(05. 01. 2016)
A nome dei Missionari Comboniani di Trento porgo sentite condoglianze a tutta la famiglia di P. Gianfranco Bettega, in particolare, alla sorella Marcella che l’ha accompagnato nel suo trapasso con cura amorevole di sorella, al parroco Don Giampiero Simion, alla parrocchia di Mezzano e agli abitanti del territorio di PRIMIERO.
In questo tempo liturgico del SANTO NATALE P. Gianfranco ci ha lasciato. Noi crediamo che P. Gianfranco è nato a quella vita nuova, fatta di cieli nuovi e terre nuove, dove il Signore asciugherà le nostre lacrime e ci consolerà (Ap. 21, 4).
Ogni nascita umana, in questa terra, è dolorosa. Le mamme che danno alla luce i loro figli lo sanno e lo esperimentano. Poi quando il bambino è nato la gioia prevale sul dolore. Anche nascere per il paradiso, è duro, è faticoso, è far parte del nostro percorso umano.
Il Card. Martini, spesso, ci parlò della fatica quotidiana del vivere.
Anche un sacerdote, un religioso, un missionario non è esente da questa fatica. A volte alla proverbiale pena quotidiana ( Mt 6, 34) se ne aggiunge qualcuna di più grande: per esempio, una malattia grave e terminale che ci porta al guado eterno. Questa stessa malattia ha portato P. Gianfranco a concludere la sua vita terrena il giorno 2 gennaio, alle ore 17,30, assistito dai suoi confratelli Comboniani, dal personale paramedico e dalla sorella Marcella.
Mentre siamo nel lutto noi vogliamo ricordare i tre grandi amori di P. Gianfranco, presenti nel suo cuore e resi visibili nella sua personalità umana di sacerdote e di missionario.
Il 1° amore è stato quello per il TRENTINO. Lo si percepiva nella conversazione quotidiana. Era facile e consueto per lui inserirsi nelle conversazioni e dire che questo aspetto, quella attività, quella realtà erano presenti anche nel Trentino e nella valle di Primiero. Questo era per lui fonte di soddisfazione.
Anche dal Brasile, dove vi rimase per un periodo di circa 36 anni, in due tornate, amava tenere contatti con persone, associazioni, amici e benefattori che rinsaldavano i legami e i valori con la sua terra di origine. Ognuno di noi porta nel suo DNA il suo villaggio, la sua terra, le persone care che ama.
Suo desiderio ardente e quasi fisso, era quello di morire in terra trentina. Però è stato un desiderio incompiuto. A volte P. Gianfranco coltivava dei desideri incompiuti che lo facevano guardare avanti da solo e si chiudeva in una sua pensosità che era un territorio geloso da custodire. Però noi non sappiamo dove nasciamo e dove moriamo, non siamo noi a decidere. La vita ci spoglia, la vita ci consuma, la vita diventa un <sacrificio> (Rom 12, 1), cioè, diventa sacra nella fatica e nel dolore. Per noi credenti questo sacrificio ci porta a bussare con umiltà alle porte del cielo. Lì, il PADRE ci aspetta a braccia aperte.
Il 2° amore di P. Gianfranco è stato il BRASILE che ha amato nella gente, nella cultura e nella chiesa che, dopo il Concilio Vaticano II°, si apriva a un esperienza pastorale di cammino coi poveri, con gli ultimi, riunita e illuminata dalla Parola di Dio. In Brasile ha lavorato nella diocesi di Curitiba e per un breve periodo anche nell’Amazzonia. Alternava il suo ministero missionario fra la pastorale e la formazione dei giovani seminaristi. Come stile si presentava all’inizio come un maestro, ma in un secondo momento appariva l’amico e il compagno di viaggio che voleva aiutare i giovani a diventare sacerdoti per il bene della chiesa brasiliana o dei giovani ben formati per trasformare la società brasiliana.
Il 3° grande amore di P. Gianfranco è stato quello della LETTURA POPOLARE DELLA BIBBIA diffusasi nelle numerose e piccole comunità cristiane di base. La gente riunita attorno alla Parola di Dio, con la loro Bibbia in mano, ascoltava la parola, accoglieva la parola, riceveva forza per camminare nella conversione personale e nella trasformazione delle realtà sociali e politiche. Questo amore per la parola di Dio P. Gianfranco ha cercato di portarlo anche nei gruppi missionari e nelle comunità cristiane che visitava nella nostra diocesi di Trento. Era solito domandare ai membri dei gruppi missionari: <Hai portato la tua Bibbia ?>
Mi fermo qui per ringraziare con voi il Signore per il bene fatto da lui coinvolgendo molti fratelli e sorelle. Chiediamo a lui di ricordarci e di pregare per noi. La Parola di Dio della 1° lettura ci ricorda che l’amore vero ci fa passare dalla morte alla vita. Abbiamo bisogno, specialmente in questo mondo di oggi e nelle nostre comunità cristiane di questo amore di cui l’apostolo Giovanni ci parla (1 Gv 3, 14-16 ).
Le Beatitudini di Matteo che abbiamo ascoltato (Mt 5, 1-12) sono tutte strade maestre, in disaccordo col mondo di oggi che pensa solo a regni terreni: amore sfrenato per denaro e conquista di potere senza rispetto per i diritti delle persone umane e del bene comune. Le Beatitudini di Gesù ci aprono alla conversione del cuore e alla creazione di <germogli vitali> per edificare il Regno di Dio.
Il Signore ci aiuti e ci fortifichi tutti nel nostro pellegrinaggio quotidiano verso la casa del Padre.
- Stefano Zuin
(superiore dei Missionari Comboniani di Trento)