Domenica, 1 Settembre 2019 2019  

Lc 14,1.7-14 Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato

La scelta del primo posto, riguarda prima di tutto il cuore, non le sedie: è questione di stile di vita. Gesù è colui che ha scelto l’ultimo posto: “si è fatto ultimo”. Si è spogliato dei suoi privilegi di “onore e gloria” e ha condiviso con gli ultimi, emarginazione e precarietà. Non basta che tu sia un invitato, devi essere anche uno che invita. Chi si presenta con grandi idee di pace e di giustizia non è credibile se non provvede a colmare i bisogni più elementari di ogni persona. La strada della misericordia è la strada del servire e nel servire la chiesa splende e illumina. Comboni consola la famiglia Grigolini.

“Dio ama e predilige la famiglia Grigolini, perché è una famiglia veramente cristiana, imbevuta dello spirito del Signore, e ferma ed incrollabile nella sua fede e religione. E Dio ama questa cara famiglia, perché lo ha mostrato col chiamare a sé il Signor Lorenzo, sì buon padre, buon marito, buon fratello, buon Cristiano…… L’eterno Padre amò il suo divin Figlio?.. lo amò di un amore infinito, e perciò volle che morisse fra i tormenti sulla Croce. Gesù Cristo amava la sua SS.ma Madre: eppure benché madre di Dio volle che fosse la Regina dei Martiri. Gesù Cristo ama la sua Chiesa immacolata sua Sposa; eppure permette che sia tribolata fino alla fine del mondo, volle che nuotasse nel sangue dei martiri… Ora dico che Dio ama la sua famiglia, perché le mandò una grandissima croce, col toglierle il Sig.r Lorenzo. Avendo così voluto il Signore, ella deve prendere coraggio, e pensare che Dio l’ama. Si conforti, si consoli adunque; e si facciano coraggio tutti della famiglia. E così fa la sua cara figlia Teresa”. (a Stella Grigolinim Scritti, 5074-5075) )

El camino de la misericordia es el camino del servir. Sirviendo, tu resplandeces y eres luz para el mundo entero.

 

Lunedì, 2 Settembre 2019  Luca 4,16-30 Lo Spirito è su di me

Gesù riconosce la presenza dello Spirito nella sua vita, di quello Spirito che fa di lui l’inviato al mondo. Lo Spirito sempre fa di noi dono portandoci a dire SI a Dio e alle persone. Comboni e i suoi missionari vivono tutto questo e nulla li ferma. “Sono occupatissimo a sistemare le cose, ed avviarle ad un prospero avvenire, ad onta delle gravi difficoltà sopravvenute eccezionalmente in quest’anno pella generale carestia di viveri e di acqua, e pel calore eccezionale, che all’ombra in casa oltrepassa i 40 gradi, come nel deserto al sole ebbimo quasi ogni giorno da 55 a 60 gradi. Abbiamo patito assai, e soffriamo assai; ma ne siamo contenti, perché crescendo l’opera nostra appiè del Calvario, porterà certo ubertosi frutti. Ora mi è d’uopo lavorare assai in queste missioni per promuoverne il bene spirituale, e mi è d’uopo scrivere molto ai miei privati benefattori d’Europa per cavare dalla barba di S. Giuseppe aiuti pecuniari affine di coadiuvare l’ottimo mio braccio destro D. Antonio Squaranti Amministratore generale dei beni temporali del Vicariato, che ho qui al mio fianco”. (Al card. Giovanni Simeoni, Scritti,

(al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5084)

Si el Espiritu de Dios guia tu vida tu eres bendicion para todos y en todo lugar.

 

Martedì, 3 Settembre 2019  Luca 4,31-37 Io so chi tu sei: il santo di Dio

Sei convinto che tutto il potere del male è sottomesso a Gesù e che lo stesso Gesù può liberare da ogni male la persona che gli si affida? Sei disposto con la folla e come la folla a osservare, riconoscere e benedire? Siamo testimoni di quel Gesù che è disposto a tutto meno che a rompere con il Padre? Comboni prende atto con gioia di chi s’impegna ad annunciare il Vangelo in Africa.

“Sono occupatissimo a sistemare le cose, ed avviarle ad un prospero avvenire, ad onta delle gravi difficoltà sopravvenute eccezionalmente in quest’anno pella generale carestia di viveri e di acqua, e pel calore eccezionale, che all’ombra in casa oltrepassa i 40 gradi, come nel deserto al sole ebbimo quasi ogni giorno da 55 a 60 gradi. Abbiamo patito assai, e soffriamo assai; ma ne siamo contenti, perché crescendo l’opera nostra appiè del Calvario, porterà certo ubertosi frutti. Ora mi è d’uopo lavorare assai in queste missioni per promuoverne il bene spirituale, e mi è d’uopo scrivere molto ai miei privati benefattori d’Europa per cavare dalla barba di S. Giuseppe aiuti pecuniari affine di coadiuvare l’ottimo mio braccio destro D. Antonio Squaranti Amministratore generale dei beni temporali del Vicariato, che ho qui al mio fianco”. (Al card. Giovanni Simeoni, Scritti,

“La conversione dell’Africa essendo sempre stato il cocentissimo desiderio di tutta la mia vita, egli è con somma consolazione che io veggo ridestarsi lo zelo dei sullodati missionari Algerini per la salute degli africani. Ma così sull’aria, e senza conoscere i caratteri più culminanti d’una probabile riuscita, mediante mezzi non più certi di quelli che io posseggo cedere la mia giurisdizione sui Laghi Nyamza, verso i quali ho diretto da qualche tempo i miei sforzi, mi pare che per ora non sia conveniente, e non si debba assolutamente; ed a ciò io ed i miei missionari non siamo punto disposti, e ciò pel bene di quelle popolazioni, che sono il naturale obiettivo delle missioni future del Fiume Bianco; e ciò tanto più che i Laghi Nyanza non tarderanno ad essere conquistati dal Khedive di Egitto, il quale per Gordon Pascià a sole tre ore di distanza da Victoria Nyamza fabbricò l’anno scorso un forte tenuto in guarnigione dagli Egiziani. Del resto dichiaro colla sincerità del cuore che sono pronto a tutto quello che vorrà da me la S. Sede, e quindi a cedere non solo l’Equatore, ma Khartum e Cordofan e quanto piacerà alla S. Sede unica padrona ed arbitra di tutto”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5096 e 5097) Somos discipulos de Jesus que acepta todo menos romper la relaciòn con el Padre y anunciar al mundo el Reino de Dios.

 

Mercoledì, 4 Settembre 2019  Luca 4,38-44 Andava predicando nelle sinagoghe della Giudea

Nella sua prima giornata di attività, Gesù va nella sinagoga, entra nella famiglia, incontra la società nella piazza, va in un luogo solitario a pregare. Ovunque libera e guarisce. Abbiamo bisogno di scoprire e di incontrare oggi dei cristiani che hanno qualcosa da dire all’ambiente religioso, alla famiglia e alla società. Abbiamo bisogno di cristiani; che seguono la loro strada senza lasciarsi condizionare. Comboni vede nella suora missionaria la vera evangelizzatrice dell’Africa.

