LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO
Sento il bisogno di riassumere la prima quindicina di giugno con l’augurio che ho presentato a tutte le amicizie che portano il nome di Antonio. Eccolo:
Antonio – Antonia – Antonietta … – AUGURI
E l’augurio di quest’anno è:
Inversione di marcia
È una delle caratteristiche belle di Antonio
Lo sia anche per te.
Senza inversione di marcia non si cresce,
non si è discepoli, non si entra nel regno di Dio!
Per Antonio:
– Alcune inversioni di marcia sono dovute alle tempeste;
che non gli permettono di giungere al Marocco…
– Altre sono dovute all’accettazione del momento presente;
lui che aveva studiato tanto farà da portinaio e da cuoco;
– Altre a eventi della comunità dove viveva;
un padre si ammala e a lui chiedono di fare una predica.
– Altre alle richieste del popolo che lo vuole ascoltare;
che lo vuole ascoltare come predicatore..
Sia che tu giunga a una meta diversa da quella sognata;
sia che tu debba fare il portinaio o il cuoco;
sia che tu debba supplire qualcuno;
sia che il popolo riconosca le tue qualità:
LA MISSIONE SIA IL CUORE DI TUTTO.
SIAMO MISSIONE
SIAMO SPIRITO CHE CI FA ANNUNCIARE E TESTIMONIARE
GESÙ
Lo è stato per ANTONIO, lo sia anche per te
e prega per me perché lo sia anche per Ottavio e per ogni missionario comboniano.
A nome tuo questa mattina nella Messa ho detto una parolina dolce a Gesù.
13 giugno 2019 – p. Ottavio
se lo vuoi puoi chiedermi per e-mail o per telefono informazioni sui campi estivi e su altre iniziative dei prossimi mesi. Puoi trovare ulteriori informazioni anche sul sito: www.comboniani.org o su facebook… o su www.giovaniemissione.it
E la seconda metà del mese?
Eccola.
16 giugno partecipo in varie iniziative parrocchiali a Troia tra cui la processione di sant
17 giugno nel pomeriggio vado a Bari e il giorno seguente celebro un matrimonio. In occasione dei 50 di sacerdozio, due anni fa, avevo chiesto come dono al Signore 5 nuove famiglie e 5 vocazioni alla vita consacrata-missionaria. Le 5 famiglie ci sono! Le 5 vocazioni: siamo a due. Pedaliamo!!!
19-21 giugno sono a Troia e visito alcune parrocchie della zona. Andrò anche dal dottore che ha insistito che dopo oltre 5 anni facessi esami vari all’Asl. Vi dico una cosa, ma non ridete, tempo perso. Dagli esami risulta che se si eccettua il colesterolo RDC che supera di due punti il valore massimo (62 invece di 60), tutte le altre voci sono dentro dei valori normali! È il vostro affetto che mi tiene sano come un pesce nonostante il mare inquinato dalla plastica!
21 giugno ci visita p. Luigi Codianni e dovrei assumermi il servizio dell’economia in questa nostra comunità. Proprio non ci voleva questo tiro mancino. Ma spero di trovare qualche laico o laica che collabori per essere più libero nell’animazione missionaria.
22/23 giugno porto a Brescia fratel Carlo Morani che dopo 5 anni di presenza lascia questa comunità. Grazie per la tua presenza in mezzo a noi.
24 giugno a Molfetta presso il Seminario ci riuniamo come Commissione Missionaria Regionale ore 9,30 per programmare le attività missionarie dei prossimi mesi.
25-26 giugno partecipo a un incontro con sacerdoti della Diocesi di Lucera Troia a Monte sant’Angelo
25 giugno chiudiamo le iscrizioni alla gita in SICILIA (Costa dei Ciclopi). (Taormina – Acireale – Catania – Etna – Noto – Siracusa). Esperienza turistica e spirituale.
Partenza da Troia: ore 22 mercoledì 7 agosto Rientro a Troia: ore 23 circa di domenica 11 agosto.
