Giovedì, 1 Agosto 2019  Matteo  13,47-53 Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni

Gesù dopo aver detto che la rete raccoglie ogni tipo di pesce, aggiunge che, nel regno di Dio, la scelta non è fatta da chi pesca. La nostra missione non è fare cernite, ma lanciare la rete. Non è preoccuparci di riempire la rete ma di lanciarla.

“Non mi può rimproverare di silenzio, perché siamo pari. Nemmeno di mancanza di affetto, perché l’ho, e quando penso a D. Bricolo, vado in giuggiole. Fatta questa umile confessione, degna di uno, che forse fra poco sarà Vescovo, vi invito a scrivermi, a darmi notizie esatte sul vostro conto, ed a moltiplicare d’ora innanzi le preghiere ai Cuori di Gesù e Maria, ed a Bebbo mio Economo per me e la mia Opera. Non vi do notizie del mio Vicariato, che fu benedetto da Dio. Solo vi dico, che mentre tutti o quasi tutti prima morivano, in cinque anni dacché la S. Sede mi ha affidato il Vicariato, grazie all’efficacia del mio piano, nemmeno uno morì dei 19 ecclesiastici europei che penetrarono nell’Africa Centrale sotto la mia bandiera. Nulla vi dico dello stabilimento delle Suore che ho costruito a Khartum con rifugio di schiavi, scuole etc., colossale, lungo 112 metri, cioè, più del Seminario di Vicenza. Ma v’invito a venirmi a trovare in Cairo, ove si sono installati al 1º. di luglio nei due nuovi Istituti da me costruiti dalle fondamenta, i missionari e le Suore, sopra il terreno regalatomi dal Kedive”. (a don Francesco Bricolo, Scritti, 4296.4298-4299)

No tenemos la mision de seleccionar sino la mision de lanzar las redes y recoger toda clase de pescados, aceptando las veces en que las redes quedan vacias….

Venerdì, 2 Agosto 2019  Matteo  13,54-58 Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua

Non riconoscono Gesù coloro che hanno vissuto nello stesso ambiente, ma i discepoli dopo l’esperienza della tempesta. Non basta sapere: bisogna fare l’esperienza. Non basta il sentito dire. Senza una visione di fede non possiamo scoprire e valorizzare i profeti che Dio fa nascere oggi nel mondo, in ogni popolo, cultura e religione. Ecco Comboni di fronte a una decisione sofferta.

“Del resto fu dopo che attraverso a mille difficoltà si poterono ultimare le cose della nuova Stazione Nubana, che, colpa i disagi, ci vedemmo tutti malati e nella mancanza di medicine e di provvigioni e nella impossibilità di essere riforniti per la momentanea mancanza di mezzo di comunicazione con Obeid stanti le condizioni d’inimicizia ch’erano sorte tra il Governo di Obeid e i Nubani, che rifiutarono di pagare l’annuo tributo. In simili condizioni che dovea far io, responsabile della salute dei Missionari e delle Suore? Chiesi consiglio a tutti i Missionari e tutti, non escluso il P. Franceschini, convennero subito di lasciar ogni cosa in mano al capo della tribù, nostro amico e di fare ritorno per qualche tempo in Obeid. Intanto il Governatore di Obeid, che marciava armato su Gebel Nuba, mi mandò un numero sufficiente di cammelli, dicendomi che ne approfittassi nell’ipotesi che volessi levarmi di colà. Tutti approfittammo, benché prevedessimo i disagi del viaggio colpa le malattie ma tal deliberazione per le suesposte circostanze lungi dal doversi dire imprudente, credo debbasi dire prudentissima”.  (al card. Alessandro Franchi, Scritti, 4326-4327)

Para descubrir y aceptar a los profetas que Dios nos regala necesitamos una mirada de fe.

Sabato, 3 Agosto 2019  Matteo  14,1-12 Mandò a decapitare Giovanni nella prigione

La fastosa celebrazione del compleanno di Erode, termina con una testa su un vassoio. Le fastose e sfacciate feste del consumismo di oggi, non sono da meno. Peccato che dove ci sono teste decapitate, c’è sempre il silenzio accondiscendente e interessato dei presenti. La forza del potente di turno è il silenzio dei cittadini, il nostro silenzio. Comboni sa che l’evangelizzazione è frutto di un cammino comunitario per cui decide che ogni missione abbia la sua comunità.

“Il costruire stazioni (missionarie) convenienti, il munirle di sufficienti Sacerdoti, laici operai, e monache, e scegliere per ciò i punti principali, dove ed è più numerosa la popolazione, ed affluiscono di quando in quando le genti degli scarsi villaggi qua e là sparsi, è secondo me il sistema non solo più economico; ma eziandio nell’Africa Centrale il più opportuno; giacché in tal modo essendo più riuniti insieme, è più facilmente provveduto nelle malattie ed ai pericoli fisici e morali, a cui sono altrimenti esposti i Missionari. Fra i sistemi possibili questo parmi pure il più utile, e perché fisse le stazioni nei punti principali si possono, come più rare, costruire con quel decoro che unico giova per guadagnare e conservare in mezzo a quei popoli materiali la influenza morale, e perché in tal modo è provveduto più facilmente alla stabilità, e perché più facilmente potendosi così disporre più Monache all’educazione completa del sesso femminile, e più operai all’educazione nelle arti necessarie per la conservazione della fede, e più Sacerdoti per ogni stazione, è il tal modo più facilmente, più perfettamente e più sicuramente provveduto al bene materiale e morale di ambo i sessi”. (al card. Alessandro Franchi, Scritti, 4365-4366)

La fuerza de quien detiene el poder es el silencio de cada uno de nosotros.

 

Domenica, 4 Agosto 2019 

Luca 12,13-21  Guardatevi da ogni cupidigia La mia vita è vita non grazie alle cose che possiedo ma grazie a ciò che condivido e dono. Ciò che cerco per me stesso mi possiede, ciò che dono lo possiedo. Comboni passa attraverso una prova durissima a causa di pesanti accuse ma non perde la pace.

“Gli avversari mi hanno tanto calunniato alla S. Sede, mi hanno accusato in  Propaganda di essere io reo di tutti i sette peccati capitali, e di aver peccato contro  tutti i dieci Comandamenti del Decalogo e dei Precetti della Chiesa. La mia Opera sortita illesa da questa furibonda tempesta e da questa colossale cospirazione tentata con tutti i mezzi diabolici su tutta la linea dal fondo dell’Africa sino a Colonia per abbattermi e distruggermi per sempre, risorgerà più forte e prosperosa, e continuerà il suo corso attraverso dei secoli, illuminando della luce del Vangelo la vasta Nigrizia, per arrestarsi al porto dell’eternità colla Chiesa gloriosa di Cristo. Ne sia lode a Gesù”. (a don Francesco, Bricolo, Scritti, 4375 e 4380)

Nos daña mas lo que poseemos de lo que nos hace falta. De hecho lo que poseemos es algo que no tenemos la valentia de compartir y por eso nos aleja de los demas, nos impide vivir la verdadera hermandad.

