Padre Romeo Ballan
Lo Spirito rilancia continuamente la Missione
XXXIII Domenica di Pentecoste
Anno C – Domenica 5.6.2022
Atti 2,1-11
Salmo 103
Romani 8,8-17
Giovanni 14,15-16.23-26
Riflessioni
La festa ebraica di Pentecoste – sette settimane, ossia 50 giorni, dopo la Pasqua – inizialmente era la festa della mietitura del frumento (cfr. Es 23,16; 34,22). Ad essa si unì, più tardi, il ricordo della promulgazione della Legge sul Sinai. Da festa agricola la Pentecoste è divenuta progressivamente una festa storica: un memoriale delle grandi alleanze di Dio con il suo popolo (vedi Noè, Abramo, Mosè, Geremia 31,31-34, Ezechiele 36,24-27). Oltre a un cambio nel calendario, è importante notare la nuova prospettiva riguardo alla Legge e al modo di intendere e vivere l’alleanza. La Legge era un dono del quale Israele andava orgoglioso, ma era una tappa transitoria, insufficiente.
Era necessario progredire verso l’interiorizzazione della legge, un cammino che raggiunge il culmine nel dono dello Spirito Santo, che ci è dato come vero e definitivo principio di vita nuova. La Pentecoste cristiana celebra il dono dello Spirito, “che è Signore e dà la vita” (Credo). Intorno alla Legge, Israele si costruì come popolo. Nella nuova famiglia di Dio, la coesione non viene più da un comando esterno, per quanto eccellente sia, ma dal di dentro, dal cuore, in forza dell’amore che lo Spirito ci dà, “perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (Rm 5,5). Grazie a Lui (II lettura), “siamo figli di Dio” e gridiamo: “Abbà! Padre!”. Siamo il popolo della nuova alleanza, chiamato a vivere una vita nuova, in forza dello Spirito che fa di noi la famiglia di Dio, con dignità di figli ed eredi (v. 14-17). A tale dignità deve corrispondere uno stile di vita coerente. San Paolo descrive due stili di vita opposti, a seconda della scelta di ciascuno: la vita secondo la carne o la vita secondo lo Spirito (v. 8-13).
San Giovanni lo chiama ‘Paraclito’: colui che ci sta accanto, ci viene in aiuto, il consolatore che ci aiuta a vivere. Lo Spirito fa camminare le persone e i gruppi umani, rinnovandoli e trasformandoli dal di dentro. Lo Spirito apre i cuori, li purifica, li sana e li riconcilia, fa superare le frontiere, porta alla comunione. È Spirito di unità-fede-amore, nella pluralità di carismi e di culture, come si vede nell’evento di Pentecoste (I lettura), nel quale si coniugano bene insieme l’unità e la pluralità, ambedue doni dello stesso Spirito. Popoli diversi capiscono un unico linguaggio comune a tutti: la mappa delle nazioni deve diventare tavola di convivio, casa comune per “parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio” (v. 11). San Paolo attribuisce chiaramente allo Spirito la capacità di rendere la Chiesa una e molteplice nella pluralità di carismi, ministeri e operazioni (cfr. 1Cor 12,4-6). La Chiesa ha davanti a sé la sfida permanente di essere cattolica e missionaria: far passare la famiglia umana da Babele a Pentecoste, da ghetto a campo aperto, con la forza dello Spirito. Perché Babele simboleggia la confusione, la dispersione; Pentecoste crea comunione, fraternità. Babele/Pentecoste sono realtà attuali anche nella società odierna. L’opzione Babele crea problemi familiari, sociali, internazionali, che ben si potrebbero risolvere optando per Pentecoste! Anche per arrivare alla pace in Ucraina! Che bel mondo ne uscirebbe!
Lo Spirito, che si manifesta come vento, fuoco, dono delle lingue, è lo Spirito della missione universale. Anzi Egli è il protagonista della missione (cfr. RMi cap. III; EN 75s), che Gesù affida agli apostoli e ai loro successori. Per realizzare tale missione, lo Spirito è sempre vicino e operante, come assicura Gesù per ben cinque volte nel lungo discorso dopo la Cena (Gv 14,16-17; 14,26; 15,26; 16,7-11; 16,13-15). È lo Spirito Consolatore (Vangelo) che rimane con noi per sempre, che dimora in chi ama (v. 16.23); è il Maestro che insegna ogni cosa e ci fa ricordare ciò che Gesù ci ha detto (v. 26). A Pentecoste la Chiesa nasce come ‘festa dei popoli’, dove tutti si riconoscono e sono importanti; così gli apostoli capirono, finalmente, le parole di Gesù: andate al mondo intero, fate di tutti i popoli una sola famiglia. (*)
Negli anni del Concilio circolava un breve testo sullo Spirito Santo, attribuito a Ignazio IV Hazim, patriarca greco-ortodosso di Damasco. Si tratta di un testo significativo, caro anche al patriarca di Istambul, Atenàgoras, profeta moderno dell’unità dei cristiani; è un testo che ci giunge dalla teologia delle Chiese orientali, circa l’opera dello Spirito Santo in noi e nella Chiesa:
«Senza lo Spirito Santo: Dio è lontano – Cristo resta nel passato – il Vangelo è lettera morta – la Chiesa è semplice organizzazione – l’autorità è dominio – il culto è evocazione – l’agire cristiano è morale da schiavi – la missione è propaganda…
«Ma nello Spirito: il cosmo è sollevato – l’uomo è in lotta contro il male – Cristo risorto è una realtà – il Vangelo è potenza di vita – la Chiesa è segno della comunione trinitaria – l’autorità diventa servizio liberante – la liturgia è memoriale e primizia – l’agire umano è deificato – la missione è una Pentecoste».
