1 – 15 novembre 2018

LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO

 

Siamo missione!

Lo sto vivendo in modo forte e nuovo grazie anche al mese missionario. Un mese di ottobre entusiasmante. Un mese di ottobre per davvero bello. Lodiamo e benediciamo insieme.

L’ho terminato domenica 28 con una Messa per ragazzi qui a Troia. Ai ragazzi ho chiesto: come ve lo immaginate quel cieco di nome Bartimeo? A chi ci fa pensare oggi quest’uomo? In Messico una famiglia mi diceva: Se la domenica non invitiamo un povero a pranzare con noi non ci sembra neppure che sia domenica!

Nel pomeriggio con la gioia nel cuore sono partito per Pesaro. La stessa sera di domenica 28, ho iniziato, insieme ad alcuni confratelli, un corso di esercizi spirituali che termineranno a mezzogiorno del 3 novembre. Ve li racconterò. Pregate per me. Lo faccio anch’io per voi.

E cosa ci aspetta nei primi 15 giorni di novembre?

1-3 novembre continuano gli esercizi spirituali a Pesaro
4-7 novembre sono a Bari per l’operazione alla cateratta dell’occhio destro
8-9 novembre incontri con parroci della diocesi di Lucera per programmare attività di animazione missionaria. Continuiamo pure l’allestimento del presepio che potrà essere visitato da Natale fino al 2 febbraio.
10-11 novembre meeting Medici CUAMM a Bologna. Farò di tutto per esserci.
11 novembre Se non andrò a Bologna sarò a incontro di animazione missionaria a Troia
12–15 novembre continuano gli incontri con i parroci della diocesi di Lucera, di Cerignola e di Foggia. In contemporanea riprendiamo i contatti co le scuole sul tema: “A ogni popolo la sua lingua”.

I due fine settimana di animazione missionaria più coinvolgenti nel mese di ottobre, rispettivamente a San Giovanni Rotondo e a Manfredonia sono stati realizzati grazie all’iniziativa di alcuni di voi. A San Giovanni Rotondo grazie a Antonio Pirro e a Manfredonia grazie a Raffaele Leone. Sono loro che hanno parlato con i loro rispettivi parroci e poi hanno coinvolto le realtà parrocchiali.

Approfittiamo anche del mese di novembre per programmare la diffusione della Agenda biblica Missionaria 2019, del Calendario comboniano e della strenna natalizia che presenta fa figura di padre Renato Bresciani. Non sono belli i nostri regali natalizi se non sono regali che profumano a missione.

È possibile. Basta crederci in compagnia di san Daniele Comboni!

Auguri. P. Ottavio

Appendice

Un ordine del giorno dettato dalla missione
LE SFIDE DELLA MISSIONE NEL MONDO D’OGGI
Gabriele Ferrari s.x. missionario saveriano

(gli a capo sono stati apportati da p. Ottavio senza cambiare o togliere una parola o una virgola. Riporto solo una parte dell’articolo)

 

… Per questo è importante e necessario interrogarsi sulle attese del mondo, che sono altrettante sfide che il mondo rivolge alla Chiesa.    (Eccole)

 

—Poca incidenza della Chiesa

La prima di queste sfide sta nella poca incidenza che la Chiesa ha nel mondo d’oggi.
–          Molti non ne sentono più il bisogno,
–          altri la dichiarano inutile o fuori tempo,
–          altri ancora non la tollerano più per ragioni, le più varie, con il risultato di far nascere nel cuore di certi cristiani il sentimento che essa sia insignificante.

Come farà la Chiesa a:
–          ricuperare la sua credibilità
–          e a trovare quindi le parole
–          e le strade per offrire il messaggio evangelico e raggiungere gli estremi confini del mondo, le “periferie esistenziali” di oggi?

Come riuscirà a interessare i giovani di oggi al suo messaggio e alla sua missione?

Ci si potrebbe forse scoraggiare, mentre invece questa sensazione di insufficienza e d’“impotenza” offre alla Chiesa il passo giusto per rivolgersi al mondo d’oggi

–          senza complessi
–          e senza dover vincere l’altrui concorrenza.

Per annunciare il mistero della Pasqua, la “parola della croce” che è scandalo e stoltezza per coloro che non credono, ma che è “potenza e sapienza di Dio” (cf. 1Cor1,23-24), la Chiesa dovrà certo:

–          rinnovare il proprio linguaggio (Evangelii gaudium41)
–          e riscrivere certe formule liturgiche
–          e del catechismo, inquinate di una teologia oggi non più comprensibile.

Soprattutto dovrà diventare

–          una Chiesa testimoniante,
–          segnata dalla santità del quotidiano (cf. Gaudete et exultate per es. 33),
–          che attiri con il fascino della bellezza della sua maniera di vivere,
–          della carità
–          e del disinteresse, e non per la forza delle sue opere (v. il “proselitismo”, Evangelii gaudium14) e meno ancora per la sua potenza mondana.

