Padre Giovanni Taneburgo

DIO CI AMA AL DI LA’ DELLE NOSTRE ASPETTATIVE E DEI NOSTR LIMITI

Nel passo evangelico di oggi, Gesù ci presenta la ‘Parabola dei Vignaioli’, descritti come accaparratori e violenti, per farci comprendere che il suo amore, riflesso dell’amore del Padre, è fedele al di là di ogni rifiuto e di ogni testardaggine. Gesù rimane fedele anche quando noi siamo testardi e non accoglienti. Nessun rifiuto, nessuna ingratitudine, ha mai fermato né può fermare Gesù. La parabola è molto chiara: – Un proprietario affitta la sua vigna a dei contadini. – Al tempo della vendemmia manda i suoi messaggeri a ricevere i frutti che gli spettano. – Il risultato è negativo per ben due volte. – Così manda il suo stesso figlio, certo del loro rispetto per il suo erede. – Ma il figlio è assassinato dai vignaioli. – Il padrone non si vendica uccidendoli, ma dà la vigna ad altri contadini. Non si vendica!!! Che benedizione grande è questa per noi! Perché? Il motivo è più che chiaro. La vigna rappresenta il popolo d’Israele, e tutti coloro che sono stati chiamati a far parte del Regno di Dio: la Chiesa, i popoli delle diverse nazioni e noi, ciascuno di noi. Tante volte il nostro comportamento è come quello dei vignaioli. Il Signore ci ha colmato di doni e di benedizioni, ha mandato messaggeri del suo amore, della sua volontà, e noi, invece di accoglierli, tante volte abbiamo innalzato muri di chiusura e di non accettazione. Anche venendo a conoscere che Gesù ha preso sopra di sé i nostri peccati e si è lasciato inchiodare sulla croce, non abbiamo cessato di peccare. Oggi, la consapevolezza rinnovata dalla Celebrazione Eucaristica, che il Padre ci ha tanto amato da lasciare che il suo Figlio prediletto fosse crocifisso, ci apra alla fiducia e ci faccia superare ogni ingratitudine e ogni rifiuto. Cos’altro poteva fare il Signore per noi? E cosa farà mentre, senza dubbio, dovrà fare i conti con la nostra presunzione e ingratitudine? Non si vendicherà, ma farà sì che il suo amore si faccia strada nei nostri cuori.

Torniamo al testo della parabola per analizzarla un po’ più in profondità. Vediamo due logiche completamente opposte. Da una pare vediamo la nostra logica che si esprime in testardaggine e nel voltare le nostre spalle a Dio, cosa che si ripete spesso. Dall’altra la logica di Dio che nonostante delusioni e tradimenti, ha nel cuore una passione grande per la vigna, per noi, una passione così grande che nessun rifiuto può spegnere e che porta Dio a continuare ad amarci. Alla nostra testardaggine si contrappone la determinazione di Dio che vuol farci sentire amati. C’è poi un altro punto che riguarda ancora le due logiche: quella di Dio incentrata sul donare e donare sempre, e quella dei vignaioli incentrata sull’accaparrare tutto con la violenza brutale e la mancanza del minimo buon senso. Pensiamo a ciò che dicono i vignaioli della parabola quando vedono il figlio del padrone della vigna: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Possiamo chiederci: con quale diritto? Nessun diritto, soltanto violenza e brutalità.

Come potrebbe questa logica criminale e diabolica non portarci a pensare al nostro mondo d’oggi? In esso, vediamo la stessa logica crudele, da maniaci e stupida, che genera guerre e violenze di ogni genere. Violenze per cui si eliminano persone indifese e innocenti e si usano bambini per i propri interessi o come fossero giocattoli di piacere. Nel mondo abbiamo arrivismo a tutti i costi e sterilità nel cuore. Impegniamoci perché, anche grazie al nostro contributo, la nostra società abbia ad accogliere la logica di Gesù, ‘Pietra che è stata scartata dagli uomini, ma che è stata resa pietra angolare da Dio”. Impegniamoci perché la Chiesa di cui siamo membri, sia feconda di frutti maturi, aperta all’accoglienza dei popoli diversi, grazie a frutti maturi di umanità e fratellanza, giustizia e progresso, solidarietà e pace. 

Giovanni Taneburgo
 Missionario Comboniano