Padre Romeo Ballan
Novità cristiana – e missionaria – del perdono al nemico
VII Domenica del Tempo Ordinario
Anno C – 20.2.2022
1 Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23
Salmo 102
1 Corinzi 15,45-49
Luca 6,27-38
Riflessioni
Un messaggio inaudito, sconvolgente, al di là di ogni logica umana! Eppure Gesù ce lo propone – anzi lo comanda! – nel Vangelo di oggi: “Amate i vostri nemici… fate del bene… benedite… pregate per coloro che vi maltrattano” (v. 27-28). Il comando è unico: amare e perdonare il nemico; Gesù lo sottolinea con quattro verbi sinonimi. Questi comandi di Gesù nel suo discorso inaugurale non nascono da teorie, sono elementi autobiografici, momenti della vita di Gesù: Egli ha sperimentato e messo in pratica l’amore e il perdono al nemico. Per questo ce ne ha dato anzitutto l’esempio, oltre all’invito a imitarlo. Basti pensare a Gesù che sulla croce prega il Padre per i suoi crocifissori: “Padre, perdonali…” (Lc 23,34). Gesù continua a farci scoprire il suo autoritratto. Aveva iniziato nel discorso programmatico delle Beatitudini (Vangelo di domenica scorsa), parlando di se stesso: povero, perseguitato… Oggi Egli sviluppa lo stesso tema, mettendo in evidenza fino a che punto ha amato e perdonato i nemici. Infatti il perdono è già incluso nelle Beatitudini.
Utopia? Messaggio impossibile, improponibile? Assolutamente sì, se non ci fossero l’esempio di Cristo, l’aiuto della sua grazia e la testimonianza di cristiane e cristiani – più numerosi di quanto si conosca – che sono stati capaci di perdonare e di rispondere al male con il bene. Siamo di fronte a una novità qualitativa del Vangelo, che supera i contenuti delle altre religioni. Gesù stesso spiega questo salto di qualità, citando la cosiddetta “Regola d’oro” dei comportamenti etici, cara a tutte le grandi religioni: cristianesimo, talmud ebraico, islam, buddismo…: “Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro” (v. 31). L’insegnamento di Gesù va ben oltre questa base naturale, condivisa anche dai peccatori (v. 32-34). Infatti l’amore del nemico e il perdono sono novità del Vangelo, non si riscontrano presso le culture dei popoli. Il gesto stesso di Davide che risparmia la vita del re Saul (I lettura) è certamente magnanimo, ma si limita a non fare del male al nemico. Gesù ci invita ad andare oltre: amate… fate del bene a coloro che vi odiano (v. 27). Va sottolineato il motivo per cui Davide compie il suo gesto di clemenza: rispettare il “consacrato del Signore” (v. 9.23). Il Vangelo va oltre: ogni persona è immagine di Dio, anche se deturpata. Quindi, va rispettata allo stesso modo!
Il messaggio di Gesù sull’amore e il perdono al nemico rivela il volto autentico di Dio: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (v. 36). Sono parole da leggersi in parallelo con quelle di Matteo: “Siate perfetti, come il Padre…” (Mt 5,48). Però con una differenza e novità importanti: Matteo si rivolge ad un pubblico di giudeo-cristiani che avevano esperienza della Legge e del suo compimento ‘perfetto’. Luca invece parla a persone provenienti dal mondo pagano e sceglie il termine ‘misericordia’ per designare il volto di Dio: Padre “ricco di misericordia” (Ef 2,4), come afferma anche san Paolo.
Gesù ha opposto un rifiuto totale, energico, alla violenza! Di qualunque tipo! Insegna a risolvere i conflitti con metodi pacifici, nonviolenti; sono i metodi di Dio, amante della vita e della pace. Il comando di amare i nostri nemici non vuol dire accettare tutto, approvare i loro sbagli o malefatte. Inoltre Gesù non ci comanda di sentire ‘simpatia’ per chi ci fa del male, e neppure di ‘dimenticare’: due realtà psicologiche ed emotive, che non dipendono dalla nostra volontà e sulle quali non abbiamo un potere assoluto. Il messaggio di Gesù va oltre: raccomanda il dialogo a varie istanze e non esclude neppure legittime sanzioni (Mt 18,15-17). Indica soprattutto cammini nuovi, quali il perdono e la preghiera: “pregate per coloro che vi maltrattano” (v. 28-30).
