Padre Romeo Ballan
Dio salva amando. Non a colpi di pietre!
V Domenica di Quaresima
Anno C – 3.4.2022
Isaia 43,16-21
Salmo 125
Filippesi 3,8-14
Giovanni 8,1-11
Riflessioni
La “vita nuova” è il tema delle tre letture di questa domenica. Gesù nel Vangelo ridona la vita alla donna adultera: “Va’ e non peccare più” (v. 11). Già il profeta Isaia (I lettura) parlava di vita agli esiliati di Babilonia predicendo il ritorno in patria: “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia” (v. 19). La promessa era accompagnata da due segni eloquenti: una strada nel deserto e fiumi d’acqua nella steppa. Per san Paolo (II lettura) la vita nuova è una persona, Cristo Gesù, l’unico tesoro, di fronte al quale tutto il resto è perdita e spazzatura (v. 8). È Lui l’unica meta da conquistare correndo con ogni sforzo. Paolo sente tale impegno non come un peso, ma come risposta d’amore verso Cristo che lo ha conquistato (v. 12). Da questa esperienza nasce l’impulso missionario di Paolo.
“All’alba” (Vangelo), sulla spianata del tempio di Gerusalemme, ebbe inizio la vita nuova anche per una donna “sorpresa in flagrante adulterio” (v. 2.4). Una donna da lapidare, secondo la Legge, buttata lì come uno straccio davanti a Gesù, unica accusata di una colpa che, per definizione, suppone un complice, che però si è abilmente volatilizzato… Gesù la salva dalla sassaiola compiendo gesti sorprendenti, che provocano un cambio totale della situazione. Anzitutto il silenzio disarmante di Gesù, poi quello “scrivere col dito per terra” (v. 6.8) con segni che la storia non riuscirà mai a decifrare, e infine la sfida a gettare per primi la pietra (v. 7). Sono gesti che smascherano l’ipocrisia di quegli accusatori legalisti dal cuore di sasso. La loro trappola per accusare Gesù era (quasi) perfetta: se egli salva la donna, va contro la Legge; se la condanna a essere uccisa, va contro l’Impero romano, che si è riservato il diritto di un’esecuzione mortale. Gesù scavalca tutti i tranelli e va al fondo del problema e della soluzione: chiama in causa la coscienza degli accusatori.
Alla fine, la donna e Gesù restano da soli: “la misera e la misericordia”, commenta sant’Agostino. Gesù parla alla donna: nessuno le aveva parlato, l’avevano trascinata fra spintoni e accuse. Gesù le parla non con linguaggio da strada, ma con rispetto, riconoscendone la dignità; la chiama ‘donna’, come Egli soleva chiamare sua madre (Gv 2,4; 19,26). Gesù distingue tra lei – donna fragile, certo – e il suo sbaglio, che Egli però non approva: l’adulterio è e resta un peccato (Mt 5,32), anche nel caso di un desiderio disonesto (Mt 5,28; e IX comandamento). Gesù condanna il peccato ma non la peccatrice; non si ferma ad analizzare il passato, ma rilancia la vita, riapre il futuro. (*) Il messaggio nuovo del racconto non è il peccato, ma il cuore di Dio che ama e vuole che noi viviamo. L’immagine di Dio-amore che Gesù vuole far passare è questa: che la donna sperimenti che Dio la ama così com’è. In tal modo la donna, sentendosi rispettata, amata, protetta, è in grado di accogliere l’invito di Gesù a “non peccare più” (v. 11). Dio salva amando. Non a colpi di legge o di pietre. Solo l’amore converte e salva! Quella donna incontra Gesù che le cambia la vita, vive così la sua Pasqua: è risuscitata!
Questo scomodo brano di Vangelo ha avuto una storia travagliata: è omesso in vari codici antichi, è spostato in altri. C’è chi pensa che l’autore non sia Giovanni ma Luca, dato lo stile e il messaggio molto simili alla parabola del padre misericordioso (vedi Luca 15, nel Vangelo di domenica scorsa), con i vari personaggi della parabola: la donna nei panni del figlio minore; gli scribi e i farisei in linea con il figlio maggiore; e Gesù nel perfetto ruolo del Padre. Lo sottolinea anche un noto autore moderno: «Testo insopportabile, che manca in diversi manoscritti. La coscienza morale, e anche la coscienza religiosa degli uomini non può ammettere che il Cristo rifiuti di condannare la donna… Essa è stata sorpresa in flagrante delitto; ha commesso uno dei peccati più gravi che la Legge conosca… Il Cristo confonde gli accusatori ricordando loro l’universalità del male: anch’essi, spiritualmente, sono degli adulteri; anch’essi in un modo o nell’altro, hanno tradito l’amore. “Chi è senza peccato…” Nessuno è senza peccato, ed Egli concluse dicendo: “Va’ e d’ora in poi non peccare più”. Una frase che apre un nuovo avvenire» (Olivier Clément).
Il brano evangelico costituisce una intensa pagina di metodologia missionaria per l’annuncio, la conversione, l’educazione alla fede e ai valori della vita. L’amore genera e rigenera la persona, la rende libera; Gesù educa all’amore vissuto in libertà e con gratuità. Solo a queste condizioni si capisce perché dobbiamo lasciar cadere dalle mani le pietre che vorremmo scagliare sugli altri. Il fatto poi che i più anziani comincino a sfilare via (v. 9) rivela in loro un senso di colpa, di vergogna, o di aver capito la lezione? Infine risulta chiaro che chiunque opera e lotta onestamente per le pari opportunità tra donna e uomo, nei vari ambiti, trova in Gesù un precursore ideale, un pioniere e un alleato.
