1 – 15 gennaio 2019

LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO

 

2019 anno di rinnovato impegno missionario!

Non ci sono molti modi di essere cristiani, discepoli di Gesù.

Ce n’è uno solo: andare e annunciare.

Ci sentiremo ogni 15 giorni per raccontarci la missione.

Cominciamo contemplando ancora una volta san Daniele Comboni;

“Il Padre Marani, mi rispose, che fattosi egli un quadro della mia vita, e delle circostanze passate, e presenti, m’assicura che la mia vocazione alle Missioni dell’Africa è delle più chiare, e patenti; e quindi, ad onta delle circostanze de’ miei genitori che in questa occasione candidamente le ho presentate, mi disse: “vada, ch’io gli do la mia benedizione, e confidi nella Provvidenza, che il Signore, che gli inspirò il magnanimo disegno, saprà consolare e custodire i suoi genitori”,

. Per la qual cosa ho deciso assolutamente di partire nel prossimo Settembre. So che m’attirerò la maledizione, e le imprecazioni di molti, che veggono più in lá men d’una spanna; ma per questo io non voglio lasciare di seguire la mia vocazione”. (Scritti 13,15)

 

Ci lasciamo illuminare anche da un grande profeta del nostro tempo, don Lorenzo Milani, che scriveva: “Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro.  Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”.

 

Fratel Enrico Gonzales dal Ciad ci scrive: “Un cordiale saluto da N’djamena. Io sto bene, appena rientrato dal Malawi dove ci si è incontrati per una sessione di lavoro sull’islam. La “Tenda dell’Ascolto” va avanti bene, abbiamo fatto un Pellegrinaggio della Pace con i giovani ciadiani musulmani/cristiani animando delle comunità locali del nord-est del Ciad. Il pellegrinaggio éùè ben riuscito, una atmosfera serena di condivisione, preghiera e amicizia ha caratterizzato i giorni trascorsi insieme tra N’djamena ed Abeche. Fa ben sperare per il futuro. Per il resto, le attività qui a N’djamena vanno avanti serenamente e bene.

Un caro saluto a risentirci presto, in unione di preghiera”.

 

Cammineremo ancora insieme a Papa Francesco che il 17 dicembre ha compiuto 82 anni. Al quinto anno di pontificato si festeggia un Pontefice che sta segnando in maniera profonda la storia della Chiesa e del mondo. L’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio è la prova che la Chiesa, con tutti i suoi limiti tipicamente umani, è ancora libera dai poteri forti che governano il mondo. Nel periodo di più grande crisi degli ultimi decenni, con le dimissioni di Papa Benedetto XVI, con scandali sessuali e finanziari che continuano a scuotere la barca di Pietro, i Cardinali hanno eletto l’uomo più scomodo ai poteri forti, il più libero e rivoluzionario nei programmi. Il più allenato a respingere le tentazioni. Il più allergico alle vanità. Il più sensibile alla sofferenza altrui. Il più umile e coraggioso. Rigoroso e preparato come un gesuita, povero e santo come un francescano, umile e determinato come un figlio di immigrati. Forgiato al servizio e alla cura delle anime. Sostenitore della rivoluzione della tenerezza in nome di Maria. Coraggioso e innovativo, in cinque anni di pontificato ha rivoluzionato i criteri di nomina di Vescovi e Cardinali; sta riformando in maniera radicale la Curia Vaticana; è intervenuto sulla scena mondiale per difendere i poveri, i malati, le donne, i bambini, gli anziani, i profughi, gli immigrati, gli abbandonati, i senzatetto. Ai fuochi di guerra accesi in Siria, in Palestina, in Colombia, a Cuba, in Ucraina, ha risposto con alleanze religiose e progetti di pacificazione. Con Islamici, Ebrei, Ortodossi, Evangelici, Luterani, Pentecostali, Carismatici, Anglicani, Battisti, ha stretto rapporti di stima, rispetto e collaborazione come mai nessun Pontefice era riuscito a fare. Così come nessun Pontefice può vantare un rapporto di amicizia con i lontani, gli atei, gli ex mangiapreti, i post comunisti, al pari di Papa Bergoglio. Le sue proposte economiche, sociali e lavorative sono coraggiose, innovative e giuste, improntate a ristabilire la supremazia della persona sul denaro. Alla logica brutale e crudele dell’utilitarismo ha risposto con la condivisione e collaborazione fraterna indicata dal Vangelo. Invece dell’homo homini lupus del filosofo inglese Thomas Hobbes, ha proposto l’homo homini frater di origine francescana. Papa Francesco è cantore della libertà, della bellezza, della bontà e dei diritti umani, che devono prevalere sulle brame di potere, di possesso e sulle forme di nuova schiavitù. Perdono, amore, fraternità, condivisione, compassione, misericordia, amicizia, solidarietà, carità, speranza, tenerezza, sono le parole da lui più utilizzate e ripetute. Questo brano su papa Francesco l’ho ripreso da info@frammentipace.it

