Mons. Lorenzo Ceresoli è tornato alla casa del Padre venerdì 6 settembre a Castel d’Azzano (Verona) nella comunità dei Missionari Comboniani anziani e ammalati. Era nato a Nave il 18 marzo 1931. Potremmo riassumere la sua vita con qualche dato: 93 anni di vita, 70 anni di vita consacrata, 64 anni d sacerdozio e 30 anni di episcopato. Una famiglia, la sua, di un’intensa vita cristiana vissuta in semplicità e lavoro. Nascono sei figli, tre e tre, che allietano la vita e la gioia di casa. Lorenzo frequenta in paese la scuola elementare e dopo la quinta, il papà lo inserisce nel lavoro come garzone presso una bottega di falegname. Racconta Mons. Ceresoli: “non ho mai fatto il chierichetto, ma ho sempre frequentato l’oratorio e l’Azione Cattolica”. È proprio alla scuola dell’Azione Cattolica, che cresce nella vita cristiana e nell’impegno quotidiano. Nel frattempo, continua la scuola con i corsi serali presso i Salesiani presenti in paese. L’esempio e la parola della delegata di Azione Cattolica lo aiutano a coltivare il germe della sua vocazione a seguire il Signore. A 18 anni, entra nel seminario diocesano di Brescia e frequenta il ginnasio. Ma non vuole essere solo prete, vuole andare in Africa! Il suo parroco lo introduce presso i Comboniani di Viale Venezia a Brescia e a 20 anni, Lorenzo entra nell’Istituto comboniano a Firenze per il Noviziato. La sua formazione si svolgerà, parte in Italia e parte in Inghilterra. Sarà ordinato sacerdote il 2 aprile 1960. La sua prima destinazione sarà l’Inghilterra come formatore in un seminario minore comboniano. Ci racconta che in un mondo culturale diverso, comincerà ad apprendere cosa vuol dire convivere e condividere con altri di nazionalità e culture differenti. Una scuola che lo preparerà al grande salto per l’Africa dopo sei anni nel mondo inglese. Nel 1967 è in Etiopia: dopo lo studio della lingua, inizia l’inserzione pastorale nel Vicariato di Awasa affidato ai Missionari Comboniani. Anni belli, intensi con il grande desiderio di condividere ciò che di più prezioso portiamo nel cuore: il dono di Gesù. Un cammino con la gente in cui si impara e si riceve arricchendosi reciprocamente anche tra qualche difficoltà.
I Superiori richiamano padre Lorenzo nella formazione: sarà per undici anni Padre Maestro: colui che prepara i giovani ad entrare nell’Istituto comboniano con la consacrazione religiosa: svolgerà questo servizio prezioso, sempre in Africa, tra Etiopia, Kenya e Uganda. Diversi confratelli, attualmente in giro per il mondo, sono stati suoi novizi.
Rientrato in Italia, nel 1991 sarà Superiore a Verona Casa Madre e vice superiore provinciale della Provincia Italiana. Alla fine del 1993 viene scelto come Vicario Apostolico del Vicariato di Awasa in Etiopia, là dove aveva lavorato nei primi anni di vita missionaria.
Racconta: per tre volte, ho chiesto a Roma di essere esonerato da questa nomina ma era già stato deciso! E allora, ho pregato: Signore tu sai, tu conosci il poco di buono che io sono, sostieni il mio cammino, sono strumento nelle tue mani. Sarà consacrato Vescovo il 19 marzo 1994. Guiderà la sua chiesa fino al 21 marzo 2009. Ciò che caratterizza il suo ministero episcopale è il suo stare con la gente, il suo popolo, immedesimarsi in un cammino lungo e paziente facendo piccoli passi di comunione e di fraternità. Ama la sua gente, ama i suoi preti agendo con coerenza e pazienza. Non sarà sempre facile, ci saranno tempi e momenti di sofferenza ma sempre ponendo la sua fiducia in Colui che l’ha scelto. Terminato il suo mandato episcopale, continuerà ad essere un semplice missionario, Vescovo emerito, per altri dieci anni in alcune missioni del Vicariato e nella capitale Addis Abeba. Rientra in Italia nel 2020 e viene assegnato alla comunità comboniana di Viale Venezia a Brescia. Avrebbe voluto continuare in Africa, ma per l’età e la salute, è stato più saggio rientrare. Ho imparato ad invecchiare, ci dice, preparandomi con serenità al “passaggio”. Questi ultimi anni, a Brescia, sono stati intensi: un missionario non va mai in pensione! Partecipava attivamente alla vita della comunità, le sue riflessioni e interventi raccontano della sua saggezza e lunga esperienza di vita. Aggiornatissimo per la realtà italiana, della vita della Chiesa e del mondo. In continuo contatto con la sua Chiesa in Etiopia e la provincia comboniana d’Etiopia. “Ogni sera prego per il Papa, per l’Etiopia, per la mia Chiesa di Awasa, i suoi preti la gente”. “Monsignore, anche se in Italia, rimani sempre nostro padre”, così in tanti lo ricordano. In questi anni, si è reso disponibile per conferire il Sacramento della Confermazione ai cresimandi delle parrocchie Buon Pastore e S. Francesco di Paola in città. Una testimonianza bella di questo Vescovo, nonno per tanti ragazzi e le loro famiglie.
Il suo ultimo mese, l’ha vissuto a Castel d’Azzano dove aveva desiderato andare per essere seguito più da vicino. Con lui, non possiamo che dire “Grazie, Signore!”.