P. Luigi Cocchi

Vedano Olona  7.4.23 – Milano 21.3.2021

P. Luigi era nato il 7 aprile 1923 a Vedano Olona (VA), diocesi di Milano. Entrato fra i Comboniani nel 1944, emise i primi voti il 15 agosto 1946 a Venegono. Nel 1947 era a Verona, in Casa Madre, studente di IV teologia. Fu ordinato sacerdote a Verona il 31 maggio 1947.

Nel mese di agosto partì per l’Inghilterra, addetto alla formazione, nella scuola apostolica di Stillington dove, il 15 agosto 1949, emise i voti perpetui. Nel 1951 fu nominato economo e nel 1953 superiore e, quale delegato, partecipò al Capitolo Generale dell’Istituto.

Nel 1958 era a Mirfield, superiore ad interim. Nel luglio del 1959 ritornò in Italia e in novembre partì per Asmara come insegnante al Comboni College ed economo; vi rimase fino al 1° agosto 1964.

Ritornò in Italia e fu mandato alla Scuola apostolica di Rebbio, incaricato dell’insegnamento e del ministero.

Dal 1969 al 1973 ritornò in Gran Bretagna, nel seminario di Mirfield, quale vicerettore e insegnante, poi passò a Sunningdale. Lì, nel 1972, celebrò il suo 25° di ordinazione sacerdotale. Leggiamo alcuni stralci di quanto scriveva per quell’occasione ai suoi compagni di giubileo: “Tante cose sono capitate in questi cinque lustri e noi siamo stati al centro di uno degli sconvolgimenti più radicali del mondo e della Chiesa. Ricordo le parole rivolteci da don Calabria il giorno dell’ordinazione, parole che non ho più dimenticato: ‘Non abituatevi mai ad essere preti!’. Grazie a Dio non mi sono ancora abituato. Il sacerdozio è per me una conquista sempre nuova, un confronto quotidiano col mondo in cerca di verità, ricerca talora spasmodica e nevrotica, e un confronto pure col Vangelo… che talvolta diventa contestazione. Una posizione nemmeno sospettata 25 anni fa! Ringrazio il Signore di essere sempre stato con i giovani. Una certa mobilità mi ha aiutato a mantenermi giovane. Qualche volta può costare il cambiare, ma in compenso impedisce di fossilizzarsi. Inoltre, ogni nuova esperienza è un arricchimento.

Le mie convinzioni dopo 25 anni? Il cuore prima dell’efficienza: amare il proprio lavoro e le persone interessate. Fede e fiducia prima e sopra la perfezione e l’organizzazione: sì alla fede, no al puritanesimo”.

Nel 1973 ritornò in Italia, a Brescia, come superiore, fino al 1976. Destinato al Sudan, fu mandato in Egitto per lo studio dell’arabo.

Nel 1978 arrivò in Sud Sudan, assegnato a Kwòrejik. Fu poi nominato superiore, insegnante e procuratore a Juba. Nel 1982 passò dal Sud al Nord Sudan, assegnato al Comboni College come insegnante e procuratore.

P. Salvatore Marrone, da Omdurman, parlando del ricordo estremamente positivo di tutti i confratelli che hanno conosciuto P. Luigi, ha detto: “è stato una presenza molto positiva al Comboni College per la sua lucidità mentale, ma anche il suo modo di aiutare a vedere e capire le cose. Era un insegnante di inglese molto rispettato, il classico gentleman. È anche quello che ha introdotto al Comboni il computer, in pratica ha computerizzato la scuola per aiutare gli studenti. Aveva un grande senso dell’umorismo, sdrammatizzava, era capace di ascoltare e di relazionarsi. Aveva una bellissima amicizia con i confratelli africani: per es. lavorava molto con P. Teckie Hagos, al quale lo legava una profonda amicizia, fatta di rispetto e simpatia, molto edificante per tutti. È sempre rimasto nella scuola perché, non conoscendo l’arabo, celebrava sempre la Messa in inglese, ma era molto disponibile per qualsiasi cosa gli venisse chiesta. È stato una presenza davvero edificante. Tutti i confratelli hanno un ricordo molto positivo di questa bella persona”.

Nel 1997 P. Luigi fu destinato al Kenya. Per quel periodo, seguiamo la testimonianza di P. Giuseppe Caramazza. “Ho speso una decina di anni con P. Luigi Cocchi. Venne a Nairobi, al New People Media Centre, nel 1997. Vi rimase fino al 2014. Proveniva dal Sudan e gli fu chiesto di prendersi cura dell’economia. Compito che sempre seguì con attenzione. Di Luigi mi rimase impressa la voglia di essere sempre al passo con i tempi. A Khartoum, aveva capito che il computer sarebbe stato una rivoluzione. Andò a Londra per imparare e poi aiutare altri, in Sudan, ad usare questo nuovo marchingegno. Anche a Nairobi, pur essendo già avanti con gli anni, non rinunciava ad interessarsi alle novità tecniche (volle vedere come facevo a produrre i video e i programmi radio, a partire dalle registrazioni fino alla produzione finale), e alle notizie sull’Africa.

Chiedevo a lui di rivedere tutti i testi della rivista prima di passare alla pubblicazione. Un compito, questo, che ha sempre affrontato con attenzione e competenza.

In comunità ha sempre (o quasi…) mostrato la saggezza che gli veniva da una lunga esperienza, anche in zone e momenti difficili. Amava molto l’Africa e gli africani. In questo senso, diede un grande esempio di attaccamento alla vocazione e al servizio verso gli altri. Sono sicuro che continuerà a sostenere la ‘causa comboniana’ anche da lassù”.

Nel 2016 P. Luigi si era trasferito per cure nel centro “P. Giuseppe Ambrosoli”, a Milano, dove è deceduto il 21 marzo 2021. Due settimane dopo avrebbe compiuto 98 anni.