Padre Giovanni Taneburgo
Prendendo ispirazione da un libro del mio amico nello Spirito, don Canio Calitri, intitolato, LA PAROLA SI FA PREGHIERA, oggi, invece di presentare l’omelia col solito stile, presento la mia riflessione sul passo evangelico di questa domenica, in forma di preghiera:
O Maria, tu sei la Madre di Gesù e sei anche Madre mia. Mi accogliesti come figlio ai piedi della Croce, dicendo “sì” alla richiesta di Gesù. Da quel momento, sei stata per me una madre tenerissima, piena di premure ed attenta ai miei bisogni.
Oggi mi rivolgo a te, fidandomi di te e affidandomi a te. Ti chiedo di intercedere a favore mio, della mia comunità, di coloro che mi stanno ascoltando, e di tutti gli uomini e tutte le donne che sono nel mondo: tu cogli i nostri drammi, le nostre urgenze e le nostre difficoltà; ma in modo tutto particolare e intenso, il tuo cuore materno soffre per le carenze profonde di senso e di sicurezze che affliggono la società di oggi: carenze di fede, carenza di punti fermi di verità, carenza di punti di appoggi affettivi, perché non fondati sulla roccia dell’Amore che è Dio. Come facesti alle nozze di Cana, così anche oggi, per me, per i miei fratelli e le mie sorelle, rivolgi la tua preghiera a Gesù: “Non hanno più vino”.
Sì, o Madre, non abbiamo più vino; non abbiamo più vino per il banchetto della vita. Manca l’entusiasmo del Vangelo, mancano le ragioni profonde del vivere. Ho l’impressione che troppo spesso la nostra fede è annacquata dal “senso comune” e dal tarlo della superficialità; troppo spesso la nostra fede è consumata dall’abitudine e dal passare degli anni.
A Cana hai raccomandato ai servi: “Fate quello che vi dirà”. In queste parole hai manifestato il segreto più profondo della tua vita, che è il sì pieno di gioia e di fiducia al Signore. Con affetto materno, ripeti anche a noi la stessa raccomandazione: “Siate pronti a fare qualunque cosa Gesù dirà. Non fatevi troppe domande, non fatevi prendere dalla paura dell’affidarvi; Gesù non abbandona mai nessuno, anzi porta tutti nel suo Cuore. Quello che Lui dirà è per la vostra felicità, le sue richieste sono dettate solo dall’amore infinito che ha per tutti.
Il comando di Gesù è molto semplice ed è preciso: riempire di acqua le giare e portare il contenuto al maestro di tavola. Per avere il vino della gioia, aiutaci, o Madre, a riempire il vuoto che sentiamo e che viviamo con la ricchezza che Gesù ci propone e ci offre. Fa che accogliamo la sua luce e i suoi progetti dandogli credito, fidandoci pienamente. Solo allora la nostra povera vita diventerà traboccante di ricchezza, di meraviglia e di stupore, perché Gesù è il vino della festa, Gesù è il gusto, il sapore della vita. O Madre, concedici la grazia di vivere di fede in Gesù, fa che sentiamo sempre l’ebbrezza di essere stati scelti da lui, e che ogni giorno abbiamo a ripetere, gioiosi e sicuri, il nostro “sì” al suo amore, alla sua chiamata, a ogni suo gesto che dona vita. E’ così che vivremo da veri discepoli di Gesù, aperti allo Spirito Santo che ci dona l’energia per danzare la nostra vita, in movimento verso la pienezza finale.
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano