Martedì, 1 Ottobre 2019  Luca 9,51-56 Entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso

Chiedere, cercare, bussare: sono le tre azioni di un mendicante, sono le tre azione del discepolo missionario. Non è proprio del discepolo, di fronte agli ostacoli, di chiedere distruzione e annientamento. Il discepolo missionario sa attendere, sa mettercs in cammino verso altri villaggi. Il discepolo missionario è un cercatore instancabile di nuovi orizzonti e di nuovi incontri. Grazie cercatore instancabile, continua a camminare. Comboni che sempre cammina trova il tempo per leggere e documentarsi.

“Lessi con grande interesse la prefazione al Piccolo Ambrosiano, calendario milanese pel 1879, e mi andò a sangue in tutto il rigor del termine. La storia dell’Osservatore Cattolico, le idee svolte in quei magnifici cenni, lo scopo schietto e puro delle Opere dell’Osservatore Cattolico, tutto mi piacque oltremodo. Sono le mie idee e il mio sentire netto e tondo, ma che io non avrei saputo sì bene esprimere e svolgere. E’ l’espressione di ciò che il sincero cattolico deve credere e pensare in mezzo al torbido orizzonte ed alla confusione dello spirito moderno: è l’espressione del retto pensare del re fra tutti i periodici, la Civiltà Cattolica, opera stupenda e sublime che da sé sola basta a rendere glorioso quell’Ordine (i gesuiti) ammirabile che con tanta sapienza lo dirige. … la pregherei a volermi associare al giornale cattolico inglese il Tablet, credo a Londra, e farmelo spedire al mio indirizzo qui in Khartum”. (a mons. Giuseppe Marinoni, Scritti, 5552 e 5554)

El discipulo que vive la mision, busca siempre, sin cansarse, nuevos horizontes, nuevos encuentros.

 

Mercoledì, 2 ottobre 2019

Matteo 18,1-5.10 I loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio

Il nostro Dio, il Dio Abbà è il Dio della tenerezza, il Dio dei piccoli , dei deboli, di coloro che non pesano. È il Dio dei bambini.

Mi commuove quanto Gesù dice e quanto Gesù ci chiede. Ottavio sii come un bambino, vivi la semplicità, vivi senza metterti nella testa di essere importante. Vivi la tua quotidianità mettendo tutto nel momento presente. Lasciati amare come un bambino. Ce lo dice lo stesso Comboni.

“Siccome il Missionario deve insegnare non solo colla parola, ma ancor più e meglio coll’esempio, così dovrà ognuno di essi procurare di osservare, in ciò che lo riguarda, esattamente l’orario comune della casa, intervenendo sollecito e composto a tutti gli esercizi di pietà… Si mostrerà ognora obbediente e rispettoso verso i propri Superiori, tratterà con carità coi propri confratelli… Quindi è assolutamente proibito riferire e propalare, sia nell’interno della casa, sia cogli esterni o coi membri di altre Stazioni, pettegolezzi, dicerie, od altri inconvenienti, il che sempre turba l’ordine della Missione, la pace e la tranquillità de’ suoi membri. In tali circostanze si dovrà tenersi strettamente ai precetti dell’Evangelio circa la correzione fraterna e la carità cristiana”. (Regolamento per Khartum, Scritti, 5564 e 5566)

Es hermoso este Jesus que nos presenta el rostro de un Dios que ama al debil, al pequeño. Vamos viviendo nuestra vida dejandonos amar. Esta es nuestra grandeza, nuestra fuerza.

Giovedì, 3 Ottobre 2019  Luca 10,1-12 Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe

Gesù invia e Gesù ci invita a pregare perché siano numerose le persone, i discepoli, che vivono la missione, che consacrano la propria vita all’annuncio del Vangelo. Chiedilo anche tu e domandati se non sei proprio tu colui o colei che deve dare una risposta. Daniele Comboni ha saputo chiedere vocazioni e le ha curate pensando anche alla loro salute!

“Spero che il mio timore non sia vero, cioè, che l’ottima Madre Generale ed il suo Consiglio sieno scoraggiate per la morte generosa di ben 9 Suore che hanno perduto. No, non si deve scoraggiare, e l’E. V. io supplico di tener su le carte, e incoraggiarla a non suonare la ritirata dall’Africa. Quest’anno è stato un anno eccezionale. Morirono molte Suore e missionari e molti fratelli coadiutori. Ma fu l’epidemia e i mali contagiosi che li han fatti morire. E dal 1871 fino ad oggi, nessun missionario Sacerdote è morto, che prima fosse stato acclimatizzato al Cairo. Tutti quelli che morirono non si erano acclimatizzati in quegli Istituti, perché pei bisogni della missione li ho fatti venire in Africa, senza passare almeno la stagione estiva negli stabilimenti di Cairo. Egli è perciò che d’ora innanzi a costo di morir noi tutti qui senza aiuto, ho stabilito che ogni missionario e Suora europei si acclimatizzi al Cairo prima di cimentarsi ad affrontare il clima dell’Africa Centrale”.

(al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5580)

Pidamos juntos y en todo este mes misionero de octubre que nazcan nuevos misioneros y misioneras para el mundo entero. Y preguntate si tienes la valentia de decirle al Señor: enviame…

 

Venerdì, 4 Ottobre 2019  SAN FRANCESCO D`ASSISI, patrono d`Italia

Matteo 11,25-30 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.

Le cose del mondo sono: il potere, l’avere, l’apparire. Quelle che il Padre rivela sono: il servire e il dare la vita. Ce lo dice Francesco d’Assisi. Diamola, la vita. Non teniamola, perché se la vita la trattieni per te, la perdi. Comboni ci crede per davvero.

