti. Le moschee –dopo ripetuti appelli da parte delle autorità religiose musulmane- vuote e/o con pochssime persone e in questo mese di Ramadan per un musulmano non andare in moschea è costoso.  La situazione é calma, ma c’é timore che l’aggravarsi della pandemia abbia delle conseguenze ancor più gravi sull’economia, c’é malassere perché la speculazione –purtroppo- lavora bene. Personalmente rimanendo in casa cerco di gestire il tempo creativamente, anche se al pomeriggio, guardando il cortile, il podium e l’hangar vuoti, mi viene il magone, pensando alle attività fatte con i giovani fino a due mesi fa. Con l’equipe della « Tenda » ci si incontra giornalmente, si condividono notizie e soprattutto si spera che passi presto sto confinamento. Manca questo e quello, in Ciad c’é un solo ospedale che si prende cura degli ammalati di coronavirus e lo fanno con dedizione e professionalismo, é vero le donne vanno al mercato ma se non ci vanno a vendere qualcosa non si mangia: qui non ci sono reti di supporto sociale, é la famiglia estesa a provvedere ai bisogni giornalieri. Vedremo nei prossimi giorni se le misure economiche e sociali del governo raggiungeranno la gente, perché c’é una disparità forte tra le varie zone del paese e preoccupa che in alcune di esse, nonostante le parole, se non si interviene subito ed ora, le cose peggioreranno ed a soffrire saranno ancora una volta soprattutto le donne ed i bambini.

Penso che sia necessaria una riflessione a partire dalla proposta di cancellazione del debito dei paesi africani, da li sostenere tutti gli sforzi volti a favorire una democratizzazione del politico, una giusta ripartizione della ricchezza (qui la disparità/ineguaglianza ha livelli molti forti), prendere coscienza che é importante e decisivo curare la natura (il lago Ciad sta scomparendo, la desertificazione aumenta, le terre per il pascolo diminuiscono creando gravi conflitti tra contadini ed allevatori di bestiame), rafforzare un sistema educativo fortemente ineguale, promuovere i diritti umani… Un’agenda, insomma che prenda in conto la vita delle persone: il paradosso-terribile nella sua limitata operatività- é che abbiamo gli strumenti tecnici, economici, culturali affinché tutto ciò si realizzi per tutti; In questi tempi di nazionalismo esasperato, di chiusure, di rigetto, di presunta supremazia, di condizionamenti politici/economici, credo che solo partendo dal basso, dal quartiere, dal villaggio, dall’associazionismo civico ben attivo, é possibile un « altro mondo » come abbiamo molto spesso urlato nelle piazze, appoggiando e condividendo le lotte, le speranze i sogni di tante persone con le quali cerchiamo di condividere un pezzo di strada. Niente sarà come prima, si ci sarà sempre qualche « frenatore », ma la silenziosa e dignitosa voglia di una vita bella, buona, aperta e conviviale –penso- sarà più forte dei « freni » dei potenti.