Padre Giovanni Taneburgo

 

I segni, quando rimandano a delle realtà buone della nostra vita, hanno un significato valido e bello. Pensiamo a dei fiori offerti per il compleanno di una persona cara, a un sorriso offerto a una persona che presenta segni di tristezza, un saluto dato a una persona sola ecc. Nella Sacra Scrittura sono molti i segni che vengono utilizzati da Dio stesso per aiutare  i suoi figli e le sue figlie ad aprirsi a Lui e a crescere nella fede. Nei vangeli ce ne sono di bellissimi: il tono di voce di Gesù per cui Maria di Magdala lo riconosce, le ferite per cui Tommaso fa un grande atto di fede in Gesù suo Signore e suo Dio, il pane spezzato per cui i discepoli di Emmaus riconoscono Gesù, ecc.

Oggi ci chiediamo: qual è il segno privilegiato per i seguaci di Cristo Gesù a vantaggio di tutti, soprattutto di coloro che a Lui desiderano aprirsi? E’ l’Amore di Dio donato ai discepoli, da loro accolto e testimoniato nel movimento di amore verso tutti. Quand’ero a Verona, nel mio ufficio avevo un grande poster ‘home made’ con le parole: ‘Ci sentiamo forti e viviamo nella pace quando ci sentiamo amati’. Amati innanzi tutto da Dio il cui amore riempie il mondo e regge l’universo. Amati da Lui con quell’amore che dobbiamo imparare a gustare e a diffondere intorno a noi, volendo bene a tutti e adoperandoci per realizzarlo.

E’ chiaro quindi che non stiamo parlando di amore in termini generici, ma dell’amore cristiano che, non mi stanco mai di ripetere, ha quattro gradi diversi:

  • “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te stesso”.
  • “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
  • “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.
  • “Padre, che siano una cosa solo come io sono con te”.

Vorrei concludere con un pensiero riguardante la Chiesa Missionaria e anche me e  tutti voi che mi ascoltate chiamati come siamo a vivere la Missione della Chiesa di cui siamo membri. Cito un’espressione di Nietzsche che ha detto:

Se la Buona Novella della vostra Bibbia fosse anche scritta sui vostri volti, voi non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda all’autorità di questo libro: le vostre opere, le vostre azioni renderebbero quasi superflua la Bibbia perché voi stessi diventereste la Bibbia nuova”. Sappiamo che la Bibbia, la Parola di Dio, non può diventare superflua. Ad ogni modo il pensiero di Nietzsche dovrebbe farci pensare alla testimonianza dell’amore vicendevole che siamo chiamati ad avere in abbondanza.

Papa Francesco continua a insistere sull’amore soprattutto come fraternità, perdono e accoglienza di coloro che sono nelle periferie dei gruppi sociali. Che per intercessione della Madonna la sua voce sia ascoltata non soltanto dai Cristiani, ma anche da tutte le persone di buona volontà. Infatti tutto ciò che Papa Francesco promuove non è utopia, ma un sogno per la cui realizzazione Gesù ha dato la vita sulla Croce.

P. Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano