Luglio 2018

1 luglio  
Marco 5,21-43 Fanciulla, io ti dico, alzati
I due racconti di oggi ci offrono un modello di fede semplice e fiduciosa: quella di Giairo che vede morire la figlia di dodici anni, quella della donna disperata che sente la vita sfuggirle a poco a poco, per la perdita del suo sangue. Ma cos’è un ‘miracolo’? È un grido di rivolta contro il male e un annuncio profetico di liberazione. Questo grido e annuncio siamo chiamati a ‘dire’ ogni giorno con le nostre proprie forze deboli ma forti. Nel cosmo e nella storia Dio non fa nulla in più di ciò che operano le creature, ma le alimenta in modo che esse esistano e possano operare. Il miracolo, perciò, possiamo interpretarlo come l’accoglienza, da parte di noi creature, dell’energia divina. Il miracolo accade quando una persona o una comunità si aprono allo Spirito.
El milagro se realiza cuando nos abrimos como peronas y, sobretodo, dcomo comunidad, a la acciòn del Espiritu Santo.

 

2 luglio
Matteo 8,18-22  Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo
E io ce l’ho dove posare il capo? Se sono una volte avrò una tana, se sono un uccello avrò un nido. Ma se sono discepolo di Gesù non avrò né una tana né un nido. E che cosa avrò? Avrò una strada sulla quale camminare, un’altra riva verso la quale navigare. La strada si chiama dono, l’altra riva si chiama servire e dare la vita.
El camino se llama don y la otra orilla se llama servir, donar la vida.

 
3 luglio
Giovanni 20,24-29 Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani
In Gesù non troviamo giri di parole, ma piuttosto frasi brevi e a volte pungenti. Nel discepolo che vive con lo sguardo fisso in Gesù, come afferma san Daniele Comboni, non ci sono giri di parole ma la forza per proclamare Gesù come Signore della propria vita, come il Dio della vita.Tommaso vive una vera conversione, un cambiamento radicale.
El Reimo de Dios pide un compromiso total.San Daniel Comboni lo habìa comprendido. Vivamos el segnorio de Jesus. Sea Jesus el corazon de nuestras vidas.

4 luglio 
Matteo  8,28-34 Ed egli disse loro: “Andate!”
Gesù giunge d’improvviso e giunge lì dove, a causa di due indemoniati, nessuno poteva passare. Basta la sua presenza. Gli spiriti del male fanno pronunciare a quelle due persone, isolate e violente, parole senza senso e poi, gli stessi spiriti,  fanno una richiesta strana. Ma la cosa più triste è che gli abitanti della città sono preoccupati per la mandria di porci affogati nel mare e non sanno gioire per i due concittadini liberati dal male. Quanto siamo disposti a pagare per la libertà delle persone, di ogni persona?
Si al otro, rechazandolo, no le doy la oportunidad de vivir a mi lado, llegaré tambien a decirle a Jesus que se vaya.

5 luglio 
Matteo  9,1-8 Perché pensate cose malvage nel vostro cuore?
I paralitici ci sono anche nella terra d’Israele, sull’una e sull’altra sponda del lago. Non chiederti perché. Agisci. Non perdere tempo a cercare le cause. Semplicemente avvicinati e agisci. Se vuoi evitare che qualcuno si meravigli o reagisca negativamente, rischi che non ci sia neppure chi lodi e benedica.
Los paraliticos existen en todo lugar. Acercate y actua asì como se acerca y actua Jesus.

6 luglio  
Matteo 9,9-13 Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti ma i peccatori
Lo schema della vocazione di Matteo è simile a quello degli altri apostoli. Fa riflettere il fatto che, quel primo gruppo di persone, sia formato da chi non ha né titoli onorifici né incarichi di prestigio a livello civile e a livello religioso. Oggi, forse, sarebbe quanto mai importante, dare meno peso ai titoli e ai diplomi e rimettere al centro la sequela, frutto di un innamoramento.
Que se necesita para seguir a Jesus? Un enamoramiento!

