Ho ricevuto la chiamata di padre Alfonso Pérez alle 22.15 della notte del 29 agosto. Era preoccupato perché padre Pepe non era tornato da Ricrán, dove era andato per celebrare una messa nella comunità di Tambillo e fare poi una passeggiata, come di consueto, tra le montagne circostanti, che si ergono oltre i 4.000 metri. Abbiamo trascorso quella lunga notte fra preoccupazioni e angoscia, ma con la speranza che stesse bene, sapendo che Pepe era un uomo abituato a scalare le alte cime delle Ande peruviane.

Subito alcuni parrocchiani di Palca hanno iniziato le ricerche, andando a Ricrán, ma senza alcun risultato a causa del sopraggiungere della notte. Sono quindi tornati a Palca, sede della parrocchia. Quella stessa notte sono stati informati della scomparsa di Pepe sia padre Tesfaye Tadesse che padre Fabio Baldan, affinché comunicassero la situazione alla famiglia.

Il giorno seguente, 30 agosto, padre Alfonso e il cancelliere della diocesi di Tarma si sono recati alla stazione di polizia per denunciare la scomparsa di padre Giuseppe e iniziare ufficialmente le ricerche. Nel frattempo, è giunta la notizia del ritrovamento del veicolo di padre José: era parcheggiato ai piedi di una cima che aveva già scalato molte volte. Questa volta, però, aveva scelto un diverso versante, salendo lungo sentiero a lui nuovo.

Una volta giunti sul posto, il gruppo di poliziotti, i vigili urbani e la gente della parrocchia hanno iniziato le ricerche percorrendo il nuovo cammino scelto da padre Pepe: un sentiero più difficile, con precipizi e pendii più scoscesi.

A causa dell’altitudine del luogo – oltre i 4.500 metri –la nebbia copriva completamente la zona. Così è arrivata di nuovo la sera, senza ottenere alcun risultato. Ma speranza di trovarlo, magari in cattive condizioni ma vivo, non ci aveva ancora abbandonato.

All’alba del 31 agosto abbiamo ripreso le ricerche, arrivando presto al triste ritrovamento del corpo senza vita di padre Giuseppe Messetti. Secondo i rapporti ufficiali, il corpo è stato trovato nella zona alta del distretto di Ricrán, appartenente alla provincia di Jauja, nelle Ande peruviane, a circa tre ore di cammino dal luogo in cui aveva lasciato il suo veicolo, nei pressi di un paesino chiamato Tambillo.

Padre Pepe, che serviva come vicario della parrocchia di Santo Domingo di Guzmán di Palca e che era arrivato per la prima volta in Perù nel 1984, è stato trovato riverso su un cumulo di pietre, con il suo zaino usato come cuscino. A quanto pare, sarebbe scivolato e caduto sulle pietre, subendo un edema cerebrale e un trauma toracico. Sembrerebbe che la caduta non abbia causato immediatamente la morte, e il padre sarebbe rimasto immobilizzato in quel dirupo, al margine di una laguna. Il freddo della notte, a oltre 4.500 metri, e l’umidità della laguna avrebbero causato un’ipotermia letale. La morte sarebbe avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 agosto 2024.

Le spoglie sono state portate all’ospedale di Jauja per l’autopsia, che ha rivelato le cause del decesso. Nel frattempo, è arrivato il nipote di padre Giuseppe, che si trovava in Perù come volontario del Progetto Mato Grosso. In compagnia di padre Wilson, si sono occupati di tutti gli aspetti legali del caso. Il corpo è rimasto nell’obitorio fino al giorno seguente, a causa della mancanza di medici, e il 1° settembre, verso le 10.00 del mattino, è iniziata l’autopsia che ha portato al seguente referto: «Edema cerebrale e trauma toracico chiuso».

Terminate le dovute procedure, il corpo è stato preparato e collocato in una bara per essere trasportato da Jauja a Palca, dove era stata fissata una prima messa nella parrocchia Santo Domingo di Guzmán. La chiesa era piena di fedeli che, con grande emozione, hanno manifestato il loro affetto e gratitudine in un commovente addio. La messa è stata presieduta da Mons. Timoteo Solórzano Rojas, Vescovo di Tarma, che è sempre stato vicino e attento durante la ricerca e che, al momento del ritrovamento, ha voluto essere presente sul posto prima che il corpo fosse portato in ospedale. È giunto anche mons. Pedro Bustamante, Vescovo di Huánuco, dove padre Pepe aveva lavorato in precedenza, occupandosi di due parrocchie: Santa Cruz de Baños e San Pedro di Huánuco. Presenti alla celebrazione anche un gruppo di sacerdoti di Tarma e Huánuco e altri comboniani. Mons. Timoteo ha pronunciato una lunga omelia incentrata sul fatto doloroso della morte di padre Giuseppe, e ha concluso la cerimonia descrivendo le sue qualità di padre Giuseppe: pastore, missionario comboniano, uomo, semplice, sorridente, generoso, umile e attento, e ricordando che aveva avviato alcune opere di aiuto alla comunità come mense, centri di assistenza per non vedenti e persone con disabilità fisiche, installazione di generatori di elettricità e altri progetti, e «tutto questo, vivendo nella semplicità e nel rispetto per i fratelli più bisognosi».

Terminata la messa, la bara è stata portata nel salone parrocchiale per essere vegliata fino a mezzanotte. Questo momento è stato animato dalla comunità parrocchiale con preghiere e canti fino a quando, a mezzanotte, c’è stato il saluto dei parrocchiani di Palca. Dubito dopo è iniziato il viaggio verso Lima.

All’arrivo alla sede provinciale, c’è stato un secondo momento di veglia nella grande cappella della casa, che si è andata riempiendo di comboniani, comboniane, LMC, religiose di diverse comunità, amici, vicini e fedeli delle diverse parrocchie in cui padre Pepe ha insegnato, predicato e accompagnato, “spezzando, benedicendo e distribuendo il Pane”. Erano presenti amici di Cerro de Pasco, Baños-Lauricocha, Huánuco, Postulato di Lima e Palca-Tarma.

A mezzogiorno, sempre nella sede provinciale, abbiamo celebrato una commovente messa, presieduta da mons. Luis Barrera, missionario comboniano e vescovo di Callao, e concelebrata dal cardinale Pedro Barreto e da un folto numero di comboniani. Va ricordata la presenza del nipote di padre Pepe, Giuseppe Abbagnale, assieme a un gruppo di volontari del Progetto Mato Grosso.

Dopo aver condiviso il pranzo, alle le 14.30 è iniziato il percorso attraverso la città di Lima verso il Cimitero Britannico, dove i missionari comboniani dispongono di un terreno per i confratelli defunti. Qui è stato celebrato il funerale.

Ora il nostro caro padre Pepe riposa assieme ad altri 13 confratelli, tra cui padre Graziano Mengalli, un altro veronese. Entrambi resteranno per sempre nella nostra terra. E anche nei nostri cuori. (Padre Nelson Mitchell, mccj)