1 febbraio
Marco 4,26-34 L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce.
Il Sogno di Dio a volte può sembrare così piccolo piccolo da essere insignificante eppure è destinato a crescere e a trasformare tutto. È ciò che è successo nel piccolo Pietro, un ragazzo schiavo riscattato da Comboni. “Il piccolo Pietro possedeva qualità straordinarie; quando fu rapito dai giallaba sapeva soltanto il galla e l’abissino; ma nel viaggio dai Galla a Aden e da Aden a Verona imparò abbastanza l’arabo e precisamente la pura lingua dell’Yemen. Nella sua dimora tra gli indiani di Aden imparò assai bene l’indù e 6 mesi dopo il suo arrivo a Verona parlava assai correntemente anche l’italiano; nella scuola faceva grandi progressi; era di una perspicacia straordinaria, e voleva saper sempre la causa e il perché delle cose. Nelle scuole pubbliche d’Europa avrebbe potuto fare una riuscita più splendida degli scolari più esperti. Ma soprattutto era da rilevare il suo modo di sentire prettamente cattolico e il suo sublime concetto della morale cristiana; ultimamente era così scolpita nel suo cuore da aborrire il peccato in una maniera da far stupire.
… Il nostro Pierino aveva aborrimento in modo speciale della bugia… Pietro non avrebbe detto una bugia neanche se con ciò avesse potuto salvare la sua vita. Inoltre egli possedeva un alto grado le virtù dell’abnegazione e dell’umiltà; aveva paura sempre di far male e chiedeva spesso ai suoi Superiori se questa cosa e quest’altra fosse lecita”. (a don Goffredo Noecker, Scritti, 901-902) Si tu no tienes la valentia de sembrarla, la semilla nunca podrà nacer y crecer. Tu mision es sembrar. Somos sembradores cada dia, hoy tambien. 2 febbraio 2018

2 febbraio
Luca 2,22-40 Parlava del bambino
Anna parla del Bambino. La nostra missione è parlare del Bambino. Il Bambino non parla se non con la bocca di Simeone e di Anna. Ieri con quella di Daniele oggi con le nostre.
“L’innegabile realtà da una parte, che i neri non possono vivere in Europa, come noi abbiamo dolorosamente sperimentato a Napoli, a Roma e ultimamente a Verona, e d’altra parte il fatto che i missionari europei non reggono al clima dell’Africa Centrale, mi fanno pensare continuamente al rimedio e mi spingono a mettere in effetto le idee che mi sono venute in mente l’anno scorso durante la mia presenza in Colonia. Attualmente mi trovo a Roma appunto per trattare con la S. Sede e particolarmente con la S. Congregazione de Propaganda Fide, circa un nuovo piano riguardante la missione africana. Questo piano io l’ho messo in iscritto e sottoposto a Propaganda. Esso non si limita soltanto alla vecchia missione dell’Africa Centrale, ma si estende a tutta la grande famiglia dei neri e abbraccia così tutta l’Africa. Preghiamo intanto il Signore e la Regina della Nigrizia che benedicano me, che mi sono consacrato incondizionatamente alla conversione dell’Africa, e benedicano e propaghino il mio piano, che sarà destinato a fornire i mezzi per l’attuazione di questo piano”. (a don Goffredo Noecker, Scritti, 909 e 913)
Jesus es el SI del Padre, es el fruto del Espiritu y del SI de Maria. Jesus es el Señor.

 

3 febbraio
Luca 4,21-30 Oggi si è adempiuta questa scruttura
La Scrittura si compie ma a quale prezzo? I suoi concittadini deridono Gesù e cercano di buttarlo giù dal dirupo. Comboni viene espulso dall’Istituto don Mazza .
“Dica adunque, o amato Padre mio, una parola di conforto ad un desolato figliuolo: parli un accento di pace e di amore per me, che mi sarà più caro di tutte le delizie del mondo. La benigna accoglienza del Santo Padre, il cortese e confidenziale accoglimento, con cui mi onora il Card. Barnabò come padre a figlio, l’affetto con cui sono trattato in Roma da Principi e Cardinali e Vescovi, e Prelati e Secolari e Dame, la stima che da tutte parti dell’Europa si professa per me, benché indegno, non valgono punto a solleticare il mio cuore, e scemar punto l’affetto che io nutro pel mio Istituto e pel mio Superiore: tutto calpesto sdegnosamente per amore del mio Ist.o e del mio buon Vecchio, pel quale ho tutto sacrificato, perfino il pio mio padre naturale. Ed ora sentire che io dovrò abbandonare per sempre il mio Ist.o, e licenziarmi, è questo un boccone che io non posso trangugiare. Quello che ho sofferto nel cuore da quattro mesi, ripeto, basta per iscontare qualunque crimine”. (a don Mazza, Scritti, 918)
La Palabra tiene el poder de cumplirse tambien hoy en la vida de cada uno de nosotros y del mundo entero. Tu tienes el poder de permitirselo. Tu SI es necesario. Sin tu disponibilidad la Palabra no se realiza. Sin el SI de Maria no tendriamos a Jesus.

 

4 febbraio
Marco 5,1-20 Esci, spirito impuro, da quest’uomo.
Gesù sa affrontare ogni situazione facendo sempre trionfare la vita perché mette al centro la persona e non le cose. Daniele non si lascia condizionare dalle difficoltà e continua con il suo impegno missionario. “Il novello mio piano della Società dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria per la Conversione della Nigrizia ottiene l’approvazione di tutti. Ho consultato 14 Cardinali, 6 Arcivescovi, il Generale dei Gesuiti con altri dei più distinti fra la compagnia; ed ho trovata la approvazione di tutti. Sembra che il Card. Barnabò voglia in seguito regolare tutte le fondazioni dell’intera Africa, secondo questo piano. Egli vuole che subito dopo ritornato a Verona io vada in Francia per mettermi d’accordo colla Propaganda di Lione e Parigi, per obbligarla a nome della S. Sede ad assegnare tutti i sussidi pecuniari che sarebbero necessari …voglio che il Centro vitale conservi una assoluta libertà di azione, il che si farà col piantare il Comitato in una città libera. Per ora nulla ho deciso, benché il mio pensiero corra sulla città di Colonia, la quale è grande, cattolica, e d’altro lato soggetta ad un governo protestante”. (a don Mazza, Scritti, 922-923)
El SI debe ser el SI de cada dia, de cada momento. Por lo tanto no puedes detenerte frente a ninguna situacion. Todo lo que no es autenticidad tu tienes el poder de hecharlo afuera, sea que tu seas joven o grandecito. Alegrate.

 

5 febbraio
Marco 5,21-43 Fanciulla, io ti dico: Alzati!
Gesù è con tutti e con ciascuno, è per tutti e per ciascuno. Tutti e ciascuno non si possono mai separare. Il tutti senza il ciascuno ci fa cadere nel generico; il ciascuno senza il tutti nell’individualismo.
“Quanto all’Africa, io sono felice di vedere che i miei pensieri sono accolti benignamente dal Pontefice. “Io sono lieto, mi disse, che voi abbiate ad occuparvi dell’Africa: ora andate a Parigi e presentate il piano alla Presidenza della Pia Opera della Propagazione della Fede. Poi il Cardinale Barnabò, a norma dell’assistenza che vi presterà la Francia, farà una circolare a tutti i Vicari e Prefetti Ap.lici dell’Africa, e farò il Decreto d’approvazione. V’incarico di studiar la maniera di associare al Piano tutte le altre Istituzioni e società: vi do la mia benedizione etc. labora sicut bonus miles Christi (traduz.: lavora come un buon soldato di Cristo).” Queste ultime parole risuonarono nel fondo del mio cuore. Il P. Rossi, Confessore di Antonelli, il Card. Barnabò e molti altri mi dissero essere il mio piano l’unico mezzo per piantare nel centro d’Africa la Fede”. (a don Mazza, Scritti, 930) Tambien a nosotros hoy Jesus nos dice: levantate. No te quedes allì parado, camina: ama y camina.

6 febbraio
Marco 6,1-6 Non vi poté operare nessun miracolo
Gesù non spinge ma attrae e se tu non ti apri lui non può agire.
“Si meraviglierà ch’io sia sempre in viaggio e che ora mi trovi a Bressanone. Ma deve sapere che l’Africa e i poveri neri si sono impadroniti del mio cuore, che vive soltanto per loro, particolarmente da quando il Rappresentante di Gesù Cristo, il S. Padre, mi ha incoraggiato a lavorare per l’Africa, e per questo motivo mi perdonerà anche se lascio i miei pochi neri, che restano però in buona custodia, per lavorare a beneficio di tutta la loro stirpe. Secondo le ultime notizie la missione dell’Africa Centrale è quasi del tutto estinta. Attualmente si trovano ancora a Khartum solo un padre e un fratello francescano. Il Fiume Bianco è stato completamente abbandonato e la stazione missionaria di Scellal lasciata. …Appena giunto a Roma e parlato del nuovo piano concepito a Colonia e svolto poi nella mente nel mio viaggio da Colonia a Magonza, il Cardinale mi incaricò di mettere in iscritto queste idee, e di unire ed utilizzare nel mio piano tutti coloro che lavorano per l’Africa”. Il Piano piacque al Papa e al Card. Barnabò, ma la sua attuazione dovrà urtare contro innumerevoli ostacoli, perché lo spirito dell’amore di Gesù Cristo manca in molte classi e istituzioni e specialmente per causa della politica. L’Opera dev’essere cattolica, non già spagnola o francese o tedesca o italiana. (a don Goffredo Noecker, Scritti, 941-944)
La puerta de tu vida se abre solo desde adentro. Jesus toca pero no puede abrir si tu no abres. Lo que no acontece podrìa no acontecer tambien porque falta tu decision.

7 febbraio
Marco 6,7-13  Cominciò a mandare i dodici
Gesù dice al discepolo che non viene accolto di scuotere la polvere… Scuotere la polvere è un messaggio. Il discepolo non accolto dice a chi non lo ha accolto: non mi porto via nulla di ciò che vi appartiene, non mi porto via nulla della vostra mentalità e stile di vita… continuo il mio cammino di inviato, continuo a camminare e ad annunciare.
“Benché il buon vecchio si mostra non padre ma tiranno ora per me, tuttavia la causa del mio abbattimento è proprio perché quel buon vecchio soffre per me, e soffre per nulla, e senza ragione. Sento ora più che mai la grazia di essere cattolico, e la fede è la sola che mi consola a soffrire per amore di Cristo: altrimenti un petto non riscaldato da Cristo dovrebbe soccombere. Risponderò dettagliatamente alla sua cara lettera, più tardi. Veramente sono abbattuto. Sarebbe tempo che il Superiore la finisse; altrimenti questo. Sono momenti che ho bisogno di incoraggiamento, più che di sconforto. Il Sup.re avrebbe dovuto dirmi qualche cosa a Verona: si vede che si aspetta la mia assenza per influenzarlo. Ma e da vicino e da lontano io sono lo stesso, e sento le cose nella medesima forza da tutti i quattro angoli del globo. Il Superiore non potrà mai rimproverarmi cose, che meritino di essere allontanato dall’Ist.o”. (a don Francesco Bricolo, Scritti, 965)
Mi mision es continuare a anunciar porqué Jesus continua a enviarme. Bendito sea Jesus.

8  febbraio 2018
Marco 6,14-29 E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni
Erode fa un banchetto che termina con una testa su un vassoio. Il nuovo nasce dalla condivisione e dall’attenzione al più debole.  Vediamo cosa è successo a Comboni quando il suo piano viene dichiarato “aereo”, senza fondamento…
Finora non ho concluso niente per l’Africa. Sono cose ardue, in cui vi vogliono ample vedute e mezzi e coraggio, ed assistenza speciale di Dio. Il Card. Barnabò m’impose di osservare tutti gli Stabilimenti Africani della Francia, insomma tutto ciò che di sacro e profano v’è riguardo all’Africa, e soprattutto a Lione, ov’è il Semin.o delle Missioni Africane. Io venni accolto cortesemente dal Superiore M.r Planque, uomo di eminenti qualità ed assai stimato in tutta la Francia. Chi il crederebbe? Dio dispose che capitando nelle mani di lui, cadessi nelle mani di un santo, ma acerrino nemico. Egli per fini santissimi gettò a terra il mio Piano, e quel che è più corse dai membri del Consiglio Centrale dell’Opera della Propagazione della Fede e dal Cardinale De Bonald, e li prevenne in contrario. Non sapendo rendermi conto della causa di un tale procedere di un santo e bravo uomo, ebbi con lui molte conferenze; e mi assicurò che è un Piano aereo, nocevole alle Missioni africane, piano che non sarà mai accettato, né sussidiato, piano a cui egli sarà sempre contrario” (a don Francesco Bricolo, Scritti, 967)
El nuevo, el futuro nace solamente donde hay capacidad de compartir enfrentando las dificultades sin desanimos. Tambien en nustras propias vidas.

