Padre Romeo Ballan
L’abbraccio del Padre misericordioso rigenera persone e società
IV Domenica di Quaresima – ‘Laetare-rallégrati’
Anno C – 27.3.2022
Giosuè 5,9a.10-12
Salmo 33
2Corinzi 5,17-21
Luca 15,1-3.11-32
Riflessioni
Bella notizia! “La festa nella casa del Padre è appena cominciata… Venite tutti!” È l’invito di Gesù (Vangelo), per spiegare l’amore senza limiti di Dio, che è padre-madre, come vediamo nell’altissima pagina, conosciuta come la “parabola del figlio prodigo”. Un titolo parziale, in quanto non menziona il padre e tiene conto solo del figlio minore trascurando il maggiore, che è ugualmente, o forse più meritevole di rimprovero. Il titolo più vero è: “parabola del padre misericordioso”, in quanto è lui il protagonista, il suo amore è al centro di tutto il racconto. Il libro di Luca è già conosciuto come il ‘Vangelo della misericordia’, ma in esso il capitolo 15° (con le tre parabole) è definito ‘un vangelo nel Vangelo’. La notizia più bella! In sintonia anche con questa domenica detta in ‘Laetare-rallégrati’.
Di questa parabola molto nota e commentata, mettiamo in evidenza alcuni aspetti. Molto opportunamente, il brano evangelico scelto per la lettura liturgica di oggi include i primi versetti di Luca 15, dove si vede il contesto della parabola: Gesù accoglie pubblicani e peccatori e mangia con loro; appaiono anche i destinatari della parabola: i farisei e gli scribi che mormorano per quella ‘trasgressione’ di Gesù (v. 1-3). Tali destinatari appariranno di nuovo alla fine nel personaggio del fratello maggiore.
Da sottolineare i cinque verbi, con i quali san Luca descrive l’amore effusivo del papà per il figlio che ritorna: lo vide (da lontano) e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò (v. 20). Seguono i cinque comandi del papà per sancire la piena riabilitazione del figlio ritrovato: il vestito più bello (segno della dignità in famiglia), l’anello al dito (il potere), i sandali ai piedi (segno dell’uomo libero). E poi il vitello grasso (per le occasioni solenni) e la grande festa per tutti (v. 22-23). Proprio la festa sembra essere l’elemento che infastidisce maggiormente il figlio maggiore che ritornava dai campi (v. 25.29.30). Il papà esce per convincerlo a capire il perché di tanta gioia: è tornato tuo fratello! Bisogna far festa (v. 32).
In ciascuno di noi convivono i due fratelli, il minore e il maggiore, ambedue con atteggiamenti riprovevoli e ugualmente bisognosi di conversione. Per Gesù, il modello su cui misurarsi è il Padre misericordioso: accoglie tutti senza limiti, perdona con gratuità, vuole far vivere tutti nella sua casa. Riguardo a questo itinerario di conversione, Henri J. M. Nouwen ha scritto uno stupendo libro di meditazioni – Il ritorno del figlio prodigo – partendo dalla contemplazione del famoso quadro di Rembrandt (vedi foto). Ecco uno dei messaggi forti: “Sono destinato a occupare il posto di mio Padre e offrire agli altri la stessa compassione che Lui ha offerto a me. Il ritorno al Padre è in definitiva la sfida a diventare il Padre”.
La parabola di Gesù resta aperta: non è scontato che il fratello maggiore sia poi entrato alla festa; non sappiamo se il minore abbia smesso di fare spropositi. Ora però siamo certi che in quella casa ci sono posti per tutti e che ci sono ancora molti posti da riempire. Ora tutti sanno che in casa il Padre vuole che ci siano figli, non schiavi; persone che condividono il suo progetto di amore, non solo freddi e ‘osservanti’ esecutori delle cose da fare (v. 31). La parabola conclude senza l’abbraccio tra i due fratelli; questo è il nostro compito nella vita quotidiana: un abbraccio da dare e da ricevere.
Nella casa di quel buon papà si è inaugurato un nuovo modo di vivere: non più da schiavi ma da figli. Un’esperienza simile a quella del popolo di Israele (I lettura) che, dopo 40 anni di deserto, prende possesso della terra promessa, dove non mangerà più con la precarietà dello straniero, ma si nutrirà con i frutti di casa, coltivati da lui stesso (v. 12). San Paolo ricorda che ogni buona esperienza è da condividere con altri (II lettura). Chi ha fatto l’esperienza della bontà misericordiosa di Dio e ora vive con Lui un rapporto nuovo come figlio e amico (v. 17), scopre che gli altri sono suoi fratelli-sorelle e sente il bisogno di coinvolgerli nella stessa esperienza di vita e di riconciliazione (v. 18-19).
