Padre Tonino Falaguasta Nyabenda

 

E’ arrivata anche quest’anno la Quaresima. Questo tempo speciale e santo ha un significato particolare. Il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, siamo invitati a fare digiuno e astinenza. Ma Papa Francesco ci propone di fare sì digiuno e astinenza, ma soprattutto di pregare per la pace. C’è la guerra in Ucraina; ma ci sono anche altre guerre che non devono essere dimenticate, come nello Yemen, in Etiopia, in Siria, in Congo Kinshasa, nell’Afghanistan, a Myanmar e in altri luoghi, dove si soffre e si muore senza un motivo, solo per l’ingordigia, la sete di potere e la voglia di accaparrare le ricchezze del pianeta Terra. Che, come dice Papa Francesco, è la “nostra casa comune”. Incominciamo la Quaresima dunque, il 2 marzo, con la celebrazione della liturgia del Mercoledì delle Ceneri. La Quaresima è un tempo forte, come lo fu anche il tempo dell’Avvento. L’Avvento ci preparava a celebrare la nascita di Gesù, il quale entra nella nostra storia umana e diventa l’origine della nostra salvezza. La Quaresima è il tempo che prepara alla Pasqua, dove si compie l’”Alleanza nuova ed eterna”, di cui parlava già in anticipo il profeta Geremia ( secolo). Così parlava questo grande profeta: “Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore: – porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore” (Geremia 31, 33). E nel Vangelo di Marco, Gesù dice, nell’ultima Cena: “Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: ‘Questo è il mio sangue dell’Alleanza, che è versato per molti’!” (Marco 14, 24). Nel Cristo l’Alleanza è eterna e per tutta l’umanità. E’ un’Alleanza non solo con il popolo eletto, ma con tutti i popoli del Mondo e per sempre. Qualunque cosa facciamo, lui (Gesù) è fedele. Possiamo metterlo in Croce, come succede quando pecchiamo e lo uccidiamo con la violenza, la guerra, l’odio, la sopraffazione nei riguardi del prossimo, perché, come ha detto Gesù all’apostolo Paolo, ancora Saulo, ancora persecutore dei discepoli, ancora non battezzato: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? … Io sono Gesù, che tu perseguiti” (Atti 9, 5). Quanto è fatto ai discepoli a causa del nome di Gesù, è fatto allo stesso Gesù (Matteo 10, 40).

Nella tradizione della Chiesa, il tempo quaresimale è stato istituito dopo il Concilio di Nicea (anno 325). Soprattutto a Roma, si organizzava questo tempo per coloro che dovevano essere perdonati dei loro peccati (essenzialmente apostasia, omicidio e adulterio). Per coloro che si preparavano al battesimo poi, la Quaresima era il tempo forte, nel quale si meditava soprattutto il Vangelo di Giovanni.

Il termine Quaresima viene dal latino e significa: quarantesimo giorno. Il numero quaranta ha un fondamento biblico. Indica, in primo luogo, gli anni di una generazione e poi anche un periodo la cui durata non si conosce esattamente. Per esempio: 40 giorni e 40 notti per il diluvio (Genesi 7, 4); il soggiorno di Mosè sul Sinai (Esodo 24, 18); il viaggio di Elia nel deserto (1 Re 19, 8); il digiuno di Gesù, all’inizio del suo ministero (Marco 1, 12). Il numero 40 indica sempre un tempo di preparazione e di attesa, di purificazione o di penitenza. Insomma questa cifra nella Bibbia scandisce la storia della salvezza. Ed è sempre un cammino fatto di disperazione e di conversione, di cadute e di riprese, ma sempre, per noi, un tempo di attesa della salvezza, che ci viene esclusivamente da Gesù.

La cerimonia delle ceneri è un richiamo evidente alla creazione del primo uomo. Dice la Bibbia: “Allora il Signore plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2, 7). L’uomo pertanto, pur avendo in sé il soffio divino, è pur sempre un nulla rispetto a Dio. Un soffio di vento basta per far scomparire la polvere, che è la parte più superficiale della terra. Di qui l’atteggiamento che dobbiamo sempre avere: l’umiltà e la sottomissione al Creatore, che però chiama l’uomo a vivere in comunione con Lui, se resta fedele alla sua alleanza. Ma nella nostra vita, pur sapendo che Cristo ci ha resi suoi fratelli e sorelle, siamo capaci di prendere altre strade. Perché siamo liberi di fare il bene o di fare il male (Romani 12, 21). Nel Vangelo del Mercoledì delle Ceneri (Matteo 6, 1-18) siamo invitati a vivere nella verità, sapendo di essere fallaci, ma anche amati da Dio. Fuggiamo pertanto l’ipocrisia e facciamo le pratiche ordinarie, come la preghiera, il digiuno e l’elemosina, per manifestare il nostro desiderio di avvicinarci al Cristo, nel nostro cammino di conversione. Allora “il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Matteo 6, 18).

 P. Tonino Falaguasta Nyabenda