“Veniamo a noi. Ho trovato le mie care quattro Suore di Khartum in uno stato di perfetta salute e soprattutto Sr. Severina, che dopo due anni e mezzo non ha mai avuto un mal di testa, anche se lavora giorno e notte.

Le nostre quattro Suore di Khartum sono un miracolo di dedizione e di carità. Sr. Severina è una vera Madre. Sr. Germana è il tipo della vera missionaria; Sr. Eufrasia è un angelo; Sr. Enrichetta è una vera Suora di carità e riesce in tutto. Queste quattro hanno lo spirito vero della sua ammirabile Congregazione. Nella loro semplicità e dedizione e senza rumore, hanno sostenuto tutti i lavori di questa Missione difficile. Esse sono quattro preti che lavorano per otto preti.

A Berber si trovano cinque Suore del mio Istituto di Verona. Sono destinate a una nuova Missione che fonderò tra poco. Ecco il mio segreto, fondato su una lunga esperienza di 21 anni. In una Stazione o Missione, dove ci sono sei o sette Suore, io posso mettere solamente due preti Missionari e due preti con sei Suore in una Missione dell’Africa Centrale faranno più del bene che in una Missione con dodici preti senza Suore. Questa è una verità”.

(a Eufrasia Maraval, Scritti, 5106 e 5117)

Debemos ser cristianos que tienen algo que decir a la sociedad de hoy. Cristianos que no se dejan condicionar.

Giovedì, 5 Settembre 2016  Luca 5,1-11 E insegnava alle folle dalla barca

Quando non è manipolata la folla è simpatica: fa ressa attorno a Gesù e vuole ascoltare. Come puoi non guardare la folla con un sorriso? Tutte le folle. E come puoi non desiderare di avere il coraggio di Pietro e degli altri che nel nome di Gesù gettano le reti e poi lasciano tutta quell’abbondanza per seguirlo? Gesù vale molto di più di due barche piene di pesci. Comboni guarda alle popolazioni dell’Africa e ne scrive con entusiasmo.

“Sono le missioni cattoliche che hanno il vantaggio di fondare, continuare e perpetuare il bene; e le missioni cattoliche di Khartùm, del Kordofan e di Gebel Nuba, sono non piccolo monumento della civiltà europea che ora esiste nell’Africa centrale. E’ d’uopo adunque che la scienza e la religione si bacino in fronte, si aiutino a vicenda e producano insieme quel miglioramento e quella rigenerazione e vera civiltà che deve essere lo scopo di quello slancio sublime a cui mira la scienza… E’ d’uopo seguire con ardore inconcusso e perseverante questo nobile slancio destatosi in Europa per l’Africa centrale, né le grandi imprese che si intraprenderanno a questo sublime scopo si devono mai abbandonare per prove terribili e disastri e difficoltà a cui si andrà incontro. Ad errori, disillusioni e disdette succederà l’acquisto di una pratica esperienza che additerà le vie ed i mezzi più efficaci per raggiungere il nobile fine; e se la costanza dominerà lo spirito dei principali attori, si riuscirà ad un perfetto trionfo”. (a Manfredo Camperio, Scritti, 5144-5146)

Jesus vale mucho mas que dos barcos llenos de pescaditos. Por eso que aquellas personas lo dejan todo para seguir a Jesus. Y tu?

Venerdì, 6 Settembre 2016  Luca 5,33-39 Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?

4 parole del Maestro: 1. Non si può accogliere il Vangelo con cuore vecchio. 2. Ogni persona orgogliosamente affezionata al passato, difficilmente accetta la gioiosa vitalità del nuovo. 3. Normalmente vecchio e nuovo non si uniscono pacificamente. 4. Il nuovo, offerto da Gesù, non soddisfa il gusto di coloro che hanno bevuto il vino vecchio della Legge. Tutto questo, Daniele Comboni, lo vive in situazioni traghiche.

“La carestia! Questo terribile flagello che già da tempo desola alcune parti del mondo, si fa vivamente sentire, e produce i suoi luttuosissimi effetti anche nell’Africa Centrale. Trovai che la miseria cresceva in ragione che s’andava innanzi. Arrivato a Corosco sul limitare del gran deserto temetti di dover tornar indietro o fermarmi per mancanza di cammelli. Mi si diceva ch’erano morti quasi tutti per fame, e fu solamente per le potenti raccomandazioni di sua Eccellenza Gordon Pascià governatore del Sudan che per buona ventura incontrai in Assuan, e per la mia vecchia amicizia col Sceihk o gran capo del deserto, che potei ottenere 50 cammelli cioè una terza parte di quelli che mi sarebbero occorsi pel passaggio del deserto, pagandoli ad un prezzo eccezionale. E quali cammelli! Tutti macilenti, piagati e stanchi; non si poterono caricare che per metà del peso consueto, e tuttavia molti caddero sfiniti lungo la via e rimasero ad accrescere il numero degli scheletri e delle ossa biancheggianti di cui è tutta seminata la via. Noi abbiamo esaurito tutte le provvigioni che avevamo ed anche speso tutto il danaro per nutrire i numerosi stabilimenti che teniamo in Khartum, Berber, Obeid e Gebel-Nuba. Abbiamo soccorso le non poche famiglie dei nostri cristiani che versano nella massima indigenza: aiutammo in quanto potemmo anche i musulmani posti in estrema necessità, perché la carità in simili casi non distingue fra greco arabo e siro; ma ormai siamo costretti a dover chiudere la porta in faccia a tanti infelici che vengono a chiederci del pane”. (a don Bartolomeo Rolleri, Scritti, 5148-5149 e 5151-5152)

El evangelio podemos acogerlo solo con un corazon nuevo, viviendo una vida abierta capaz de descubrir la belleza del nuevo que nace en medio de grandes contrariedades. Sabato, 7 Settembre 2016  Luca 6,1-5 Non avete letto quello che fece Davide?

Per vivere bisogna alimentarsi. Dio è a favore della vita e anche a favore della scelta umanitaria di saziare la fame. Tutto deve essere a favore della vita, anche il sabato di cui Gesù è il Signore. E tutto ciò che non fa crescere la vita non entra nel progetto di Dio, non può fare parte degli orizzonti del discepolo; dei nostri orizzonti. Anche il cuore di Comboni si commuove e soffre.

“Il perché, se il mio cuore si strinse più volte nel leggere i desolanti quadri che della carestia e della fame ci dipinsero i miei confratelli Vicari Apostolici, i Missionari e Governatori e viaggiatori della Cina della Mongolia e dell’Indie Orientali, immagini ognuno quanto mi senta commuovere nelle viscere al vedere riprodotte queste scene sotto de miei occhi in queste infelici regioni alle mie cure affidate! Le opere di Dio debbono sempre nascere al piè del calvario, le croci e l’afflizioni sono il carattere distintivo delle sante imprese. La santa Sede affidò alla mia debolezza il formidabile incarico di piantare la Croce di Gesù Cristo fra l’innumere tribù dell’Africa Centrale su cui pesa ancora tremendo l’anatema di Canaan. E’ suonata l’ora della redenzione della Nigrizia, ed uno dei contrassegni che quest’ora è scoccata è la presente tribolazione ch’opprime il mio Vicariato, il quale è il più vasto, il più laborioso, il più popolato dell’universo.