 

9 febbraio 2018
Marco 6,30-34 Venite in disparte a riposarvi
I discepoli erano stanchi. Noi a volte siamo stanchi. Anche Comboni era stanco di fronte a realtà difficili e a tante incomprensioni. Abbiamo bisogno di riposare. Uno dei modi più belli per riposare e ritrovare pace ed energie è quello di riflettere  e di condividere in un dialogo fraterno, i propri stati d’animo. Ecco come lo fa Daniele Comboni.
“Sono peccatore e pieno di demeriti: ma vi è il perdono e l’assistenza di Dio. Il procedere del Superiore è tale, che potrebbe benissimo far andare fuori di strada chi non è ben fermo. Se avessi ammazzato un prete, non è questo il mezzo di convertire e ridurre sul buon sentiero un traviato. Io lo amerò sempre, e sarò grato in eterno; perché se ora sono in condizione da fare del bene, lo devo a quel caro vecchio… Il nostro buon vecchio ha viste magnanime e gigantesche adattate al vero progresso; e per disgrazia non ha modo, non ha prudenza; e potrebbe avere dei dispiaceri, come sono lì lì per averne io, se seguita di questo passo. Io per ora non gli scrivo; e vivo come se nulla vi fosse. Ma non credo di essere poi tanto cretino da non vedere le conseguenze. Basta. Io prego pei nostri cari Istituti; e a Verona si preghi per me: che il Centro de’ nostri rapporti è Dio”. (a don Francesco Bricolo, Scritti, 976)
Es maravilloso este Jesus que no se cansa de decirle a sus discipulos de ir mas allà. Es maravilloso este Jesus que va mas allà con sus discipulos, con nosotros, y nos llama a descansar en la amistad para descubrir que el corazon de nuestro estar juntos es nuestra relacion filial con Dios.

 

10 febbraio
Luca 5,1-11  Abbiamo faticato tutta la notte
Nella mentalità semitica la notte è la vita, il giorno la morte. Faticare tutta la notte è faticare tutta la vita. Beati noi se possiamo dire: ho faticato tutta la notte, tutta la vita… ho faticato per vivere con cuore di figlio e di fratello o sorella inviato/a al mondo “Un solo aneddoto per ora, e basta. Andai da Nicolas per discorrere con lui sul mio Piano e pregarlo a darmi qualche lume, come pratico delle grandi Istituzioni. Mi accolse assai bene, e gentilmente si presta per me: fui già due volte da Lui, e molto mi assiste. Indovini mo’?… Oggi ad un pranzo in cui fui invitato, ove erano 8 Vescovi, fra cui Massaia, l’Arciv.o di Smirne, due della Cina, e uno dell’Australia etc.; intesi che Nicolas è uno degli 8 membri del Consiglio di Parigi. Io faccio e fo finta di non essermi accorto e continuo ad andare da Lui. Se sapessero che sono membro dell’Istituto il più povero del mondo (non si crede alla povertà estrema del nostro Istituto), che a Verona vivo di polentina, che nacqui al Teseul, e che ora che scrivo da Parigi sono padrone di soli 37 franchi e 45 cent.mi, più una banconota da un fiorino, e guai a me se la Provvidenza non mi soccorre, se sapessero, dico, tutto questo, non si avrebbe tanto entusiasmo per me, fino ad essere visitato da Vescovi, da Ambasciatori, e da contrammiragli…” (a don Francesco Bricolo, Scritti 980 e 982)
Fatigar, cansarnos toda la noche es trabajar toda la vida. En la mentalidad de los pueblos de oriente la noche es la vida, el dia la muerte.  Bendito sea el Señor si nos desgastamos toda la noche, es decir, toda la vida para anunciar e realizar el Reino de Dios en el mundo.

 

11 febbraio 2018
Marco 6,53-56  Quanti lo toccavano venivano salvati
Toccavano il lembo del mantello… Il mantello di Gesù siamo noi, siamo la comunità dei discepoli. La vita di chi si avvicina al discepolo, a te che sei discepolo, non può non guarire. Grazie Gesù, grazie per la gioia che mi dai di essere il tuo mantello. Grazie per tutte le volte in cui chi si è avvicinato a me è guarito.
“Sono 17 giorni che sono a Parigi, o meglio a Parigi e Versailles. Qui consulto e studio le grandi Istituzioni, per equilibrare l’opera che ho ideato per l’Africa. Come vedi l’opera è ardua e grandiosa; ma se Dio vi mette le mani va eseguita; se Dio non vi mette le mani, né Napoleone 3º. né i più potenti monarchi, né i più sapienti filosofi della terra potranno mai far nulla. Dunque che Dio faccia; e poi io l’ultimo dei figliuoli degli uomini riuscirò. Fra me e te siamo ricchi, fra me e S. Francesco Saverio siamo santi, fra me e Napoleone III. siamo potenti, fra me e messer Domine-Dio, siamo tutto. A quest’ora l’avrai letto, e qualche volta avrai esclamato, che D. Daniele è pazzo da catene. Senti Guido mio! Io ho una fiducia straordinaria in Dio, e pongo in pratica il sapientissimo audaces fortuna iuvat (trad.: la frtuna sorride a chi ha coraggio), che in linguaggio cristiano è la Provvidenza. Ti prego di riverirmi il Principe Beppi e Maria Giovanelli, D. Mario e la Principessa moglie, e i tuoi amici che io conosco. Prega per me e amami come verso di te fa Daniele”. (al conte Guido di Carpegna, Scritti, 987-988)
Muchas gracias Jesus por los abrigos que he podido tocar y tu vida, la vida verdadera,ha llegato a mi la vida