Con la preghiera l’uomo entra nel mondo di Dio, sintonizza con il modo di pensare e di agire di Dio; capisce che il Padre misericordioso non rifiuta mai nessuno e perdona tutti, sempre. “Perdonare” vuol dire “iper-donare”, donare di più, in eccedenza: cosa propria di Dio e di chi vive come Lui. L’uomo impara da Dio a perdonare e riceve da Lui la forza per farlo. Amare e perdonare il nemico sarebbero valori improponibili, se fossimo lasciati a noi stessi. Il poeta inglese Alexander Pope lo esprime così: “Sbagliare è umano, perdonare è divino”. Occorre un supplemento di energia, che solo Dio ci può dare. Perdonare è un dono che purifica il cuore di chi perdona e lo libera dall’aggressività; perdonare è una grazia che Dio dà a chi gliela chiede; perdonare è possibile per chi ha fatto prima l’esperienza dell’amore gratuito e universale di Dio. (*)
Lo dimostra la vita di tanti personaggi legati alla storia missionaria.
– A cominciare dal primo martire della Chiesa: il diacono santo Stefano, a Gerusalemme, sottoposto a una grandinata di sassi, pregava in ginocchio per i suoi assassini (At 7,60).
– Agli inizi dell’evangelizzazione del Giappone, il gesuita san Paolo Miki, mentre moriva crocifisso assieme a 25 compagni sulla collina di Nagasaki (1597), dichiarò: “Io volentieri perdono l’imperatore e tutti i responsabili della mia morte, e li prego di volersi istruire intorno al battesimo cristiano”.
– S. Giuseppina Bakhita, africana del Sudan, venduta cinque volte come schiava e più volte battuta a sangue, alla fine della vita (1947) affermava di non aver mai conservato rancore verso quelli che le avevano fatto del male.
– La B. Clementina Anuarite, giovane suora congolese (24 anni), ebbe la forza di dire al capo dei ribelli ‘simba’ che la stava uccidendo (1964): “Io ti perdono”.
-La B. Leonella Sgorbati, italiana di 66 anni, missionaria della Consolata in Somalia, colpita a morte (2006) mentre andava a lavorare in ospedale, ripeté tre volte: “Perdono, perdono, perdono”.
– Ricordiamo tutti il gesto di perdono di san Giovanni Paolo II verso il suo aggressore, Alì Agcà (1981).
– Aldo Moro, uomo politico di prestigio, presidente del Governo italiano, ucciso (1978) dalle Brigate rosse, durante la prigionia scrisse: “Io perdono tutti”.
– Ai funerali di Vittorio Bachelet, giurista romano ucciso dalle Brigate Rosse (1980), il figlio Giovanni perdonò pubblicamente gli assassini di suo padre.
– B. Joan Roig Diggle (1917-1936), giovane laico di Barcellona, martirizzato durante la guerra civile spagnola, disse: “Che Dio vi perdoni, come anch’io vi perdono”.
Questi testimoni e molti altri meno conosciuti hanno scoperto la vetta delle Beatitudini: la forza, la gioia di perdonare!
Parola del Papa
(*) «Dare e perdonare è tentare di riprodurre nella nostra vita un piccolo riflesso della perfezione di Dio, che dona e perdona in modo sovrabbondante. Per questo motivo nel Vangelo di Luca troviamo: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso…, perdonate e sarete perdonati” (6,36-37). La misura che usiamo per comprendere e perdonare verrà applicata a noi per perdonarci… Gesù non dice ‘Beati quelli che programmano vendetta’, ma chiama beati coloro che perdonano e lo fanno “settanta volte sette” (Mt 18,22). Occorre pensare che tutti noi siamo un esercito di perdonati… Guardare e agire con misericordia, questo è santità».
Papa Francesco
Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate (2018) n. 81-82
Sui passi dei Missionari
20 Giornata mondiale della Giustizia Sociale, istituita dall’Onu (2007) per promuovere la giustizia sociale a livello mondiale e assicurare un mondo più giusto ed equo per tutti.
22 Festa della Cattedra di S. Pietro apostolo e del Papa, in quanto vicario di Cristo e di Pietro, che «presiede a tutta l’assemblea della carità», come affermò S. Ignazio di Antiochia († 107), al servizio dell’unità nella Chiesa e della missione in tutto il mondo. (Vedi 17/10).