7 luglio
Matteo 9,14-17 Si versa vino nuovo in otri nuovi
Nuovi gli otri e nuovo il vino. Tutto nuovo. Gesù è colui che fa nuove tutte le cose. Lasciamoci fare nuovi da Lui. E con Lui diventiamo anche noi costruttori del nuovo. Ma che cosa è il nuovo? Il nuovo è vita, il nuovo è servire, condividere e donare. Il nuovo è dire SI. Il nuovo ha un nome: GESÙ. E perché non riflettiamo e preghiamo domandandoci anche se le nostre famiglie, la nostra comunità, l’ambiente in cui viviamo è otre nuovo?
El nuevo se llama JESUS. Hoy nos preguntamos si nuestras familias, comunidades y nuestra sociedad son tinajas nuevas.

8 luglio  
Marco 6,1-6 Un profeta non è disprezzato se non nella propria patria.
È bello questo Gesù che percorre i villaggi e lì insegna.
Nelle periferie che spesso consideriamo insicure Gesù e i discepoli insegnano e agiscono. Andare nelle periferie luoghi che la società emargina e lì annunciare. Quali sono le periferie di oggi nel Nord e nel Sud? Andiamo dove ci sono le principesse della strada, andiamo nelle case abbandonate dove si rifugiano gli immigrati, andiamo nei luoghi più appartati. Andiamo verso chi è solo. Andiamo…
Jesus siempre camina y camina en las periferias, en las aldeas. Camina en medio de quuines no tienen nada, en medio de los pobres.

 

9 luglio 
Matteo 9,18-26 Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata
Il Rabbì, appena giunto dall’altra riva, si mette in cammino su richiesta di un alto dignitario; si ferma di fronte a una donna anonima; prende la mano di una fanciulla morta. Il tutto è segnato dal dono e, quando c’è il dono di sé, cadono le lontananze, vengono superati gli ostacoli e trionfa la vita.
Jesus se para frente a una mujer enferma, toma la mano de una muchacha muerta. Con Jesus todo llega a ser regalo, con Jesus todo llega a ser cercano.

10 luglio
Matteo 9,32-38 Chi ama padre o madre più di me non è degno di me
Gesù tu sei il cuore di tutto. E tu ci parli con la tua vita. Tu hai messo il Padre al centro: “non sapevate che devo fare la volontà del Padre mio?” E Tu. Gesù, ci chiedi di mettere te al centro della nostra vita. E cosa succede se ti mettiamo al centro come tu hai messo al centro il Padre? Succede che non vivremo più per noi stessi: vivremo una vita che è dono, dono totale. Il discepolo ama in pienezza.
El discipulo ama en plenitud. Enseñanos a ser tus discipulos, personas que te ponen a ti al centro de su propia vida, para que vivamos amando de veras. Para que vivamos en plenitud.

11 luglio 
Matteo 19,27-29 Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto
San Benedetto, giovane studente, contesta la società corrotta del suo tempo. Vive il brano del vangelo di Matteo che abbiamo letto oggi: cerca Dio, diffonde intorno a sé pace attraverso la preghiera e il lavoro. Gesù parla al plurale e Benedetto fa altrettanto perché tutto viene realizzato in una comunità fraterna la cui testimonianza coinvolge la società. Paolo VI dirà: “Benedetto e i suoi figli portarono con la croce, il libro e l’aratro il progresso cristiano in Europa”.
San Benito ha sabido buscar a Dios y en esta busqueda ha encontrado la capacidad de abrir el continente europeo a una nueva civilizacion.

12 luglio
Matteo 10,7-15 Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino Le chiese di America Latina, dove vivono quasi la metà dei cristiani del mondo, cantano: “Caminando se hace camino“. Cammina Gesù e cammina il discepolo. Non si evangelizza stando seduti, si evangelizza camminando, entrando nelle differenti culture. “La fede non può chiudersi dentro i confini della comprensione e dell’espressione di una cultura particolare”. (EG, 118)
No evangelizamos permaneciendo sentados: evangelizamos caminando.