Ah! Io sono convinto che sensibili a questo grido di immenso dolore molte anime caritatevoli s’affretteranno a sollevare da sì luttuose miserie questi popoli infelicissimi che sebbene diversi di colore, di costumi e di patria pure sono nostri fratelli”. (a don Bartolomeo Rolleri, Scritti, 5153)

Nunca podemos pensar que sea el sueño de Dios lo que no hace crecer la vida.

 

Domenica, 8 Settembre 2019  

Luca 14,25-33 Colui che non porta la propria croce, non può essere mio discepolo

Il discepolato esige decisione, rinunce, rotture. Se Gesù avesse accettato di pensare a se stesso, ai suoi familiari e al suo lavoro, sarebbe morto di morte naturale. Se si fosse accontentato di osservare leggi civili e religiose, di compiere le prescrizioni del culto del tempio e di ossequiare il potere romano, sarebbe morto di morte naturale. Ma allora che cos’è per noi cristiani del 2019 prendere la croce (non le croci!)? Comboni gode di un momento gioioso,

“A Berber ho provvisoriamente sistemate cinque Suore della Congregazione delle Pie Madri della Nigrizia che ho fondato a Verona nel 1872. Sono destinate alla Missione di Gebel Nuba, dove arriveranno verso dicembre o gennaio prossimi. Arrivato a Khartum sono stato ricevuto solennemente, sia da parte dei cristiani di tutti i riti, sia dai musulmani. E’ stato un vero trionfo della fede di Gesù Cristo e della Chiesa cattolica. Ho inviato del personale per fortificare le Missioni del Cordofan e di Gebel Nuba, ho amministrato solennemente il Battesimo e la Cresima a molti adulti e ho pontificato il giorno di Pasqua. Era la prima volta che l’Africa Centrale vedeva il suo Vescovo, il Vicario Apostolico. Ma la poesia esteriore di un brillante ricevimento, di un buon numero di conversioni fatte e preparate e dello splendore dei pontificali, si è ben presto cambiata nella prosa di una funesta carestia, di una spaventosa fame, che dominano una grande parte del mio Vicariato e di un buon numero di debiti che ho trovato e che sono la conseguenza di questi terribili flagelli.

(a Jean Francois Des Garets, Scritti, 5160 e 5164.51659

Ser discipulo exige desprendimiento, dedicar todas las energias a servicio del Reino de Dios.

Lunedì, 9 Settembre 2019  Luca 6,6-11 È lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?

Sei chiamato come Gesù a non abbandonare la tua decisione di creare condizioni di vita più umane, senza manipolare la religione per favorire gruppi non interessati a cambiare la situazione. È un cammino difficile. Di fatto lo stesso Gesù ha fallito a Nazaret e fallirà anche nella discussione sul sabato. Sono troppo forti gli interessi del potere. Ma l’ultima parola spetta alla vita! Coraggio.

“S’immagini, signor Canonico, lo stato del mio cuore, le spese straordinarie, i debiti che bisogna fare per dare da bere acqua torbida ai Missionari e Suore; e siamo fortunati quando riusciamo a saziarci di acqua torbida. Non creda però che il mio animo si scoraggi per tanta miseria. No, o Nigrizia, o morte! Combatteremo fino all’ultimo sospiro; ecco il mio grido di guerra. Questa universale desolazione della più vasta, popolata e laboriosa missione dell’universo, qual’è l’Africa Centrale, è un segnale certo della vittoria, perché la croce è il suggello della stabilità delle opere di Dio, le quali devono tutte nascere appiè del Calvario; ed essa sarà da Dio benedetta e sarà convertita. Oh! quanto son care le croci quando toccano dove duole, perché sono presaghe della vera felicità. Siamo nel tempo della Passione; spunterà il giorno della risurrezione e della vita”. (al can. Giuseppe Ortalda, Scritti 5181-5182)

La palabra definitiva es la palabra de la vida! Va a vencer la vida! Animo!

Martedì, 10 Settembre 2019  Luca 6,12-19 E passò tutta la notte pregando Dio

La scelta viene fatta dopo una notte di preghiera e sul monte, il luogo dell’incontro con Dio. Questa scelta non ne esclude altre. Tutte hanno in comune un elemento: il discepolo/Apostolo viene scelto. La gratuità che è alla base della scelta deve essere la caratteristica della vita di chi è scelto. La condivisione e l’invio sono la ricchezza della quotidianità. È ciò che si realizza in Comboni in mezzo alle malattie e alla fame. “Da 15 giorni malattie epidemiche, tifo e vaiolo dominano in Khartum e nella Nubia. A centinaia i villaggi sono deserti, e le affamate popolazioni vanno errando in cerca di sussidi, e si muore di fame e di sete come le mosche, e si lasciano i cadaveri insepolti. Mai dacché v’è memoria di uomo ebbe luogo nel Sudan tanta carestia. Le opere di Dio deono nascere e crescere appiè del Calvario. La presente tribolazione è una prova di più che l’Opera della Redenzione della Nigrizia è opera di Dio. Il Sacro Cuor di Gesù, Nostra Signora del Sacro Cuore, a cui è consacrata l’Africa Centrale, proteggeranno l’Opera loro. Ho esaurito tutte le mie risorse per sostenere tutte le missioni, e ho trovato oltre a quaranta mille franchi di debito. Per molto tempo le spese sono triplicate, benché e musulmani e Pascià aiutano la missione. Stia certa l’E. V., che S. Giuseppe economo dell’Africa Centrale entro un anno riparerà a tutto, e sosterrà la missione”. (al card Giovanni Simeoni, Scritti, 5184-5185) Tambien para el discipulo, para cada uno de nosotros, la oracion debe acompañar los momentos mas importantes de nuestras propias vidas.

Mercoledì, 11 Settembre 2019  Luca 6,20-26 Beati voi

Nel discorso della pianura (per Matteo della montagna), Gesù si rivolge a persone di elevato livello socio-culturale ed economico come Teofilo al quale Luca dedica il suo Vangelo. Chi soffre deve essere sicuro che Dio sta dalla sua parte. Chi si identifica con i destinatari dei “guai a voi”, deve scoprire che non può sprecare un’opportunità come l’ha sprecata l’uomo ricco, ma deve approfittarne come Zaccheo. A questo modo la salvezza è offerta a tutti. Con Comboni valorizziamo goni situazione.