“… le opere di Dio nascono sempre ai piedi del Calvario e che hanno impresso il contrassegno della Croce. La buona Provvidenza ci mostra in ciò una disposizione di sapienza, che in generale noi troviamo confermata nella storia della Chiesa, che ci prova nella prospettiva della più luminosa verità che tutte le opere di Dio, che servono alla sua glorificazione, possono essere intraprese soltanto attraverso grandi prove e continui ostacoli e sulle vie del dolore, cose che richiedono sacrifici straordinari e il martirio. Le missioni apostoliche sono tali opere di Dio, che per questo sono per lo più contrassegnate dal sigillo della Croce, perché esse si dedicano all’alto compito di annientare le potenze delle tenebre e intendono espandervi invece il regno di Cristo. Per cui è cosa naturale che esse urtino contro continue ostilità e persecuzioni di ogni genere…”  (alla Società di Colonia, Scritti, 5585-5586) Francisco de Assis hombre valiente sabe ver a cada persona y a toda la creacion como hermanos y hemanas. Sabes porqué? Porque vive con corazon de hijo.

 

Sabato, 5 Ottobre 2019  Luca 10,17-24 I settantadue tornarono pieni di gioia

La gioia è una delle caratteristiche più belle del vangelo di Luca. Ricordo un missionario che ai giovani della missione dove si trovava diceva con entusiasmo: i nomi del discepolo missionario non sono scritti nella realtà che passa, rappresentata dalla terra, ma in cielo che rappresenta ciò che rimane. La missione è bella: la missione è eternità. In questa prospettiva Daniele Comboni incoraggia i membri della Società di Colonia.

“Loro (i membri della Società di Colonia) che attraverso la loro Società e la loro carità hanno infiammato la Germania cattolica, considerino ora i frutti della loro così benemerita attività; Loro vedono come gli occhi di tutto il mondo attuale si rivolgono verso l’Africa. Gli uni vogliono portare colà la civiltà, gli altri la religione. Altri ancora hanno per scopo l’abolizione della tratta degli schiavi, e si interessano della possibilità produttiva del terreno e delle ricchezze del paese; taluni prendono precise notazioni sotto l’aspetto geografico, ecc. Prendano da ciò grande conforto, miei signori, poiché è stato Dio che ha destato nel loro cuore quest’amore cristiano, questo zelo per i popoli neri; e senza dubbio anche i loro Annali vi hanno contribuito potentemente: rivelando le grandi necessità di questi popoli e la loro sconfinata miseria, hanno suscitato vivissimo interesse nell’umanità per loro”. (alla Società di Colonia, Scritti. 5590 e 5592)

La mision es hermosa, la mision es eternidad.

 

Domenica, 6 Ottobre 2019  

Luca 17,5-10 Se aveste fede quanto un granello di senape

Non scandalizzare è prima di tutto accompagnare i “piccoli” nella fede e non proporre loro cose che non possono assimilare. Forse oggi, i “piccoli” nelle nostre comunità sono coloro che si sono appena avvicinati o ne fanno parte da poco tempo.

Anche tu come il gelso hai radici che ti legano all’ambiente in cui ti trovi, ma anche tu come il gelso sei chiamato a essere sradicato per essere piantato nel mare della vita!   Lo Spirito ha trapiantato Daniele Comboni nel mare della vita del continente africano. “La ringrazio infinitamente della sua preziosa lettera 16 gennaio p.p. Le croci e le grandi tribolazioni sono il contrassegno delle opere di Dio. Molti lo dicono colla bocca e lo predicano dal pergamo; ma quando le croci arrivano sono avviliti, desolati, e deboli. Il missionario e la Suora dell’Africa Centrale devono essere carne da macello, e gente destinata a patire gran cose per Gesù Cristo; non deve avere altro, perché altrimenti non è essere apostoli, ma essere pulcinelli e buoni da nulla. Ciò vorrei che si inculcasse ai nostri Istituti Africani di Verona e non sarò contento finché non saran ridotti sino a questo punto, e si ridurranno colla grazia di Dio”. (al card Luigi Di Canossa, Scritti, 5683)

Dejate desenraizar para ser transplantado en el mar de la vida! Piensalo y pidelo..

 

 

Lunedì, 7 Ottobre 2019  Luca 10,25-37 Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova

Il prossimo non è definito dalla razza né dalla vicinanza, ma dall’incontro. L’iniziativa di incontrare il prossimo parte dal discepolo. Il giurista riconosce teoricamente l’amore verso il prossimo. Lo realizzerà? Il testo non lo dice. E tu? Tu lo realizzerai? Può dirlo la tua vita oggi.

“ ,,, verrò personalmente a trattare con lei ciò che il buon Dio disporrà. Per me io sono sicuro che la Croce è la via regale del trionfo per tutte le Opere di Dio. La Chiesa cattolica è fondata sul sangue dei Martiri ed è per il martirio che le Missioni prosperano. Quasi tutte le sue Suore hanno convertito e hanno salvato un certo numero di anime. Difficilmente in altre Missioni avranno la consolazione che esse hanno avuto nel loro apostolato dell’Africa centrale. Da parte mia le ho sempre trattate come delle vere figlie e loro me ne hanno reso testimonianza. Spero che non dimenticheranno mai né me, né l’Africa centrale. (a madre Eufrasia Maraval, Scritti, 5692-5693)

No es suficiente reconocer la importancia del amor hacia el projimo, es preciso vivirlo.

 

Martedì, 8 Ottobre 2019  Luca 10,38-42 Marta lo ospitò, Maria ha scelto la parte migliore

La parte migliore è l’incontro tra le persone. La nostra vocazione è l’incontro e ogni incontro richiede ascoltare. L’incontro che non avrà fine è la vita che ci attende, la vita senza fine, eterna. È ciò che ha vissuto Daniele Comboni e ciò che sogna per l’Istituto delle Pie Madri della Nigrizia.