La missione consiste nel condividere tale esperienza e portare anche altri ad accogliere nella propria vita l’amore misericordioso e rigeneratore di Dio, che è Padre e Madre! Missione è annunciare la misericordia del Padre e operare perché «l’amore misericordioso» diventi il tessuto di rapporti nuovi fra le persone, i popoli e il creato, come affermano Papa Francesco (*) e Giovanni Paolo II: “Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano solo se introdurremo nei rapporti interumani e sociali, insieme alla giustizia, quell’«amore misericordioso» che costituisce il messaggio messianico del Vangelo” (Dives in Misericordia, n. 14). Questo è un servizio missionario di eccellenza per la crescita di una umanità nuova.
Parola del Papa
(*) «Chiedo a Dio di preparare i nostri cuori all’incontro con i fratelli al di là delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con l’olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di inviarci con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della pace».
Papa Francesco
Enciclica “Fratelli Tutti” (3.10.2020) n. 254
Sui passi dei Missionari
27 S. Ruperto († c. 718), di origine irlandese, fu grande evangelizzatore della Baviera e vescovo di Salisburgo (Austria).
- B. Giuseppe Ambrosoli (1923-1987), sacerdote comboniano italiano di Como, medico missionario a Kalongo (nord Uganda), esemplare nel servizio professionale e amministrativo, la vicinanza ai malati e la santità di vita. Lasciata l’azienda famigliare del ‘miele Ambrosoli’, si mise a servizio dei poveri e degli ultimi in Africa. Il suo motto: «Dio è amore, e io sono suo servo per la gente che soffre», come è scritto sulla sua tomba. (Sarà beatificato il 20/11/2022 in Uganda).
28 B. Cristoforo Wharton (c. 1540-1600), sacerdote e martire, consegnato al patibolo durante il regno di Elisabetta I.
29 B. Giovanni Hambley (c. 1560-1587), sacerdote e martire. In un giorno imprecisato di questo mese, intorno alla Pasqua, fu condannato al supplizio del patibolo a motivo del suo sacerdozio, sotto il regno di Elisabetta I.
30 S. Ludovico da Casoria (Arcangelo) Palmentieri (1814-1885), francescano napoletano, educatore e fondatore dei Frati della Carità (detti Frati Bigi) e delle Suore Francescane di santa Elisabetta. Operò attivamente per il riscatto dalla schiavitù di ragazze e ragazzi africani.
- S. Leonardo Murialdo (1828-1900), sacerdote di Torino ed educatore. Nel 1867 fondò la confraternita laicale di san Giuseppe (“i Giuseppini”) per aiutare i ragazzi poveri e abbandonati attraverso la scuola, la formazione al lavoro e le case famiglia.
31 B. Cristoforo Robinson (c. 1568-1598), sacerdote e martire. Dopo essere stato testimone del martirio di san Giovanni Boste, fu condotto al patibolo, durante il regno di Elisabetta I, per il solo fatto di essere sacerdote.
- Si ricorda l’espulsione dei Gesuiti (1767) da Spagna, Portogallo e delle rispettive colonie in America Latina. Sei anni più tardi (1773) ci fu la soppressione della Compagnia di Gesù, Ordine grandemente benemerito per l’evangelizzazione nel mondo intero.
APRILE 2022
1 S. Lodovico Pavoni (1784-1849), sacerdote di Brescia, pioniere nel campo sociale, fondatore, dedito all’educazione umana, cristiana e professionale dei ragazzi.
- B. Anacleto González Flores (1888-1927), martire, ucciso a Guadalajara assieme a tre giovani, durante la persecuzione messicana. Padre di famiglia, pedagogo, catechista, leader sociale, difensore della fede cattolica, fondatore dell’Associazione cattolica della gioventù messicana. Lo chiamarono il “Gandhi messicano”, perché propugnò la pace e la nonviolenza. È il patrono dei laici messicani.
2-3 Viaggio apostolico di Papa Francesco a Malta.
2 S. Francesco da Paola (1416-1507), eremita di vita austera, fondatore dell’Ordine dei Minimi, patrono della Calabria e della gente di mare. Esemplare è il suo messaggio di “continua conversione”, con un amore incondizionato verso Dio, i fratelli e il creato.
- S. Pietro Calungsod (1654-1672), catechista laico, nato nelle Filippine, e il B. Diego Luis de san Vitores (1627-1672), sacerdote gesuita spagnolo. Ambedue furono martirizzati per la loro fede cristiana e precipitati in mare nell’isola di Guam (Isole Marianne, Oceania).
- B. Maria Laura Alvarado (1875-1967), nata e vissuta in Venezuela, fondatrice, dedita alla cura di orfani, anziani e poveri. Morì a Maracaibo.
2 Inizio del mese di Ramadàn (fino al 1° maggio) per i musulmani: tempo speciale di digiuno, preghiera, penitenza.
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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)
Sito Web: www.comboni.org “Parola per la Missione”
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