Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt. 4,1-10).

 

Christian Duquoc insegna che la tentazione nel deserto non fu un gioco e non è un’invenzione. Gesù venne tentato come siano tentati noi. Vari passaggi del nuovo testamento confermano che la tentazione accompagnò la vita del Messia. “Infatti non abbiamo – dice la lettera agli Ebrei 4,15 – un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità. Essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato”. Gesù venne tentato in ogni cosa: nella fame, nel lavoro e nella fatica, nell’incomprensione dei suoi discepoli e nell’ostilità delle autorità. Le tre tentazioni nel deserto miravano a colpire Gesù nella sua vocazione e missione: “Satana – dice Fulton Sheen – propone a Cristo non il male, ma qualcosa di umanamente molto logico: la missione senza sacrificio, la redenzione senza dolore. Le tre tentazioni erano tre scorciatoie per non passare attraverso la croce”.

 

prima tentazione: Messia come riformatore sociale.

La prima tentazione propone a Cristo di ridurre la sua missione a una riforma sociale secondo le attese del popolo. Se Egli converte le pietre in pane realizzerà quel grande sogno che hanno avuto lungo i secoli tutti i popoli, come anche quello di Israele. Quel sogno che attraversa tutta la Bibbia: un regno di Dio nel quale tutti potranno finalmente mangiare: “Abbonderà il frumento nel paese, ondeggerà sulle cime dei monti” (Sal 71,16). Per secoli e secoli gli israeliti hanno considerato la sazietà dello stomaco come il grande segno della loro amicizia con Dio.  Gli uomini d’oggi vivono questo identico desiderio. Perciò Satana lo propone ora a Cristo: se si dedica a convertire in pane le pietre del mondo, subito tutti lo seguiranno. Per Satana, come per tutti gli uomini di tutti i tempi, il pane (e cioè il denaro, gli agi, il piacere, il paradiso in terra) è l’unica cosa che importi. Ma di fronte a questo messianismo materialista Gesù ricorda che egli non è distributore di pane, ma porta qualcosa di molto più importante e di molto diverso: la parola di Dio, unico alimento che possa saziare totalmente il cuore dell’uomo. Questo non significa che Gesù si disinteressi dei bisogni materiali degli uomini. Il pane è necessario, egli lo sa. L’uomo ha bisogno del pane e bisogna lottare perché tutti lo abbiano. Lottare perché tutti abbiano il pane è uno dei nostri doveri di giustizia più importanti. Ma Cristo parla di un pane ancora più importante e necessario: la parola di Dio. Questa parola, se accettata e praticata, porterà anche il pane per tutti. Il demonio continua a predicare con mille voci non cristiane, e spesso anche cristiane, che l’uomo vive solo di pane. Noi, seguaci di Cristo, dobbiamo continuare a lottare perché tutti, i poveri particolarmente, abbiano il loro pane ogni giorno. Ma non possiamo dimenticare che c’è ancor più bisogno del pane dell’amore, della giustizia, della libertà e delle verità. Ogni giorno e per tutti.

 

seconda tentazione: Messia miracolista

Satana sa che gli uomini amano il prodigioso, lo straordinario, e sono  disposti a prostrarsi davanti a qualunque taumaturgo ciarlatano. “Avvenga il miracolo, anche se è del diavolo”, dice un antico proverbio. Questa tentazione è più profonda di quanto sembri. Infatti qui sta la chiave della tentazione diabolica: il demonio non tenta Cristo proponendogli un miracolo per dimostrare che è il Figlio di Dio o per vantaggio proprio, ma perché gli uomini credano in lui. In questi termini fu formulata la tentazione di Cristo sulla croce: scendere non per il proprio trionfo, ma per dare una risposa ai dubbi: “e gli crederemo”( Mt 27,42).

Questa è la vera tentazione che Satana presenta a Cristo: che si lanci a compiere miracoli spettacolari, che si dedichi a risolvere i problemi concreti degli uomini nella loro vita quotidiana; così trionferà e tutti lo seguiranno. Non scelga invece il lento e inutile cammino della parola, dell’amore, della predicazione. Elimini quel discorso assurdo sulla croce e addolcisca il suo messaggio. Tutti allora lo seguirebbero come l’unico e vero Dio. Perciò Satana lo porta sul pinnacolo del tempio – dall’alto del quale si facevano precipitare i blasfemi – perché sa che Gesù, accettando la sua offerta, sarebbe di fatto diventato uno di loro. Ma Gesù rifiuta di operare gesti e miracoli inutili. Il miracolo-spettacolo non rientra nei suoi piani. Quando gli scribi e i farisei lo tentano  chiedendo di far loro vedere un segno dal cielo, non concederà loro altro segno che il tuono della sua risposta: “Razza di vipere, perché tentate Dio?” Quando Erode gli chiede un miracolo, Gesù risponderà con il suo silenzio. E con il silenzio risponderà ai farisei che gli chiedono di scendere dalla croce per credere in lui.

La fiducia di Cristo nel Padre è totale. Crede nella missione per la quale lo ha mandato il Padre. Per Gesù esiste un solo cammino: il cammino indicato dal Padre.

 

terza tentazione: il messia del potere

Satana invita il Cristo a salire su un monte altissimo e, indicandogli tutti i regni del mondo, gli dice: “tutte queste cose io ti darò, se prostrandoti, mi adorerai” (Mt 4,8-11 ; Lc 4,5-12).

La tentazione si presenta sotto forma di contratto: io ti do ciò che mi appartiene, il potere politico e la gloria che porta con sé, e tu mi dai ciò che appartiene a te: l’omaggio di adorazione delle creature. Il demonio sa che se lo vedranno seduto in un trono, lo seguiranno molto più facilmente che se vederlo inchiodato su una croce. Ma Gesù sa che il potere è fratello gemello della corruzione. Gesù sa che il potere corrompe. Gesù sa che il potere è alleato con l’idolatria e che “Satana dorme ogni notte sul capezzale dei potenti” ( Leonardo Boff). Gesù sa che i potenti non potranno mai sconfiggere i poveri e gli umili. Quante volte si è creduto che il potere, il denaro, la forza, fossero vie apostoliche? Gesù risponde con un “no” deciso: Dio solo adorerai. Non c’è che un assoluto che è Dio; non c’è un potere maggiore di quello che non è di questo mondo. Un potere che cammina per i sentieri dell’amore, dell’apparente insuccesso e della croce. Dall’alto di un trono è molto difficile amare. Il trono allontana, la croce avvicina. Se Satana si aspettava dei miracoli, li trovò, ma molto più seri di quanto non lo fossero il cambiare le pietre in pane. Se Satana desiderava sapere se Cristo era qualcosa di più di un uomo, certamente lo scoprì: non poteva essere che un Dio colui che preferiva la strada del dolore e della croce.

 

Teresino Serra

 

 

 

FONTI:

Fulton Sheen: Vita di Cristo,

J.L. Martin Descalzo: Jesùs de Nazareth 

Leonardo Boff : Gesù Cristo Liberatore