“L’istituto delle Pie Madri della Nigrizia da me fondato in Verona, ed approvato dall’Ordinario Diocesano l’E.mo Card. di Canossa, possiede per la grazia di Dio tutto lo spirito apostolico, atto ad operare come si deve nell’ardue missioni dell’Africa Centrale, e si va sviluppando in modo, che basterà da sé per tutte le opere di capitale importanza che si devono impiantare e perfezionare nel mio Vicariato. La settimana ventura partiranno pel Cairo cinque Pie Madri della Nigrizia, e fra poco altre cinque partiranno con me per l’Egitto. Tutte le croci ed avversità a cui andò soggetto testè il Vicariato, non servirono, che a fortificare lo spirito dei membri fedeli di questa grand’opera, ed a mettere il nostro Vicariato in condizione di certa e futura prosperità, perché l (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5725-5726).

Encontrar poniendonos en actitud de scucha esta es nuestra vocacion.

Mercoledì, 9 Ottobre 2019  Luca 11,1-4 Signore, insegnaci a pregare

Commuove la richiesta dei discepoli che chiedono a Gesù di insegnare loro a pregare. Mai nessuno ti ha fatto questa richiesta? E sai perché non te l’hanno fatta? Perché non hannovisto il tuo volto splendente. La tua vita rinnovata. Se la tua preghiera come quella di Gesù è l’incontro di due cuori, il cuore del Padre con il cuore del figlio, della figlia, saranno molti coloro che ti chiederanno: Insegnaci a pregare. Per Comboni la preghiera deve portare a donare la vita. “Fra i particolari che mi chiedeva il Santo Padre sulle istituzioni delle Pie Madri della Nigrizia in Verona, ebbi il piacere di accennargli la gioia che queste future Madri spirituali dell’Africa Centrale provavano in cuore, quando io scriveva alla loro Superiora da Khartum, ordinandole d’inculcare alle novizie che esse son destinate ad essere carne da macello, che devono menare la vita fra gli stenti, le privazioni ed ai calori infuocati, e che devono assoggettarsi ad un lento martirio per amore di Cristo e per salvare quell’anime che son le più necessitose e derelitte del mondo”. Si tu oracion es el encuentro de dos corazones, el corazon del Padre y el tuyo, muchos te pediran: eseñanos a orar.

 

Giovedì, 10 Ottobre 2019

Luca 11,5-13 Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete

Oggi festeggiamo san Daniele Comboni, il missionario che ha fatto della missione tutta la sua vita. Gesù ha un solo desiderio: farci conoscere il Padre che ci ama. Il Padre che non fa attendere il figlio. Il Padre che ci dà sempre il meglio e ciò che la nostra piccolezza non osa sperare. Chiedete ripetendo il “Padre”, la preghiera che Gesù ci ha insegnato e che continua a insegnarci con il suo Spirito. In san Daniele Comboni, gratitudine e fiducia diventano sinonimi: “Tutta la mia fiducia è in Dio che vede tutto, che può tutto e che ci ama”.

“E lei, mio caro Padre, lei sa che la grazia di Gesù ha scolpito nelle anime dei suoi figli un desiderio ardente della Croce. E’ vero, per la nostra debolezza, la croce è dura, ma d’altra parte è la croce la strada regale per arrivare a salvare le anime. Sono quasi portato a credere che Gesù ha mostrato più saggezza, per così dire, a costruire la Croce che a creare il cielo e la terra. Egli poteva destinare la carrozza per condurci al cielo, ma la sua saggezza, il suo talento hanno trovato che era meglio costruire la Croce per condurci in Paradiso ed è attraverso la Croce che gli umili operai dell’Africa centrale riusciranno a salvare i cento milioni di anime che contiene”. (a p. Boetman, Scritti, 5810)

Daniel Comboni es el hombre que de la mision hizo la razon de su vida. El hombre que ha confiado en Dios: “Toda mi confianza està en Dios que todo lo ve, todo lo puede y que nos ama”. Felicidades a toda la familia comboniana.

 

Venerdì, 11 Ottobre 2019  Luca 11,15-26 Gesù stava scacciando un demonio che era muto

Ciò che Gesù fa in favore dei poveri e dei malati per molti non ha importanza, non è una prova in suo favore! I poveri e i malati venivano considerati “impuri” e maledetti, proprietà di Satana. Agire in loro favore poteva significare che si era d’accordo con Satana. Poi viene chiesto un miracolo in favore dei potenti. Anche oggi l’impegno a favore dei poveri conta poco? Anche oggi valgono di più i gesti a favore dei potenti? Ecco cosa scrive Comboni a p. Janssen fondatore dei missionari del Verbo Divino.

“Nei mesi di luglio e di agosto, distrutto dalle febbri, pensavo di morire in Europa; ero molto afflitto e mi vergognavo di morire in Europa, perchè il soldato deve morire in battaglia lottando; ma ora sono contento perché spero di riacquistare un sufficiente stato di salute da poter ritornare fra breve in Africa Centrale. Il mio Vicariato è immenso. Io ardo dal desiderio vivissimo che tu, dolce amico, mandi in Africa Centrale per la mia Missione, sia Sacerdoti, sia Chierici (dei quali tu abbia già sperimentato la vocazione alle missioni e ai quali io stesso conferirò gli Ordini Maggiori titulo missionis. Essi, però, studieranno l’arabo in Egitto, che è per noi necessario come la teologia e Fratelli artigiani. Se mi concederai tutti quelli che hai pronti, io li riceverò tutti molto volentieri”. (a p. Arnoldo Janssen, Scritti, 5829-5830)

Hoy en dia vale mas actuar en favor de los poderosos o vale mas actuar en favor de los pobres?