“Grazie a Dio si lavora assai a Gebel Nuba e a Cordofan, spero assai bene. Anche qui vi sono molti già preparati da molto tempo per entrare nel seno della Chiesa: ma io credo prudente di andare adagio, per provvedere all’avvenire stabile dei catecumeni, perché abbiano a conservare la fede in mezzo al consorzio musulmano. In soli quindici giorni il Signore, in mezzo a tante croci, ci ha dato delle vere consolazioni. Lasciando da una parte i fanciulli morienti mandati col battesimo in paradiso nella imperversante epidemia del tifo (fanciulli infedeli), due musulmani da me battezzati ed impiegati, che si preparavano da alcuni anni, un ricco negoziante greco, che credendo di morire, mi mandò a chiamare, e dopo due visite, fece la sua abiura nelle mie mani, etc. etc. le dico in due parole, come nella scorsa settimana entro lo spazio di sei giorni, il cielo ha acquistato tre anime perdute, che rubarono la eterna gloria del paradiso”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5198)

Quien sufre debe descubrir que Dios se encuentra a su lado; los ricos deben darse cuenta que no pueden desaprovechar una oportunidad como la desaprovechò el hombre rico.

 

Giovedì, 12 settembre

Luca, 6, 27-38 Amate i vostri nemici

Amate… amate i vostri nemici… Amare è il messaggio che Gesù ci lascia dopo aver proclamato le beatitudini. Non amare è morire. Amare è vivere. Dio è amore. Noi, fatti a sua immagine, ci realizziamo amando. dopo aver proclamato le beatitudini. Amore è la vita di Comboni e di ogni battezzato che si realizza vivendo la missione che sempre si apre verso nuovi confini..

“E il capitano Gessi mi spiegò il pensiero di Gordon Pascià, cioè, egli pensa per trasportare la spedizione cattolica sul vapore da Khartum a Lado (circa 800 miglia): colà mette a mia disposizione i portatori neri del Governo per trasportare a piedi sulle spalle i nostri bagagli per 120 miglia sino a Dufile sul fiume, che esce dal Nyanza Vittoria e viene fino a Regiaf e forma il Fiume Bianco, e nello stesso tempo fornisce i tori e le vacche pel viaggio del personale. A Dufile mette a nostra disposizione il vapore che ci trasporterà lungo il fiume fino a Magungo città posta sul Nyanza Albert. Là mette a nostra disposizione le piroghe o trasporti per quel fiume che forma il Nyanza Albert, e che esce dal Victoria Nyanza (240 miglia). In una parola il Governo e Gordon Pascià paga nove decimi di tutte le spese occorrenti per fare la mia spedizione cattolica ai Laghi Nyanza; ond’io con una gentil lettera inglese ringraziai Sua Eccellenza, ed accettai la generosa offerta che mi ha fatto, e senz’altro prenderò le mie misure per questo alto scopo”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti 5208)

No hay enemigos cuando tenemos la capacidad de soñar nuevos horizontes. Sueña tambien tu y juntos tendremos la capacidad de vencer lo que nos aleja los uno de los otros.

 

Venerdì, 13 settembre Luca 6,39-42 Può forse un cieco guidare un altro cieco? Ci sono molte travi, anche nella mia vita. Travi che sostengono troppi tetti, che mi impediscono di essere riscaldato e illuminato dal sole. Travi che mantengono in piedi costruzioni, opera di mano d’uomo, di cui non rimarrà pietra su pietra. Travi che rinchiudono in ambiti stretti quel Vangelo che non ha confini. La situazione ambientale del Sudan si fa sempre più difficile e Comboni non si scoraggia ma mette nelle mani di papa Leone XIII la missione africana.

“Già prima d’ora io avrei dovuto presentare al trono di Vostra Santità l’offerta pienissima del mio ossequio, della mia servitù, e della mia devozione senza misura; perché al mio arrivo in Khartum verso la metà del passato aprile, ebbi la consolante notizia della fausta e prodigiosa vostra esaltazione alla Cattedra di S. Pietro. Ma gli stenti indicibili di un fortunoso viaggio di ben 77 giorni da Cairo fin qui, la faticosissima traversata del gran deserto sotto quasi 60 gradi di calore, e le riassunte gravissime cure dell’arduo e laborioso mio Vicariato, che trovai oppresso dal flagello d’una spaventosa carestia, mi hanno condotto, senza quasi accorgermi, a procrastinare fino ad oggi questa mia rispettosa e cordialissima filiale oblazione; sì che mi contentai pel momento di farle giungere i miei omaggi e le mie congratulazioni per mezzo del venerato Cardinale Prefetto di Propaganda, e del benemerito Sig. Cardinale Segretario di Stato”. (a Leone XIII, Scritti, 5213)

Hay demasiadas vigas que nos impiden ver al otro, ver a Dios con sus sueños y a la creacion entera.

 

Sabato, 14 Settembre 2019  Giovanni 3,13-17 Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito

Il Vangelo di Gesù capovolge la logica umana e, perciò, solo una vera conversione ci consente di accoglierlo e di comprenderlo. Così, Gesù si ritira quando “stavano per venire a prenderlo per farlo re” (6,15), ma offre se stesso quando lo vogliono crocifiggere. È assurdo! Ma, per rispondere alla pazzia di questo mondo che distrugge la giustizia di Dio con la menzogna e la violenza, Gesù offre la verità dell’amore solidale con le vittime, fino alla croce, e ricompone l’armonia fra gli esseri umani. A Comboni interessa che in Africa vadano europei integri.

“Finalmente un’ultima massima è importante nella grande impresa di Sua Maestà: è quella di scegliere degli esploratori la cui moralità sia ben conosciuta (e su ciò sono convinto che in Belgio e in Polonia si possano fare delle belle e magnifiche scelte) poiché altrimenti, invece di portare nell’Africa Centrale la civilizzazione, si porterà la demoralizzazione, lo scandalo e l’odio contro l’europeo, come è successo sovente. Gli africani hanno abbastanza tatto e buon senso per distinguere perfettamente tra i viaggiatori europei e i Missionari e Suore cattolici e sanno ben apprezzare i buoni costumi in modo che quando essi vedono un viaggiatore europeo la prima volta, nascondono le donne nelle loro capanne o nel deserto. Al contrario, quando vedono i Missionari o le Suore si avvicinano a loro, li incontrano ben allegri, presentano i loro bambini e le loro donne che ci domandano delle medicine, delle monete e ci portano da mangiare etc.”. (a Leopoldo II re del Belgio, Scritti, 5238-5239)

Jesus construye armonia entre los seres humanos con la cruz que es amor solidario con los mas debiles.

 

Domenica, 15 Settembre 2019  

Luca 15,1-32 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo

Il nostro Dio è il Dio della gioia, Il Dio che gioisce perché ha fatto bene tutte le cose.

Il Dio che, come mi diceva un giovane: ci cerca senza mai abbagliarci. L’autenticità di una comunità si misura dal fatto che pubblicani e peccatori si avvicinano per ascoltare parole di misericordia. Con Comboni continuiamo il nostro impegno di fedeltà alla missione.