Parola del Papa
(*) «Lo Spirito Santo riempie il cuore di Cristo risorto e da lì si riversa nella tua vita come una sorgente. E quando lo accogli, lo Spirito Santo ti fa entrare sempre più nel cuore di Cristo, affinché tu sia sempre più colmo del suo amore, della sua luce e della sua forza. Invoca ogni giorno lo Spirito Santo perché rinnovi costantemente in te l’esperienza del grande annuncio».
Papa Francesco
Esortazione apostolica Cristo vive, 25.3.2019, n. 130-131
Sui passi dei Missionari
5 Domenica di Pentecoste: lo Spirito Santo “parla” in tutte le lingue e culture dei popoli.
* Lunedì dopo Pentecoste: Memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa.
5 S. Bonifacio (675-754), martire, monaco benedettino inglese. Con un gruppo di monaci e di monache, partì come missionario in Germania, dove operò numerose conversioni e organizzò la vita ecclesiale. Nominato dal Papa vescovo di Magonza, fu ucciso da briganti durante una missione tra i Frisoni in Olanda. È patrono della Germania ed è sepolto nella cattedrale-monastero di Fulda.
∙ Giornata mondiale dell’Ambiente, indetta dalle Nazioni Unite nel 1972.
6 S. Norberto di Xanten (Germania, c. 1080-1134), missionario in Francia e poi vescovo di Magdeburgo (Germania). Nel 1121 si ispirò alla regola di Sant’Agostino per fondare i Canonici regolari detti poi Norbertini o Premonstratensi, dal nome dell’abbazia di Prémontré, nel nord della Francia, dove l’Ordine nacque con una duplice finalità: la vita monastica e l’attività di evangelizzazione del territorio.
∙ S. Marcellino Champagnat (1789-1840), sacerdote francese, fondatore dei Piccoli fratelli di Maria (Fratelli Maristi), dediti all’educazione cristiana dei giovani.
∙ S. Raffaele Guízar Valencia (1878-1938), vescovo di Veracruz (Messico). Nonostante la persecuzione, esercitò strenuamente il ministero episcopale, soffrendo l’esilio e altre pene.
∙ Ricordo di Martino Martini (1614-1661), missionario gesuita italiano ad Hang Zhou (Cina) per 17 anni. Fu uno storico, geografo, cartografo, pioniere dello scambio culturale fra Cina e Occidente. Seguiva il metodo missionario del suo confratello Matteo Ricci e di altri gesuiti.
8 S. Jacques Berthieu (1838-1896), martire, sacerdote gesuita francese, missionario per oltre 20 anni in Madagascar; per tre volte dovette abbandonare la missione e varie volte fu invitato invano ad abbandonare la sua fede. Alla fine fu ucciso ad Ambiatibé.
∙ S. Maria Teresa Chiramel Mankidiyan (1876-1926), religiosa carmelitana del Kerala (India), fondatrice delle Suore della Sacra Famiglia, dedite a giovani e bisognosi.
9 S. José de Anchieta (1534-1597), sacerdote gesuita spagnolo, nato nelle isole Canarie, evangelizzatore del Brasile. Fu linguista, drammaturgo, e fondatore delle città di São Paulo e di Rio de Janeiro.
10 B. Edoardo Maria Poppe (1890-1924), sacerdote belga, laureato in filosofia, fecondo scrittore su temi di spiritualità e di pastorale sociale. Si dedicò alla formazione di molti giovani con il catechismo e la devozione eucaristica; istituì anche la “Lega della Comunione frequente” tra i fanciulli e le operaie.
∙ Bb. Rutilio Grande García (1928–1977), sacerdote gesuita; Manuel Solórzano, catechista; Nelson Rutilio Lemus, adolescente, uccisi assieme in El Salvador dal regime militare. Assieme a loro fu beatificato anche padre Cosma Spessotto (vedi 14/6). Sono «martiri della fede. Essi sono stati al fianco dei poveri testimoniando il Vangelo, la verità e la giustizia» (Papa Francesco, 2022). L’opzione di P. Rutilio per i poveri e il suo martirio segnarono la “conversione” dell’amico arcivescovo san Oscar Arnulfo Romero alla causa del popolo salvadoregno (vedi 24/3).
11 S. Barnaba, apostolo, uno dei primi cristiani di Gerusalemme (Atti 4,36-37), missionario ad Antiochia (Atti 11,22s), amico e collaboratore di S. Paolo nel suo primo viaggio apostolico (Atti 13,1-15,38), poi evangelizzatore di Cipro assieme a Marco (Atti 15,39).
∙ B. Ignazio Maloyan (1869-1915), martire, nato in Turchia, di etnia armena, vescovo di Mardin degli Armeni (Turchia), torturato e ucciso, assieme a moltissimi altri cristiani, all’inizio del genocidio armeno, durante la persecuzione scatenata dal governo islamico dell’Impero Ottomano contro le minoranze cristiane.
* In circostanze simili, anche i Bb. Leonardo Melki (1881-1915), e Tommaso Saleh (1879-1917), missionari cappuccini libanesi, furono martirizzati in Turchia. P. Saleh fu ucciso per aver dato ospitalità a un sacerdote armeno durante il genocidio. (Vedi anche 24/4; 29/8).
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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)
Sito Web: www.comboni.org “Parola per la Missione”
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