Sabato, 12 Ottobre 2019  Luca 11, 27-28 Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano

Non basta essere senza demoni, è necessario ascoltare la parola di Dio. Non basta il più grande degli onori, come l’essere la madre di Gesù, è necessario accogliere la Parola e viverla. E più avanti ci verrà detto che non basta neppure accogliere la Parola e viverla, è necessario annunciarla con i fatti (le scelte) e con la parola stessa raccontando. Comboni gioisce per la fede di suo padre e del padre del cugino Eugenio. “Qui con mio padre stiamo molto allegri (sono i menchioni che patiscono malinconia), e discorriamo spesso di tuo padre. Corbezzoli! Al mondo, grazie a Dio, non ho mai lasciato di amare la carità; e la vita del missionario è carità. Ma una carità, anche paterna, così eroica, come quella di tuo padre pei suoi figli, certo nel mondo non vi è esempio. Dopo la tua partenza da Limone tuo padre colla schiettezza che gli suggeriva il cuore di padre, mi ebbe a dire questa sublime proposizione: “Se per ipotesi uno dei miei figli fossero pei loro peccati condannati all’inferno per sempre, io sarei disposto ad andarvi io all’inferno per sempre, piuttosto che uno di essi; cioè, per liberare un mio figlio dall’inferno, sarei contento di andarvi io, invece di lui, per tutta l’eternità”. Ieri poi io dissi a mio padre: “e voi fareste come l’Eustachio?” Mi rispose, io sarei molto imbrogliato…. io farei così: mi chiuderei gli occhi con ambe le palme, e poi direi a Dio: “Fè vò Signùr”. (a Eugenio Comboni, Scritti, 5859-5861)

Es preciso acoger la palabra, vivirlay anunciarla.

 

Domenica, 13 Ottobre 2019  Luca 17,11-19 Gesù, maestro, abbi pietà di noi

“Chiesa di Gesù, abbi pietà di noi”, immense moltitudini gridano da lontano, forse da troppo lontano, perché lì le abbiamo relegate.

“Attenti” ci dice il samaritano, “Io ci sono. E tu, cristiano di antica data, tu dove sei?”

Se la gratitudine manca, Gesù non restituisce la malattia a chi non ringrazia: il suo dono rimane. Ma chi la gratitudine non ce l’ha o non la manifesta, non potrà ascoltare la Parola che gli dice: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato”. Per Comboni il suo Istituto è bello perché forma persone capaci di donare la vita. “La prima casa del Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale è l’Ist.o Africano di Verona, che per volontà di Dio Ella è trascelta a reggere e guidare perché compia la sua missione. Stia certo, mio caro padre, che Dio le sarà largo di tutte le grazie necessarie per ottenere il compito di questo Istituto. Ella non fa che la volontà di Dio, e Dio la ricambierà d’immensi aiuti e conforti. Eppoi si tratta della pura gloria di Dio e della salvezza dell’anime le più necessitose e derelitte della terra; e tutta la nostra forza è Gesù, Maria, e Giuseppe, che non ci verranno mai meno. Il Bambino Gesù non diventa mai vecchio. Nostra Signora del Sacro Cuore è la padrona del Cuor di Gesù, S. Giuseppe, che mai non muore, è un galantuomo. Forti dell’appoggio di questi tre tesori, noi non temeremo di tutto il mondo e dell’inferno”. (a p. Giuseppe Sembianti, Scritti, 5867-5868)

Quien no tiene sentimientos de agradecimiento ni los manifiesta, nunca podrà escuchar la Palabra che le dice: “Levantate y anda”.

Lunedì, 14 Ottobre 2019  Luca 11,29-32 Non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona

Gesù ci presenta un profeta chiamato a uscire dal suo popolo per andare ad annunciare. Giona va e annuncia e l’annuncio porta a un cambio: Ninive si converte. Il Vangelo deve essere annunciato a tutti, ma anche deve essere annunciato da tutti. È bello essere missionari! San Daniele Comboni non si stanca mai di viaggiare per incontrare persone e motivarle in favore dell’Africa, dei poveri.

“Ella poi nei SS. Esercizi preghi fervidamente il Cuore di Gesù che converta alla fede i nostri cento milioni d’infedeli camiti… Lo preghi ancora per me in peculiar modo, perché sono il Vescovo il più isolato dal mondo (e sono in mezzo al mondo) fra tutti i Vescovi dell’universo. Lo dissi a Roma. Poiché nell’Africa Centrale se volessi prendere un consiglio da un mio confratello Vescovo il più vicino a me, ed alla mia residenza, mi ci vogliono almeno due mesi di viaggio…. Ma mi fu risposto da santi ed eminenti personaggi: “Non temete, Dio sarà sempre con voi”. Ma vede che ho bisogno di preghiere”. (a p. Giuseppe Sembianti, Scritti, 5892)

Jonas es el profeta que anuncia mas allà de los confines de donde vivia. Jonas es el hombre que en medio te tantas dudas y debilidades, va mas allà.

Martedì, 15 Ottobre 2019  Luca 11,37-41 Il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria

E se questo brano fosse un invito a uscire da noi stessi? La comunità crescerà pulendo l’interno del piatto o prima di tutto con relazioni sincere verso l’esterno? La carità crea comunione, perché fa spazio agli altri nelle differenti situazioni di vita, prima ancora che per aiutarli. La strada perché il nostro interno noi sia pieno di avidità e di cattiveria, è il cammino della croce. Così lo ha vissuto Comboni.

“E la prima caratteristica del missionario d’Africa Centrale, è l’amore al patire; perché Gesù Cristo, che avea buon cuore e fino talento, ha stabilito nella sua sapienza di fabbricare la croce, e non la carrozza, per condur le anime in cielo; e per questo scopo non l’ha perdonata nemmeno alla divina sua Madre, che divenne la Regina dei Martiri; e nemmeno al suo Vicario in terra, ed alle nobilissime sue braccia, gli E.mi Cardinali, al quale ed ai quali Gesù ha dato mille croci e spine pel governo dell’immacolata sua Sposa. (al card Giovanni Simeoni, Scritti, 5898)

La caridad es comunion porque es compartir los sentimientos, los bienes, la vida de cada dia y los sueños.

Mercoledì, 16 ottobre 2019

Luca 11,42-46 Guai a voi farisei

Il “guai” sulla bocca di Gesù non è una minaccia ma un “fate attenzione” perché il vostro stile di vita vi porta al fallimento che è solitudine e vuoto. Voi state rinunciando ad essere buona notizia… Comboni ammira san Benedetto, uomo che è vissuto come bella e buona notizia, e chiede ospitalità ai monaci.