“Una dolorosa carestia e una estrema mancanza di viveri, aggiunte a dannose malattie, desolano da un anno il mio immenso Vicariato e al seguito di questi flagelli tutte le mie risorse sono esaurite e io mi trovo accasciato da gravissime preoccupazioni. Ecco dunque il desiderio ardente che vengo a esprimerle: che lei faccia, nel “Messaggero” una raccomandazione speciale agli amici del Sacro Cuore che lei spinga a pregare ardentemente per il mio caro Vicariato, per me e per i miei Missionari, così come per le mie Suore dei due Istituti di S. Giuseppe dell’Apparizione e delle Pie Madri della Nigrizia, che prestano il loro servizio nell’Africa Centrale. Queste preghiere devono avere per oggetto la conversione dei miei cari infedeli e di ottenere anche le risorse necessarie per tutte le opere del Vicariato. Queste suppliche non devono avere per scopo l’allontanamento delle croci, delle sofferenze, delle pene e delle privazioni straordinarie alle quali siamo sottoposti noi e i nostri Missionari, poiché la croce e le più grandi tribolazioni sono necessarie per la conversione, per la stabilità e i progressi delle opere di Dio, che devono sempre nascere, crescere e prosperare ai piedi del Calvario. Oh, come è bello soffrire molto per Gesù e per le anime più abbandonate della terra che ci sono affidate dal Vicario di Cristo! Il Cuore divino e adorabile di Gesù ci aiuta grandemente a ci fortifica nella croce”. (a p. Henry Ramiere, Scritti, 5257-5258)

Una comunidad es verdadera comunidad de discipulos de Jesus si en aquella comunidad los que tienen problemas y cualquiera tipo di dificultad encuentran espacio para acercarse al Señor.

Lunedì, 16 Settembre 2019  Luca 7,1-10 Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire

Il centurione evangelizza Gesù, lo aiuta ad aprire i suoi orizzonti. Gesù ha sempre avuto coscienza dell’universalità dell’amore del Padre, e di esserci a questo mondo, come benedizione per tutti i popoli. Ma come? Questo, lui che cresceva in età, sapienza e grazia, lo scopre giorno dopo giorno lasciandosi evangelizzare. Gli ultimi ci evangelizzano. Le giovani Chiese ci evangelizzano. Lo afferma anche san Daniele Comboni. Ecco cosa scrive a una suora di origina nubana.

“Tu poi che sei Nubana, sappi che la missione da me fondata nelle tribù dei Nuba cammina, vi ho mandato tra gli altri un santo prete mio missionario, che sta tirando giù la lingua; ed è D. Gio. Losi di Piacenza che ho nominato Parroco, con D. Luigi Bonomi veronese, che ne è il Superiore. Essi vi lavorano alacremente: sono tutti nudi uomini e donne, ma ben disposti. Quando nel 1875 fui a fondare quella missione, intimai al gran capo di vestire le sue donne. Egli mi disse ch’era impossibile, perché col vestito non avrebbero avuto figli. Allora mandai in servizio di quella missione alcune famiglie di negri neoconvertiti, le cui mogli vestono sempre; e quando alcuna di queste ebbe figli, il gran capo esclamò: “Agiàb, il Provicario avea ragione” ed ora cominciano a vestirsi quelli che trovano qualche straccio. Nel prossimo ottobre, dal regno del Cordofan passerò alla visita Pastorale di Gebel Nuba, per preparare le cose, affine di stabilirvi le Suore veronesi, che ora ho provvisoriamente collocate a Berber”. (a suor Maria Annunziata Coseghi, Scritti, 5271 e 5272)

Los pobres y los que piensen en modo distinto de como pensamos nosotros, tambien estas son las personas que nos evangelizan. Y tambien las jovenes iglesias nos evangelizan.

Martedì, 17 Settembre 2019  Luca 7,11-17 Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli

L’iniziativa è di Gesù: è lui che cammina, che raggiunge quel villaggio, che incrocia quel corteo di morte, che si commuove, che tocca, che parla, che restituisce il ragazzo alla mamma. La mamma rappresenta l’umanità che non ha futuro. Gesù apre al futuro ridonando la vita. Il discepolo missionario ridona la vita come il suo Maestro che lo chiama e lo invia.

“ ,,,il mio cameriere, o cappa nera, che avea condotto da Roma, ed era un angelo, con un colpo di sole mi morì in poche ore. In poche ore pure mi morì D. Policarpo Genoud, giovane Sacerdote di Bolzano, ordinato a Trento nell’autunno del 1876, il dì 30 p.p. giugno. Insomma sono pieno di croci, e nuoto nell’affanno, e nella desolazione, e veggo un fosco avvenire. Io passai due mesi e mezzo ammalato con una debolezza straordinaria. Noi beviamo sempre acqua, e non sappiamo cosa sia vino, e che acqua. Per due mesi e mezzo non ho dormito cinque minuti ogni 24 ore: abbiamo da 32 a 34 gradi Réaumur nella nostra stanza, e bisogna correre qua e là a tutte l’ore pel ministero, e soprattutto, per battezzare e cresimare etc. Alla mattina una spossatezza, che rade volte mi permise di dir messa. Ora dormirò forse un’ora scarsa ogni 24, ma sono sempre stracco, e sul lavoro, e a scrivere in Europa per avere elemosine e sussidi. Insomma è un martirio prolungato e penosissimo. Le Opere di Dio devono nascere e crescere appiè del Calvario… Sì, cascherà il mondo; ma io, finché il Cuore di Gesù assisterà colla sua grazia, starò fermo ed incrollabile sul mio posto, e morirò sul campo di battaglia”. (a suor Maria Annunziata Coseghi, Scritti, 5280-5282)

La humanidad no tieene vida, no tiene futuro como aquella viuda cuyo hijo estaba nuerto. Solo Jesus puede donar la vida, solo El hace florecer la vida.

Mercoledì, 18 Settembre 2019

Luca 7,31-35 Ecco un mangione e un beone Sei disposto ad accogliere il regno di Dio, il suo sogno, il vangelo, come lo hanno accolto le persone semplici e i pubblicani? Accogliere senza cercare giustificazioni ma semplicemente fidandosi. Mi fido, mi lascio condurre, mi apro a strade e annunci nuovi. È bello questo Gesù che fa di tutto perché nessuno rimanga fuori. Nessuno. È questa la preoccupazione di ogni discepolo di Gesù, dello stesso Daniele Comboni.

“L’Africa Centrale è la più ardua e laboriosa missione dell’universo: hanno tentato dapprima i Gesuiti (che vogliasi o non vogliasi sono i primi i più degni missionari della Chiesa cattolica), e poi sen tornarono. Hanno tentato i buoni Padri Francescani, che hanno sempre dei sublimi e santi soggetti; e poi hanno dovuto abbandonare. Ora perché il più piccolo ed insignificante degli Istituti, qual’è il mio, microscopico, che ho piantato in Verona, ha potuto consolidare l’Apostolato dell’Africa Centrale, e dilatare le sue tende più, che non han potuto fare i miei antecessori? Perché io d’accordo con Pio IX ho consacrato solennemente il Vicariato al Sacro Cuor di Gesù, a Nostra Signora del Sacro Cuore, e a S. Giuseppe, e perché in tutti i Santuari del mondo da me visitati, ed in quasi tutti i più ferventi monasteri ed Istituti dell’Europa, si prega e ardentemente per la conversione della Nigrizia, e perché nell’apostolato dell’Africa Centrale io il primo ho fatto concorrere l’onnipotente ministero della donna del Vangelo, e della Suora di carità, che è lo scudo, la forza, e la garanzia del ministero del Missionario”. (a suor Maria Annunziata Coseghi, Scritti, 5283-5284)

Bendito sea el Señor si tu sabes descubrir lo bueno que hay en cada persona y si sabes acogel lo nuevo con sencillez y disponibilidad.

