Padre Alessio Geraci
A partire dal cuore ……
Siamo arrivati alla sesta domenica di Pasqua, già vicini ormai alla grande festa missionaria di Pentecoste, dove i discepoli, ricevuto il dono dello Spirito Santo cominciano ad essere Chiesa. E nel Vangelo di questa domenica vediamo la promessa che Gesù fa ai suoi discepoli: il dono dello Spirito Santo.
Siamo nel quattordicesimo capitolo del Vangelo di Giovanni… e l’evangelista ci riporta le parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli dopo l’Ultima Cena.
La prima cosa che vorrei sottolineare è l’intima unità e comunione tra il Padre e il Figlio. Dice infatti Gesù che «se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Nel Vangelo di domenica scorsa Gesù diceva che ci riconosceranno come suoi discepoli se ci ameremo gli uni gli altri come Lui ci ha amati. Ora ci dice che chi lo ama osserva, vive le sue parole. Osservare le sue parole è interiorizzarle, assumerle, farle proprie. Non con la ragione, ma con il cuore. Non si tratta quindi di concetti, di teorie, di idee. Anzi! Perché le parole di Gesù ci parlano di amore, rispetto, fraternità, uguaglianza, onestà, sincerità, compassione, solidarietà, vita… e tutto questo non è teorico, ma molto concreto. Osservare le sue parole è custodirle nell’intimo del nostro cuore, perché dimorino sempre con noi, e “fioriscano” in opere concrete, ma soprattutto è metterle in pratica, viverle… e aiutare gli altri a conoscerle, a custodirle, a viverle e ad annunciarle. Dopo queste parole, Gesù fa ai suoi discepoli la promessa dello Spirito Santo, che sarà incaricato di insegnare tutte le cose e di ricordare le parole di Gesù. Questa domenica è l’occasione propizia per chiedere nella nostra preghiera personaleche lo Spirito Santo ci insegni con sapienza e creatività tutto ciò che ancora non sappiamo (e che vorremo sapere!) e ci ricordi quanto è bello seguire Gesù, in modo tale da essere discepoli missionari gioiosi ed appassionati!
Dopo la promessa dello Spirito Santo, Gesù dona la pace ai suoi discepoli. Non è la stessa pace che dà il mondo: è la pace che viene da Dio che Gesù condivide con noi. Nella lingua parlata da Gesù, “Shalom” significa molto più che pace: è armonia, integrità, unità, buone relazioni, vita piena, prosperità. La pace che Gesù ci dona ci rimanda alla creazione originaria di Dio e al suo sogno e progetto per ciascuno di noi: che possiamo vivere ogni giorno della nostra vita nella sua pace, essere in armonia con noi stessi, con gli altri e con il creato, avendo buoni rapporti con tutti. La pace è un dono di Dio che dobbiamo accogliere, custodire e condividere, per vivere in pienezza la nostra vita. La pace che Gesù ci lascia è la pace capace di entrare nel cuore e trasformarlo. È la pace che ci porta a costruire un mondo nuovo, a costruire ponti e ad abbattere muri.
Pensiamo al momento della celebrazione eucaristica in cui ci scambiamo un segno e un saluto di pace: a volte lo facciamo con ipocrisia perché se avessimo un coltello in mano, lo useremmo contro il fratello, la sorella che abbiamo accanto. Quale gesto di pace farai oggi? A chi concretamente donerai lo Shalom, ricevuto da Gesù?
Con il Salmo di questa domenicapossiamo rispondere a questa Parola che il Signore ci regala affinché fiorisca in noi e porti molti frutti. Si tratta diun salmo che potremmo definire “missionario” perché chiede a tutte le nazioni di lodare il Signore: «Ti lodino i popoli, o Dio,ti lodino i popoli tutti.Ci benedica Dio e lo temanotutti i confini della terra». Ma per lodare il Signore, le nazioni devono prima conoscerlo. E perché lo conoscano, qualcuno deve annunciarlo. Ecco ancora una volta l’importanza di annunciare, con la propria vita, oltre che con parole, l’Amore di Dio.
E a proposito di annuncio: nella prima lettura, il libro degli Atti degli Apostoli ci presenta una situazione abbastanza comune purtroppo anche ai nostri giorni: confusione e divisione a causa di una predicazione diversa da quella “ufficiale”. Nel caso concreto, la predicazione “conflittuale” verteva su un argomento ben preciso, la circoncisione: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».Gli apostoli allora, preoccupati per questa situazione, scrivono a questecomunità “in crisi”, inviando anche Giuda detto Barsabba, e Sila, per fare chiarezza:«abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi».
Anche ai nostri giorni, questa situazione si presenta e ripresenta. Pensiamo infatti a quanti continuano a predicare dai loro “pulpiti” o dalle radio “pseudocristiane”, un Dio diverso da quello presentato da Gesù. Il dio che loro predicano è il dio che al minimo errore commesso, ci “sventola” il cartellino rosso e la nostra partita finisce lì. Il loro dio è il dio che manda terremoti, tsunami, pandemie, per castigare gli errori e le infedeltà umane. Il loro dio è il dio che si preoccupa più del rispetto formale delle leggi che della felicità umana, è il dio rigidamente ancorato al diritto canonico e completamente staccato dalla misericordia e dalla compassione. Il loro dio non è il Dio che ci ha creati a Sua immagine e somiglianza, per amore e con amore, ma è il dio che loro si sono creati a loro immagine e somiglianza. Il loro dio non è il Dio della Vita, non è il Dio che Gesù è venuto a rivelarci, non è il Dio che ci ama da sempre e per sempre, che ci chiama per nome, che ci invia ad annunciare il Suo amore.
Non lasciamoci confondere e dividere da queste predicazioni ma continuiamo a fidarci ed affidarci al Dio che ci vuole pienamente felici. Da sempre e per sempre!
Buona domenica!
Con la missione nel cuore
Padre Alessio Geraci
Ciao, p.Luigi, mi sei stato compagno amabilissimo per sette anni a Rebbiò e a Crema. Che il Signore ti abbia…
Mi è piaciuto moltissimo e concentra tutto il senso della vita dell' uomo
L'ho incontrato più volte a Firenze, negli anni prima del sacerdozio, ci siamo scritte delle lettere, sono andata a trovarlo…
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