 

Lunedì, 5 Agosto 2019  Matteo  14,22-36         Signore se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque

La barca si trova in mezzo al mare, il mare della vita, il mare della storia dove anche lo stesso Gesù sembra un fantasma e il cominciare ad affondare diventa realtà. Ma è proprio questo il momento in cui facciamo l’esperienza di quella mano tesa a cui aggrapparci per risalire sulla barca e riprendere il cammino proclamando la signoria di Gesù. Comboni è convinto che Dio non abbandona mai.

“Presento i miei più ardenti auguri per un felicissimo anno nuovo a lei, al mio carissimo Sig. Augusto e alla Signora sua sposa e desidero che Dio la colmi di felicità spirituale e temporale. Una furiosa tempesta che mi ha torturato per due anni, è stata la causa del silenzio che ho mantenuto. Furono una folla di nemici che volendo impadronirsi della mia Opera e del mio colossale Vicariato, portò alla S. Sede delle terribili accuse contro di me, di cui uno sola, se fosse stata vera, sarebbe stata sufficiente a perdermi per sempre. Ma Roma sola ha la saggezza dello Spirito Santo ed è alla luce di questa saggezza che ha reso giustizia alla verità. Dopo uno studio e un esame di più di sei mesi sulle due parti, i Cardinali si sono riuniti in piena Congregazione Generale il 27 novembre e, dopo aver tutto pesato ed esaminato, hanno proclamato la sentenza che è stata sottomessa al giudizio del Papa che il 10 dicembre l’ha confermata”. (ad Anna H. De Villeneuve, Scritti, 4385-4386)

Necesitamos hacer la experiencia de aquella mano a la cual agarrarnos para proclamar que Jesus es el Señor.

 

Martedì, 6 Agosto 2019

Luca 9,28-36 Maestro, è bello per noi essere qui … ma egli non sapeva quello che diceva

I tre lo hanno visto luminoso e hanno scoperto che Lui è di più di quello che di lui già conoscevano.

Anche noi scendiamo dal monte e lasciamo che gli altri ci vedano trasfigurati, che scoprano in noi qualcosa che va più in là di ciò che di noi già conoscono. E ciascuno di noi veda l’altro trasfigurato: cerchiamo di vedere in lui e in lei qualcosa che va più in là di ciò che già di lui e di lei conosciamo.

Tutto questo è presente nella vita di Comboni che manifesta la sua stima per il Vescovo Luigi di Canossa grande sostenitore delle missioni africane.

“La Congregazione G.le dei Riti per la Venerabilità della M.sa Canossa è ai 3 p. febbraio. Oh! la famiglia Canossa che addimostra ora tante virtù ed in un Vescovo che rinunzia all’Arcivescovato Cardinalizio, e che presenta dei suoi membri spiriti di tali eroiche virtù da prepararsi ad esser venerati sugli altari, è uno spettacolo commovente, che merita la riconoscenza e la venerazione dei veronesi! Questi giorni abbiamo visitato i Cardinali più potenti e sapienti, che hanno ammirata la virtù (non affatto conosciuta o riconosciuta in Verona da alcuni) del nostro Vescovo, a cui l’Africa Centrale ancora va debitrice di tanti beni”. (al conte Teodoro Guarienti. Scritti, 4437)

Tenemos la vocacion de caminar en las luces y las sombras de la historia, alumbrados por Jesus el Señor que siempre non envia a los mas necesitados y a los ultimos.

 

Mercoledì. 7 Agosto 2019

Matteo 15,21-28  Davvero grande è la tua fede!

Ancora una volta Gesù loda la fede di una donna e di una donna che non appartiene al popolo d’Israele. Beati noi se, come discepoli di Gesù, sappiamo favorire e riconoscere la fede di chi circonda. La fede del diverso, la fede di chi appartiene a culture, popoli e religioni diverse.

Oggi incontriamo Comboni che incoraggia le suore Canossiane a continuare con la causa di Beatificazione della Marchesa di Canossa.

“Essendo adunque la causa bellissima, ed avendo già fatto i miracoli necessari non resta che a tirare la barba di S. Giuseppe per batter fuori il denaro necessario per proseguire la causa. Siccome poi la Marchesa mostra di essere una vera protettrice della Nigrizia, farò anch’io la mia parte, ed intimerò al mio economo di sudare quattrini anche per la Causa; al che darò gli ordini opportuni ai miei stabilimenti per pregare… Dunque coraggio, fiducia in Dio, si prosegua la Causa… Frattanto mi raccomando alle sue preghiere, ed a quelle delle sue Figlie… Preghi pei cento e più milioni d’infedeli, che la Santa Sede mi ha affidati per convertire; mentre nei dolcissimi Cuori di Gesù e Maria mi dichiaro…” (a madre Elisabetta Nespoli, Scritti, 4454 e 4456-4457)

Somos discipulos de Jesus y como discipulos estamos llamados a favorecer y a valorar la fe que se encuentra en cada persona.

 

Giovedì, 8 Agosto 2019

Matteo 16,12-23 La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?

Gesù non ha paura di chiedere cosa pensino di lui. Noi cristiani di oggi siamo disposti a chiederci e a chiedere cosa pensano di noi le persone della nostra società, del mondo di oggi? Sappiamo fare scelte coraggiose per essere benedizione per il mondo? In questo orizzonte ancora una volta Comboni sottolinea l’importanza della presenza delle suore in Africa.

“Il Vicariato dell’Africa Centrale è più vasto dell’Europa intera, è più grande di dodici volte la Francia. Questi 100 milioni d’infedeli sono degli uomini e delle donne primitivi. La Suora di carità è un prete e più di un prete. Una grande Stazione dove vi sono tre preti e 15 Suore è come se avesse 20 preti Missionari. La rivoluzione che ha soppresso gli Ordini religiosi in Italia, che ha obbligato tutti i giovani, anche ecclesiastici a essere soldati, non ha fatto un gran male all’Africa Centrale, come l’ha fatto in Europa e in altre Missioni. La Suora di Carità nell’Africa Centrale fa come tre preti in Europa e questo secolo di persecuzione contro la Chiesa cattolica che è privata dell’aiuto di tanti ecclesiastici e religiosi, è il secolo della donna cattolica della quale la Provvidenza di Dio si serve come di veri preti, religiosi e apostoli della Chiesa, ausiliarie della S. Sede, braccio del ministero evangelico, colonne delle Missioni apostoliche straniere, civilizzatrici delle popolazioni primitive*. E’ bene che lei, Madre generale di una Congregazione di Suore Missionarie, sia convinta di ciò”. (a madre Emilie Julien, Scritti, 4465)

Logras preguntarle a las personas en donde tu vives: Que piensan ustedes de mi vida? Quien soy yo para ustedes?

 

Venerdì,  9 Agosto 2019   Matteo  25,1-13 Presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo

Ecco lo sposo! Andategli incontro. Che cosa significa andargli incontro. Ce lo dice Huberto Rohdev poeta brasiliano: “L’uomo materiale è infra-uomo / L’uomo ascetico è semi – uomo. / L’uomo spirituale è vero uomo. / Il primo afferma il mondo, nega Dio. / Il secondo crede in Dio ma nega il mondo. / Afferma, il terzo / il Dio del mondo / e il mondo di Dio”.

Solo chi esce e incontra costruisce il regno di Dio. Malbes, il villaggio di cristiani nel cuore dell’Islam, promosso da Comboni è un esempio meraviglioso.

“A ciascuna famiglia abbiamo assegnato un pezzo di terra da coltivare, abbiamo distribuito buona quantità di grano da seminarvi, e così possano vivere indipendentemente e lontano dalla peste e corruzione musulmana sotto la sorveglianza della missione cattolica e col frutto dei loro sudori e col sussidio di quelle arti e mestieri che hanno appreso nella missione. Queste famiglie cattoliche formeranno a poco a poco un villaggio cattolico, una borgata cattolica, e col crescere degli anni diventerà una città tutta cattolica, la quale sarà di esempio alle altre popolazioni. Questo sistema prudentissimo sarà da noi seguito in vicinanza alle missioni cattoliche che sono fondate e si fonderanno nei paesi dominati dai seguaci dell’Alcorano”. (all’Opera della Santa Infanzia, Scritti,4529)

Si tu sales de ti mismo y encuentras a Dios y al mundo eres constructor del reino de Dios.

 

Sabato, 10 Agosto 2019  Giovanni 12,24-26 Chi ama la propria vita, la perde

Gesù non è accomodante: ci sposta sempre da noi stessi verso l’altro. L’altro è il nostro prossimo l’altro è il povero. Dio è l’Altro per eccellenza. “Il tesoro della Chiesa sono i poveri”: con questa affermazione, fatta di fronte alle autorità romane, Lorenzo il diacono, scrive la propria condanna a morte.

Per Comboni il missionario è colui che guarda sempre più in là. Ascoltiamo Comboni che si lascia trasportare da una narrazione poetica. “Ne vietino pure il varco le cateratte, su pei cui scogli rotto nel suo corso si gonfia il Nilo per rovesciarsi impetuoso in correnti che contrarie in altri scogli infrangendo si suddividono precipitose e spumanti aumentando nel corso tortuoso e di continuo contrastato l’impeto ed il fragore. Da quei neri macigni, ond’è là seminato il Nilo ed irte le sponde, morte pure minacci; e negli alberi di navi affondate che spuntano sulle acque al decrescere di queste, mostri pure i suoi trionfi: altra via non manca. Spaventi pure il deserto colla sua immensità e co’ suoi disagi: memore il Missionario che 12 pescatori usciti da un angolo spregevole della Giudea, dato uno sguardo alle cime del Golgota, si divisero il mondo; e che confortati dalla fede nel Divin Redentore e dalla certezza del trionfo, esultavano nelle tribolazioni e nei dolori; non indietreggerà per questo”.

(all’Opera della Santa Infanzia, Scritti, 4552)

Cuando Lorenzo declara que los pobres son los tesoros de la iglesia, en aquel momento escribe su propria condena y lo matan.

 

Domenica, 11 Agosto 2019  

Luca, 12,32-48 Non temere, piccolo gregge

Servi leali e fiduciosi, non padroni. Questa è la nostra missione. Le cose e le persone non sono nostra proprietà. Tutto appartiene al Signore. Tutto lo ha messo nelle nostre mani perché insieme costruiamo il nuovo, facciamo crescere e vincere la vita. Non ci sono difficoltà che ci possono fermare.

Per Comboni una delle difficoltà sono i viaggi che fanno parte dell’impegno missionario.

“Già si dileguò il Missionario nei seni interminabili del deserto, dove libero e cocente lo flagella il sole, dove lo stanca e lo affatica il cammello, sul cui dorso da mane a sera si dilomba; e caduti già i crepuscoli non composto a riposo ma solitario errar lo si vedrebbe cercando su quelle tacite lande dalle piante o dagli aridi cespugli le legna necessarie per apprestare la frugalissima cena qualora per mancanza d’altro non sia costretto saziarsi di solo pane e cipolle con accanto un otre d’acqua, la quale, come ch’é sempre calda e sucida e talvolta pur corrotta, è tuttavia l’unico ristoro del pellegrino che valica il deserto. Contento riposa egli sulla sabbia e il felicissimo si crede se dal vento della notte lo ripari il fianco di una rupe. La gravità di simili disagi non è da lui sentita, il quale sa che condizioni non sempre migliori godrà pur nelle stazioni ove, quand’anche non lo tormentino le malattie, logoro dalle fatiche proverà talvolta nelle medesime l’amarezza del disinganno e il cruccio delle difficoltà”. (all’Opera della Santa Infanzia, Scritti, 4556)

Nuestra mision es servir y compartir. Solamente asì la vida crece y vence.

 

Lunedì, 12 Agosto 2019  Matteo  17,22-27 Lo uccideranno, ma risorgerà

Gesù parla di nuovo della sua passione, dice apertamente, che la parola dell’uomo non è mai l’ultima. L’uomo può uccidere, ma non può impedire la risurrezione né quella di Gesù né quella dell’altro né quella del Creato. “Ogni religione è un camminare verso il cuore del mondo” e questo cuore è la vita. La missione è insegnare a vivere!

Ancora una volta Comboni dichiara che la schiavitù è una barbarie.

“Ancora a centinaia a migliaia si veggono tradotti sui mercati poveri schiavi affranti dalle lunghe fatiche e dalle sofferenze patite sui deserti e nelle barche, pur dentro le quali ammucchiati viaggiarono tra gli scherni e il digiuno giorni di mille ore. Sui mercati conviene che vada chiunque ama di conoscere quanto disdicevole all’umanità sia la schiavitù, che da taluno vorrebbesi approvare siccome mezzo di civilizzazione. Ma perché allora tanto oltraggio ai diritti più sacri della natura? perché tanta indiscretezza, tanta barbarie da commuovere pure un cuor di selce? Che baratta coll’oro il sangue umano è puramente il crudo interesse; e chiunque se ne può convincere che vegga il trattamento, cui men duro in mezzo al paganesimo e barbaro in mezzo all’Islamismo, ricevono gli schiavi quando dal mercato passano alla casa del padrone dal quale furono comprati”. (all’Opera della Santa Infanzia, Scritti, 4558-4559)

Ser misionero es ser persona que enseña a vivir. La mision es enseñar a vivir.