 

12 febbraio 2018
Marco 7,1-13  Trascurando il comandamento di Dio voi osservate le tradizioni degli uomini
Sei meraviglioso Gesù, maestro sempre in cammino sulle strade del mondo. Mi insegni anche che Dio. L’Abbà, ha messo al centro le persone, ogni persona. Il missionario non può fare diversamente. Insegnami a non annullare mai” la Parola” in favore delle “tradizioni”.
“Comprendo che l’essere io stato implicato in ministeri gravi e delicati, benché in età non avanzata, l’avere io viaggiato molto, l’essere di sovente vissuto in piena mia libertà in esteri paesi col solo testimonio di Dio, potrà somministrare a chi mi vuol male argomenti o sospetti di aver meritato dal Superiore sì grave punizione, senza che io possa produrre argomenti in mia difesa. Veggo insomma la mia posizione al cospetto del nostro buon vecchio.
…Quel Dio che è testimonio delle mie azioni, dei miei sentimenti, del mio cuore, questo caro ed amabile Gesù penserà o a difendermi, a darmi la forza di sopportare il peso della mia afflizione. Le tempeste sono necessarie per rendere il cuore più forte alle battaglie. Forse il Signore nelle mie cose d’Africa brama che soffra, per meglio lottare contro le difficoltà che si presentano all’esecuzione dei miei disegni: e se nulla di ciò volesse da me il Signore, l’afflizione e l’umiliazione saranno sempre da me colla grazia di Dio abbracciate, perché le prenderò come sconto delle mie colpe, e perché Gesù soffrì, Maria soffrì, S. Paolo soffrì, S. Fran.co Saverio soffrì, e i peccatori convertiti hanno sofferto. Venga tutto quello che Dio vuole, sarà sempre benedetto da me il Signore,…” (a don Francesco Bricolo, Scritti, 989, 990 e 994)
La Palabra tiene sempre el primer lugar. No quiero vivir de lo que siempre hicimos o de lo que me hacen. Quiero y necesito vivir de la Palabra. Confiando.

 

13 febbraio 2018
Marco 7,14-23  Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo
Non posso essere discepolo missionario se continuo a gettare la colpa sull’ambiente o sulle persone con cui vivo. Non posso essere discepolo missionario se dimentico che il negativo, il male ha le sue radici dentro di me. Ma anche il bello e il buono ha le radici nel cuore del discepolo missionario.
“Fra le altre cose ho pensato di sollecitare il Papa a fare un’Allocuzione al Concistoro dei Cardinali, per eccitare tutti i Cattolici del mondo a favore dell’Africa: io già scrissi al Cardinale: spero di persuadere Monsignor Massaia, e i Padri dello Spirito Santo, che hanno la Senegambia, Sierra Leone, le Guinee, il Senegal, e Zanzibar a fare lo stesso. L’arduo colpo di dare una spinta pel piano generale che sto iniziando, è di persuadere i varii Capi di tutte le Missioni Africane a stabilire un rappresentante a Roma, per comunicarsi reciprocamente le istruzioni di una pratica esperienza. A poco a poco spingerò la formazione di un Comitato; e poi, se a Dio piacerà, benché sia cosa contraria al Cardinal Barnabò, tenterò col Papa di far sorgere una Congregazione speciale per l’Africa, presieduta da un Cardinale, e dipendente dal Prefetto Generale, che ora è Barnabò, come è ora costituita la Congregazione pei Riti Orientali. Mi pare necessario e utilissimo per concentrare un maggiore interesse a Roma a favore dell’Africa. L’Africa si può definire, come scrissi da Parigi a Roma, la razza nera invasa o minacciata di invasione dall’Islamismo…”. (a don Francesco Bricolo, Scritti, 996-997)
Todo lo que es bueno y bello nace en el corazon de la persona que es discipulo/a de Jesus.

 

14 febbraio 2018
Marco 16,15-20  Andate in tutto il mondo
I santi Cirillo e Metodio patroni d’Europa sono fratelli di sangue che hanno giocato la loro vita sul Vangelo. Anche noi abbiamo la stessa chiamata di andare e annunciare. È bello! Comboni vive e condivide la missione con altri grandi missionari.
“Tanto i Cappuccini di Parigi come di Versailles mi vogliono assai bene. Io sono sempre il compagno indivisibile di Mons. Massaia: sono 25 giorni che sono con lui, e veggo e comprendo che è un santo uomo. Il suo Ap.lato ai Gallas è uno dei più interessanti della Chiesa. Fu otto volte in prigione, due volte condannato a morte, due volte esiliato: insomma è per me un portento di zelo e saggezza. L’ho persuaso a venire a Verona, e verrà a trovare il Superiore e noi nell’Istituto. Sono lieto di aver fatto anche l’amicizia di Teodoro Ratisbonne, l’autore della vita di S. Bernardo. Egli mi viene a trovar spesso. Alle fine del mese arriverà da Gerusalemme anche Alfonso, ed io sarò beato di riabbracciarlo, dopo 14 mesi dacché nol veggo. Lo vidi l’anno scorso a Francoforte. Taccio delle molte consolazioni che Dio mi dà a Parigi. Sono assai legato col P. Generale dello Sp. Santo, e con Mons Etienne generale dei Lazzaristi. Fui con Mons Massaia due volte dall’Arcivescovo di Parigi…” (a don Francesco Bricolo, Scritti, 1001e1003)
Es siempre consolador y comprometedor escuchar las palabras: Vayan y anuncien… Lo es tambien para ti?