Capogruppo: Cell. 3298466381 – Guida spirituale: Padre Ottavio
Quota di partecipazione: euro 400,00 Anticipo per iscrizione: euro 50.00
La quota comprende: Viaggio di andata e ritorno in pullman GT; Pensione completa (bevande escluse) in hotel prima classe 4 stelle dal pranzo dell’8 agosto al pranzo dell’11 agosto; N. 3 visite guidate. La quota non comprende ingressi a Musei
Le iscrizioni dovranno pervenire entro e non oltre il 26/06/2019 ai numeri tel.: 3298466381 o a p. Ottavio – 3482991393
- I posti in pullman saranno assegnati secondo l’ordine di iscrizione
Il programma dettagliato sarà consegnato al momento dell’iscrizione
27 giugno prepariamo la festa sacro Cuore
28 giugno festa del Sacro Cuore. Abbiamo invitato i Parroci delle parrocchie dove abbiamo realizzato iniziative di animazione missionaria. Con loro faremo un incontro di riflessione e di preghiera e poi condivideremo il pranzo con qualche prezioso dolcetto offerto da brave mamme e/o nonne dal cuore missionario.….
29/06 – 9/07 Dopo alcuni anni ritorno finalmente nel paesino dove sono nato a Degna, frazione del comune di Casanova Lerrone in provincia di Savona. Vado in treno così sono quasi certo di passare quei 10 giorni nel paesino… E la cosa più bella è che farò le vacanze insieme con mia sorella Teresa.
Grazie a queste vacanze il prossimo “Nostra presenza sul territorio” sarà il 10 luglio.
APPENDICE
Alcune riflessioni sul documento “Christus vivit” di papa Francesco.
Non mi chiedo: “Chi sono io”. Ma mi chiedo “Per chi sono io”.
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!». Sono le parole di papa Francesco nell’ esordio dell’ esortazione apostolica che chiude il lungo percorso del Sinodo sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale dell’ ottobre scorso. Il documento pontificio, che come da tradizione prende il titolo dalle parole del testo in latino, Christus vivit, è composto da nove capitoli oltre a una breve introduzione che sembra quasi una professione di fede di Bergoglio nella presenza vivificante di Cristo nella storia e un accorato appello ai giovani a lasciarsi toccare dall’ incontro con Gesù. «Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai», scrive il Papa. «Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’ è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza».
Il desiderio di farsi capire da una generazione ormai lontana anni luce dal linguaggio ecclesiale emerge tutto nella frase in cui Francesco dichiara: «A tutti i giovani cristiani scrivo con affetto questa Esortazione apostolica», e subito si premura di aggiungere: «vale a dire una lettera che richiama alcune convinzioni della nostra fede e, nello stesso tempo, incoraggia a crescere nella santità e nell’ impegno per la propria vocazione».
Gli scandali della Chiesa allontanano i giovani
Nel primo dei nove capitoli papa Bergoglio spiega «cosa dice la parola di Dio sui giovani» passando in rassegna numerosi personaggi del Antico e Nuovo Testamento, per poi addentrarsi nel capitolo successivo sulla figura di Gesù Cristo «la cui giovinezza di illumina».
Il Papa avverte che «se per molti giovani Dio, la religione e la Chiesa appaiono parole vuote, essi sono sensibili alla figura di Gesù, quando viene presentata in modo attraente ed efficace». Il Pontefice ammette che quando «un numero consistente di giovani non chiedono nulla alla Chiesa perché non la ritengono significativa per la loro esistenza» o «chiedono espressamente di essere lasciati in pace», non lo fanno solo per «disprezzo acritico e impulsivo», ma anche per «ragioni serie e rispettabili»: «scandali sessuali ed economici», l’ impreparazione dei preti, «la fatica della Chiesa di rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali».
Altri giovani, invece, «chiedono una Chiesa che ascolti di più, che non stia continuamente a condannare il mondo» e «non vogliono vedere una Chiesa silenziosa e timida, ma nemmeno sempre in guerra per due o tre temi che la ossessionano», perché, benché la Chiesa «possieda la verità del Vangelo, questo non significa che l’ abbia compresa pienamente».
«Coltivare la vita comunitaria»
«Non possiamo limitarci a dire che i giovani sono il futuro del mondo», scrive il Papa nel terzo capitolo, essi «sono il presente, lo stanno arricchendo con il loro contributo» e quindi occorre dare loro fiducia riconoscendo ciò che portano di positivo. «In alcuni giovani riconosciamo un desiderio di Dio, anche se non con tutti i contorni del Dio rivelato. In altri possiamo intravedere un sogno di fraternità, che non è poco. In molti ci può essere un reale desiderio di sviluppare le capacità di cui sono dotati per offrire qualcosa al mondo. In alcuni vediamo una particolare sensibilità artistica, o una ricerca di armonia con la natura. In altri ci può essere forse un grande bisogno di comunicazione. In molti di loro troveremo un profondo desiderio di una vita diversa. Sono autentici punti di partenza, energie interiori che attendono con apertura una parola di stimolo, di luce e di incoraggiamento».