 

Martedì, 13 Agosto 2019

Matteo 18,1-5.10.12-14 Chi è il più grande nel regno dei cieli? In questi giorni di vacanza mi piace che ciascuno di noi scopra che la nostra vera grandezza è lasciarci amare, lasciarci guidare e abbandonarci nelle braccia amorose del Dio Abbà. Lasciarci portare sulla strada della missione per dire a tutti l’amore di Dio, la salvezza in Gesù e la vita nuova nello Spirito.

Per Comboni è importante coinvolgere tutto il popolo cristiano nell’impegno missionario per questo s’impegna nell’animazione missionaria anche attraverso la stampa.

“Ora vi domando un sommo piacerone a gloria del Papa e dell’Africa. Ai 27 corrente il Collegio Urbano di Prop.da Fide porge un piccolo saggio in Vaticano in moltissime lingue. Io fui caldamente pregato di fare piccole composizioni che durino non meno di un minuto, e non più di due minuti in dinka, in Bari, in Abissinese e in Gallas. Ho spedito già a D. Squaranti  Nº. 42 fogli pieni di Rapporto Generale sull’Africa e situazione attuale del Vicariato. Gli ordinai, che dopo che ha cavato fuori un sunto pegli Annali del Buon Pastore, mandi i 42 fogli (che corrispondono ad 84 di questi, in cui scrivo questa lettera, a Voi pel Jahresbericht di Vienna, ed anche pei giornali cattolici del Tirolo e Vienna. L’altro giorno in un meeting a Londra fu stabilito di mandare a Monsig. Comboni dei Missionari pella civilizzazione dell’Africa. Il meeting era presieduto dal Duca di Norfolk”. (al can. Giovanni Mitterrutzner, Scritti, 4589 e 4591)

Dejate amar, dejate llevar por el sendero del don de ti mismo al otro, al mundo entero.

 

Mercoledì, 14 Agosto 2019

Matteo 18,15-20  Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello

Il dialogo è la strada per affrontare le situazioni di conflitto e per favorire la riconciliazione nelle dispute che vedono i fratelli opposti tra di loro. In questo cammino ha grande importanza la preghiera e in particolare la preghiera comunitaria.  Se viviamo secondo la legge del Signore scopriremo che sulla terra c’è posto per tutti i popoli e culture.

La difesa degli oppressi è per Comboni un modo bello per guadagnare il fratello.

“Dopo moltissime prove di contrasti e di ricorsi, veggendo la causa dei padroni protetta dai Governatori, e dal Khedive, e dal Console, pel bene e tranquillità della Missione ho emanato nel 1875 le seguenti disposizioni spedite ai Superiori delle Missioni del Vicariato: – Allorché uno schiavo od una schiava si presenta alla Missione di Khartum ove esiste il Consolato Protettore, il Superiore nello spazio di 24 ore denunzierà in iscritto all’I. R. Console la presenza dello schiavo nella Missione, accennando tutti i titoli di difesa per proteggere la libertà del medesimo; e se in seguito riceverà l’invito di presentarlo al Consolato o al Divano, il Superiore stesso se lo schiavo è un maschio, e la Superiora stessa se è una femmina, accompagneranno, o non potendolo in persona, faranno accompagnare da un Missionario o da due Suore il soggetto, per difenderne i diritti davanti all’Autorità locale; e se le ragioni non sono ascoltate si rilascerà alla medesima il soggetto, non cessando di tanto in tanto con cortesi maniere e con forti motivi di reclamarlo”. (a mons. Giovanni Agnozzi, Scritti, 4626-4627)

Si vivimos segun la ley de Dios descubriremos que en el mundo hay lugar para todos los pueblos y todas las culturas.

 

Giovedì, 15 Agosto 2019    Luca 1,39-56 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

Maria ed Elisabetta sono donne dall’amore gratuito, grembi in cui abita la vita. Il credente è il grembo in cui cresce la vita con gioia e fino alla pienezza, senza limiti di tempo e di spazio. Dio non ci chiede di essere religiosi, ma di essere credenti: nel grembo del credente abita la vita. Maria assunta al cielo è il tempo che diventa eternità; il limite che diventa pienezza.

In questo giorno dell’Assunta ascoltiamo come Comboni racconta la sua nomina a vescovo.

“Le annunzio che ai 2 corr.te la S. C. di Propaganda, nella adunanza Generale degli E.mi Cardinali in Vaticano, e la Santità di Nostro Signore Pio IX mi elessero Vescovo e Vicario Apostolico dell’Africa Centrale. Un povero figlio di uno scartator di Limone, nato nelle grotte, e vissuto all’ombra di S. Carlo, che ha mangiato per molti lustri la proverbiale polenta e squaquaciò dell’alto Tacuso, essere sollevato all’onore della Episcopal dignità, è cosa da meravigliare; è la verità della sentenza di S. Paolo che le cose deboli del mondo elesse Dio per confondere e forti, e le ignobili cose etc. con quel che segue. (a un canonico di Verona, Scritti, 4679-4680)

Maria elevada al cielo es el tiempo quel lega a ser eternidad, las limitaciones que llegan a ser plenitud.

 

Venerdì, 16 Agosto 2016  Matteo  19,3-12 I due saranno una carne sola

Ascoltando l’istruzione sul carattere permanente del rapporto matrimoniale i discepoli dimostrano che anche loro considerano solo la convenienza dell’uomo e dimenticano i diritti della donna. Ma la grande novità è la presentazione di una nuova categoria di persone che decidono di non sposarsi a causa del regno dei cieli. Proprio come Gesù.

Comboni contempla il giardino africano che fiorisce. Oggi riporto un brano lungo. È il fiore all’occhiello dell’impegno missionario di san Daniele Comboni.

“Quando tornai dal Cordofan a Roma ho condotto meco due giovanetti mori delle tribù dell’interno dell’Africa Centrale con animo di collocarli nel Pontificio Collegio Urbano per imbeversi dello spirito apostolico alla sua vera fonte per poi essere apostoli ai loro connazionali. Daniele Sorur, ed Arturo Morsàl da me riscattati, battezzati, e dai miei missionari istruiti sono due giovani sui 13 anni di età d’ingegno e memoria distinta, di candidi costumi, e desiderosi di essere apostoli ai loro confratelli: li ho tenuti un anno nel mio Ist.o di Verona, perché in Propaganda possano entrare negli studi delle latine, e secondo il giudizio del Rettore e Professori di Verona, potranno fare un’ottima riuscita da riuscire apostoli dell’infelice lor patria. Al giovane Daniele Sorur venne dai giallabi massacrato suo padre che voleva impedire che la sua moglie e figli venissero rubati e condotti schiavi; e quando sua madre già schiava venne alla missione in mia presenza a reclamare suo figlio perché divenisse musulmano, egli rispose di no, poiché dovea pensare a salvare la sua anima, e divenire Cristiano. Allora aveva 9 anni.