 

15 febbraio
Marco 7,31-37  “Effata”, cioè “Apriti”.
Posso nascere al nuovo perché la mia vita diventi “relazione” e non rimanga “isolamento”. Condividere la mia fede con chi incontro sulla mia strada, con chi non ha lo stesso colore della mia pelle e con chi proviene da altri paesi del mondo. Comboni non si fermerà mai e saprà ricominciare, saprà aprirsi sempre alla missione. “E innanzi tratto, io sono convinto che il Piano presenta molte difficoltà. Il problema, che io oso discutere, è per se stesso sommamente difficile: diciotto secoli non l’hanno ancora sciolto. Però questo grande problema essendo della più alta importanza, e degno di tutto il dévouement del Sacerdote cattolico, è appunto per le sue difficoltà che io mi sento eccitato a raddoppiare gli sforzi per meditarvi sopra, e muovere i più grandi uomini ad occuparsene, e destarne il più grande interesse, e provocare le più calde preghiere dei buoni per ottenere da Dio la grazia di veder qualche luce, e riuscire a preparare la via a qualche scioglimento. La lagrimevole miseria dei poveri negri pesa immensamente sul mio cuore, e non v’è sacrifizio che io non mi senta disposto ad abbracciare per il loro bene. Se l’Em. V. non approverà un Piano, io ne farò un altro: se non accoglierà questo, ne apparecchierò un terzo, e così di seguito fino alla morte”.
(al card. Alessandro Barnabò, Scritti, 1011)
Abrete: es una orden que vale tambien para mi. Solamente quien se abre vive y transmite vida. Abrirnos si, pero no una vez para siempre sino cada dia, en cada circunstancia.

16 FEBBRAIO

Marco 8,1-10  “Quanti pani avete?”

Cosa sente Gesù? Compassione. Cosa sentono i discepoli? Disagio e impotenza. Cosa sento io oggi? Oggi di fronte alle ingiustizie? La mia missione è quella di rendermi conto di quanti pani ho, di metterli nelle mani di Gesù, di riceverli da lui e distribuirli. Offrili tutti e distribuiscili tutti. San Daniele Comboni mi insegna questa strategia di fede. Valorizzare chi ha lavorato e valorizzare chi ha autorità.

“Secondo il mio debole giudizio io sono convinto che sia più opportuno, che chi sudò per alcuni anni nell’Africa Centrale, ed ha più sicure cognizioni della vera condizione di quei remoti paesi, debba presentare un Piano per la Rigenerazione della Nigrizia. In tal caso la Propaganda prima di nulla decidere, parmi che non sia sconveniente che inviti ad esaminare il Piano per la rigenerazione dei popoli negri dell’Interno i varii Superiori delle Missioni delle coste africane, i quali certo comunicando i loro lumi e le loro osservazioni, frutto di una lunga esperienza della razza negra, potranno dare gran luce ad un problema sì arduo, e forse agevolare il metodo più sicuro per una utile realizzazione. Sono certo che l’Em. V. è tanto benigna da sopportare che io le apra questa mia opinione” (Al card. Barnabò, Scritti, 1015).

Compartiendo todo lo que soy y lo que tengo soy verdadero discipulo de aquel Jesus que no me ama mucho sino en totalidad y me pide entrega en totalidad.

 

17 FEBBRAIO

Luca 6,17.20-26 Beati i poveri

La parola beati potrebbe essere sostituita anche dalla parola “In piedi” Comboni è l’uomo che vive “in piedi” come anche il vescovo e cardinale Guglielmo Massaia e ogni vero missionario discepolo di Gesù “Il Signore mi ha proprio fatto una piccola visita. Ebbi un fortissimo grippe, e non mi è ancora passato, e sulla faccia è sbroccato l’effetto della febbre terribile che la settimana scorsa ebbi e mi perseguitò: fiat! Quando a Dio piacerà passerà tutto. Ho la consolazione di essere qui con un santo uomo, che mi ama come suo figlio e mi circonda di mille premure, e mi fa fino da infermiere… … nel 1863 comparve incatenato davanti all’Imperatore Teodoro, che disposto a condannarlo a morte, dopo averlo inutilmente cercato a morte per 8 anni, invece dopo una lunga conferenza l’imperatore tremò, e lo ricolmò di onore. In quelle circostanze fu per due mesi incatenato sempre a cielo scoperto notte e giorno, e sovente passò la notte sotto la pioggia e nel fango. Egli Vescovo, mirabile dictu, stette per 15 anni scalzo, senza mai portare né scarpe né calze né sandali, né nulla. A me, che conosco l’Africa, in cui non vi sono strade, e solo spine e triboli, ciò fa grande impressione. Egli, uomo semplice come l’acqua, ma assai colto, menò la vita più santa, di cui so molti particolari. Conservo i suoi rozzi sandali che portò per i primi tre anni in Abissinia, quando fu colà per consacrar Vescovo Mons.r de Jacobis: glieli ho rubati, ed ora li posseggo come una reliquia… Ad ogni modo è un uomo Monsignor Massaia, che mi può fare del bene”, (A Francesco Bricolo, Scritti, 1028-1030).

La verdadera riqueza es vivir como peronas amadas por el Señor. Podemos perderlo todo pero si nos quedamos viviendo una vida de personas amadas por el Señor, podemos decirnos felices, podemos vivir como personas que viven parados y caminando.

 

18 FEBBRAIO

Marco 8,11-13  Perché questa generazione chiede un segno?

Si nota, e lo nota anche Gesù, quando chi ti parla è in atteggiamento di ricerca della verità e quando invece è la ricerca di pretesti. Gesù tu non perdi tempo a parlare di pretesti. È troppo importante per te salire sulla barca e andare verso l’altra sponda. Lo sia anche per me. Con Daniele adoriamo i disegni della Provvidenza.

“Confesso che non ne capisco nulla: la tranquillità della mia coscienza, e Dio che compie sull’uomo i disegni della sua misericordia, mi danno una forza da benedire la Provvidenza di tutto cuore per questo avvenimento. Benché la mia mente non possa nulla penetrare nel buio dell’avvenire, tuttavia mi vi cimento con serena fronte e sicurezza, senza far calcolo delle illazioni che il mondo potrà dedurne; ringrazio con tutta l’anima i Sacri Cuori di Gesù e di Maria che mi hanno sollevato all’onore e fortuna di essere ammesso a bere un amaro calice, fermo nella speranza che gioverà alla mia salute; benedico mille volte coloro che avessero contribuito a farmi portare questa tribolazione, e sempre pregherò per loro; venero e rispetto quel santo vecchio, che mi ha fatto tanto bene per lo spazio di 23 anni, e lo amerò fino alla morte, benché per parte sua mi ha gettato in perdizione senza pietá, e lo sarei, se Dio misericordioso non m’avesse aiutato: pater meus…. dereliq…. Dominus autem assumsit me; mi getto pien di fiducia nelle braccia della Provvidenza, disposto a tutto, e sempre impavido e fiducioso per qualunque cosa succederà, fermo però sempre nel disegno di non dichiararmi staccato dall’Ist.o finché non mi apparisca più chiaro, e non sia più sicuro che tale è la volontà di Dio” (A don Francesco Bricolo, Scritti, 1049).