13 luglio 
Matteo 10,16-23 Vi mando come pecore in mezzo a lupi
Una missione piena di promesse e non esente da pericoli. Una missione in cui, all’impegno dell’inviato si unisce la forza dello Spirito. Matteo ricorda vari elementi della missione, validi anche oggi, e per me. Gesù è concreto. Vede il popolo sbandato, perché l’autorità non sa dare risposte. Vede anche i lupi: la realtà che non cerca la vita, ma le cose; non il dono, ma il proprio tornaconto.
Quienes son los lobos? Los que no buscan la vida sino las cosas; los que no buscan el don sino su propia ventaja.

14 luglio
Matteo 10,24-33 Non abbiate dunque paura di loro
Una delle espressioni che troviamo sulla bocca di Gesù, prima e dopo la sua Risurrezione, è l’invito a non aver paura. Il discepolo non ha paura. Non puoi aver paura. Non ha paura chi si sente amato, ma anche non ha paura chi fa l’esperienza che tutto concorre al bene di coloro che Dio ama. Non ha paura chi vive con cuore di figlio e di fratello. Non ha paura chi ha viscere di misericordia.
Quien tiene entrañas de misericordia nunca tiene miedo.

15 luglio   
Marco 6,7-13 Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché partite da lì
Entrare e rimanere. Due verbi che indicano due atteggiamenti del discepolo inviato al mondo. Anche tu sei chiamato a entrare nel mondo in cui vivi, nella realtà verso la quale cammini. Anche tu sei chiamato a rimanere per conoscere, per condividere, per crescere annunciando. Non di dipende da te l’essere accolto, né l’essere ascoltato. Dipende da te l’andare e il rimanere. E se non ci fosse accoglienza. Non tornare indietro, riprendi il cammino senza risentimenti. Con fiducia.
Nuestra mision es engresar y permanecer. Engresar en la realidad de la vida de las personas. Permanecer para anunciar y crecer juntos.

16 luglio
Matteo 10,34-11,1 Sono venuto a portare non pace, ma spada
Se vuoi una vita facile non puoi essere cristiano, non puoi essere discepolo di Gesù. Matteo pone questi detti di Gesù al termine del discorso missionario. Gesù è causa di dissensi; per seguirlo è necessario rinnegare se stessi; il missionario troverà sempre chi gli darà un bicchiere d’acqua e chi lo accoglierà.
No puede vivir como enviado al mundo quien busca una vida facil, quien non camina.

Martedì, 17 luglio 
Matteo 11,20-24 La terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!
Quelle città erano il simbolo del fallimento, delle negatività. È proprio vero che, quando non si vuole il cambio, si trova sempre una scusa, e la colpa è sempre dell’altro. Come successe a quella donna che vedeva le macchie sulla biancheria, stesa ad asciugare, senza accorgersi che le macchie non erano sulla biancheria della vicina, ma sui vetri sporchi della finestra di casa sua. La colpa non è dei poveri, né degli immigrati.
Quien no quiere el cambio encuentra siempre una disculpa y los culpables son siempre los demas.

Mercoledì, 18 luglio
Matteo 11,25-27 Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra
Lo stato d’animo gioioso di Gesù, non ha nulla a che fare con il fatto che la rivelazione sia stata negata a alcuni e concessa a altri.  Non è la legge né le conoscenze che fanno scoprire la presenza di Dio nella vita e nell’attività di questo falegname di Nazaret. È Gesù che fa conoscere il Padre ed è il Padre che fa conoscere Gesù. In questa comunione di vita siamo tutti chiamati ad entrare!
Estamos llamados a vivir en la comuniòn de vida entre Jesus y al Padre! Bendito sea el Señor.

Giovedì, 19 luglio
Matteo 11,28-30 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi
Gli stanchi e gli oppressi sono folle, come pecore senza pastore. Persone in carne e ossa, deluse e calpestate da una società, che mette al primo posto il profitto di pochi. Gesù, prima di tutto, si rivolge a quelle moltitudini che aveva dichiarato beate, fatte di emarginati, da un sistema sociale, politico e religioso ingiusto. A costoro non chiede di seguire la sua dottrina, ma di seguire Lui. Tu senti di seguire una persona o una dottrina?
Jesus no nos pide de seguir una doctrina, una ideologìa, sino a una persona, a su persona, a El.

