Padre Giovanni Taneburgo

 

Parlare di matrimonio secondo il Vangelo e la dottrina della Chiesa ai nostri giorni, è cosa delicata e impegnativa. Infatti, ci sono tanti casi che non sono in linea con il Vangelo e la dottrina della Chiesa che richiedono non condanna ma comprensione e compassione, e richiedono anche impegno per vedere se è possibile trovare buone soluzioni per il bene delle persone. I motivi sono tanti e sono complessi: mancanza di maturità umana, mancanza di educazione continua all’amore, decisioni affrettate o imposte in un modo o in un’altro nel contrarre matrimoni, e poi mancanza di spiritualità per mantenersi in contatto con Dio mediante la fede, la preghiera e l’impegno di vita.

Ad ogni modo, un messaggio più controcorrente di quello che oggi ci viene dato, non poteva esserci nella liturgia. Rispondendo a una domanda tendenziosa di alcuni farisei, nel passo evangelico Gesù dichiara con forza l’indissolubilità del matrimonio rimandando al progetto originale di Dio sull’unione dell’uomo e della donna: “Dall’inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Così Gesù, andando al di là di ogni punto di vista umano e al di là della durezza di cuore dei farisei, proclama il piano di Dio. Quel Dio che unisce marito e moglie in intima unione e in assoluta uguaglianza; quel Dio che vuole la famiglia come realtà sacra.

Venendo alla nostra realtà ecclesiale e sociale in genere, dobbiamo dire che molto spesso, per discernere la vocazione di una persona e per la preparazione di tanti matrimoni, manca una vera formazione umana e affettiva nelle famiglie, nelle scuole, nelle parrocchie. Inoltre l’aria che si respira un po’ tutt’intorno genera situazioni di sfida, di male e di tanta sofferenza che creano sfasature nella mente di molti ed è l’aria che purtroppo tutti, volere o no, respiriamo. Nel profeta Isaia c’è un’espressione chiara e forte: “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene” (Isaia 5,20°). Ma è quello che nella nostra società in genere è stato fatto: la verità della Parola di Dio è stata messa in ridicolo; la perversione come stile di vita è stata approvata, anzi è considerata così tanto normale che un signore mi diceva con ironia: andrà a finire che saremo noi ad essere considerati anormali se non lo siamo già; i genitori trascurano di educare i figli o hanno difficoltà enormi nell’educarli; l’ambiente è inquinato di profanazione e pornografia, e tanti proclamano il successo ad ogni costo, il piacere senza nessuna regola morale come realtà da ricercare con forza. Questi sono alcuni dei mali per cui i buoni soffrono. Per quando riguarda fidanzati e sposi, molto di più deve essere fatto per la loro formazione, la crescita del loro amore e la capacità di discernimento. Dobbiamo ricordare sempre il principio che è fondamentale in medicina e che applichiamo anche qui: “E’ meglio prevenire che curare”.

Per grazia di Dio ci sono ancora tanti casi di fedeltà non soltanto tra gli anziani ma anche tra i giovani. Anni fa celebrai l’Eucarestia in occasione dl 50° Anniversario di matrimonio di una coppia che mi sembrava molto affiatata. Prima della celebrazione il marito che era anziano, ma pieno di vita, mi chiese se prima della conclusione della Messa poteva dare un messaggio alla moglie; un messaggio che poteva beneficare tutti i presenti. Gli dissi di si. Al momento opportuno si recò al microfono e disse a Claudia, sua moglie: “Senz’altro ricordi la frase che ti dissi il giorno del nostro matrimonio, ‘Oggi ti amo più di ieri e meno di domani’. Nel nostro cammino di vita insieme, ti ho ripetuto questa frase diverse volte e credo tu abbia visto il mio amore per te crescere giorno dopo giorno”. Claudia piangeva di commozione e faceva cenni con la testa per ringraziare e dichiarare che l’affermazione era vera. Suo marito continuò guardando l’assemblea e dicendo: “ E’ così che il matrimonio dovrebbe essere nel nostro mondo d’oggi.” E’ così che dovrebbe essere!

Parlando dell’amore degli sposi cristiani, San Paolo presenta il suo aspetto cristologico ed ecclesiale essendo nel contesto di un sacramento e rispecchiando l’amore di Cristo per la Chiesa. Soprattutto negli ultimi decenni, i papi hanno parlato della famiglia cristiana come chiesa domestica. Quanto cammino c’è da fare nella speranza di raggiungere l’ideale chissà quando, chissà come!

Che tutti abbiamo a lasciarci purificare da Dio nel nostro intimo mediante una vera rivoluzione spirituale per essere liberi di celebrare la vita alla luce dei valori umani e cristiani.

Giovanni Taneburgo

Missionario Comboniano