“Ammiratore sincero e seriamente entusiasta fin dalla mia giovinezza delle glorie immortali di Montecassino, che tanta parte ebbe alla propagazione della fede e della civiltà nel mondo… Perciò senza punto badare alla mia indegnità e picciolezza, ma solo fidando in Dio e nell’esimia sua carità che abbraccia l’universo, a piè fermo le chieggo cortese ospitalità in un angolo dell’insigne Monastero od in un cantuccio della Biblioteca, affinché possa assistere a sì sublime festività nel giorno della Nascita del Santo Patriarca. Per me, che sono avvezzo a dormir sulla sabbia sub Dio per mesi e mesi dell’anno nelle infuocate arene e foreste dell’Africa Interna, basta, come, dicea, un cantuccio nel fondo della biblioteca”.

(all’Abate di Montecassino, Scritti, 5954-5056)

Tus palabras son amenazas y condenacion para los que actuan mal o son palabras que motivan y abren hacia nuevos horizontes?

 

Giovedì, 17 Ottobre 2019  Luca 11,47-54 Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno

La nostra vocazione è di essere uomini e donne in ricerca, che osservano, riflettono, si appassionano, senza eliminare o emarginare, soprattutto quando il cambiamento può segnare profondamente le persone e la storia. Di fronte a chi vuole impegnarsi nella missione Comboni sa esaminare l’autenticità di una vocazione valorizzando il pensiero di persone esperte, mai da solo.

“Circa Hanifan tutto ciò che ella farà avrà la piena mia approvazione, perché le ragioni da lei adottemi a voce ed in iscritto sono più che giuste. La morale è che non se la sente di negare se stesso ed adattarsi alla regola; e le sue disposizioni dell’oggi ci sono una caparra per quelle che avrà domani, in cui gli toccherà a patire di più.

Quanto a Grieff, mi parrebbe che con bei modi tastasse il terreno per conoscere le schiette sue disposizioni. Perché esplorato bene se si può ottenere lo scopo nostro per vie blande, è meglio, pria di devenire a misure più stringenti e forti. Dio dia grazia a Grieff di rimettersi sul buon sentiero. Del resto io ascolto tutti senza sbilanciarmi in nulla: ma mai opero senza sentir prima i superiori”.

(a p. Giuseppe Sembianti, Scritti, 5963 e 5965)

Si tu eres una persona que camina, que busca, abierta al nuevo, tu no mataràs a los profetas.

 

Mercoledì, 18 Ottobre 2019  Luca 10,1-9 Li inviò a due a due davanti a sé in ogni città

Ognuno di noi è responsabile. Ognuno di noi ha una missione da compiere in favore di tutti. Lo avevano capito Luca e la sua comunità. Dobbiamo capirlo anche noi. Tutti inviati e responsabili di tutti e di ciascuno, perché la nostra vita sia benedizione per tutti e per ciascuno. Comboni ancoa oggi è sempre alla ricerca di nuovi missionari e li sogna persone decise.

“Ora abbia la bontà, mio caro Padre, di mettersi in rapporto col mio rettore, il Rev. P. Giuseppe Sembianti, Rettore delle Missioni Africane di Verona, quando ha dei buoni soggetti da darmi. Questo Rettore è più gesuita che gli stessi Padri Gesuiti. Ma la prego, Padre mio, di concedermi i più buoni soggetti che ha, i più virtuosi, i più puri, i più santi, perché l’Africa centrale è la Missione più difficile e più laboriosa dell’universo intero. Io sono stato nelle Indie Orientali, in Siria etc., ma queste Missioni non sono niente in confronto dell’Africa centrale: per l’Africa centrale occorrono dei martiri, per conseguenza fornisca, mio caro Padre, il mio Istituto di buoni soggetti che non sono stati in altre Congregazioni”. (a p. Boetman, Scritti, 5987)

Todos somos enviados y todos somos responsables de todos y de cada uno. De este modo nuestra vida serà bendicion para todos y para cada uno.

Sabato, 19 Ottobre 2019  Luca 12,8-12 Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento cosa bisogna dire

Chi ha rifiutato Gesù durante la sua vita terrena avrà una nuova opportunità di accoglierlo grazie al dono dello Spirito che offre perdono, pentimento e vita nuova. Ma chi rifiuta lo Spirito di Pentecoste dove troverà perdono, pentimento e vita nuova? E se non trovi tutto questo non avrai neppure le parole per essere testimone. È discepolo missionario chi fa l’esperienza del perdono, del pentimento e del vita nuova. Comboni crede fermamente nell’azione dello Spirito

“Circa l’amministrazione e ciò che avete fatto nelle non facili circostanze in cui vi siete trovato, mi pare che Dio vi abbia abbastanza bene assistito. Bramerei anche che procuraste il buon governo e la buona osservanza dei chierici e laici componenti l’Ist.o affinché nessuno perdesse tempo e si studiasse l’arabo assai bene, e mettere gli artigiani al loro posto, e farli lavorar bene, procurando la coltura del loro spirito. Vi raccomando ancora i due Diaconi tedeschi, che studino bene, perché conto molto su di loro, e li condurrò meco in Sudan. Entro l’ottobre voglio essere in Cordofan; urge che io m’affretti a riprendere in Vicariato il mio pastoral ministero. Voi cominciate a preparare ogni cosa, e incassate a poco a poco la metà del vino che ora esiste in Cairo (dopo ricevuto l’ultimo); tutto ciò poi che vi è di D. Bortolo, o che avea riposto egli per circostanze straordinarie, conservate tutto fino alla mia venuta, perché quei poveri preti del Vicariato ne hanno maggior bisogno”. (a don Francesco Giulianelli, Scritti, 6001-6002)

Es discipulo misionero quien hace la experiencia del perdon, del arrepentimiento y de una vida renovada.

 

Domenica, 20 Ottobre 2019    Luca 18,1-8 Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti?