Venerdì, 20 luglio
Matteo 12,1-8 Se aveste compreso cosa significhi: Misericordia voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa.
Gesù osservava il sabato andando alla sinagoga. Ma lo stesso Gesù è libero di fronte alle tradizioni quali quella di raccogliere spighe, come è libero di guarire, sia la persona dalla mano paralizzata, sia quella cieca e muta. Anche oggi fa paura chi è libero di fronte alle tradizioni, chi è libero di dare una risposta a ciò che non è vita. Per il discepolo libertà e servizio sono inseparabili.
Si somos discipulos de Jesus nunca podemos separar libertad y servicio: libres para servir; servir para ser libres.

Sabato, 21 luglio
Matteo  12,14-21 Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti
Ciò che faceva Gesù, era pericoloso per la stabilità dell’ordine costituito. Allora, ma anche oggi, è meglio agire e tacere. L’importante non sono le stellette sulla divisa, ma la vita vissuta per i più deboli. Le difficoltà e le incomprensioni affrontate, sono la “prova del nove” dell’autenticità. La misericordia sogna futuro anche per una canna incrinata.
La misericordia sueña futuro tambien para una caña debil…

Domenica, 22 luglio   
Marco 6,30-44 “Quanti pani avete? Andate a vedere?
Marco, prima di presentarci la moltiplicazione dei pani, o forse meglio, la condivisione dei pani, ci presenta il banchetto organizzato da Erode, il banchetto dell’opulenza, dell’abbondanza, che finisce con una testa tagliata. Il banchetto della condivisione porta le persone a formare gruppo e termina con 12 ceste di avanzi e anche con gli avanzi dei pesci. Solo quando e dove si condivide c’è pane per tutti: L’accumulo porta alla morte, la condivisione alla vita. Facciamola questa esperienza! Facciamola per davvero. Non accumulare ma condividi e la vita sarà vita per tutti. Una chiesa che condivide è la chiesa di Gesù benedizione e salvezza per la nostra società, per il mondo. Renditi conto di ciò che hai e condividilo.
Donde falta condivisiòn falta vida! Donde no hay condivisiòn hay muerte! Conpartir es la buena noticia de Jesus

Sabato, 23 luglio 
Giovanni 15,1-8 Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto
Senza di me non potete fare nulla”, è un concetto ripetuto e sottolineato molte volte in questo brano. Rimanere in Gesù non è un fatto mentale o teorico, né sporadico o puntuale, relegato ad un giorno alla settimana. Rimanere in lui significa stabilità di una vita centrata sulla costruzione del Regno, sul servire chi ha bisogno. Rimanere in lui è essere come una madre serve senza riposo il figlio malato o cerca, senza fermarsi, fino a trovarlo, il figlio che si è perduto o ha deviato.
Permanecer en Jesus es vivir una vida que sea servir, compartir y donar.

Martedì, 24 luglio
Matteo 12,46-50 Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, per me è fratello, sorella e madre!
La vera parentela passa attraverso la vicinanza con il Padre, con l’Abbà. La vera parentela tra di noi è segnata dalla comunione con il Padre, con l’Abbà. Posso dire: Ogni uomo è mio fratello, ogni donna è mia sorella, se vivo con cuore di figlio o di figlia. Se vedo in ogni persona un membro della famiglia di Dio. Guardo quest’oggi le eprsone che incontro e le guardo con questo sguardo.
Cada persona que encuentro la veo como hermano y hermana y busco verla con la mirada de ternura del Padre, del Abbà.

Mercoledì, 25 luglio
Matteo  20,20-28 Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore
È impossibile condividere un posto nel regno dei cieli, senza condividere le sofferenze liberamente accettate. Ed è altrettanto impossibile vivere nel regno dei cieli, se non si passa dal dominio al servizio. In altre parole: Servo gli altri o mi servo degli altri? Servo Dio o mi servo di Dio? Ogni fondamentalismo nasce dal servirsi di Dio, per dominare, fino a eliminare e uccidere.
Los fundamentalismos nacen donde nos servimos de Dio en lugar de servirle a Dios; donde se nos olvida que sono una sola familia.