(al card. Alessandro Francji, Scritti, 4682-4684)

Poi Comboni scrive a Daniele e ad Arturo: “Dopo la grazia della fede che Dio vi ha fatta in Africa, la più grande che Dio vi abbia fatta è, senza dubbio, quella che vi fa ora, cioè che il S. P. Pio IX vi ha accolto nel più sublime Istituto del mondo, nel Pontificio Collegio Urbano di Propaganda Fide per educarvi all’Apostolato dell’Africa Centrale. Qui in Roma, sotto l’ispirazione della S. Sede Apostolica voi berrete quello spirito che vi dovrà formare veri apostoli dei vostri fratelli che a milioni siedono nelle tenebre e nelle ombre di morte. Ond’è, che io v’invito con tutta l’anima a corrispondere a grazie sì segnalate col menare una vita da santi, collo studiare diligentemente quello che vi si prescriverà, e coll’adempiere alle sante regole dell’inclito Collegio, che sono il frutto dell’esperienza di più due secoli, ed hanno autori molti Sommi Pontefici. Voi dunque verrete in Roma, secondo gli ordini del vostro Rettore D. Antonio, la settimana ventura; assisterete alla mia consacrazione episcopale, ed entrerete nel santo Istituto di Propaganda pieni del desiderio di farvi santi, per santificare poi e salvare dalla morte i vostri fratelli dell’Africa Centrale”. (a Daniele Sorur e a Arturo Morsal, Scritti, 4695-4607)

 Debemos descubrir la belleza de la familia con la igual dignidad entre hombre y mujer pero tambien debemos descubrir la belleza de la vida de quien decide de no casarse para servir al reino de Dios.

Sabato, 17 Agosto 2019  Matteo 19,13-15 Non impedite che i bambini vengano a me

Ci domandiamo: e noi, i discepoli, chi presentiamo oggi a Gesù, ragazzi e giovani o cose? Chi sono e quale importanza hanno per noi nella nostra vita i bambini, le immense folle di ragazzi e giovani del Sud del mondo? Daniele Comboni ha sempre un solo pensiero: annunciare Gesù ai milioni di africani.

“Dal 1872, in cui io fui nominato Pro-Vicario Ap.lico su 19 missionari che vi condussi, non ne morì neanche uno, grazie alla misericordia del Sacratissimo Cuore di Gesù, a Nostra Signora del Sacro Cuore ed a S. Giuseppe, a cui ho solennemente consecrato l’intero Vicariato, e grazie alla giustatezza del mio Piano pella Rigenerazione dell’Africa, che mi balenò alla mente il giorno 18 Sett.e 1864 nel momento di uscire dalla Basilica di S. Pietro in Vaticano, ove aveva assistito alla solenne Beatificazione di Margherita Alacoque. Il mio Vicariato è il più vasto, popolato, laborioso e difficile dell’universo. Abbraccia un’estensione di territorio ben più vasta di tutta l’Europa, contiene la decima parte di tutto il genere umano, cioè, più di cento milioni d’infedeli, ed il Sacro Cuore di Gesù deve tutti convertirli”. (a mons. Girolamo Verzeri, Scritti, 4690 e 4692) Me pregunto: Que lugar tienen en mi vida los niños, las muchedumbres de jovenes del sur del mundo?

 

Domenica 18 Agosto 2019    Luca 12,49-53 Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione

La divisione, la spada, la sofferenza non rappresentano la condizione alla quale siamo chiamati. Siamo destinati alla liberazione, alla vita. Simeone, prendendo nelle braccia il bambino Gesù, aveva detto: “Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti… come segno di contraddizione”. Siamo qui per dire no al potere, al possesso, al prestigio e per vivere il servire, condividere e donare… Daniele Comboni è consacrato vescovo: un nuovo passo nel dono della sua vita all’Africa.

“Al 1º agosto entrerò nei SS. Esercizi presso i Lazzaristi a Montecitorio. Ai 12 sarò consecrato Vescovo, e visiterò il S. Padre, ai 13 partirò da Roma, ed ai 15 l’Assunzione farò il Pontificale nella stupenda Chiesa di S. Giorgio a Verona. Sovrabbondo di gioia. Il Sommo Pontefice mi diede tutti i paramenti sacri per pontificali, che sono necessari a un Vescovo: una magnifica croce pettorale, un pastorale, 5 volumi pontificali con lo stemma pontificio ecc. ecc. Il Pontefice stesso è infiammato di singolare carità e S. S. mi manifestò la letizia del suo augusto cuore per la mia elezione a Vescovo e Vicario Apostolico. Siano rese grazie a Dio”. (al can. Giovanni C. Mitterrutzner, Scritti, 479-4711)

Division, espada y sufrimiento no son nuestra vocacion. Nuestra vocacion es la liberacion, la vida. Pasamos a traves de tantas dificultades pero el punto de llegada es la vida.

 

Lunedì 19 agosto 2019

Matteo 19,16-22 Se vuoi essere perfetto vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nei cieli

Il distacco dai beni è necessario per aprirci al nuovo. Non può volare un uccello con le zampe legate anche solo da un piccolo filo. La nostra bellezza è essere lideri da… ed essere liberi per… Lo è Comboni disposto a tutto pur di predicare Gesù.

“Io sono persuaso di far cosa grata a Dio ed alla S. Sede coll’accordare una missione speciale nel mio Vicariato indipendente da me, dopo aver esperimentato per alcuni anni i primi vostri missionari in Africa Centrale, e che voi n’abbiate a mandarne un numero sufficiente. Siamo d’accordo nelle idee: voi conoscete appieno le mie intenzioni e vedute. Non altro sospiro che il modo migliore per fare all’Africa Centrale il massimo bene, e salvare più anime. Non altro sospiro che praedicetur Jesus Christus. Quaerite primum etc. et haec omnia etc. I mezzi, il denaro appartiene all’haec omnia adiicientur nobis. Fino a che i vostri missionari dipenderanno da me in Vicariato, io penserò a tutto, viaggio, mantenimento etc. Quando si verrà ad un opportuno dismembramento, allora penserà il Superiore della nuova missione smembrata, al che io additerò la via, il modo, e presterò la mia mano: et haec omnia. Solo che voi dovete dare all’Africa i migliori soggetti di buono spirito, abnegazione, e spasimanti di lavorare e patire e morire per Gesù Cristo e per l’anime”. (a don Giuseppe Pennacchi, Scritti, 4756-4758) No es posible soñar y buscar lo nuevo a un corazon lleno de si mismo y de bienes. Nuestra vocacion es ser libres frente a los bienes y libres para el Reino de Dios.