A tutti Francesco rivolge un consiglio da saggio padre spirituale di chiara impronta ignaziana: coltivate la «vita comunitaria» perché «se siamo isolati» «è molto difficile lottare contro la propria concupiscenza e contro le insidie e tentazioni del demonio e del mondo egoista».
Il Papa si sofferma anche su alcuni fenomeni globali della contemporaneità che hanno un importante affetto sulle nuove generazioni. Definisce il mondo digitale, «un approccio alla realtà che tende a privilegiare l’ immagine rispetto all’ ascolto e alla lettura influenza il modo di imparare e lo sviluppo del senso critico», mette in guardia dalla possibile disumanizzazione che può scaturire dalle relazioni virtuali ma incoraggia anche ad usare il web per l’ evangelizzazione. Si sofferma poi sulle migrazioni e sul compito di accoglienza che spetta alla Chiesa.
«Cristo è la garanzia che il bene può farsi strada nella nostra vita»
Quale annuncio di fede proporre oggi ai giovani è il tema del quarto capitolo. Francesco lo sintetizza in tre punti: «Dio ti ama, non dubitarne mai»; «Cristo ti salva» e lo fa «gratuitamente»; infine, «egli vive», adesso, e «questo è una garanzia che il bene può farsi strada nella nostra vita».
«Qualsiasi altra soluzione risulterà debole e temporanea». Il capitolo successivo tratta della giovinezza come fase della vita in cui completare la formazione e prendere delle decisioni definitive per il futuro, ma senza rinunciare a vivere il presente, senza ripiegarsi su se stessi, non facendosi omologare e diventando «missionari coraggiosi».
Il capitolo sesto Bergoglio lo dedica al tema dell’ importanza delle «radici», al rapporto tra le generazioni e in particolare alla forza dei giovani e alla saggezza degli anziani che insieme possono fare grandi cose.
La pastorale giovanile sia popolare e inclusiva
Della «pastorale dei giovani» parla il capitolo settimo. Francesco parte da due premesse: «È l’ intera comunità» che evangelizza i giovani ma ai giovani si deve dare più spazio per essere protagonisti nelle proposte pastorali. Auspica poi che si faccia tesoro di «buone pratiche» che funzionano: «Quelle metodologie, quei linguaggi, quelle motivazioni che sono risultati effettivamente attraenti per avvicinare i giovani a Cristo e alla Chiesa. Non importa di che colore siano, se “conservatori o progressisti”, se “di destra o di sinistra”». Due le linee d’ azione che indica: «Una è la ricerca, l’ invito, la chiamata che attiri nuovi giovani verso l’ esperienza del Signore. L’ altra è la crescita, lo sviluppo di un percorso di maturazione di chi ha già vissuto quell’ esperienza».
E comunque, secondo il Papa, la pastorale giovanile deve essere « popolare»: cioè «si tratta prima di tutto di non porre tanti ostacoli, norme, controlli e inquadramenti obbligatori». «Non è nemmeno necessario che uno accetti completamente tutti gli insegnamenti della Chiesa per poter partecipare ad alcuni dei nostri spazi dedicati ai giovani. Basta un atteggiamento aperto verso tutti quelli che hanno il desiderio e la disponibilità a lasciarsi incontrare dalla verità rivelata da Dio».
Chiedersi “per chi sono io?”
Infine Francesco affronta la vocazione e il discernimento. «Credere che nulla può essere definitivo è un inganno e una menzogna», come anche vivere in uno «zapping costante», avverte il Papa. Che poi si sofferma sulla bellezza del Matrimonio, della vita consacrata e anche sulla condizione di chi non è chiamato a nessuna di queste due scelte. Anche il lavoro, aggiunge, è una vocazione.
Per discernere, Francesco offre un consiglio d’ oro: «Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”».
La conclusione è un vero e proprio mandato di fiducia: «Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte “attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci”».