Era la sera di Pasqua, il 12 aprile 2020 e al tramonto di quel giorno, a Roma, mons. Camillo Ballin, vescovo comboniano, terminava la sua vita in questa terra e raggiungeva, in cielo, il Padre.

Era tempo di pandemia. Moriva da solo. Un commosso saluta gli è stato dato dai confratelli nella casa generalizia di Roma e poi è stato accompagnato per la sepoltura nel cimitero di Fontaniva, dove, presente il vescovo di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol, il fratello Alfonso con la moglie, è stato inumato nella tomba di famiglia. 

Ogni anno, in una domenica vicina alla data della morte, la comunità parrocchiale insieme ai familiari e alla comunità comboniana di Padova. Mons. Camillo Ballin veniva ricordato, raccontando della sua vita dedicata alla missione, in Sudan, in Egitto e come vicario apostolico dell’Arabia settentrionale, con sede prima in Kuwait e in poi in Barhein. Segno visibile della sua presenza nel Duomo di Fontaniva è il pastorale di mons. Camillo. 

Per il terzo anniversario, la parrocchia, l’amministrazione comunale, la famiglia e i missionari comboniani hanno voluto onorare la vita e l’opera di mons. Camillo. 

Due gli eventi vissuti. Giovedì 27 aprile 2023 coordinati dal parroco di Fontaniva don Andrea Mazzon, quattro relatori sono intervenuti per raccontare di mons. Ballin, nella sala del Centro Nicolini, luogo simbolo della vita civica di Fontaniva. Era presente p. Tesfaye Tadesse, superiore generale dei missionari comboniani, che ha salutato il parroco, il sindaco, i familiari e tutti i presenti, con parole di ringraziamento per l’iniziativa di ricordare il confratello comboniano, mons. Camillo Ballin e ha dato delle informazioni sulla triste situazione di guerra civile appena scoppiata in Sudan, dove operano, da più di 150 anni, i missionari comboniani. Sono rimasti insieme alla gente in situazione molto precaria e pericolosa, il più vicino possibile al popolo con cui hanno scelto di vivere, anche in questo momento particolarmente difficile.

Il professor Guerino Citton, riconosciuto appassionato storico di Fontaniva, ha presentato nel tempo stretto che gli è stato accordato, il frutto della sua ricerca sulla vita e l’opera di mons. Camillo, in particolare la sua vita familiare, il percorso scolastico, la scelta di essere prima sacerdote nel seminario di Vicenza e poi missionario tra i comboniani. Ne è uscito un quadro di intensa vita familiare illuminata dalla fede sulla quale si è innestata la scelta dei quattro figli della prima mamma: tre suore della congregazione della Sacra Famiglia e un religioso sacerdote missionario. Ha raccontato anche dello stretto e affettuoso rapporto che mons. Camillo Ballin ha sempre avuto con la sua comunità di origine, Fontaniva, dove ritornava sempre molto volentieri e la sua visita era sempre gradita.

La missione di mons. Camillo Ballin si è svolta esclusivamente nel mondo islamico, e questo ha dato l’occasione a p. Giuseppe Caramazza, missionario comboniano, secondo relatore della serata, di illustrare la realtà del mondo islamico che è molto varia e che deve essere affrontata liberi da una precomprensione negativa. Infatti forte è stato il contributo di valori che l’Islam ha dato alla cultura occidentale. Importanti passi sono stati fatto nel dialogo intrapreso tra cristiani e musulmani. È tempo quindi per un reciproco ascolto per una crescita di stima e collaborazione.

Nel suo intervento p. Angelo Giorgetti, missionario comboniano, già padre provinciale in Sudan,

attraverso citazioni di testi di mons. Camillo e di riferimenti ad opere da lui realizzate, ha fatto una interessante descrizione di mons. Ballin, come uomo impegnato nell’incontro con l’Islam e completamente dedicato verso i cristiani nei suoi impegni pastorali in Sudan e Egitto, come parroco, insegnante, direttore di scuola. Aveva un enorme capacità di essere vicino a tutti, dalle persone più semplici, fino alle personalità più elevate, come re e principi, presenti nel suo vasto vicariato dell’Arabia Settentrionale. Le persone più diverse trovavano in lui accoglienza. Ne sono un segno le celebrazioni liturgiche fatte secondo i diversi riti propri alle varie comunità di lavoratori immigrati nei paesi arabi che componevano il suo Vicariato.

Straordinario è stato il suo rapporto di amicizia con la casa reale del Bahrein e in particolare re del Bahrein, lo sceicco Hamad bin Isa Al Khalifa che donò alla Chiesa un grande terreno per la costruzione della cattedrale Nostra Signora di Arabia.

Il sindaco di Fontaniva, il sig. Edoardo Pitton si è posto ed ha risposto alla domanda: cosa può dire oggi ai Fontanivesi, il nostro concittadino mons. Camillo Ballin. Il suo messaggio è molto chiaro: un uomo, dotato di grandi capacità umane e intellettuali, che si è donato completante e con competenza e capacità di dialogo e di rispetto delle persone. Ha saputo vivere in mezzo a tante differenze, umane, culturali, politiche e religiose, e a farle diventare opportunità per tutti. E’ stato un uomo per la gente e con la gente. Il sindaco ha inoltre ringraziato la parrocchia e i missionari comboniani per l’iniziativa di ricordare e celebrare il loro concittadino mons. Camillo Ballin.

Una mostra sulla vita, opera e pensiero di mons. Camillo Ballin è stata esposta nel Duomo, nei giorni precedenti l’evento, e questo ha permesso ai cittadini Fontanivesi di conoscere quel concittadino che veniva a Fontaniva molto volentieri ma anche molto raramente.

Era pieno di fedeli il Duomo di Fontaniva, domenica 30 aprile, per la Messa solenne celebrata in ricordo di mons. Camillo Ballin. Ha presieduto la celebrazione p. Tesfaye Tadesse, superiore generale dei missionari comboniani. Nell’omelia, p. Tesfaye ha ringraziato la comunità di Fontaniva per aver fatto crescere, umanamente e cristianamente mons. Camillo e averlo dato alla chiesa, alla congregazione comboniana e al mondo, in particolare al mondo islamico. Questa infatti è la caratteristica prima della vita di mons. Camillo: aver vissuto sempre in nazioni di religione islamica: Sudan, Egitto e Penisola Arabica. Mons. Camillo è stato straordinario nella sua capacità di relazioni amichevoli con tutti. Sapeva stare con la gente e vivere per la gente, di qualsiasi tipo di provenienza, di categoria sociale e di espressione religiosa. Nello stesso tempo era il vescovo cattolico che stava vicino alle comunità cristiane, formate soprattutto da stranieri, in luoghi dove l’Islam era la religione di tutto il popolo locale. Ne rispettava i riti liturgici e le tradizioni di ognuno.

Hanno partecipato alla solenne celebrazione, insieme ai familiari, anche le autorità locali e una riconoscente folla di fedeli.
Un momento conviviale, organizzato dalla parrocchia, ha concluso il grato ricordo dell’illustre concittadino, che riposa nella tomba di famiglia Ballin, nella sua Fontaniva.

p. Gaetano Montresor