Casa natale

Limone e le limonaie

Il lago di Garda famoso per il clima mite, è il punto più a nord al mondo in cui si coltivino i limoni. I documenti attestano coltivazioni di agrumi già nel XV secolo ma la tradizione vuole che siano arrivati qui secoli prima con i francescani.
Limone del Garda, il cui nome però sembra non derivare da quello della pianta ma dal termine celtico limos olmo, ospita alcune limonaie tra le più affascinanti del Garda come quella interamente recuperata e visitabile del Castèl. Queste strutture, dall’architettura caratteristica a gradoni e pilastri che alternativamente dovevano essere coperti e scoperti per riparare le piante dal gelo, ne disegnano il paesaggio e sono state per secoli cuore fondamentale dell’economia locale.

Il Tesöl e i Comboni

La località del Tesöl prende il nome dalla forma dialettale del verbo ‘tendere’ inteso come il tirare le reti da caccia che venivano posizionate proprio in questa zona. La limonaia che qui possiamo ancora vedere, poteva contenere circa 100 piante di limoni e fu costruita a ridosso di alcune strutture agricole preesistenti tra cui la Casa Natale di San Daniele, nella seconda metà del XVIII secolo.
Nei primi anni del XIX secolo vennero a lavorare al Tesöl due fratelli, Giuseppe e Luigi Comboni, originari di Bogliaco, paesino a sud di Limone. Dopo alcuni anni Giuseppe si trasferì in paese e al Tesöl rimase Luigi, che nel 1826 sposò Domenica Pace, nativa di Magasa. Ebbero otto figli, il quarto fu appunto san Daniele Comboni, unico figlio che sopravvisse essendo morti gli altri in tenera età.
Negli ultimi anni dell’800 la limonaia venne acquistata da Eugenio Comboni, cugino di San Daniele. Dai suoi discendenti, i Missionari Comboniani l’acquistarono, per diventare custodi della Casa Natale del loro Santo fondatore. Attualmente la comunità comboniana è impegnata nell’accogliere quanti si recano qui per vivere momenti di preghiera e di riflessione missionaria.

Gli ambienti della limonaia

Possiamo considerare due parti:
a) quella che ruota attorno alla casa natale vera e propria, composta da:
La casa natale: al piano terra è possibile visitare la cucina e la camera dei genitori; al piano superiore, non visitabile per motivi di sicurezza, vi sono un’altra camera e dei vani usati come granai e ripostigli.

 

 

La cappella: è stata ricavata da quella che all’epoca era una legnaia o il pollaio. Particolari il tabernacolo a forma di capanna africana, il grande crocefisso d’ulivo e la statua di san Giuseppe che regge la limonaia, in quanto patrono principale dell’Istituto, secondo la volontà di San Daniele stesso.

 

 

La sacrestia: un piccolo percorso guida il visitatore: partendo dall’urna contenente i resti dei genitori e passando per la vetrina contenente alcune reliquie di san Daniele, si giunge ad una Bibbia aperta sul mondo, ad indicare l’annuncio missionario portato avanti dai tanti missionari e missionarie, laici e consacrati, che riconoscono in Comboni il loro padre. Il colore blu (che nell’iconografia indica il divino) unisce questi 3 punti, ad indicare che la storia umana (dei genitori, del Comboni e dei suoi missionari) incontrandosi con la storia divina, diventa Storia di Salvezza per tutta l’umanità (visita la pagina dedicata all’inaugurazione).

 

Il museo delle curiosità: a partire da una lettera in cui Comboni descrive al padre le bellezze viste durante i suoi viaggi, è stato creata questa sala che raccoglie oggetti di varie origini. È un invito a meravigliarsi e ringraziare per le bellezze del creato che ci circondano, imparando a scorgere in esse l’opera del Creatore.
Il giardino: usciti dalla serra, ci si trova nel giardino che appare come un’oasi di Pace e di bellezza. Ai piedi della roccia, c’è una tettoia in legno, usata come cappallina per celebrare l’Eucarestia o per momenti d’incontro. Di fianco a questa parte un sentiero che permette di salire lungo la parete, per giungere a dei punti panoramici bellissimi. Il sentiero è affiancato da un ruscello che forma varie cascate.

 

b) quella abitata dalla comunità dei Missionari Comboniani, composta da:
• I vari ambienti dove la comunità svolge la sua vita quotidiana
La biblioteca: contenente circa 4 mila volumi su diverse tematiche: teologia, spiritualità, Sacra Scrittura, magistero, vite di santi, missione, san Daniele Comboni, la famiglia comboniana, …

 

 

La cappella: è il luogo in cui la comunità si ritrova durante la giornata per i vari momenti di preghiera. Sullo sfondo, dietro l’altare, c’è una frase che Comboni lasciò come regola per i suoi missionari: ‘Tenere gli occhi sempre fissi in Gesù Cristo’. Particolarmente belli i basamenti dell’altare e dell’ambone, costituiti da due ‘Alberi della vita’, sculture lignee africane. Un grande quadro richiama la centralità del Cuore di Gesù per la vita del Comboni e dei suoi missionari. Su una finestra c’è l’immagine di santa Giuseppina Bakhita, una schiava sudanese diventata santa, il sogno del Comboni stesso divenuto realtà.

 

La sala incontri: è la sala occupata durante gli incontri che si svolgono con i vari gruppi che si recano alla casa natale di san Daniele per conoscerlo e per approfondire la realtà missionaria