In questo mese missionario in cui lo sguardo del cuore si dilata sugli immensi spazi della missione, sentiamoci tutti protagonisti dell’impegno della Chiesa, di annunciare il Vangelo. Solo chi sa chiedere perdono per sé saprà chiederlo e darlo all’altro e solo dove si vive l’esperienza di essere perdonati e di perdonare, solamente lì, nasce l’umanità nuova, nasce la vita per tutti! Comboni sogna i suoi missionari come uomini di fede e di gioia capaci di formare comunità.

“Tutti devono portare le lettere a voi per essere impostate; e voi solo per mezzo di chi crederete, o voi stesso, le imposterete. Per la teologia incaricate D. Paolo ad aiutare i due Chierici. Se essi saran buoni, sarò io il primo a godere: ma vi confesso, sento molto dolore al pensiero che dopo aver giurata obbedienza a me, insistano tanto, e mi scrivano certe lettere che mi fanno tanto dolore. Ne ho alcune sul tavolo, e mi fanno soffrire. Dite loro che facciano bene la meditazione, l’esame di coscienza, la lezione spirituale, e si esercitino in umiltà, e a negare la propria volontà. Chi non nega se stesso, va a casa del diavolo; tutti devono mortificarsi, e più il missionario. Altrimenti mai guadagnerà anime a Dio. I laici poi ed i catechisti rispettino i chierici e i preti”. (a don Francesco Giulianelli, Scritti, 6023)

La humanidad nueva nace donde hay personas que hacen la experiencia de ser perdonados y de perdonar. Y donde nace la humanidad nueva allì nace vida para todos.

Lunedì, 21 Ottobre 2019  Luca 12,13-21 Questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita

Oggi siamo di fronte a una brutta notizia. Sono dubbiose le relazioni con Dio che non si basano sulla preoccupazione per il prossimo. Chi si allontana egoisticamente dal fratello si allontana da Dio. Chi vive questo allontanamento perde una famiglia sulla terra e un Padre nei cieli. La comunità che si innamora dei beni materiali perde l’amore verso i veri beni, verso il regno di Dio. Ascoltiamo la saggezza di Comboni.

“Calcolato che il Planque ha due case in Egitto, che aspira anche a spingersi in Alto Egitto al di là dei punti occupati dai Riformati Francescani etc. (il che è molto bene), io sarei di subordinato parere di affidare e cedere a Planque la casa di Scellal colla Nubia Inferiore e l’antico regno di Dongola; i quali due punti sono in clima sanissimo… Ad ogni modo tratterò direttamente con M.r Planque anzi m’abboccherò con lui per far cose positive e stabili, per non vederlo sempre vagare con fasci di Carte Geografiche alla mano, senza nulla o poco concludere. Non intendo con ciò, di non ispiegare tutta la mia attività per ben sistemare e far prosperare la mia Congregazione di Verona. Anzi farò tutti i miei sforzi, e certo vi riuscirò avendo io qui un’Opera magnifica di candidati e di Suore, che si formano all’arduo e scabroso apostolato dell’Africa Centrale, che così poco si conosce in Europa anche da uomini grandi, ed altolocati”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 6040-6041)

La comunidad que se enamora de los bienes materiales pierde el amor hacia los verdaderos bienes, hacia el Reino de Dios que es servir, compartir y donar.

Martedì, 22 Ottobre 2019  Luca 12,35-38 Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli

Ci siamo chiesti cosa significhi per un discepolo di Gesù essere svegli? È sveglio il discepolo che sempre cammina, il discepolo che vedendo annuncia e guarisce. Il discepolo che in mezzo a tento voci sa discernere quelle che costruiscono vita e vita per tutti. Comboni nella chiesa di san Zeno a Verona chiede che la città rimanga forte nella fede e la doni all’Africa.

“Degnati, o gloriosissimo S. Zenone, di suscitare da questa sacra terra veronese elette vocazioni all’arduo e santo apostolato della Nigrizia; e fa sì, che da questa religiosa città e Diocesi, mercé il potente aiuto di assidue e fervorose preghiere, e di sante e generose vocazioni apostoliche de’ tuoi figli, sia nell’Africa Centrale trapiantato il tesoro prezioso di quella cattolica fede, che tu già dall’Africa ci portasti in Verona; affinché questa fede santissima, che costituisce la vera grandezza e la vera gloria del popolo veronese, torni all’Africa ed all’infelice Nigrizia sorgente inesausta di redenzione e di vita”. (Omelia in san Zeno, Scritti, 6081)

Estar despiertos es caminar por los caminos del mundo viendo lo que acontece, anunciando el Evangelio y curando a los enfermos, a toda clase de enfermos.

 

Mercoledì, 23 Ottobre 2019  Luca 12,39-48 A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più

E a noi fu dato veramente molto? Io ritengo che ci fu dato tutto. Ci è stato dato il Figlio: colui che è la pienezza. E allora giustamente ci viene chiesto molto, ci viene chiesto tutto. Il mondo ci chiede tutto e se non diamo tutto lo deludiamo, lo impoveriamo. Il Padre ci chiede tutto e se non diamo tutto non siamo figli come il Figlio amato Gesù. Comboni nella sua stanchezza si abbandona nella braccia della Provvidenza.

“A causa di tante fatiche, privazioni, malattie, febbri, crepacuori, lotte e contraddizioni sostenute per molt’anni, specialmente nell’ultimo terribil periodo della carestia e pestilenza, sono diventato realmente più sensibile ai colpi dell’avversità, e molto più debole a portare le croci. Ma siccome si dee sempre confidare unicamente in Dio e nella sua grazia, e chi confida in sé confida (scusi) nel più grosso asino di questo mondo, al riflesso che le opere di Dio nascono sempre appiè del Calvario, e devono essere contrassegnate col sigillo adorabile della sua Croce, ho pensato di abbandonarmi in braccio della divina Provvidenza, che è fonte di carità pei miseri, e tutrice sempre dell’innocenza e della giustizia; e per conseguenza di mettermi nelle mani dei miei Superiori…”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 6084-6085)

Dios nuestro Papito nos pide todo y si nosotros no lo damos todo no somos hijos como el Hijo amado Jesus.

Giovedì, 24 Ottobre 2019  Luca 12, 49-53 Sono venuto a gettare fuoco sulla terra

Il messaggio di Gesù è di purificare: è fuoco che ci porta a distinguere le scorie dal prodotto o metallo genuino. In noi, discepoli amati, sempre deve essere presente il perdono. E quindi camminiamo sulla strada delle diversità, senza giudicare o condannare. Sperando e amando. Così Comboni affronta i momenti difficili che attraversano le sue comunità al Cairo.

“Sono rimasto oltremodo dolente nel sentire che non si vuole accettare un orario, che potrebbe essere opportuno per tutti i buoni cristiani. Considerato che ora fa assai caldo in Cairo, fino alla mia venuta nel prossimo mese, siccome già si fa lezione spirituale anche colle novene ed officio etc. e alla sera, così io dispenso tutti dalla lezione spirituale delle 2 pomeridiane. Mi pare che vi sia del malcontento. Cercate perciò di trattare tutti con bei modi e gentilezze: se non si può ottenere dieci gradi di perfezione, otteniamo quel che possiamo, anche uno solo. Quando poi verrò io farò il possibile per fare la volontà divina. Voi intanto siate mite…”. (a don Francesco Giulianelli, Scritti, 6106 e 6111)

Vamos caminando en los caminos de la diversidad sin juzgar ni condenar. Esperando y amando.

Venerdì, 25 Ottobre 2019  Luca 12,54-59 Come mai questo tempo non sapete valutarlo?

Siamo capaci di leggere la realtà, non alla luce dei nostri propri orizzonti, ma di quelli del Dio di Gesù: il Padre? Quali sono i segni che ci dicono che il nuovo è vicino? E i segni del vecchio che stenta a morire? Non possiamo ignorare l’incontro tra i popoli, le culture e le religioni. Comboni è un uomo saggio e prudente.

“Io sono affogato da lavoro per Propaganda. Scrivo notte e giorno, e per spicciarmi e partir presto da Roma (sono senza segretario, senza aiuto; è duro! militia est!), perciò tengo qui più di 30 lettere o pacchi di lettere, che non voglio leggere per occuparmi solo dell’importante lavoro di Propaganda. Ma le sue le leggo subito e tutte. Tenga sub sigillo confessioni quanto segue: che lo dico solo a lei, col permesso di parlare solo solo al P. Vignola, perché né io né lei abbiamo segreti con quel santo uomo, che, scommetto, è nato quasi senza peccato originale, e non respira che solo la più pura gloria di Dio e il bene dell’anime, senza umane passioni, senza egoismo, interesse e secondi fini etc.”. (a p. Giuseppe Sembianti, Scritti, 6133)

Es mucho muy importante leer y vivir la realidad a la luz de los horizontes de Dios y no de los nuestros.

 

Sabato, 26 Ottobre 2019

Luca, 13,1-9 Se porterà frutti per l’avvenire

Come quel contadino ci impegniamo a voltivare l’albero che non produce frutti. Vogliamo credere che, se non li ha prodotti, non significa che che non possa produrli in futuro. La conversione è: aprirci al futuro, un futuro in cui si realizzi il sogno del padrone del campo, il sogno del Dio della vita. Comboni coltiva con il Massaia apostolo dei Galla in Etiopia.

“Finalmente ho compiuto un lavoro, che m’interessava, e stanco ed oppresso mi voglio prendere un picciolo sollievo e mercoledì o giovedì verrò a trovare il mio caro Monsignore e Padre. Il mio grido di guerra è: “O Nigrizia o Morte”, ma vengo ad attingere un Finalmente ho compiuto un lavoro, che m’interessava, e stanco ed oppresso mi voglio prendere un picciolo sollievo e mercoledì o giovedì verrò a trovare il mio caro Monsignore e Padre. Il mio grido di guerra è: “O Nigrizia o Morte”, ma vengo ad attingere una scintilla di quello zelo apostolico da Lei, Monsignore, che è il veterano delle africane battaglie, e che sperimentò più di tutti e prima di tutti la dolcezza delle privazioni, e le laboriose difficoltà dell’apostolato africano; e provò in se stesso la splendida verità corroborata da una lunga esperienza, che Cristo ha fabbricato la Croce e non la carrozza per andare in paradiso e condurvi gli altri”. (a mons. Guglielmo Massaia, 6137)

Si aquel arbol non ha producido frutos hasta hoy, esto non significa que no puede producirlos desde ahora en adelante. Este arbol posiblemente seas tu!

 

 

Domenica, 27 Ottobre 2019

Luca 18,9-14 Due uomini salirono al tempio a pregare

Oggi ci facciamo tre domande. Che cos’è la preghiera? Di che cosa c’è bisogno per pregare? A dove porta la preghiera? Rispondiamo. La preghiera è l’incontro di due cuori. Per pregare c’è bisogno di sentirsi amati. La preghiera porta a dare la vita. La preghiera è sempre abbandonarci nelle braccia del Padre per essere la sua presenza di tenerezza nel mondo, una tenerezza che fa spazio a tutti. È questa l’esperienza che ci racconta oggi Daniele Comboni.

“Sabato sono tornato dal Vaticano pieno d’entusiasmo, perché rimasi seduto col Papa Leone XIII per ben un’ora e mezza, e per altra mezz’ora rimasi con Lui nella Sala del Trono. Il Papa Leone XIII è tutto fuoco per l’Africa, e benché sieno passati ben 16 mesi da che ricevette le mie ultime cinque Suore (Sup.ra Suor Amalia) pure mi confessò che n’è entusiasmato del loro spirito di sacrificio, unito a tanta semplicità. Egli aveva domandato a Suor Amalia Andreis se non aveva paura della morte; ed alla sua risposta che sarebbe felice di morire anche subito per amore di Cristo e dei negri, ne sente ancora l’impressione e mi affermò la sua ammirazione”. (a don Angelo Tagliaferro, Scritti, 6139)

La oracion del discipulo es siempre una oracion misionera que nos lleva a vivir con los horizontes de Dios nuestro Abbà y que nos lleva a acoger a todos. Señor que vivamos siempre con corazòn misionero.