 
Giovedì, 26 luglio
Matteo 13,10-17 Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano
La parola “beato” al singolare e al plurale, al maschile e al femminile, le troviamo spesso nel Vangelo di Matteo. La troviamo riferita alle persone. Qui invece si dice beati gli occhi, beate le orecchie. Vedere e ascoltare sono doni preziosi che possono farci nascere di nuovo. Solo chi nasce di nuovo continua quella creazione amica di cui siamo parte. Solo chi nasce di nuovo, vive annunciando Gesù, colui che è sempre con noi.
Para anunciar a Jesus es preciso nacer de nuevo.

Venerdì, 27 luglio  
Matteo  13,18-23 Viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato
Siamo di fronte a una spiegazione abbastanza originale che va al di là della figura del seminatore . L’efficacia della parola, si vede condizionata dall’atteggiamento di chi ascolta. In ogni caso vale la pena sottolineare i pericoli esterni, che sono il maligno, la tribolazione, la persecuzione e il mondo, e i pericoli interni che sono la superficialità, l’incostanza, la seduzione delle ricchezze accumulate. La eficacia de la Palabra depende de las actidìtudes de quien la escucha.

Sabato, 28 luglio  
Matteo 13,24-30 Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme, fino alla mietitura
Nel piano di Dio c’è posto per la zizzania e per il buon grano. Il sogno di Dio è il raccolto che mai si può raggiungere con la violenza, Dio sa dare tempo perché anche la zizzania possa cambiare ma, soprattutto, perché sa che il buon grano ha in sé la forza per maturare anche in mezzo alla zizzania. Non dimentichiamo che il raccolto ci sarà.
En el plan de Dios hay lugar para la maleza que nunca podrà vencer. No faltarà la cosecha.

Domenica, 29 luglio
Giovanni 6,1-15 Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?
Cominciando da questa domenica leggeremo ogni domenica fino alla fine di agosto, il capitolo 6 del vangelo di Giovanni. Una meraviglia!
Gesù è la Parola di Dio fatta carne. Parola che ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Nel vangelo di Giovanni contempliamo Gesù che non è altro che la “voce” e la “mano” del Padre. Gesù rivela tutto ciò che ha visto nel Padre quando ci dona il comandamento dell’amore. Il capitolo sesto che inizia con la moltiplicazione o condivisione del pane per tutti termina con la dimensione missionaria del pane avanzato e raccolto per essere distribuito a tutti, in  ogni tempo e in ogni luogo.
Oggi lasciamoci conquistare dai primi 15 versetti soffermandoci sui personaggi, il luogo, le parole, i gesti. Scriviamo a casa nostra cià che questa parola dice, ciò che dice a me e ciò che mi fa dire agli altri.
Empezamos a leer el capitulo 6 de san Juan. Vamos a detenernos sobre los personajes, las palabra, los lugares. Vamos escribiendo lo que dice la palabra, lo que me dice a mi, lo que me hace decir a los demas. Vamos escribiendo.

Lunedì, 30 luglio  
Matteo  13,31-35 Il granello di senape diventa un albero
Passano gli anni della nostra vita e in ogni giorno in più che ci viene donato dovremmo vedere il granello di senape crescere e diventare albero. Ma perché il granello diventa albero? Per dare una casa agli uccelli del cielo. Tu cresci perché ogni persona che incontri trovi in te accoglienza, casa. La semilla crece y se hace arbol para ofrecer un lugar a las aves del cielo. De que sirve crecer si nuestro crecimiento no nos hace casa para los demas?

Martedì, 31 luglio 
Matteo  13,36-43 Così avverrà alla fine del mondo…
Con la Parola di Dio,facciamoci tre domande: che cosa dice il messaggio della parola; cosa mi dice;  cosa mi fa dire all’altro. Nel vangelo di oggi e nella realtà che stiamo vivendo, pensiamo che ci sono i buoni e i cattivi… Alla fine dei tempi, “i giusti” (i giustificati, i salvati) brilleranno! Ma ci sarà qualcuno che non venga raggiunto dalla salvezza del Dio per tutti, con tutti e in tutti?  Hoy creemois que hay personas buenas y personas malas. Al final de los tiempos los justos brillaran. Habrà alguien que non brillarà? Alguien que no serà justificado?