 

—La sfida della globalizzazione

Una seconda sfida alla missione evangelizzatrice oggi viene dalla globalizzazione,  fenomeno che può avere anche aspetti positivi,

–          ma che è fonte di povertà,
–          precarietà,
–          scarto
–          e disperazione, come ampiamente spiegato dal Papa in Evangelii gaudium n. 52 e seguenti.

La Chiesa non può eludere questa sfida, ma

–          deve affrontare il problema della povertà
–          e del crescente divario tra poveri e ricchi,

che la modernità

–          tende a ignorare
–          oppure a nascondere
–          e giustificare

con argomenti mistificatori.

Dal Concilio in poi la consapevolezza dell’importanza della liberazione dei poveri è cresciuta nella Chiesa. Oggi Papa Francesco ha sdoganato l’opzione per i poveri

–          dandole uno statuto teologico (Evangelii gaudium 198)
–          e ha riportato alla coscienza della Chiesa i temi ad essa connessi.

La missione è quindi impegnata

–          nella promozione della giustizia
–          e della pace
–          e della salvaguardia della casa comune.

Lo fa

–          annunciando il regno di Dio
–          e denunciando le forze che ad esso si oppongono.

Lo fa soprattutto

–          chiedendo a tutti singoli e comunità un nuovo stile di vita.

L’enciclica Laudato si’ insieme con Caritas in veritate è una pietra miliare della pastorale che ha rinnovato e aggiornato la Dottrina sociale della chiesa,

–          impegnando la missione evangelizzatrice nella sua destinazione secolare e sociale
–          e sottraendola alla tentazione di uno spontaneo quanto sterile spiritualismo.

 

—Le migrazioni e i rifugiati

Un’altra sfida, oggi ineludibile, legata anch’essa al fenomeno della globalizzazione e alla “chiesa povera per i poveri”,  è quella delle migrazioni e dei rifugiati che richiedono

–          accoglienza,
–          accompagnamento
–          e integrazione.

Essa va posta sullo sfondo dell’attuale transizione dell’umanità verso il pluralismo culturale e religioso.

In un mondo caratterizzato

–          dall’intensificarsi delle comunicazioni,
–          dall’interconnessione globale
–          e insieme dalla presenza di pericolose forme di integrismo e fondamentalismo, il fenomeno delle migrazioni aiuta a

–          prendere coscienza del formarsi di un mondo plurale mentre, come effetto negativo,
–          alimenta un clima d’insicurezza e di paura.

Usato come strumento di propaganda elettorale, questo mix di insicurezza e di paura sta producendo un egoistico avvitamento dei singoli stati in un “sovranismo” che diventa rifiuto dell’altro in quanto altro.

La Chiesa,

–          sacramento universale di unità,
–          di riconciliazione
–          e di speranza, deve reagire in positivo e, a partire dalla sua vocazione universale, deve
–          annunciare la paternità di Dio
–          e il valore della fraternità umana, a condizione, evidentemente, di non lasciarsi essa stessa contagiare
–          dalla paura
–          e dal rifiuto dell’altro
–          e non ritirandosi in atteggiamenti suggeriti dall’accidia
–          e dal pessimismo.

 

—Il dialogo fra le culture e interreligioso

In questo stesso contesto di multiculturalità riconosciuta, la missione evangelizzatrice cercherà

–          il dialogo fra le culture
–          e il dialogo interreligioso.

Il tema non è nuovo, ma dopo anni in cui questo discorso è stato frenato

–          dalla paura di compromettere l’unità
–          e forse anche l’uniformità della vita della Chiesa
–          oltre che dall’oggettiva difficoltà dell’inculturazione.

Oggi Papa Francesco invita a procedere con decisione (Evangelii gaudium 69.115118) sulla strada dell’inculturazione da cui dipende

–          l’autenticità dell’evangelizzazione
–          e il nascere di comunità genuinamente cristiane.

Così pure nel dialogo interreligioso ed ecumenico, oggi dopo un tempo di esitazioni, si sente il bisogno di

– fare altri passi in avanti.

Dopo una stagione di paure e di divieti, il Papa sta mostrando alla Chiesa che, pur riconoscendo le diversità di ordine

–          teologico,
–          storico
–          e culturale, è possibile
–          cercare e promuovere quello che è comune tra i fedeli delle diverse confessioni cristiane
–          e delle religioni non cristiane.

Il dialogo sarà l’occasione

–          per far crescere il senso della cattolicità della Chiesa
–          e per verificare la credibilità della sua missione universale, senza per questo cadere in forme di
–          irenismo
–          o di confusione.

Questo è un contributo non solo all’evangelizzazione del mondo, ma anche alla causa della pace.