 

Lunedì, 28 Ottobre 2019    Luca 6,12-19 Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici

Gli apostoli sono scelti tra i discepoli. Il discepolo impara nella e attraverso la sequela. Fa proprio il progetto del Maestro; si mette sullo stesso cammino; condivide lo stesso stile di vita al servizio del regno. Nessuno può essere aspostolo se non è discepolo. Il numero 12 indica la pienezza. Nei 12 ci sei anche tu, ognuno di noi. Comboni ne è testimone e continua a cercare preti santi per la sua Africa.

“Per carità, E.mo Principe, abbia compassione del mio Vicariato, che è il più difficile, e che al mondo vi sono pochi veri preti morti al mondo ed a se stessi, come Jermolinsky che il P. Felinski a Roma conosce bene, e sa il mio affare, e sa cosa ho fatto io per questo santo pretino, che fece sotto di me le sue prove, e l’arduo suo tirocinio, e che conosce le difficoltà e l’importanza della mia missione, e che sarebbe felice di morire nell’Africa Centrale. E’ uomo di straordinaria abnegazione, e che colla sua carità si fa adorare dagli africani, e certo mi convertirebbe una tribù di neri”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 6158)

Nadie puede ser aspostol si antes no es discipulo de Jesus. El discipulo es aquel que piensa y vive come Jesus

 

Martedì, 29 Ottobre 2019  Luca 13,18-21 Il regno di Dio è simile a un granello di senape

Piccolo l’inizio della storia del popolo d’Israele, piccola la giovane donna di Nazaret, piccolo il luogo dove Gesù è nato, piccolo l’inizio della sua avventura di uomo itinerante, piccolo l’inizio della chiesa. Piccolo, ma grande. Quando torneremo al piccolo per contemplare la grandezza del Dio della vita? Per cantare: “Grandi cose ha fatto in me, in noi, nel mondo? Daniele Comboni è testimone della piccolezza del Regno di Dio.

“Non posso scrivere, perché occupato notte e giorno. Ricevetti stamane le sue gradite lettere: ma come rispondere, se oggi tutto il giorno fui occupato in gravissimi affari col R.mo Visitatore Ap.lico dei copti etc.? Mentre l’avea destinato a scrivere? Eppoi per partire da Suez ai 20, bisogna che tutti lavoriamo come somari; e poi devo preparare ben determinati i miei gravi affari col Khedive, che domani alle 11 ant. mi riceve in udienza privata. Dunque come io mi raccomando a Dio, così abbia ella piena fiducia nel Cuor di Gesù, che la dirigerà bene e per Sestri e per Verona”.

(a p. Giuseppe Sembianti, Scritti, 6165)

Que hermoso el camino de la vida que siempre nos abre nuevos horizonte y nos hace crecer hasta la plenitud de Dios, el Dios de la vita, de la vida sin fin. Alegrate.

 

Mercoledì, 30 Ottobre 2019 

Luca 13,22-30 Cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno

Gesù cammina verso Gerusalemme. Io suo discepolo, verso dove cammino? Mentre cammina, Gesù insegna, e io? Te la senti di dire: la mia missione è quella di annunciare senza paura di ciò che l’annuncia comporta per me e per chi lo riceve.

“Ora veggo chiaro come l’O degli otto, che è Gesù Cristo che ci guida… Dunque, mio caro Padre, coraggio, e avanti, e non si sgomenti, e sostenuto dal Cuor di Gesù (a cui dedico la Chiesa che ora voglio fabbricare qui al Cairo fra l’Ist.o maschile e il femminile, e della quale il dì del natale prossimo metterò la prima pietra, e tutto è già scavato), da Nostra Signora del Sacro Cuore, dal nostro caro Beppo … Io non temo dell’universo intero. Si tratta degli interessi di Gesù e della Chiesa, e noi riusciremo a divenire non dispregevoli pietre del fondamento del grande edificio della Chiesa africana, che è l’opera più ardua, ma la più gloriosa ed umanitaria hic et nunc della Chiesa cattolica”. (a p. Giuseppe Sembianti, Scritti, 6172)

Cual es la meta de mi caminar? Y caminando enseño?

Giovedì, 31 Ottobre 2019  Luca 13,31-35 Benedetto colui che viene nel nome del Signore

Gesù non si ferma e sottolinea il suo impegno di liberazione e di guarigione. Siamo di fronte a un appassionato invito in cui non c’è spazio né per il rimprovero né per la condanna. Tutto lo spazio è occupato da un appassionato invito all’accoglienza e dalla certezza che giungerà il momento dell’incontro. I limiti e le difficoltà sono molti ma Comboni va avanti. Termina oggi il mese missioanrio straordinario e noi rinnoviamo il nostro impegno missionario.

“Il Dichtl è un soggetto molto buono, così pure D. Giuseppe; essi hanno il vero spirito di morire pei negri. Giulianelli è un amministratore bravissimo, ma come Superiore, benché si sia un po’ corretto, vale poco. Come amministratore (fu 2º impiegato del Papa alle Finanze) è un gioiello, e bramo che anche Lei nel tenere i registri e nel mandarmene il sunto, si conformi al sistema di Giulianelli, che mi pare molto perfetto e semplice. L’ho quindi incaricato di mandargliene un modulo, che lo farà dopo la mia partenza. Le Suore di Cairo e specialmente Sr. Amalia, non sanno neanche una parola di arabo, e rimasero stupefatte nel vedere che la Casella e la Benamati intendono tutto”. (a p. Giuseppe Sembianti, Scritti, 6176-6177)

Hoy se acaba el mes misionero extraordinario. Nos unimos en oracion para que en nuestras vidas nunca se acabe el compromiso misionero. SOMOS COMUNIDAD MISIONERA!