Vogliamo camminare anche con chi cerca di capire il mondo in cui viviamo, gli studiosi.  Zigmunt Bauman che scrive: “Il mondo in cui viviamo sembra essere caratterizzato da frammentazione, discontinuità  e illogicità . In un mondo del genere, è saggio e prudente non fare progetti a lungo termine e non investire in un lontano futuro; non legarsi troppo a un luogo, a un gruppo di persone, a una causa o persino a una certa immagine di sé; farsi guidare nelle scelte non dal desiderio di controllare il futuro, ma dalla riluttanza a ipotecarlo. In altre parole, “essere previdenti” significa oggi il più delle volte evitare di assumere degli impegni, essere liberi di muoversi quando un’opportunità  bussa alla porta e di andarsene quando smette di bussare”.

 

E infine ascoltiamo Lia: “Perché quello che mi manca è il coraggio di fare qualcosa di più.

In questi ultimi anni ho preso coscienza di molte cose che prima non vedevo e non capivo ma non riesco ad andare oltre. Sono rattristata dalle tante notizie orrende delle ultime ore, c’è tanto dolore: tsunami, femminicidi, bambini che muoiono per mano di falsi chirurghi, poveri disgraziati che non hanno più niente…

questa notte andrò a messa e pregherò.

E cercherò di non guardare il falso Natale che c’è in giro, fatto di luci caos regali divertimento… E cercherò di sognare e costruire con voi un 2019 di speranza. Vincerà la vita!”.

 

Comboni, don Milani, la famiglia comboniana, papa Francesco, gli studiosi, amici come Lia, ci aiuteranno a fare oggi scelte belle, scelte di vita.

Le iniziative che presenteremo non potranno essere solo momenti di curiosità o che ci facciano dire “che bravo” ma per tutti dono di coinvolgimento.

 

I primi 15 giorni del 2019 li dedichiamo a incontri con parroci, gruppi, associazioni e scuole per programmare le iniziative 2019.

Ogni giorni riceveremo gruppi e persone singole in visita al presepio “Questo bambino ne farà di strada…”.

I giorni feriali il presepe si può visitare dalle 18,00 alle 20,00 e i giorni festivi dalle 11,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 21,00. Su prenotazione anche in altri orari. Chiuderemo il 2 febbraio.

Attendiamo coloro che abitano a Troia e dintorni per impegnarci insieme sottoscrivendo o rinnovamdp gli abbonamenti a NIGRIZIA, PIEMME, COMBONIFEM. E chi è lontano? Faccia un versamento sul ccp oppure sentiamoci.

Non possiamo vivere un anno missionario se non ci mettiamo la testa conoscendo la missione,

Non possiamo vivere un anno missionario se con ci mettiamo il cuore amando i missionari e i popoli del mondo intero.

Non possiamo vivere la missione se con ci mettiamo le mani accogliendo e condividendo nella solidarietà.

Auguri e preghiamo gli uni per gli altri, gli uni con gli altri. CON GIOIA!

  1. Ottavio