Para Jesus y para mi su discipulo es demasiado importante subir a la barca y pasar a la otra orilla: la orilla de la vida, de la vida para todos!

 

19 febbraio 2018

Marco 8,14-21 “Non comprendete ancora?”

Il lievito dei farisei è la legge, la tradizione. Il lievito di Erode è il potere, la facciata. Gesù tu vai più in là, tu sei il nuovo che sempre mette al centro la persona, ogni persona. Tu sei il nuovo che mette al centro il servire. In questa prospettiva Daniele Comboni è deciso e mai desisterà di pensare all’Africa.

“Dalla Prussia per la via di Aquisgrana, Liegi, Lovanio, Malines, Bruxelles, Anversa, Gand, ed Ostenda passai in Inghilterra a Douvres, e sono già a Londra. Ho stabilito di modificare le attribuzioni del Comitato, e rischiarare meglio il mio Piano, perché nell’edizione torinese m’accorgo che il piano non è espresso chiaramente. Perciò farò un’edizione francese a Parigi. Ma prima voglio sentire il consiglio di Mons.r Massaia e molt’altri. Non posso descrivere gli ostacoli che io incontrai nella Francia. La mia gita in Germania m’ha scossi i nervi; ed ora mi sento tanto forte, che oggimai non cedo più. Se il Papa, la Propaganda e tutti i Vescovi del mondo mi fossero contrari, abbasserei la testa per un anno, e poi presenterei un nuovo piano: ma desistere dal pensare all’Africa, mai, mai. Non mi scoraggiano né il cum quibus, né il santo amor proprio delle Congregazioni, a cui sono affidate le 21 missioni dell’Africa. Soprattutto a suo tempo batterò fuori certo il denaro: querite primum etc. e il nostro vecchio colla eloquenza del suo esempio ripete l’haec omnia adiicentur vobis. G. C. dice nel Vangelo: petite et accipietis. Le qualità di un buon battitore e mendicante sono tre: prudenza, pazienza, impudenza. La prima mi manca: ma perbacco lo supplisco a meraviglia colle altre due, e soprattutto colla 3ª. Speriamo. (A don Francesco Bricolo, Scritti, 1070-1072)

Llamados a vencer la tentacion de cumplir con el deber y la tentacion del poder, para vivir en la gratuidad y en el servicio.

 

20 febbraio

Marco 8,22-26 Il cieco fu guarito

Dio vuole che noi vediamo. Non ci vuole ciechi. Gesù guarendo quell’uomo agisce in sintonia con la volontà del Padre. Vedere e far sì che ogni persona veda. È ciò che vogliamo anche noi. È la missione della chiesa nel mondo, la tua e mia missione.

“Io da mia parte, fino a che veggo che tale è la volontà di Dio sto fermo al mio posto, e non abbandono l’Ist.o se non sono violentemente cacciato. Sono certo che il buon vecchio, conosciuto meglio che adesso le cose, si pentirebbe d’aver commessa una specie di ingiustizia: lo sa anche il Papa che D. Mazza non mi riguarda più dell’Ist.o, ma non importa. Se il vecchio mi bastona, io mi chiamo felice ed onorato delle sue bastonate; ma sempre nell’Ist.o: se mi rimprovera, mi umilio: se va spargendo sotto la costa, o scrive a Roma che non son più dell’Ist.o, fiat: Dio è con me: se perdo il credito presso degli uomini (del quale abbisogno assai nelle attuali circostanze) fiat: sono disposto a tutto, perché veggo chiaro che così vuole Iddio: se il superiore mi caccerà dalla porta ordinaria reale, io rientrerò nell’Ist.o dalla parte della Chiesa: se mi caccerà dal portone che risponde all’antica bottega della vecchia, ed io entrerò dalla parte della Belloria; se dall’orto del

Del resto io ringrazio il mio caro Rettore del favore e protezione che mi accorda, e di cui vado glorioso. Le do la mia parola d’onore che non si pentirà mai, e che a suo tempo Dio le mostrerà la sua divina ricompensa per aver difesa la verità. Ciò mi lega immensamente a Lei e all’Ist.o; e ora mi tocca soffrire; ma Dio accorderà la calma. Coraggio a vicenda! il sapere che non sono solo nella lotta, è un grande conforto. Certo Dio è con noi, e benedirà a suo tempo quelli che ci perseguitano. Già le cose ogni giorno si fanno più chiare; i misteri si svelano: preghiamo”. (A don Francesco Bricolo, Scritti, 1079 e 1086)

Que estas viendo en tu vida de cada dio? Logras ver el sueño de Dios? Logras ver a los demas que piden tu vida para que la vida sea vida para todos?

 

21 FEBBRAIO

Marco 8,27-33 Chi dice la gente che io sia?

Gesù vuole che i suoi discepoli sappiano ciò che la gente pensa di Lui perché a loro volta giungano ognuno di loro a dare la propria risposta e a fare la propria scelta personale. Non viviamo sem0plciemente di ciò che dicono o pensano gli altri. Dobbiamo giungere a pensare con la nostra testa e ad agire con la nostra libertà. Ce lo dice san Daniele. “Ferma la necessità di attenersi al sistema tracciato dal mio Piano di circondare l’Africa di piccoli Istituti di mori e morette, affidati agli Ordini religiosi o congregazioni Ecclesiastiche, sotto la giurisdizione dei Vicari o Prefetti Ap.lici, destinati a formare un clero indigeno ed operai d’ogni maniera d’ambo i sessi parimenti indigeni, che grado grado dovranno avanzarsi nelle regioni della Nigrizia Centrale per istabilirvi la Fede; stabilito il principio che ciascun Superiore abbia a formare ed educare i negri e le morette a suo modo secondo lo spirito della propria Istituzione, senza che nessuno abbia a mescolarsi in questo affare; mi sembra sommamente utile la creazione di un scelto Comitato o a Roma o a Parigi, composto d’individui di mente, di cuore, e di grande azione, cavati soprattutto dagli Ordini e Corporazioni, a cui sono affidate le diverse Missioni dell’Africa”. (A Francesco Bricolo, Scritti, 1092) Es importante que cada uno de nosotros sepa lo que los demas piensan pero tambien es importante que cada uno tome sus responsabilidades y llegue a tener su vision de la vida y del mundo.