 

Giovedì, 19 Settembre 2019  Luca 7,36-50 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui

“Simone, ho da dirti qualcosa”. Mettici il tuo nome al posto di quello di Simone e ascolta. Forse ti sentirai dire: Non ti accorgi come sei chiuso, che etichetti tutto e tutti? Renditi conto che i fiori di serra non hanno il profumo di quelli cresciuti nel bosco, a volte colpiti da grandine e avversità, ma… genuini come questa peccatrice… È bello l’accorato appello alla preghiera e alla solidarietà che Comboni rivolgr a questa suora di origine africana.

“Ma soprattutto è la preghiera, perché Gesù Cristo è un galantuomo, e mantiene la sua parola, ed ha proclamato il petite et accipietis, il pulsate et aperietur: e questo vale di più che tutti i trattati dei sovrani e dei potenti della terra. Dunque tu, che sei stata chiamata a servire ed a santificarti nel Santuario di un monastero, puoi essere vera missionaria ed apostolo dell’Africa tua patria, se pregherai sempre, e farai pregare, e susciterai e solleciterai da altri monasteri le più fervide e assidue preghiere pella conversione e redenzione dei cento e più milioni di negri tuoi fratelli, che la S. Sede affidò alle mie cure. E non solo devi pregare e far pregare; ma devi muovere i monasteri delle morette tue conoscenti, e anche qualche ottimo benefattore…”. (a suor Maria Annunziata Coseghi, Scritti, 5285 e 5286)

Las flores que crecen en el bosque pueden llevar consigo las consecuencias de adversidades atmosfericas pero tienen un perfume que no tienen las flores crecidas en lugares encerrados.

 

Venerdì, 20 Settembre 2019  Luca 8,1-3 Gesù se ne andava per città e villaggi

C’erano i Dodici, alcune donne guarite da Gesù e molte altre. Queste ultime lo servivano con i loro beni. Un brano bello e illuminante. Gesù è all’opposto di quel rabbino che scriveva: “Nove decimi della stupidità umana si deve alla donna”. I discepoli erano dodici, ma le discepole erano molte. Grazie: anche oggi, le discepole, continuano a essere molte! In ambiente islamico Comboni fa una interessante esperienza con giovani musulmani.

“Da sei o sette anni due giovani musulmani di Dongola erano entrati al servizio dei Fratelli delle Scuole Cristiane al Cairo, in qualità di domestici serventi a tavola e per i dormitori degli allievi, con la ricompensa l’uno di 30 e l’altro di 35 franchi al mese. Questi domestici, illuminati dalla grazia divina, hanno rimarcato e poi a poco a poco ammirato la carità e la pietà, l’ordine e la gioia che regnava in quella casa e soprattutto l’esattezza dell’osservanza della Regola del Venerabile La Salle (che noi venereremo presto sugli altari, come ho sentito dalla bocca di Pio IX) che è caratteristica di tutte le case dei Fratelli. Soprattutto essi sono rimasti colpiti dai canti in cappella, dalle preghiere dei Fratelli sia nell’istituto, sia in campagna e dalla carità assidua e perseverante verso i bambini e verso tutti. Infine, quando entrarono nella mia Missione come catecumeni, erano già cattolici nel cuore e detestavano l’islamismo credendolo una falsa religione. Io ho voluto esaminarli bene, con cura, delicatamente sondando il loro interno e mi sono accorto che la grazia divina si era completamente impadronita del loro cuore”. (a mons. Joseph De Girardin, Scritti, 5337 e 5339)

Tambien hoy las discipulas continuan a ser muchas.. Y nosotros nos alegramos. Felicidades hermanas!!!

 

Sabato, 21 Settembre 2019  Matteo 9,9-13 Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte Gesù non vede il banco delle imposte, vede la persona che sta lì seduta. Vedere la persona prima delle cose, questa è la nostra vocazione. Solo chi vede la persona prima delle cose comprende le parole di Gesù: – Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Ho visto tante persone, rispondeva quel turista a chi gli chiedeva sul lungo viaggio che aveva fatto.

“Qui non ho mai udito che i genitori mangino i loro figliuoli, o che si mangino i cadaveri degli estinti come succede nella Cina e nelle Indie secondo les Missions Catholiques: ma i poveri muoiono a centinaia come le mosche: la nazione dei Berberini o Barabra (Dongolesi) fu decimata dalla fame e dal tifo; nel Cordofan son morti migliaia di sete etc. etc. Però, grazie a Dio, ai missionari, alle Suore, ai fratelli coadiutori ed a tutti i membri della Missione non mancò mai il necessario. Però, esaurite tutte le risorse, che testè ricevetti da Lione, Colonia, e Vienna, rimango senza denaro in tasca, con più di 300,000 franchi di debito. Oh! come farò io a tirare innanzi, mantener tutto il Vicariato, le Case Madri di Verona, e le case d’Egitto? Questo, o E.mo Principe, è l’ultimo pensiero che ho, e che non mi dà nessun fastidio. Il mio compianto Superiore, che mi fu padre per 24 anni fin da fanciullo, e che morì in concetto di santità, D. Nicola Mazza, diceva sempre che Cristo è un galantuomo…”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5360-5361)

Solamente quien ve a la persona antes de las cosas puede caminar por caminos de misericordia.

 

Domenica, 22 Settembre 2019  

Luca 16,1-13 Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti

L’amministratore rende quei servi, attraverso la falsificazione di documenti, da debitori del padrone a debitori verso se stesso. Padrone e amministratore sono figli di questo mondo e il loro ragionamento è segnato da furbizia, da falsità e da ingiustizia. Gesù con tenerezza dice ai discepoli di procurarsi amici, con la stessa decisione dei figli di questo mondo, ma facendo un uso diverso della ricchezza: condividendola con i poveri. Nell’evangelizzazione Comboni si preoccupa che i nuovi battezzati possano vivere una vita di eprsone libere,fedeli al Vangelo.

“Nella festa dell’Assunzione la scorsa settimana ho conferito solennemente il Battesimo e la Cresima qui in Khartum a sedici adulti, nove maschi e sette femmine. Fu per noi una festa di santa e grande letizia. Vestito in pontificali paramenti nella sacra cerimonia prima di versar l’onda battesimale, ho interrogato in arabo ciascuno in pubblico s’era veramente deciso nel suo proposito di essere cristiano: vi furono delle risposte, che commossero gli astanti. Ve ne sono altri che si preparano. Ma è mio sistema di procedere coi calzari di piombo, pel pericolo speciale che vi è qui, che per guadagnare la vita debbano servire i musulmani. In generale procuro di assicurarmi che i convertiti possano essere sicuri di conservare la fede, prima di ammetterli al Battesimo”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5372-5373)

Jesus nos llama a vivir los bienes de este mundo no para nuestro personal provecho sino para el bien de todos y de cada uno.