 

Martedì, 20 Agosto 2019  Matteo 19,23-30 Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli

L’attaccamento ai beni materiali, non è un problema specifico del giovane ricco, ma di ogni essere umano. La brama di lucro è una vera idolatria: intrappola il cuore così da impedirgli di affidarsi a Dio e di prestare attenzione con generosità ai bisogni del prossimo. Dio ha il potere di rimuovere gli ostacoli e di spingere alle rinunce più difficili e alle decisioni più rischiose. E tu hai il potere di far sì che la tua fede renda possibile l’impossibile. Lo ha creduto e vissuto Daniele Comboni.

“Abbiamo cento milioni d’infedeli da guadagnare a Cristo: vi lasceremo la pelle; ma uniti in corpi compatti, guadagneremo quelle regioni alla Chiesa. Forse che S. Pietro e S. Paolo a Roma non vi lasciarono la pelle per conquistarla? Fu il loro sangue che fece di Roma la regina dell’universo. Datemi 25 missionari (5 per anno) ed io vi creo un magnifico Vicariato da smembrarsi dal mio, e si porrà alla testa di esso un Vescovo e Vicario Ap.lico Mastaiano e ciò in 5 anni. Datemene altri 15 in tre anni, ed io vi creo in tre anni un secondo Vicariato. Moriremo: ma il nostro sangue sarà semenza di Cristiani. Insomma più che vi penso dinanzi a Dio, e più mi trovo convinto che il Seminario in Via Mastai 18 non potrà meglio sviluppare la sua azione, e porterà davvero il titolo di Apostolico…”. (a don Giuseppe Pennacchi, Scritti, 4767-4768)

Tu tienes el poder que por tu fe lo imposible llegue a ser posible. Bendito sea Dios.

 

Mercoledì, 21 Agosto 2019  Matteo 20,1-16 Sei invidioso perché io sono buono?

Accogliendo gli ultimi, si realizza il sogno dei profeti. Allora gli ultimi erano i pubblicani, le prostitute e le nazioni pagane. Oggi, gli ultimi sono i popoli del Sud del mondo, le giovani Chiese, i membri di altre fedi e religioni. È bello vivere l’accoglienza senza pregiudizi e senza spazi per privilegi. Ciò che ognuno è, e ciò che ognuno ha, deve essere ricchezza di condivisione. “Tutte le opere che vengono da Dio devono nascere ai piedi del Calvario. Parlano in favore della santità di una opera i segni di riconoscimento, che consistono nella Croce e nel dolore, e nelle contrarietà, che spesso oppongono alle opere di carità, i più gravi ostacoli. Sì, solo su questa Via Crucis, ricoperta di spine, maturano, si perfezionano e trovano la loro riuscita finale le opere di Dio. Questa via la percorse anche l’Uomo-Dio per compiere la sua opera di redenzione universale. La Vergine santa e immacolata prima fu Regina dei Martiri, poi divenne Regina del cielo e della terra. Così anche tutti gli Ordini religiosi, tutti gli stabilimenti e Istituti della Chiesa di Gesù Cristo furono fondati sulle spine, dalle quali vediamo scaturire le più eroiche virtù che diffondono la loro benedizione e i loro benefici su tutto l’universo”. (relazione storica alla Società di Colonia, Scritti, 4771-4773)

Lo que tu eres y lo que tu tienes es riqueza que debes compartir.

 

Giovedì 22 Agosto 2019

Matteo, 22,1-14 Tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze

L’iniziativa del chiamare, dell’incontrare, dell’annunciare nasce sempre dal cuore del Padre. La realizzazione dipende da noi che siamo discepoli di Gesù inviati a chiamare, incontrare e annunciare. Questo oggi e in ogni giorno. Gli ostacoli che incontreremo saranno molti. Per Comboni e i suoi missionari sono state le molteplicità delle lingue. “A questo punto devo richiamare l’attenzione sul compito oltremodo difficile a cui deve sobbarcarsi il missionario nell’Africa Centrale, dove vivono tanti popoli diversi per lingua. Se ne contano più di cento, che sono di origine semitica, constano per lo più di parole monosillabiche; mancando qualsiasi cultura e scrittura, esprimono soltanto le idee più necessarie e si limitano alle pochissime parole, di cui questi popoli primitivi abbisognano per il loro ragionamento di scarsa portata. Riesce perciò assai difficile il far loro capire la sublimità della nostra santa religione. Oltre all’arabo diviso in molti dialetti africani e parlato dalla popolazione musulmana nei possedimenti egiziani del Vicariato, vi sono le summenzionate oltre 100 lingue diverse che sono rimaste sconosciute alle ricerche europee, e non esiste un dizionario, né una grammatica, né un libro che ne tratti. Mancano perfino le parole più semplici come “leggere”, “scrivere”, “imparare”, “sillabare”. Tutti quelli che si sono applicati ad apprendere lingue, possono quindi comprendere quanto siano grandi le difficoltà che ho ora esposte”. (relazione storica alla Società di Colonia, Scritti, 4871-4872)

El envio nasce siempre del corazon del Dios Abbà. El llamar yendo y anunciando depende de cada uno de nosotros discipulos de Jesus.

 

Venerdì, 23 Agosto 2019  Matteo 22,34-40 Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso

È vero che nella legge il più grande comandamento è amare Dio e amare il prossimo. È vero che nella legge, da questi due comandamenti dipende tutto. Ma nella nuova legge, in Gesù, come stanno le cose?? Se stessero come prima, allora cosa ci starebbe a fare Gesù? Dove andrebbe a finire la sua novità? Te lo anticipo: nella nuova legge, la novità è quella di un Dio che ama l’uomo… e poi… vai avanti come ha fatto san Daniele Comboni.

“Io stesso ho fatto queste esperienze dal 1858 al 1859, quando mi trovavo nella tribù dei Kich, nella stazione di S. Croce tra il 6º e 7º di Lat. Nord, con i miei compagni Giuseppe Lanz del Tirolo, Giovanni Beltrame e Angelo Melotto, poiché fummo noi i primi a comporre in Denka, con una pazienza costante, il primo dizionario, la prima grammatica e il primo catechismo cattolico dettagliato. Due giovani neri della tribù dei Denka e dei Bari lo coadiuvarono nella compilazione di un vocabolario, di una grammatica e dei Vangeli domenicali e festivi in lingua Bari-Denka con a fianco la traduzione tedesca, la cui edizione con note latine ed italiane venne alla luce a Bressanone (relazione storica alla Società di Colonia, Scritti, 4873-4874 e 4876)

Si vamos adelante. Nuestro Dios camina delante de nosotros y siempre nos dice: Siganme.

