Padre Alessio Geraci

A partire dal cuore ……

In questa settima domenica del tempo ordinario, riceviamo il forte invito da parte di Dio, attraverso la sua Parola, a cambiare il nostro modo di amare e includere anche i nostri nemici nel nostro amore.

Viviamo in una società che ci ha abituato a rispondere al male ricevuto con altro male, preferibilmente più grande del male ricevuto. Siamo stati abituati fin dall’infanzia, che dobbiamo rispondere al male con altro male, perché altrimenti, la società ti esclude, ti “etichetta”, ti emargina. Soprattutto, ci siamo abituati al fatto che dobbiamo vendicarci. Di tutto e di tutti.

La stessa situazione l’hanno vissuta i contemporanei di Gesù…

Ma Gesù non vuole che i suoi discepoli ripetano ciò che è sempre stato fatto. Gesù non vuole che i suoi discepoli di tutti i tempi vengano imbrigliati dentro le trappole del “si è sempre fatto così”; Gesù vuole che i suoi discepoli sperimentino qualcosa di nuovo perché il suo messaggio di liberazione e salvezza è novità e freschezza…

Gesù vuole creare qualcosa di nuovo: portare le beatitudini (che abbiamo visto nel Vangelo di domenica scorsa) all’estremo.

Siamo ancora nel sesto capitolo di Luca, e Gesù a coloro che lo ascoltano dice: «amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male».

Ascoltare non basta più. Credere non basta più. Ora occorre agire: dobbiamo mettere in pratica ciò che Gesù dice e ciò in cui crediamo.

Amare è l’unico modo… e amare include il perdono e la riconciliazione… ma molte volte le ferite rimangono… e spesso sanguinano…e “vomitano” veleno e odio.

Cosa fare quando l’odio e i sentimenti negativi verso una persona, una situazione che ci ha fatto del male, e in certi casi rovinato la vita, è così grande da sembrarci insopportabile? Gesù non propone la vendetta, non propone di avvelenare la vita nostra e degli altri con l’odio, ma propone qualcosa di più “trasgressivo”: amare. E in questo caso l’amore comincia con la preghiera: pregare per quella persona, per quella situazione. Solo Gesù poteva proporci questo: amare chi ci odia! Pregare per coloro che non vogliono il nostro bene e ce l’hanno dimostrato concretamente. Non è per niente facile e lo viviamo quotidianamente nella nostra vita, perché spesso la nostra esperienza sul vivere queste parole ci parla di fallimenti su fallimenti.

Qui raggiunge il culmine la rivoluzione d’amore che Gesù è venuto a proporci: una rivoluzione non violenta, che non produce morti o feriti, che non sparge sangue, ma che espande l’Amore all’estremo.

Amare chi ci ama è facile, ci risulta fin troppo naturale. Ma amare coloro che ci odiano non è facile o naturale. Anzi. Ma è necessario. Perché amare non è qualcosa di astratto ma qualcosa di molto concreto e contiene tanti gesti che danno vita. Chi odia è come se fosse già morto, anche se il suo cuore continua a battere. Amare chi ci odia è un atto non solo rivoluzionario ma anche liberatorio; se credessimo davvero nel potere curativo e vivificante dell’amore, quanto male ci risparmieremmo!

Quante volte preghiamo per la nostra famiglia e i nostri amici… per coloro a cui abbiamo nel cuore, specialmente in questa pandemia. Ma siamo in grado di pregare per coloro che ci hanno fatto del male? Siamo capaci di chiedere al Signore per la loro salute, la loro felicità, il loro bene? O forse, in un certo punto della nostra vita, nella preghiera abbiamo chiesto vendetta a Dio?

Gesù vuole purificare i nostri cuori da tutto ciò che ci impedisce di seguirlo… da tutto ciò che ci impedisce di essere liberi e felici, perché il suo sogno e progetto per noi è che abbiamo tutti una vita piena, in abbondanza…

Ma attenzione: seguire Gesù non è solo seguire un Maestro… è diventare come Dio.

Sì, perché Gesù ci dà la bussola: “siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”.

Prima di tutto ci ricorda che siamo figli di Dio. E se il detto “tale padre tale figlio/a” è valido, allora dobbiamo dimostrarlo concretamente, con le nostre azioni quotidiane, con la nostra vita, che siamo figli di Dio. Come? Con la misericordia, vivendo in pienezza l’esperienza di essere figli amatissimi, figli perdonati e “perdonatori”, avendo nel cuore gli stessi sentimenti di Dio.

Ma Gesù va oltre…Lui va sempre oltre, ormai dovremmo conoscerlo bene: non si limita a darci concetti teorici ma ci spiega concretamente come fare. Infatti ci dice: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati». Molte volte è troppo facile per noi giudicare e condannare; in prima istanza, questo gioco lo facciamo con noi stessi: giudichiamo e condanniamo noi stessi. E poi lo applichiamo agli altri. Dobbiamo imparare a perdonare noi stessi e a perdonare gli altri perché questa è la strada che conduce alla vera libertà. Dobbiamo imparare che la vita non è un tribunale dove si emettono giudizi costanti. Non è per niente facile ma è un cammino, che con la grazia di Dio percorriamo insieme come “umanità plurale” camminando insieme verso la piena felicità.

Dobbiamo uscire dalla logica della vendetta che la società ci propone e ci impone, ed entrare nella logica dell’amore totale che include i nostri nemici… perché l’amore di Dio è sempre inclusivo e mai escludente.

Nella prima lettura vediamo come il primo libro di Samuele ci presenta un episodio in cui la vendetta non si consuma. Davide ha la possibilità di uccidere colui che lo perseguita ingiustamente, Saul… ma non cede a questa logica perversa di vendetta, e non lo fa. Queste parole di Davide devono risuonare forte per noi oggi: «Non ucciderlo!». Se lo applichiamo alla nostra realtà, per uccidere qualcuno non abbiamo bisogno di una pistola ma uccidiamo qualcuno molte volte anche con le nostre labbra, quando utilizziamo volontariamente parole offensive e omicide. Uccidiamo qualcuno quando inventiamo pettegolezzi o li veicoliamo…uccidiamo qualcuno quando nel nostro cuore decidiamo che quella persona è già morta, che nella mia vita non esiste più. Oggi dunque, con la sua Parola, il Signore ci grida: non ucciderlo/a… è tuo fratello… è tua sorella!

Ecco perché facciamo nostre le parole del salmista, perché se siamo figli di Dio, creati a sua immagine e somiglianza, allora queste parole devono, in qualche modo, essere dette anche di noi: «Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe».

Impariamo sempre di più che tutto ciò che Dio vuole è che siamo felici… e l’unico modo per essere felici è liberarci dai propositi di vendetta e riempirci dell’amore compassionevole e misericordioso di Dio, un amore ricevuto e condiviso, un amore che arriva al punto di amare anche i nostri nemici.

Buona domenica!

Con la missione nel cuore
Padre Alessio Geraci