Padre Giovanni Taneburgo
Meditando sulla Parola di Dio dataci come dono oggi, ho ringraziato il Signore per essere stato in quattro continenti in modo attivo. Sono stato negli USA, in Uganda, nelle Filippine e naturalmente in Italia come sacerdote missionario comboniano. Daniele Comboni era aperto a Dio e, come conseguenza di ciò, era aperto a tutti specialmente ai più poveri e abbandonati; come papa Francesco a imitazione di Cristo Gesù. Ovunque ho incontrato persone appartenenti a diverse etnie, a diverse denominazioni religiose e aperte al dialogo e all’amicizia. Ad esse mi sono aperto, ricevendo e dando quei nostri doni che avevamo grazie alla generosità di Dio. E’ così che Gesù vuole i suoi seguaci. E’ così che Egli vuole me e voi che mi state ascoltando.
Nel passo evangelico di oggi, vediamo che i discepoli che non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo, si credevano gli unici depositari del nome, della missione, del messaggio e dei poteri di Gesù. Non avevano ancora capito che Gesù e tutto ciò che Egli ha in sé e dona generosamente, non sono e non possono essere monopolio esclusivo di nessuno. Infatti, Gesù vuole che i suoi seguaci formino una comunità aperta e tollerante. I suoi discepoli invece, avendo incontrato un esorcista che non apparteneva al loro gruppo ma che scacciava i demoni nel nome di Gesù, volevano proibirglielo. Motivo: non apparteneva al gruppo dei discepoli. Avevano ristrettezza di spirito, come Giosuè del quale ci ha parlato la prima lettura.
Un’affermazione del Concilio Vaticano Secondo, che Papa Francesco ha invitato a riscoprire, parlando con autorevolezza e con insistenza, dice che la Chiesa è missionaria per sua natura. Noi, membri della Chiesa, siamo chiamati ad essere tutti missionari, formando una comunità aperta e solidale con tutta l’umanità. C’è una bella definizione di Origene che dice: “ I Cristiani sono gli amici del genere umano”. Per fare cosa? Per proclamare in parole e opere che Cristo è il Salvatore del mondo, colui che si offre per dare vita in abbondanza e per sempre. Inoltre, per accogliere il bene che può esserci donato da coloro che non sono del nostro gruppo. Ecco allora il rispetto, l’accoglienza, il dialogo con tutti, al di là di ogni fanatismo miope, di ogni intransigenza e ristrettezza mentale. Quand’è che capiremo che chiunque è per la vita, la verità, la giustizia, la pace e ogni bene, e per noi, è con Cristo? Che lo Spirito Santo converta i nostri cuori perché abbiamo ad essere accoglienti nel ricevere e generosi nel donare.
Tutto ciò che abbiamo considerato non è realtà che ci viene spontanea; no, per averla in noi e viverla, sono necessari i seguenti elementi: la considerazione del Regno di Dio da privilegiare al massimo e il sacrificio della donazione e della fedeltà. A riguardo di sacrificio e dell’evitare ogni scandalo, nel passo evangelico di oggi, Marco ha raccolto una serie di detti di Gesù: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala; se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo; e se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via”. Queste espressioni così forti non sono da prendersi letteralmente. Ciò che vogliono dirci è di eliminare con decisione dalla nostra vita e dal nostro comportamento tutto ciò che costituisce un ostacolo nel nostro seguire Cristo e nel nostro impegno a testimoniarlo a tutti coloro che incontriamo. La seconda lettura presa dalla lettera di San Giacomo, ha lo stesso tono; infatti, chiede a tutti di non accumulare ricchezze soprattutto se sono frutto di oppressione e di ingiustizie in genere; chiede di non vivere spensieratamente in mezzo a piaceri e delizie. Capiamo così che la vita cristiana non è come una passeggiata fatta in un giardino fiorito verso l’imbrunire. No, essa è un cammino spesso in salita e sempre segnata da impegno evangelico.
Per intercessione della Madonna e di tutti i Martiri chiediamo al Signore di darci il dono della libertà interiore, il dono dell’apertura al mondo e il dono dell’accoglienza di ogni persona che offre elementi di verità e di bene.
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano
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