 

Lunedì, 23 Settembre 2019  Luca 8,16-18 La pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.

La lampada accesa è l’ascolto della Parola, il candelabro su cui porla sono le buone opere. L’ascolto senza un nuovo stile di vita, è come la lampada coperta da un vaso, che presto si spegne per mancanza di ossigeno o, posta sotto il letto, che rischia di bruciare letto e casa. Chi è disposto a ricevere, riceverà sempre di più; chi non è disposto, rimarrà a mani vuote. Daniele è l’uomo la cui luce risplende e illumina.

“Io certo sarò sempre lieto di seguire le decisioni della S. Congr.ne, perché voglio morire e vivere unicamente facendo il divino volere. Intanto sarà mio impegno di fare e far fare molte ed assidue preghiere pel buon esito delle spedizioni di quei bravi missionari di Algeri, che dal piissimo Prefetto Apostolico di Zanzibar, il venerato P. Horner, furono trovati animati dal vero spirito di Dio, e disposti a morire per Cristo, ed a sopportare tutte le fatiche e le immense privazioni inevitabili nell’Apostolato dell’Africa Centrale ed Equatoriale, e tutte quelle prove grandissime, che non si possono sfuggire in queste Missioni, che sono certo le più laboriose, e difficili del mondo. Ho scritto una fervorosa e calda lettera commendatizia al Governatore Generale del Fiume Bianco e dell’Equatore, il dottissimo ed eruditissimo Emin Effendi, mio amico e benefattore; e gli ho raccomandato caldamente di ricevere, proteggere, ed aiutare i missionari francesi spediti ai Laghi Nyanza dal mio venerato Confratello Monsig.r Lavigerie, Arcivescovo di Algeri, e di riceverli e trattarli, come riceverebbe e trattarebbe me stesso ed i miei missionari e le mie Suore, e di raccomandarli caldamente al re di Uganda ed a quello di Unioro, e di far per loro quello che farebbe per me stesso”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5374-5375)

Si tu estas dispuesto a recibir, recibiras todavia mas; si no estas dispuesto quedaras con la manos y el corazon vacios.

Martedì, 24 Settembre 2019  Luca 8,19-21 Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano e mettono in pratica

La forza della Parola ci fa entrare in nuovi orizzonti di vicinanza, ci rende membri della stessa famiglia. La Parola è ricchezza vera, alla quale possiamo sempre attingere e che mai si esaurisce. L’ascolto della Parola non può essere negato a nessuno, e a nessuno può essere impedito di viverla. La Parola conosciuta, vissuta e annunciata, fa bella e feconda la nostra vita. Ha fatto feconda la vita di Daniele Comboni.

“Coll’ultima posta ho ricevuto il venerato suo foglio 14 agosto p.p. in cui mi ordina di sospendere per ora la spedizione ai Laghi Nyanza pei giusti e prudenti motivi che si è degnata di additarmi; ed io senz’altro ottemperando alla volontà di Dio sì chiaramente conosciuta per mezzo del mio Superiore, sospendo di pianta la spedizione, nella certezza che Dio farà il meglio per queste povere anime. Del resto io trovo prudentissima ed opportunissima la decisione attuale di Vostra Eminenza R.ma; perché oltre all’essere io ora ancora imbrogliato in causa della terribile carestia (a cui il mio Amministratore ed economo generale S. Giuseppe rimedierà con certezza entro il termine prescritto, che ho comunicato all’E.mo Card. Bartolini), e più ancora per le prevedute disposizioni, o trattative, che dovrò fare colla nuova Madre Generale delle Suore di S. Giuseppe dell’Apparizione, le quali nel mio Vicariato sono pochissime: Vi è anche l’opportunità di constatare e ponderare l’esito delle prime spedizioni dei missionari d’Algeri, come arrivano alla loro destinazione, come vi si stabiliscono, come la possano durare alle dure prove inevitabili di queste spedizioni, e vedere quali speranze si possano concepire sia dai missionari d’Algeri, sia da me e dai miei”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5392 e 5394)

La Palabra conocida, vivida, celebrada y anunciada hace bellas y fecundas nuestras vidas.

 

Mercoledì, 25 Settembre 2019

Luca 9,1-6 Gesù diede loro autorità sui demoni

Siamo amati, chiamati, inviati. Tutta questa ricchezza dobbiamo viverla sentendoci abbracciati con un abbraccio che dura per sempre e che ci rende vincitori. I demoni sono molti. I demoni sono potere, affanno di possedere, cercare il proprio prestigio. L’autorità su questi demoni è il dono di vivere servendo, condividwendo e donando. Comboni ne è testimoni e Comboni respira il nuovo, la missione.

“Ma questo non basta per dire che realmente i missionari si sono bene stabiliti. Bisogna aspettare che passino almeno due stagioni cattive, e vedere come si possa prevedere la saldezza dell’impianto, dopo che tutti son caduti ammalati, che alcuni sono morti, e che a fronte delle malattie, delle difficoltà, e degli ostacoli o degli abitanti, o delle diverse Società di protestanti, o di altri di altro genere, o di quelli che si scoraggiano e ritornano indietro. Solo dopo queste prove, cioè, dopo almeno due anni, si può farsi una giusta idea del buon esito dell’impianto. Non respirando io che il vero bene dell’Africa e la sua redenzione, io sarei beato che i missionari d’Algeri riuscissero splendidamente nella scabrosa loro missione; e Le dico schiettamente che nel fondo del mio cuore spero che riescano…”.   (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5397)

Nunca tenemos el derecho de decir que yo no puedo. T odo lo puedes con la fuerza de Dios.

 

Giovedì, 26 Settembre 2019  Luca 9,7-9 Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare

Che un potente come Erode non sappia cosa pensare, non è mica cosa da niente! Che si chieda: ma chi è costui? Neppure questo è cosa da niente! E che non riesca a trovare una risposta, neppure questo è cosa da niente! Anche tu non sai cosa pensare né sai chi è “costui” e neppure riesci a trovare una risposta. Sai perché? Perché cerchi da solo. Hai bisogno di una comunità. Ce lo dice anche Comboni in situazioni tragiche.

“Le scrivo dalla Missione principale di Khartum, ove di preti mi trovo solo, e faccio da Vescovo, Parroco, Superiore, pretino, medico, infermiere, e becchino. Mi trovo qui con due soli fratelli laici del mio Ist.o di Verona, cioè, il sopraintendente al giardino, ed il magazziniere, che ebbero bensì le loro febbri, ma stanno bene. Delle Suore una sola è in piedi: tutte le altre con quasi tutte le ragazze sono a letto colla febbre che imperversa da un mese. I Sacerdoti, laici, e quasi tutti i ragazzi dopo tremende febbri, per cambiar aria li ho tutti spediti con una gran barca sul fiume Azzurro… Io benché solo nell’amministrazione e direzione a Khartum, benché in moto giorno e notte per le case, o meglio ospedali, ove si veggono tutte le miserie, sono perfettamente sano, vivo regolatissimo, mangiando due volte al giorno una cosa sola, mai bevendo vino, che ammazza in questi calori, ma sola acqua, mai bevendo limonate né mangiando carne o polli o altre cose, che aumentano la bile, non minestre etc. che fan venir la febbre, ma solo mangiando biftek cotto in un solo minuto e bevendo acqua del Nilo, io sono perfettamente sano, mai un dolor di capo, più di 20 lettere ogni posta che parte, lavoro continuo, ho la consolazione di aver guarito molti dal tifo, e che nessuno è morto senza i sacramenti e senza la cresima a quelli che non l’avevano”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5405 e 5407)

Para encontrar es preciso buscar juntos: quien busca solito nunca encuentra a pesar de su saber y de su poder. JUNTOS.

