Padre Tonino Falaguasta Nyabenda
Nella domenica che segue l’Epifania, la liturgia ricorda il Battesimo di Gesù. Questa memoria non è fuori posto. Siamo infatti nella prospettiva di tre manifestazioni. Prima manifestazione: Gesù a Betlemme è manifestato ai Magi. Seconda manifestazione: Gesù al fiume Giordano è manifestato come Figlio amato e Messia. Terza manifestazione: a Cana di Galilea (Giovanni 2, 1-11), Gesù, con il miracolo dell’acqua cambiata in vino, mostra la sua gloria con la ripresa dell’antica Alleanza, come un evento sponsale (= Dio è lo sposo, Israele è la sposa; così Gesù è lo sposo e la Chiesa è la sposa). Tutte queste manifestazioni sono sempre la rivelazione dell’unica Alleanza di Dio con l’umanità, che ci fa capire anche l’universalità della Fede.
Ma che cosa significa il battesimo di Gesù nel fiume Giordano ad opera di Giovanni Battista? Dobbiamo sforzarci di capire le diverse sfaccettature della parola di Dio, anche quella del Vangelo di oggi (Luca 3, 15-22). Diceva sant’Ambrogio (340-397), in latino: “Semel locutus est Deus, et plura audita sunt” (= Dio ha parlato una volta sola, ma furono udite molte significazioni). La Parola di Dio, pertanto, produce molti significati e deve essere approfondita con lo studio e la preghiera.
Vediamo, nel Vangelo di oggi, Gesù che fa la fila con i peccatori e aspetta il suo turno per essere battezzato. E’ sempre la logica scelta da Dio. “Tu sei il Figlio mio, il Diletto” dice il Padre a Gesù, che è immerso nelle acque del Giordano, affogato nel peccato delle folle, che ascoltano la predicazione di Giovanni Battista. Così Gesù si rivela come il Figlio, perché va con i fratelli più bisognosi. Il Padre poi approva solennemente questa scelta. E’ la scelta della solidarietà. Gesù infatti, essendo Figlio, conosce l’amore del Padre. E lo vuole manifestare a tutti attraverso la sua fraternità.
Solo il Cristianesimo mostra un Dio che si mischia con le debolezze umane e che “si sporca” con l’umanità peccatrice. Non certo l’Islam, per il quale Dio è lontano ed esige una sottomissione assoluta.
Il Battesimo di Gesù è un gesto rivoluzionario. E’ la spiegazione più chiara del mistero dell’Incarnazione. Gesù-Logos si è fatto uomo (Giovanni 1, 14), solidale in tutto con noi (= lo capiamo dal suo battesimo nel fiume Giordano), perché noi diventassimo Dio (= siamo infatti figli e figlie di Dio per adozione), coeredi e solidali in tutto con Lui (Romani 8, 16-17). Si può dire allora con certezza che l’umanità di Gesù è il principio della nostra divinizzazione e finalmente della nostra salvezza, offerta a tutta l’umanità. Tutto questo ci viene manifestato nel Battesimo di Gesù.
San Daniele Comboni (1831-1881) era conscio dell’universalità della salvezza. Per questo si era dato anima e corpo per organizzare la rigenerazione dei popoli dell’Africa Centrale. Così scriveva nelle Regole per i suoi Missionari nel 1871: “Abbiano la mente e il cuore per le misere anime dell’universo e specialmente dell’Africa Centrale, che giacciono nelle tenebre dell’infedeltà, dell’errore e della miseria. In tutte le loro pratiche di pietà si applichino a impetrare la misericordia da parte di Dio”.
P. Tonino Falaguasta Nyabenda