 

—La riforma della Chiesa

Un’altra sfida è la riforma della Chiesa

–          per riportarla alla forma che Gesù le ha dato,
–          che il Concilio ha riscoperto
–          e che il Papa sta esplicitamente perseguendo (Evangelii gaudium 27-33) in linea con la decisione di Benedetto XVI di fare pulizia all’interno della Chiesa per restituirle
–          credibilità agli occhi del mondo.

Questo è un obiettivo

–          coraggioso,
–          decisamente contro corrente.

Non si tratta solo di un problema interno della Chiesa che riguarda solo la gerarchia e in particolare la Curia romana, anche se tale è almeno in parte, ma un problema della missione della Chiesa. Questa deve trovare un nuovo stile di Chiesa, a tutti i livelli:

–          una Chiesa più semplice,
–          libera
–          e povera (una Chiesa povera per i poveri” Evangelii gaudium 198), una Chiesa ospitale e aperta a tutti,
–          a chi l’ha abbandonata
–          e ai non cristiani oggi ovunque (“una chiesa missionaria” ibid. 27);
–          una Chiesa attenta alle famiglie, anche a quelle che hanno fatto fallimento (Amoris Laetitia)…
–          e alla gioventù,
–          una Chiesa misericordiosa
–          e comprensiva … come una madre; una Chiesa sinodale in cui tutti,
–          laici,
–          ministri
–          e consacrati,
–          tutti si sentano positivamente coinvolti e responsabili ciascuno secondo il proprio carisma; una Chiesa povera,
–          che non conti sulle sue iniziative,
–          ma sulla Parola
–          e sulla presenza dello Spirito del Risorto,
–          che si occupi dei poveri
–          e dei lontani e senta il dovere di andare verso di loro.

Il sogno di Francesco è una Chiesa “missionaria, capace di trasformare ogni cosa, perché

–          le consuetudini,
–          gli stili,
–          gli orari,
–          il linguaggio
–          e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato
–          per l’evangelizzazione del mondo attuale,
–          più che per l’autopreservazione” (Evangelii gaudium 27).

In vista di questa riforma Francesco offre una sua proposta:

–          l’“ecologia integrale” (Laudato si’ 138-141) che collega la cura della casa comune con quella dei suoi abitanti: “L’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani. C’è un’interazione tra gli ecosistemi e i diversi mondi di riferimento sociale” (Laudato si’ 141).

È chiaro che il futuro del mondo è assicurato solo se i due versanti,

–          quello dell’umanità
–          e della giustizia e della pace sarà collegato al benessere dei poveri: “Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri… non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema” (Evangelii gaudium 202).

 

—Il mondo delle comunicazioni

Mai come oggi si sente il bisogno di una Chiesa

–          coraggiosa
–          e che dica parole chiare
–          e che mostri di amare questo mondo che sta perdendo o smarrendo la strada dell’umanità,
–          e offra speranza all’uomo e alla donna di oggi.

Infatti, pur senza inutili protagonismi, la Chiesa è oggi una – se non l’unica – realtà che sente davvero

–          il problema del futuro del mondo
–          e delle persone e della loro dignità.

La Chiesa deve farsi sentire e ascoltare dal mondo di oggi, dal mondo della comunicazione, divenuto “babele comunicativa”, dove la comunicazione è presa da altri e dove la presenza della Chiesa si spegne nel caos dell’informazione. È quindi urgente ritrovare

–          un linguaggio che si faccia ascoltare, senza cadere nelle riduzioni relativistiche ma neppure nelle forme fideistiche e integriste.

La Chiesa deve

–          entrare coraggiosamente ed esplorare questo campo dei mass media
–          cercare spazi che le siano omogenei e mezzi adeguati per abitarlo,
–          districandosi nel mondo dei social …

Questo è sicuramente oggi un mondo nuovo nel quale è urgente che siano presenti i cristiani con competenza e spiritualità.

 

—Una Chiesa che testimoni un Dio amico

Ma dietro a tutte queste sfide o obiettivi che il mondo rivolge alla Chiesa che vuol essere fedele alla riforma che il Concilio ha prospettato già cinquant’anni fa, bisogna anzitutto che la Chiesa offra al mondo la testimonianza di un Dio

–          amico,
–          simpatico,
–          ricco di misericordia,
–          un Dio diverso da quel Dio onnipresente e onnipotente che spesso noi pensiamo… a nostra immagine e somiglianza.

Per rivelarsi al mondo Dio si è fatto piccolo e umile (“la Parola si fa breve e piccola”, come ha detto Benedetto XVI il 24 dicembre 2006 citando i Padri)

–          per farsi accogliere da noi,
–          per non far paura a nessuno
–          e per non umiliare la nostra ragione; un Dio che in Gesù può dire: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29).

Per evangelizzare questo Dio sono necessarie comunità cristiane e singoli fedeli che siano specchi ed espressione di una Chiesa

–          povera per i poveri
–          e missionaria, come continua a dire Francesco.

P. Gabriele  – ottobre 2018