 

Sabato, 24 Agosto 2019  Giovanni 1,45-51 Ecco un vero israelita in cui non c’è falsità. Nazareth è periferia: non conta. Chi ha potere sta al centro, dunque il Messia non poteva essere di Nazareth. Eppure, per esperienza personale, posso dire che stare con “i più piccoli dei poveri” e frequentarli e identificarsi con essi, sposta il baricentro della vita, libera e fa vedere il mondo con occhi radicalmente diversi. Difficili i viaggi di Combini che mai rinuncia alla missione.

“Senza perdere tempo, i cammelli furono caricati delle casse, e tutta la stazione, con le capanne e ciò che vi si trovava, fu messa sotto la protezione del capo Kakum, dopo di che, la mattina del 30 ottobre, ebbe luogo la nostra partenza. Nei viaggi attraverso le foreste e le infuocate zone desertiche dell’Africa è sempre mia consuetudine di essere uno degli ultimi a montare il cammello, per poter vegliare sul carico e tener d’occhio tutto il personale, Tormentati dalla fame e dalla sete, passammo una notte orribile, e quanto furono grandi le pene del mio spirito! Chi più chi meno eravamo tutti abbattuti dalla febbre, avevamo digiunato sì a lungo, e non sapevamo in quali paraggi ci eravamo fermati e quanto fossimo lontani dal termine del nostro viaggio. Per fortuna il giannizzero si trovò ancora in tasca un pezzetto di carne cruda di montone, ucciso tre giorni prima, ma erano appena 5-6 once e per di più già mezzo imputridito. Frugando nel mio tascapanni da viaggio, venne fuori un’altra scatoletta con un pezzetto di carne salata di circa 8 once, che avevo comperato a Khartum. Come eravamo contenti per questa scoperta! … in meno tempo, di quanto impieghi a descriverlo, la carne era già scomparsa”. (relazione storica alla Società di Colonia, Scritti, 4886 e 4891)

Natanael tiene la valentia de ir y ver y no queda defraudado. El Rabbì de Nazaret logra llegar a su corazon y cambiar su vida.

 

Domenica, 25 Agosto 2019  

Luca 13,22-30 Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio

L’importante non è sapere chi si salva, ma che tutti si sforzino per lasciarsi salvare. Il cristiano, attraversando le strade delle nostre città, vedendo facce di diversi colori, gioisce pensando che ognuno è chiamato a sedersi alla mensa del regno di Dio. Gioisce pensando che l’altro è dono da accogliere per annunciare Gesù.

“… solo alla Chiesa cattolica può essere dato di riportare qui i trionfi, e il Signore che nella sua potenza, scuote i cedri del Libano e fa tremare le colonne del firmamento, egli solo per mezzo della sua religione, potrebbe portare luce in tanto spirituale errore. Muterebbero essi (musulmani e pagani) la loro comoda religione con la Religione Cattolica che richiede la rinuncia di se stessi, la mortificazione della carne e il sacrificio? Il far loro comprendere la sublimità della Religione Cattolica, la santità della sua dottrina, la bellezza della sua liturgia offre ostacoli e difficoltà quasi insormontabili perché essi non sono in grado di comprendere le cose sublimi, dato che si trovano in un lagrimevole stato morale per la corruzione concessa dalle leggi. Ma il Missionario confida nella misericordia di Dio, e, pronto alla lotta, si reca sul campo del lavoro guidato dalla speranza che non lo abbandona mai. Mentre sulla nave spira un vento favorevole, e il viaggio incomincia”. (relazione storica alla Società di Colonia, Scritti, 4943 e 4945-46))

Los demas son regalo: nos permiten de anunciarles a Jesus.

 

Lunedì, 26 Agosto 2019  Matteo 23,13-22 Guai a voi, guide cieche

Forse ciò che Gesù denuncia nella vita dei farisei sono realtà presenti anche nella comunità cristiana. Mi chiedo che cosa può fare di me una persona che chiude all’altro l’acceso al regno di Dio? Una persona che mette al centro le strutture a scapito dell’incontro con il Dio della vita? Daniele Comboni sa mettere al centro il Dio della vita e sa mettere al centro, nello stesso tempo, le persone che condividono con lui la missione.

“Sia ringraziato Dio per tutto, e i nostri generosi benefattori possano avere un’eterna ricompensa per averci aiutati con le loro abbondanti elemosine e con le loro fervide preghiere in questo nostro sublime compito, anche se non poterono contribuire in altro modo, alla nostra opera per il trionfo della Chiesa Cattolica. Il quadro storico che ho preparato per Loro, e nel quale ho tralasciato molte altre cose, è una testimonianza che quest’opera è sorta ai piedi della Croce, e che porta il sigillo della Croce adorabile, per la quale diventa opera di Dio. Il Salvatore del mondo compì le sue meravigliose conquiste di anime con la forza di questa Croce che atterrò il paganesimo, rovesciò i templi profani, sconvolse le potenze dell’inferno e, secondo il detto di S. Leone Papa, divenne altare non di un unico tempio, ma altare di tutto il mondo. Fra i dolori e le spine è sorta e cresciuta l’opera della Redenzione e per questa essa mostra uno sviluppo mirabile e un futuro consolante e felice. La Croce ha la forza di trasformare l’Africa Centrale in terra di benedizione e di salute”. (relazione storica alla Società di Colonia, Scritti, 4972-4973)

Me pregunto: que hay en mi vida de hoy en dia que impide a los demas de engresar y encontrar a Jesus?

 

Martedì, 27 Agosto 2019  Matteo 23,23-26 Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle Queste parole sono rivolte a noi. non come accusa o condanna, ma come forte e amorevole invito a capire che ci distruggiamo, se camminiamo sulla strada della non attenzione alle strutture portanti, fondamentali. Se nelle nostre scelte non c’è la crescita del regno di Dio, a che cosa servono queste nostra stesse scelte? Ascoltiamo Comboni.