Parola del Papa
(*) «Sant’Agostino inquadra il finale del Vangelo di oggi con queste parole: “Rimasero solo loro due: la misera e la misericordia” (In Joh 33,5). Sono andati via quelli venuti per scagliare pietre contro la donna o per accusare Gesù nei riguardi della Legge… Gesù invece rimane. Rimane perché è rimasto quel che è prezioso ai suoi occhi: quella donna, quella persona. Per Lui prima del peccato viene il peccatore. Io, tu, ciascuno di noi nel cuore di Dio veniamo prima: prima degli sbagli, delle regole, dei giudizi e delle nostre cadute. Chiediamo la grazia di uno sguardo simile a quello di Gesù, chiediamo di avere l’inquadratura cristiana della vita, dove prima del peccato vediamo con amore il peccatore, prima dell’errore l’errante, prima della sua storia la persona».
Papa Francesco
Omelia nella liturgia penitenziale, 29.3.2019
Sui passi dei Missionari
3 Ven. SdD. Bernardo Sartori (1897-1983) sacerdote comboniano italiano, per quasi 50 anni in Uganda, ove morì, con fama di santità per la sua grande devozione eucaristica e mariana, e per il suo zelo missionario.
- Ven. SdD. Jérôme Lejeune (1926-1994), cattolico francese, sposato e padre di cinque figli, medico genetista, che nel 1959 scoprì, con altri due ricercatori, la causa della Sindrome di Down (prima chiamata ‘mongoloidismo’). Come scienziato e credente, nonostante l’ostilità di altri colleghi si oppose alle tesi abortiste e difese la dignità della vita umana. Citava spesso il biologo francese Louis Pasteur († 1895): «Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui». Fu il primo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
4 S. Isidoro (c. 570-636), vescovo di Siviglia e dottore della Chiesa, ingegnoso nelle scienze e nell’organizzazione, riconosciuto come l’ultimo Padre della Chiesa latina. Presiedette l’importante IV concilio di Toledo (633). Pastore sapiente e zelante, dedicava molto del suo tempo alla formazione culturale e morale del clero e dei candidati al sacerdozio.
- S. Benedetto Massarari, (c. 1524-1589), detto il “Moro”, nato in una famiglia di schiavi condotti dall’Africa (Etiopia?) in provincia di Messina. Dopo essere vissuto in vari eremi, divenne religioso francescano. Fu il primo africano nero a essere canonizzato (1807). Con santa Rosalia è compatrono di Palermo.
- Anniversario dell’assassinio di Martin Luther King, avvenuto nel 1968 a Memphis (Usa); era nato ad Atlanta il 15/1/1929. Fu un grande leader statunitense promotore dei diritti civili, dell’integrazione razziale e del metodo della nonviolenza attiva. Ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1964.
- Giornata internazionale per l’informazione e l’azione contro le Mine Anti-persona e gli ordigni bellici inesplosi, promossa dalle Nazioni Unite nel 1997 e 2005.
5 S. Vincenzo Ferrer (1350-1419), sacerdote domenicano spagnolo, uno dei più grandi predicatori e missionari itineranti nell’Europa occidentale.
- B. Mariano de la Mata Aparicio (1905-1983), sacerdote agostiniano di Palencia (Spagna), missionario per oltre 50 anni a São Paulo (Brasile). Nelle attività educative, parrocchiali e di governo, si distinse come ‘messaggero della carità’: bambini, anziani, malati e altri bisognosi erano i suoi preferiti, per i quali aveva sempre un sorriso, una preghiera e un aiuto materiale con la collaborazione dei “Laboratori della carità di S. Rita”.
6 Giornata internazionale dello Sport per lo sviluppo e la pace, promossa dall’Onu nel 2013.
7 S. Giovanni Battista de la Salle (1651-1719), sacerdote francese, educatore, fondatore dei Fratelli delle scuole cristiane. Raccomandava agli educatori, maestri e catechisti: «Domandate spesso a Dio la grazia di toccare i cuori dei vostri allievi, come lui solo sa fare: questa è la grazia del vostro stato». Nel 1950, Pio XII lo proclamò patrono di tutti i maestri e le maestre.
- B. Maria Assunta Pallotta (1878-1905), religiosa italiana delle Francescane Missionarie di Maria, chiese di partire per la Cina al tempo della ribellione dei Boxer contro l’influenza straniera colonialista. Visse con radicalità e semplicità la sua consacrazione missionaria, addetta a umili servizi. Morì a Dongerkou (Cina) durante una epidemia di tifo.
- Giornata mondiale della Salute, indetta dall’Onu-Oms (1948), con sede a Ginevra.
- Giornata internazionale di riflessione sul Genocidio del 1994 in Ruanda, stabilita dall’Onu nel 2003. Nel 1994, in poco più di tre mesi, da aprile a luglio, 800.000 persone furono massacrate per mano dei loro stessi connazionali, per l’unica ragione di appartenere a un certo gruppo etnico.
8 Giornata internazionale dei Rom, sinti e camminanti senza fissa dimora, ufficialmente dichiarata nel 1990 a Serock, in Polonia.
9 B. Tommaso da Tolentino (c. 1260-1321), missionario francescano martire. Promosse le missioni in Oriente. S’imbarcò con altri compagni verso la Cina, ma fu ucciso a Salsette (India).
- Ricordo di Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), teologo luterano tedesco, simbolo della resistenza contro il nazismo di Hitler. Professore a Berlino e scrittore, viaggiò in vari paesi europei e in Usa, mantenne corrispondenza con Gandhi. Fu impiccato nel campo di concentramento di Flossenburg. Diceva: «Noi cristiani non potremo mai pronunciare le parole ultime della fede, se prima non avremo pronunciato le parole penultime della giustizia, del progresso e della civiltà».
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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)
Sito Web: www.comboni.org “Parola per la Missione”
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