- B. Diego Carvalho (1578-1624), martire, gesuita portoghese, missionario in Giappone, poi in Cocincina (Vietnam meridionale) e più tardi nuovamente in Giappone; fu ucciso a Sendai con il supplizio dell’acqua gelata, assieme a un gruppo di cristiani. (Vedi anche 6/2; 25/8; 24/11).
- SdD. Luigi Giussani (Milano 1922-2005), sacerdote, teologo, educatore, scrittore, e fondatore di Comunione e Liberazione, movimento cristiano e culturale riconosciuto dal Vaticano nel 1982.
23 S. Policarpo (69-155), martire. Fu discepolo di S. Giovanni apostolo, vescovo di Smirne (nell’odierna Turchia), ultimo dei Padri apostolici. Trascinato nello stadio davanti al governatore romano, dichiarò pubblicamente: «Io sono cristiano», e rifiutò di difendersi davanti alla folla.
- S. Giuseppina Vannini (1859-1911), religiosa italiana. Assieme al sacerdote camilliano B. Luigi Tezza, fondò la congregazione delle Figlie di S. Camillo, per il servizio ai malati.
- Ricordo di Theophiel Verbist (1823-1868), sacerdote belga. Fondò a Scheut (vicino a Bruxelles) la Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (noti anche come Missionari di Scheut), destinata all’evangelizzazione della Cina e dei paesi dell’Estremo Oriente). Nel 1865 anch’egli partì per la Mongolia, prima missione dell’Istituto, dove tre anni dopo morì di tifo.
24 B. Ascensión Nicol Goñi (1868-1940), religiosa spagnola, cofondatrice delle Missionarie domenicane del SS.mo Rosario, con carisma missionario ed educativo.
25 S. Valburga (710-779), di origine inglese, sorella dei Ss. Villibaldo e Vinebaldo. Fece parte del gruppo di monache e monaci che aiutarono S. Bonifacio a evangelizzare la Germania. Fu badessa di due monasteri ad Heidenheim (Germania).
- B. Sebastiano Aparicio (1502-1600). Povero contadino della Galizia (Spagna), divenne cameriere di un facoltoso gentiluono di Salamanca. Tornato a casa, riuscì ad accumulare una cospicua fortuna. Partito per il Messico, comperò una tenuta agricola. Si sposò due volte, ma le mogli morirono dopo poco tempo. Vendette tutto e donò tutti i suoi beni alle clarisse e si fece terziario francescano. Morì quasi centenario a Puebla, compianto dall’affetto generale.
- Ss. Luigi Versiglia, vescovo, e Callisto Caravario, salesiani italiani, martirizzati nel 1930 nella provincia cinese del Guandong.
- B. Regina Maria Vattalil (1954-1995), martire, religiosa del Kerala (India), missionaria fra le popolazioni povere nel nord del Paese, dove avviò programmi di sensibilizzazione fra i contadini “fuori casta”, per difenderli dallo sfruttamento dei proprietari e usurai. Costoro pagarono un sicario che la accoltellò su un autobus.
- SdD. Felix Varela Morales (1788-1853), filosofo cubano e patriota fedele al messaggio cristiano, contribuì allo sviluppo della cultura cubana. Divenuto sacerdote, costruì chiese e scuole, ed evangelizzò poveri e immigrati. È ritenuto uno dei padri della nazione.
26 Ricordo di Antonio de Valdivieso (1495-1549), domenicano spagnolo, vescovo di León (Nicaragua). Difese la libertà degli indios e rimproverò conquistatori e governanti per le loro ingiustizie. Fu il primo vescovo ucciso in America.
- Nel 1885 terminò la Conferenza di Berlino, dove le potenze europee si spartirono il continente africano. Una data importante per la storia del colonialismo e delle missioni in Africa.
2/3 Mercoledì delle Ceneri – Inizio della Quaresima. Da sempre la Chiesa invita ad accompagnare le opere quaresimali di digiuno, preghiera ed elemosina con gesti di solidarietà e di missione. (Vedi il messaggio quaresimale del Papa).
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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)
Sito Web: www.comboni.org “Parola per la Missione”
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Il prossimo invio sarà per la domenica 6 marzo:
Prima Domenica di Quaresima