“E’ impossibile di portare la vera civilizzazione nell’Africa Centrale, e di abolire la schiavitù, senza la predicazione del Vangelo e senza la fede e l’apostolato cattolico: ogni sforzo umano è inutile per ottenerne il vero effetto. Quindi è che, mentre con bei modi e gentili maniere incoraggio il re dei Belgi, gli suggerisco sempre, che non si vedranno buoni risultati, senza che vi abbiano messo mano le missioni cattoliche. Perciò credo che sia molto prudente che i capi di Missione per ora non si immischino con tali imprese e spedizioni, e che solo si limitino, data occasione, ad esercitare carità individuale verso i bisognosi, i malati, stando sempre entro i confini del loro mandato. Del resto credo che per ora le missioni cattoliche non avranno, è vero, nessuno o ben poco vantaggio da queste spedizioni scientifico-commerciali; ma non ne avranno nemmeno alcun danno”. . al card. Alessandro Franchi, Scritti, 5019-5020),

 

Mercoledì 28 Agosto 2019 Matteo 23,27-32 Siete figli di chi uccise i profeti

Anch’io, anche tu possiamo uccidere i profeti di oggi. E il modo più duro è quello di uccidere i profeti di oggi con le parole dei profeti di ieri. Con le parole del: si è sempre fatto così. Forse la maggior parte dei profeti non sono uccisi dai “lontani” dai “non credenti” ma dai vicini. Comboni sa valorizzare tutto per il bene della missione.

“L’accoglienza più benevola che io ricevetti, fu presso Sua Altezza il Khedive di Egitto, il quale ebbe la bontà d’intrattenersi con me un’ora e mezza, nella quale m’interrogò su molti affari dell’Africa Centrale… E quale accoglienza mi fece Sua Altezza il Principe ereditario, ed il Ministro della guerra Stone Pascià, il quale m’invitò al solenne banchetto, che diede in onore dell’illustre Mr. Stanley, uno dei più grandi viaggiatori dell’Africa Centrale… L’illustre Stanley (che è anglicano di America) mi diede opportune istruzioni per giungere fino alle sorgenti del Nilo, e piantarvi una missione cattolica, e mi fece una raccomandazione presso il Re M’tesa, che dice essere un perfetto gentiluomo e potentissimo, ed affezionato ai cristiani. Per amore di brevità le accenno un solo aneddoto raccontatomi dall’illustre viaggiatore”. (al card. Alessandro Franchi, Scritti, 5028 e 5030-5031)

Cuidado: no seas uno que mata a los profetas agarrandote al: “siempre se hizo asì”.

Giovedì, 29 Agosto 2019  Marco 6,17-29 Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista

Quando potere, possesso e prestigio di alleano, la vita dell’altro non ha più alcuna importanza. Questo si è verificato nella vita di Giovanni il Battista, nella vita di Gesù e si verifica oggi. Si verifica oggi nei profeti del nostro tempo. Comboni torna in Africa dove la sua salute è in costante pericolo. È libero dalla paura di fronte alle eprsone e agli eventi.

“Io vi scriverò spesso dall’Africa: oggi sono occupatissimo, perché domani sopra una gran nave parto dal Cairo sul Nilo con una gran carovana, e spero in un mese di arrivare al gran deserto. Vi scriverò su molte cose, e sul colloquio col Khedive, che portò a cielo S. Santità, e sull’ardua mia intrapresa, e sulle sue speranze e risultati. Ma prima lasciate che io esprima a voi i sensi della mia profonda ed eterna gratitudine per quanto avete fatto per me, pella sincera e santa vostra preziosa amicizia che mi accordaste, e che io terrò cara e preziosa fino al taglio della testa. Porto con me con grande rispetto e venerazione gli oggetti che per vostro mezzo mi ha regalato il Santo Padre, e che formano una gloria del mio Vicariato…”.

La tumba para los discipulos no serà nunca la ultima morada. Nunca.

 

Venerdì, 30 agosto 2019 Matteo 25,1-13 Ecco lo sposo! Andategli incontro

Mi sono anche chiesto: lo sposo non potrebbe essere il regno di Dio o dei cieli? Sì, sta arrivando il regno dei cieli che è servizio, condivisione e dono. È arrivato in Gesù e deve arrivare in ciascuno di noi. Ognuno deve fare una scelta personale, una scelta di amore e di attesa. In questo amore e attesa, le virtù da valorizzare sono prudenza, fortezza, temperanza e giustizia.

“Scusatemi del mio involontario silenzio. Stasera sopra una grande dahhabia partiremo dal Cairo io, D. Squaranti Amministratore G.le dell’Opera, D. Gio. Batta Fraccaro, e D. Salvatore Piazza con 5 Pie Madri della Nigrizia e con altre 9 laici e provati artigiani per Assuan, Corosco, Berber e Khartum. Vi scriverò molto dalla barca, perché ora molto sono affaticato, perché ci vuol tempo e lavoro a mettere insieme una carovana di oltre cento cammelli. Le notizie da Berber, Khartum, Cordofan e Gebel Nuba (ove sta l’antico Sup.re D. Bonomi) sono buone, se si eccettua D. Policarpo, che è alquanto intrigante, insubordinato, che fa da padrone, sbevaccia, e si diporta più da soldataccio che da buon prete. Ma colla pazienza, carità, e col freno (lo terrò meco per molto tempo), spero diventerà buon missionario e buon Zuavo. (a mons. Giovanni Mitterrutzner, Scritti. 5052-5053)

El esposo que llega es el reino de los cielos: una sociedad fundada sobre el servir, compartir y donar. Este reino ha llegato en Jesus y està llegando a traves de cada uno de nosotros los discipulos suyos.

 

Sabato, 31 agosto 2019  Matteo 25,14-30 Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone

Non vale rifugiarsi in una sicurezza sterile. Condividi ciò che sei e ciò che hai. Chi non fa fruttare i doni ricevuti, fosse anche con il pretesto di collocarli in un luogo sicuro, alla fine finisce con il perdere tutto. Solo il cristiano che evangelizza è il cristiano che si realizza. Sogniamo una Chiesa capace di giungere a tutti. È il sogno di Daniele Comboni cche oggi vi ptrdrnta la grandezza di una sua suora (suor Teresa Grigolini) di fronte alla notizia della morte del papà.

(Suor Teresa) Stette più di un quarto d’ora così inginocchiata davanti a Dio ed a noi; le parole che le uscivano, erano parole della più sublime santità e religione. Quasi mai ho veduto una figlia sì tenera ed amorosa pei suoi genitori; e mai vidi una donna sì forte, sì generosa, sì nobile, sì cristiana. Oh! ella è ben degna dell’alta missione, ed impresa, a cui Dio l’ha chiamata. Ma se debbo gloriarmi di una figlia sì grande, sì santa, debbo gloriarmi di chi la formò a tanta perfezione e santità, debbo gloriarmi di Lei, Signora Stella, e del mio caro Sig.r Lorenzo, che avete formato ed instillato nel cuore di questa incomparabile figlia tanta pietà, fervore, zelo, candore, e generosità, che l’avete formata tale da potersi paragonare alle sublimi donne del Vangelo, che accompagnavano e servivano gli Apostoli nella lor predicazione”. (alla signora Stella Grigolini, Scritti, 5071)

Soñamos a una Iglesia capaz de llegar a todos, una Iglesia con los brazos abiertos, fuerte en toda circunstancia.