 

Venerdì, 27 Settembre 2019  Luca 9,18-22 Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto

Una delle novità che troviamo in Gesù, è quella di un Dio che preferisce soffrire, che fare soffrire, essere ucciso, che uccidere. Quando sono disposto io a pagare di persona per prendere sulle mie spalle la sofferenza del mondo? Insegnami Signore a sognare il mio futuro come un futuro radioso, non perché senza sofferenza, ma perché ho il coraggio di prendere su di me le sofferenze dell’altro. “Malgrado tutto (la carestia e le malattie…) noi adoriamo le disposizioni di Dio, e soffriamo volentieri per amore di Dio, certo che da questa tribulazione Dio caverà il suo bene per l’apostolato dell’Africa Centrale; … Qui il prezzo dei primi generi della vita e dieci dodici volte più dell’ordinario. burro non c’è, e facciamo senza; perché quelli di Vicenza, si dice in Verona, di quello che non hanno ne fanno senza. In Cordofan pane non c’è. Un piccolo uovo, (il terzo di uno di Roma) costa mezza lira. E così via via, senza calcolare i morti. Avrei voluto supplicare la S. C. di mandarmi un sussidio, come ha fatto con alcune missioni dell’India e della Cina: ma ho creduto, e credo ancora adesso di fare un torto al mio caro economo S. Giuseppe il disturbare la Santa Sede e la Propaganda che ha da pensare a tutto il mondo… Mi basta di una speciale amplissima benedizione del Vicario di Cristo Leone XIII, e di V. Em.za R.ma”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5414-5416)

Mi futuro serà grande en la medida en que yo llevaré sobre mis espaldas los sufrimientos de los demas.

Sabato, 28 Settembre 2019  Luca 9,43b-45 Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini

“Mettetevi bene in mente queste parole”. Gesù mi invita a riflettere con serietà sulla sua vita donata. È difficile capire parole che parlano di croce mentre tutto va bene, e attorno, tutti sono pieni di ammirazione. Il Vangelo è buona notizia, solo se si parte dall’altro, dal volto del Padre, un Padre con cuore di Madre, che mai si rassegna di fronte alla sofferenza dei suoi figli. Così scrive Comboni:

“Gesù Cristo è morto anche pei sessanta e più milioni di anime del mio Vicariato, che in fatto di vestiti, sono ancora più indietro che i tempi di Adamo ed Eva; ed io deputato dal Vicario di Cristo a salvar quelle anime, bisogna che mi appigli ai mezzi più sicuri ed opportuni. Sono stato con molti pii missionari tedeschi e italiani fra quelle genti senza Suore, e non abbiamo fatto nulla, e fu grazia di Dio che non pericolassimo noi stessi, benché Dio è sempre stato generoso dei suoi straordinari aiuti per coloro che ha chiamati a questa vigna derelitta e difficilissima. Quando la Santa Sede affidò a me questo gran compito, mia prima cura fu stabilirvi le ottime Suore di S. Giuseppe dell’Apparizione di Marsiglia e fondare una nuova Congregazione femminile con apposite regole per l’apostolato dell’Africa Centrale”. (al can. Cristoforo Milone, Scritti, 5443

Hay que tener la fuerza del perdon y de la paz y vivir la mision con corazon maternal.

Domenica, 29 Settembre 2019  

Luca 16,19-31 Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta

Il ricco, simbolo della civiltà dei consumi e dello spreco, non ha nome né volto. Il povero ha un nome. Lazzaro (che significa “Dio ha aiutato”) è descritto con tre pennellate: divorato dalla fame che cerca gli avanzi e coperto di piaghe. Devastato dalla miseria.

La morte tocca prima al povero. Poi muore anche il ricco. Strano: è morto anche lui! Aveva tutto: soldi, amici, medici, medicine. Per lui sì, la morte è una terribile disgrazia, per quello che lascia di qua, e per quello che lo aspetta di là.

Chi siano i poveri e perché lo siano, ce lo dice l’indagine storica e sociologica. Come porsi davanti ai poveri ce lo dice il Vangelo. Comboni lo ha vissuto in prima persona.

“Pregate ogni giorno per me, che Dio mi aiuti nelle immense difficoltà che devo superare per dirigere il Vicariato Ap.lico il più arduo, laborioso, ed importante dell’universo; quando scrivete a Roma riveritemi vostra madre, salutatemi Pennacchi, e ditegli che mi scriva. Scusatemi se non posso scrivere più a lungo: ho tutto sulle spalle, e da fare notte e giorno, e per soprappiù spessissimo la febbre, e passar tutta la notte senza chiudere occhio. Ma il patire per Gesù e per guadagnargli anime, è la più gran risorsa del cuore del vero missionario”. (a don Francesco Giulianelli, Scritti, 5445-5446)

Como ponernos frente a los pobres esto nos lo dice el evangelio. Hasta dar la vida. Nuestro Dios es el Dios que nos ama a nosotros mas que a si mismo.

 

Lunedì, 30 Settembre 2016  Luca 9,46-50 Abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito

Non erano riusciti a guarire l’epilettico e per questo si sentivano frustrati. Gesù aveva rincarato la dose dicendo che un bambino era più grande di loro. Che poi uno che non faceva parte del gruppo facesse prodigi, questo era troppo. Stiamo attenti. Forse anche noi: di fronte ai nostri insuccessi vorremmo bloccare tutto e tutti.

“Benché affranto nel corpo, pella grazia del Cuor di Gesù, il mio spirito è saldo e vigoroso; e son risoluto, come lo fui da 30 anni in poi (dal 1849), di tutto soffrire e dar mille volte la vita pella Redenzione dell’Africa Centrale, e Nigrizia. La tremenda epidemia suddetta desolò pure le nostre missioni in un modo spaventoso. Affranto da tante fatiche e tribulazioni, finalmente anch’io caddi ammalato, e da un mese e più son tribulato dalle febbri, ed a mala pena mi reggo in piedi. Non si spaventi l’E. V. a queste sinistre notizie dell’Africa Centrale. L’apostolato cattolico non fu mai scompagnato dai sacrifizi e dal martirio. Alla passione e morte di G. C. successe la risurrezione. Lo stesso avverrà dell’Africa Centrale. Capita la febbre. Una benedizione del S. Padre e di V. Em.za”. (al card. Giovanni Simeoni, Scritti, 5524, 5527-5538 e 5531)

Que nuestras derrotas no sean nunca un motivo para detener a los demas.