 

22 febbraio

Matteo 16,13-19 Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa

La Chiesa è di Gesù, di quel Gesù che è il salvatore del mondo, di quel Gesù che ha detto che il Padre ha posto tutto nelle sue mani. La bellezza e la grandezza della chiesa è Gesù. Di quel Gesù che la Chiesa l’ha fondata su una pietra e non su un diamante. Ed ecco perché papa Francesco sempre ci dice: e non dimenticatevi di pregare per me.  Daniele Comboni lo viveva e tutto per lui era dono di Dio attraverso l’approvazione del Papa.

“L’Opera che sto per fondare, e che spero di iniziare già quest’anno con l’erezione di due grandi Vicariati Apostolici nell’Africa centrale, che la S. Sede aprirà in seguito al mio Piano per la Rigenerazione dell’Africa, che consacrerò ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, si riallaccia intimamente alla bell’Opera della Guardia d’Onore del Sacro Cuore di Gesù, della quale lei è la fervente zelatrice. Vede, cara Suora, l’unione intima che deve passare tra me e lei. E’ per questo che la terrò informata di tutti i progressi della grande Opera, che deve essere anche sua, come mia è la sua. Raccomandi quest’Opera agli associati per moltiplicare le preghiere in favore della conversione dell’Africa, come io promuoverò l’Opera della Guardia d’Onore del Sacro Cuore, non solamente in Africa, ma in tutto il mondo. Il Sacro Cuore di Gesù sia con noi e noi siamo fedeli e felici di consacrare la nostra vita per gli interessi della Sua gloria”. (A Maria Deluil Martiny, Scritti 1150)

Es hermoso contemplar el amore de Daniel Comboni hacia el Corazon de Jesus y su fidelidad a la Iglesia.

 

23 febbraio

Marco 9,1-13 Maestro, è bello per noi stare qui

Ma certamente che è bello! Ma questo stare qui ci fa testimoni? Il Maestro ci dice di scendere, di andare e incontrare. Questa è la nostra missione. Non fermarti al bello. Scendi e annuncia. Anche in questo Daniele è maestro. Ascoltiamolo. “Andai dal vecchio (don Nicola Mazza), e gli dissi che io non gli chiedeva nemmeno il perché mi volesse lontano dall’istituto: solo domandavagli che nel caso, che così fosse il suo volere, si compiacesse di metterlo in iscritto così: “Dichiaro io D. Nicola Mazza, che il Sacerdote D. D. Comboni, da ventitre anni attaccato al mio Ist.o, non vi appartiene più.” Il vecchio dopo alcuni secondi mi saltò al collo, mi baciò, dicendomi: “Tu sei mio figlio.” Allora esponendogli come io era per andare a Roma, …  Così fu e venni a Roma, figlio dell’Ist.o, come il Superiore dichiarò al Cardinale. La mia amicizia verso le persone amate, è forte, eterna, né può essere raffreddata dai più grandi sacrifizi. Fosse anche il sacrifizio del buon esito del mio Piano, io giammai declinerei dal perdere una scintilla dell’affezione che le professo, ne saprei smentire le mie idee anche davanti ai tribunali di Nerone. Se io fui tardo nello scrivere, è cosa studiata e ben decisa, sempre allo scopo di ridonare all’Ist.o una gemma perduta”. (A don Frncesco Bricolo, Scritti, 1162-1163 3 1165)

El corazon de tu vida de discipulo no es buscar lo bello sino lo que te lleva a anunciasr tu fe a los demas.

 

24 febbraio

Luca 6,27-38 Amate i vostri nemici

Si, amate. Amare! Dio è amore! Il discepolo di Gesù non ha altro distintivo che quello dell’amore, Di un amore che mai dice: basta perché è amore in totalità. Sogniamo Comboni che medita e vive questo amore in totalità nei suoi viaggi sul Nilo e nel deserto. “Noi lasciavamo Cairo ai 2 del prossimo passato dicembre ed in trentadue giorni di navigazione siamo arrivati alle prime cateratte del Nilo, e poi, attraversato un piccolo deserto, ci trovammo a Scellal di dove le scrivo. Il Padre Lodovico non si fermò meco che un giorno e mezzo, indi ripartiva su di un vapore turco, e tornava a Cairo, e sperava di rivedere Napoli entro un mese. Tra breve spero io pure di ritornare al Cairo ed aperti alcuni istituti a mente del piano presentato a Propaganda, rivedrò, a Dio piacendo, l’Italia e farò una scappata a Roma per dar conto di tutto l’operato. Intanto io godo di poterle dire che in Scellal si è aperta una casa ed un istituto per allevare cristianamente questi moretti, i quali alla loro volta porteranno lo stesso benefizio a’ loro fratelli stanziati nell’interno”. (al canonico Giuseppe Ortalda, Scritti, 1211-1212)

El amor es lo que da sentido a nuestras vidas de discipulos amados, llamados y enviados al mundo para anunciar el amor de Dios.

25 febbraio

Marco 9,14-29  E allora Gesù disse: … portatelo da me  

Ciò che blocca e impedisce la guarigione non è il tipo di malattia, ma la mancanza di vicinanza, di intimità tra i discepoli ed il Padre, l’Abbà. La “ricetta” che Gesù dà ai discepoli vale anche per me. La preghiera è mettere tutto nel cuore del Padre per affrontare tutto con i pensieri del Padre.

