Padre Giovanni Taneburgo
Nel passo evangelico di oggi c’è un versetto ricco di tenerezza divina. I discepoli erano stanchi e sfiduciati perché avevano lavorato una notte intera per una pesca senza frutto alcuno. Ma poi ecco la tenerezza di Gesù espressa in un gesto tanto concreto. Giovanni ci dice: “Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane (…). Gesù disse loro: “Venite e mangiate”. Come è grande il Signore quando nel nostro cammino di vita ci dona esperienze simile a quella appena descritta. Permettetemi che vi presenti brevemente un tratto della mia vita di missionario in Uganda. Già diversi dei miei confratelli erano stati uccisi ed essendo io in una zona controllata da guerriglieri scalmanati, di tanto in tanto pensavo che anch’io potevo essere vittima della loro violenza. Perché no? Pregavo chiedendo al Signore la grazia della fedeltà a Lui e alla Missione da Lui affidatami, sino alla fine. Un giorno, dopo un periodo di preghiera, scrissi questa breve composizione intitolata IN CAMMINO: “Ho lasciato la spiaggia e mi trovo in alto mare. / Ho una visione chiara e sicura; me l’ha data il Signore. / Sull’altra riva verso cui mi muovo, c’è un fuoco e c’è Lui. / Ha del pesce pronto e ha del pane. / Il Signore mi attira e ha sulle labbra un invio: ‘Vieni, nutriti e sii felice. / Con me per sempre’”. Diversi anni sono passati da quando scrissi questa piccola composizione. La mia missione non è giunta ancora al suo compimento. Il Signore mi dice di continuare a camminare nella convinzione che Lui cammina con me verso quella meta di luce dove tutti sono chiamati dal Padre.
Cari fratelli e care sorelle, mediante la sua Parola di vita, il Signore ci invita a vivere la nostra vita non limitando il nostro sguardo entro i limiti terreni della nostra esistenza, la nostra nascita e la nostra morte. Egli ci dà la grazia di celebrare la vita mettendo la nostra fiducia non tanto in ciò che noi possiamo fare o nei risultati che possiamo ottenere, ma in Lui che ci sostiene, ci salva e ci porta verso il Regno di luce e di vita che dureranno per sempre. Ecco allora la sapienza dell’impegno dell’obbedienza a Lui e dell’entusiasmo missionario che ci permette di contagiare tutti, perché tutti abbiano a seguire Cristo impegnandosi nei diversi campi della vita terrena: la famiglia, il lavoro, la politica, il servizio civile, la Chiesa ecc.. Tutto con i piedi per terra e con lo sguardo del cuore rivolto verso la realtà del Regno eterno, al di là della morte.
In che contesto fare tutto questo? Siamo chiamati a vivere e operare nel contesto non di un amore generico, ma di quell’amore che, come quello di Gesù, si nutre di sacrificio che diventa gioia nel servizio del prossimo, cioè di tutti. A ciascuno e a ciascuna di noi Gesù rivolge una domanda simile a quella che chiese a Pietro: “Mi ami tu? Se la risposta è positiva, allora prenditi cura degli altri, andando al di là dei tuoi gusti, dei tuoi interessi che possono essere egoistici, dei tuoi piani, e chiedendo sempre allo Spirito Santo: ‘Che cosa vuoi che io faccia e in che direzione vuoi che io vada?’ Questa è la vera vita; questa è la missione che io ti affido”.
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano