Padre Alessio Geraci

A partire dal cuore ……

Il salmo responsoriale di questa trentesima domenica del tempo ordinario canta una profonda verità: grandi cose ha fatto il Signore per noi! E ovviamente, questo ci riempie il cuore di gioia! Ma è necessario fare memoria, “tornare” al cuore e cercare lì tutte le meraviglie che il Dio della Vita continua ad operare in ognuno di noi e per mezzo di ognuno di noi. Memoria che è anche speranza, parola chiave questa, della prima lettura di questa domenica. Il profeta Geremia scrive ai deportati a Babilonia annunciando loro un futuro pieno di speranza. E Dio ci viene presentato come un padre per tutto il popolo. Dio viene presentato anche come il salvatore del suo popolo, Colui che riunirà tutti i deportati. Tutti, includendo i ciechi, zoppi, donne incinte e partorienti. Perché il sogno di Dio è la felicità piena per tutti e non solo per qualcuno. Il suo amore è sempre includente e mai escludente, e il suo sogno è che nessuno rimanga fuori dal suo Regno! Lo possiamo vedere con maggiore chiarezza nel Vangelo che ci propone la liturgia questa domenica. Ci viene infatti narrato l’incontro tra Gesù e il cieco Bartimeo. L’etimologia di questo nome ci parla di umanità: Bar (figlio) e Timeo. Ognuno di noi è figlio dei suoi genitori e questo ci parla di radici e di identità, ci inserisce in una famiglia. Ancora di più questo succede con Dio visto che siamo suoi figli amatissimi e Lui ci inserisce tutti, nessuno escluso, in un’unica grande famiglia: la famiglia umana.

Siamo anche questa domenica nel capitolo dieci di Marco e l’evangelista inserisce la scena di Bartimeo dopo la famosa scena che abbiamo visto domenica scorsa, nella quale due discepoli di Gesù (Giacomo e Giovanni) chiedono al Maestro che gli conceda di sedersi accanto a lui nella gloria. Cercano quindi il potere, l’onore, la gloria, il riconoscimento. Cercano forse, assicurarsi il futuro. Anche nella scena di Bartimeo, c’è una domanda. Ma questa volta è Gesù che la dirige, a Bartimeo: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E la risposta di Bartimeo è una risposta “umana”: chiede di tornare a vedere. Marco ci dice che Bartimeo sedeva lungo la strada; non vede, non può orientarsi da solo, ha bisogno di qualcuno che lo guidi e accompagni.

Bartimeo chiede a Gesù il dono di poter tornare a vedere, per potere camminare libero e spedito, e fare cammino insieme agli altri. E Gesù glielo concede perché ha visto la sua grande fede, una fede che ha resistito ai tentativi della gente di farlo zittire. Questa domanda «Che cosa vuoi che io faccia per te?», oggi il Signore la dirige ad ognuno di noi, cercando la nostra collaborazione, come nel caso di Bartimeo: la nostra fede.

Vorrei adesso risaltare due aspetti delle azioni di Bartimeo che ci vengono descritti da Marco. L’evangelista ci dice che quando Bartimeo sentì che stava passando Gesù di Nazaret, cominciò a gridare: «Figlio di Davide, Gesù, abbi compassione di me!». Come vediamo, la prima e unica cosa che Bartimeo chiede espressamente e direttamente a Gesù è che abbia compassione di lui. È come se Bartimeo gli stesse chiedendo a Gesù di “entrare” nel suo dolore, nella sua sofferenza, nella sua angosciosa situazione e di assumerla come propria, lasciandosi “contorcere” le viscere da ciò che lui è, sente e vive.

E oggi anche noi diciamo la stessa cosa a Gesù: “abbi compassione di me”, di noi; lasciati “toccare” Signore dalle nostre pene, dalle nostre inquietudini, dai nostri errori ed orrori, dalle nostre sofferenze, dal nostro coraggio, specialmente in questo tempo di pandemia che ci ha segnati davvero tanto.

Quando i discepoli di Gesù, chiamano a Bartimeo per dirgli di alzarsi, perché il Maestro lo chiama, la prima cosa che fa Bartimeo è gettare via il suo mantello ed andare incontro a Gesù. Il mantello era l’unica cosa che davvero apparteneva ad un povero. Gettando via il suo mantello, Bartimeo riconosce che la presenza del Signore è molto più importante del suo mantello. Non è solo quindi un brano evangelico che ci parla di una guarigione, una delle tante che troviamo nei Vangeli ma è anche un brano che ci parla di vocazione. Bartimeo infatti lascia tutto quello che ha e che appartiene a lui per seguire fiducioso Gesù. Il brano evangelico di oggi si chiude con tutta la bellezza di una sequela, di un discepolato: Bartimeo infatti, dopo aver recuperato la vista, cominciò a seguire Gesù lungo la strada. Dai margini della strada, seduto, chiedendo elemosina, passa adesso a camminare con Gesù, a fare strada con Lui. Gesù ha cambiato la sua vita! Gesù vuole cambiare (in meglio!) anche la nostra vita e se glielo permettiamo…quante meraviglie vedremo e faremo! Ma prima occorre riconoscere la nostra cecità….occorre riconoscere che molte volte, pur avendo gli occhi ben aperti, spalancati quasi….non riusciamo a vedere bene. Abbiamo bisogno che Gesù ci apra gli occhi e ci faccia vedere davvero. Ma soprattutto abbiamo bisogno di vedere con il cuore. Come l’ha fatto Bartimeo, che è stato capace nel suo cuore di vedere e riconoscere Gesù.

Che risposta daremo oggi alla domanda di Gesù: Che cosa vuoi che io faccia per te? Solo nel nostro cuore potremo trovare la giusta risposta….

E oggi con tutta la Chiesa presente nel mondo intero, celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale, il cui titolo quest’anno, scelto da papa Francesco è: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».

Usando le stesse parole di papa Francesco, nel messaggio per questa giornata missionaria mondiale, si tratta di «un invito a ciascuno di noi a “farci carico” e a far conoscere ciò che portiamo nel cuore. Questa missione è ed è sempre stata l’identità della Chiesa: essa esiste per evangelizzare». «L’amore è sempre in movimento e ci pone in movimento per condividere l’annuncio più bello e fonte di speranza: Abbiamo trovato il Messia (Gv 1,41). Con Gesù abbiamo visto, ascoltato e toccato che le cose possono essere diverse. Lui ha inaugurato, già oggi, i tempi futuri ricordandoci una caratteristica essenziale del nostro essere umani, tante volte dimenticata: siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nell’amore».

Queste stupende parole di papa Francesco ci spingono ad augurarci reciprocamente una buona giornata missionaria mondiale, visto che la missione riguarda tutti i battezzati e quindi…anche voi!

Buona domenica!
Con la missione nel cuore
Padre Alessio Geraci, mccj