“Qualora tornasse gradito all’Em. V., noi saremmo persuasi di cominciare con un piccolo Istituto femm.le in Negadeh, Stazione la più vicina alla Nubia, da cui non dista che circa 50 leghe, popolata da 4000 abitanti, dei quali 170 cattolici, e 3000 copti eretici. Il capo di questi, che è influentissimo e mi confessò candidamente la verità delle due nature in Cristo, non è molto lontano dal piegare la cervice sotto il gioco soave della nostra fede. Ove s’introducesse l’azione potente della donna cattolica, sconosciuta in quelle parti, noi vedremmo in pochi anni dei grandi vantaggi. La casa per il detto Ist.o sarebbe, dopo piccoli restauri, pronta. Si comincerebbe subito con tre Suore, a ciascuna delle quali io farei l’assegno annuo di 500 franchi, traendolo dal mio Legato della Società di Colonia; e ciò fino a tanto che si riuscirà ad ottenere per dette Suore l’equivalente dalla Prop.n della Fede di Lione, quando l’opera sia già avviata. Alle Suore di Negadeh io aggiungerei due o tre morette di Verona, istruite assai bene nell’arabo e nei lavori donneschi”. (al Cardinal Alessandro Barnabò, Scritti, 1217) Nuestra mision es llevar a las personas a Jesus. Es Èl que sana y nos lleva a vivir vida nueva, cada dia.

 

26 febbraio

Marco 9,30-37  Se uno vuol essere il primo, sia il servitore di tutti  

Gesù cammina sulla strada del servire. I discepoli sulla strada del potere. Le strade sono diverse, opposte. La strada seguita da Gesù non è quella seguita dai discepoli. Gesù suscita il confronto. Non posso mai avere paura del confronto che colma gli abissi e mi fa crescere.

“Confido che l’E. V. R.ma si degnerà di esaudire quest’umile mia preghiera; perché la sostanza del Piano è in generale adottata. Ciò che in esso è irrealizzabile non è che accessorio. Se noi staremo aspettando un’epoca migliore e mezzi facili per convertire la Nigrizia, discenderemo nella tomba senza aver fatto nulla. Tutto è difficile riguardo all’Africa centrale. La Storia delle sue Missioni ci ammaestra che finora sono stati inefficaci tutti gli altri sistemi e tentativi. Il mio Piano di mano in mano che si andrà realizzando, porterà grandi vantaggi ai Vicariati e Prefetture ap.liche dell’Africa, ove sarà applicato. E’ vero che l’esperienza in generale ha mostrato che due differenti Istituzioni in una sola missione sono inopportune. Ma quando una sola Corporazione non basta per soddisfare ai bisogni dell’anime, come in questo caso trovasi ora il Vicariato ap.lico dell’Egitto, mi sembra minor male che l’una imperi e lavori, e le altre lavorino subordinate alla prima. Nell’Africa, ove tutto è sacrificio, sarà men facile che si rompa la pace fra due corpi eterogenei, soprattutto se a braccia ausiliarie, si sceglieranno istituzioni recenti non avvezze a contaminarsi con questioni d’egoismo di casta, e tra le quali regni e fiorisca lo spirito di G. C. e lo zelo per la salute dell’anime”. (al Cardinal Alessandro Barnabò, Scritti, 1349)

No puedo tener miedo, nunca. Nada miedo de servir y de ser el servidor de todos, de darle a cada persona su lugar y su dignidad. Donde no hay miedo todo se hace cercano y siempre crecemos.

27 febbraio

Marco 9,38-40 Chi non è contro di noi, è con noi

Una volta di più Gesù cerca di aiutare i suoi discepoli al dialogo, all’incontro e all’accoglienza. Forse anche oggi siamo portati a dividere il mondo tra chi la pensa come noi e chi la pensa diversamente. Gesù ci ricorda che siamo una sola famiglia, figli dello stesso Padre nel quale come Comboni anche noi dobbiamo avere totale fiducia.

“Sulle cose africane avrei un mondo di vicissitudini da raccontare; e perciò mi riserbo a dirle a voce. Speranze moltissime; avrò molto a soffrire; raggiro di molti che osteggiano il miei progetti; appoggi grandi, conforti molti, e confidenza in Dio tutta. Quello che so di certo è che il Piano è volontà di Dio, Dio lo vuole per preparare altre opere di sua gloria: quello che so di certo ancora è che fra gli ostacoli che incontrerò, v’è pure la circostanza dei tempi difficili….. Spero che sarà piantato entro poco da me un Ist.o in Cairo per le morette, e forse ancora un’altra casa pei moretti in Egitto. Quello ancora che è certo è che Dio mi ha dato un’illimitata confidenza in lui, che non mi allontanerò dall’impresa per verun ostacolo, e che certo incomincerà fra non molti anni un’era novella di salute per l’Africa Centrale. Nell’ottobre spero di fare un bel colpo (sia detto fra noi…. lo sa solo il Vescovo e D. Tomba) a favore dell’Ist.o col Re vecchio di Baviera che viene a Roma”. (a don Francesco Bricolo, Scritti, 1390)

Es hermoso vivir la cercania entre personas, Es hermoso vernos como hermanos y descubrir las riquezas que hay en cada uno.

 

28 febbraio

Marco 9,41-50 Siate in pace gli uni con gli altri

Essere in pace potremmo dirlo con queste parole: vivere in armonia. La nostra vita è come una composizione musicale. La pace sono le note che la compongono: note intonate, in armonia tra di loro. Ancora una votla Daniele Comboni è l’uomo che è in armonia con il sogno di Dio e con le persone e istituzioni che cerca di coinvolgere nella grande avventura di evangelizzare l’Africa nera.

“Tutto si deve tentare e si deve fare ogni sacrificio con la fiducia in Dio, che tutto vede e tutto può e che “vuole che tutti gli uomini siano salvi”. Si, l’Opera di rigenerazione dei Neri è Opera di Dio: è spuntato il tempo di grazia che la Provvidenza ha designato per chiamare tutti questi popoli a rifugiarsi alle ombre pacifiche dell’ovile di Gesù Cristo. Io ritengo un significativo segno della Provvidenza che l’iniziativa di quest’opera debba partire da Roma, luogo fortunato dove riposano le reliquie dei primi pagani rigenerati alla luce della fede”. (Relazione alla Società di Colonia, Roma 1866).

Vivir en paz es cantar la vida, es creer que solo juntos podemos ser canto, poesia de vida para el mundo entero.