Padre Giovanni Taneburgo

Il passo evangelico della Liturgia Eucaristica di oggi inizia con il presentarci Gesù in preghiera  e anche col presentarci la curiosità e il fascino che i discepoli sentirono  nel vederlo pregare. Quando ebbe finito, uno dei discepoli chiese a Gesù: “Signore, insegnaci a pregare!” Così Gesù insegnò il “Padre nostro” che è un ottimo compendio di tutto il Vangelo ed è anche la sintesi di ogni preghiera. Così Gesù definì il contenuto essenziale della fede: essere legati a Dio, Padre Misericordioso, ed essere legati tutti insieme; dipendere da Lui come figli e figlie di cui Egli è innamorato senza escludere nessuno.

Nel Vangelo di Luca, il Padre nostro è seguito dalla parabola dell’amico importuno e da altre espressioni che ci assicurano che il Padre ci ascolta, e che saremo sempre da Lui esauditi. La parabola quindi sottolinea la necessità della preghiera perseverante. Dio è come l’amico che ascolta l’amico importuno con una differenza; ci ascolta più per la sua bontà che per la nostra insistenza. E’ questo ciò che appare anche nella preghiera di Abramo che insiste a favore  di Sodoma presso il Signore (Prima lettura). E’ questa la realtà proclamata nel Salmo responsoriale: “Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza”. Infine, l’efficacia  e la necessità della preghiera sono illustrate da Gesù con l’esempio di tre richieste da parte di un bambino al quale ogni padre dà ascolto quando chiede un pane, un pesce o un uovo.

Oggi il Signore Gesù ci esorta a chiedere e dice: “Chiedete e vi sarà dato”. Inoltre Egli si presenta come maestro del chiedere da figli e figlie e non da schiavi; ci insegna a chiedere le cose che sostengono la vita nostra e di tutti: la santificazione del nome di Dio e siccome il nome di Dio è Amore, ci insegna a chiedere che l’amore sia santificato da tutti nel mondo; la venuta del Regno di Dio perché abbiamo a sentirci amati da Dio e capaci di amarci gli uni gli altri; la Volontà di Dio che sia fatta perché è salvezza e pienezza di vita per tutti; il pane nostro quotidiano cioè il pane non soltanto per alcuni, ma per tutti; il perdono di Dio perché, perdonati da Lui, abbiamo a perdonarci gli uni gli altri; la forza di lottare contro il male perché il bene trionfi ovunque.

L’ascolto della Parola dataci per oggi dovrebbe portarci a evitare due atteggiamenti: 1) la disistima della preghiera  come se la preghiera non servisse a nulla, 2) La negligenza perché il troppo da fare può farci credere che  non possiamo trovare tempo. Inoltre la Parola dovrebbe portarci a far crescere in noi l’apprezzamento e la pratica abituale della preghiera.

Oggi fare un esame di coscienza a riguardo del nostro atteggiamento alla presenza di Dio e a riguardo della preghiera è cosa importante:

  • Sono io una persona di preghiera? Ho l’abitudine quotidiana di momenti di dialogo con Dio, un dialogo dal cuore?
  • So rivolgermi a Dio con la fiducia di un figlio che si trova dinanzi a un Padre misericordioso?
  • Oltre alla preghiera di domanda, prego io per lodare e ringraziare Dio per i tanti doni che Egli ha riversato e continuamente riversa su di me?
  • La mia preghiera ha un carattere missionario mentre mi faccio voce di tutti e per tutti intercedo chiedendo misericordia e perdono?
  • Sono affascinato da Gesù? Come reagisco ascoltando questa testimonianza? “Lo scrittore Umberto Saba, ebreo agnostico, era affascinato dalla figura di Gesù perché metteva al posto della paura e del terrore di Dio, l’amore. Al funerale della moglie recitò il Padre Nostro, tra la commozione dei presenti”.

Pregando il Padre Nostro secondo lo spirito indicatoci dal Signore, oltre che ad ottenere tutti i doni che chiediamo, otteniamo Dio stesso che, come dice Ermes Ronchi, “intreccia il suo respiro con il nostro, mescola le sue lacrime con le nostre, e chiede soltanto di lasciarlo essere nostro amico”.

Che avventura migliore potremmo pensare?

Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano